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Daniele: hem... ecco io... credo...
Non starà per dire quelle parole, insomma, ceh se le dicesse... io... no, non può dirlo, non ora!
Daniele: io...
La sua bocca si era già aperta ed era visibilmente pronto per dire quelle due parole di cui non volevo nemmeno vederne l'ombra (perché si, le parole hanno un'ombra). Presa dal panico e appena prima che lui sputasse fuori tutto io mi giro e corro via, verso casa, dove sarei stata al sicuro, proprio come dicevano i miei genitori. Aaahhh se solo fossero qui. Ora scopro un'altra sensazione ma questa volta é diversa, credo di averla provata una sola volta nella mia vita. La chiamano mancanza. E l'avevo provata per... per Daniele.
Mi fermo di colpo e mi giro, lui mi stava seguendo e si ferma subito dopo avermi raggiunto. Si avvicina a me, mi mette una mano tra i capelli e mi abbraccia.
Adesso tutto ha un colore, per la mia prima volta sorrido e mi sento felice, rilassata, tranquilla, sicura... non mi era mai capitato nella vita di sentirmi cosí.
Inizio a vedere tutta la mia vita prima dei tredici anni di buio passarmi davanti agli occhi, e una goccia d'acqua si fa strada sulla mia guancia. Appena Daniele se ne accorge lui la asciuga, mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Non so nemmeno descrivere quanto mi sia mancato, era passato cosí tanto tempo dal nostro ultimo incontro... e avevo giurato a me stessa di dimenticarlo perché da sempre, se c'è lui vicino a me le emozioni si fanno grandi, pesanti e forti. Infatti ora mi sento di star per esplodere. Mi libero dalla sua presa e gli dico fredda come sempre per la troppa pressione in me:
Io: è troppo.
Poi mi giro di colpo e me ne vado a passo spedito verso casa, abbandonandolo lí, in mezzo alla strada, come se avesse intenzione di aspettarmi lí finché non mi sarei decisa a tornare indietro.
Mi precipito a casa e faccio fuori una trentina di fogli da disegno; è davvero troppo per me.
Daniele's pov
Non so nemmeno descrivere quanto mi siano mancati i suoi occhi, e quanto mi manchi il suo sorriso. Da quando hanno ucciso i suoi genitori ha tagliato i rapporti con tutti, anche con me. Diceva di voler vivere da sola, libera da tutto e tutti, per non far parte del suo peggior nemico, l'umanità. Mi chiese se volevo isolarmi con lei, e io risposi di si inizialmente ma i miei genitori non vollero chiaramente e allora mi allontanarono da lei. Non ebbi piú sue notizie ma nel mio cuore é sempre esistita la speranza di poterla reincontrare per dirle tutto quello che ho sempre sentito. Anche non vedendola piú, non sentendola piú ma solo ricordandola, ogni giorno mi innamoravo sempre piú, e sentivo il dovere di farla uscire dal suo buco e dalla sua apatia per tornare la ragazza che conoscevo. Ma il fatto che sia cosí difficile da recuperare e da riconquistare, da in me soltanto una spinta per non arrendermi.
Quel bacio è stato una conferma e una negazione dei miei pensieri. All'inizio gradiva ma poi... beh giustamente é da tredici anni che non prova nulla, sentire tutte le emozioni di questo mondo sulle proprie spalle in pochi istanti, per colpa di un solo gesto, dovrà essere stato pesante per lei da sopportare. Rispetto i suoi tempi e rimango fermo a guardarla mentre corre via da me... di nuovo.
Quando sparisce dalla mia vista decido di tornare nell'hotel che avevo prenotato. Mi sdraio e non faccio altro che pensare a Kara, e a come convincerla a tornare nella realtà.
Conoscendola, ha solo bisogno di tempo. Se si deve convincere di qualcosa, deve convincersi da sola, da che mondo è mondo, nessuno puó convincerla a fare qualcosa.
Immerso nei miei pensieri fino alla gola, mi addormento.
La fatica che ho fatto per decidere cosa sarebbe dovuto succedere in questo capitolo, ceh voi non potete nemmeno immaginarla ma... dettagli. Comunque ciao gente!! Vi sta piacendo la storia, ogni capitolo è un parto, lo so ma spero che vi piacciano comunque. Detto questo, ciao, al prossimo capitolo!
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