Vio's Pov

Io ed i miei fratelli arrivammo sull'altopiano stanchi morti, si trattava di giorni di cammino a piedi e non sapevamo nemmeno come avvisare la principessa nel caso il sigillo si fosse frantumato, era stata una mossa così stupida costruire il castello tanto lontano dal santuario.

«Bene, ora che siamo arrivati andiamo a controllare e togliamoci questo sassolino dalla scarpa, spero solo che il mago non si sia risvegliato» Disse Link.

I piedi mi facevano male, ad ogni passo sentivo come delle spine conficcarsi nelle mie scarpe ma non potevo lasciare che controllasse il sigillo da solo, nel caso ci fossero state brutte sorprese io avrei dovuto dargli una mano in qualche modo e anche solo gridare poteva salvargli la vita.
Entrammo nel santuario e ci guardammo attorno: la natura aveva completamente inghiottito quel luogo e sul tappeto d'erba che ricopriva gran parte del pavimento era riuscito a crescere qualche fiore della principessa serena, il fiore preferito della nostra defunta regina.
Mi avvicinai con cautela al sigillo, all'apparenza era tutto nella norma e non c'era alcun segno di rottura, potevamo tornare al castello tranquilli ma non prima di aver messo qualcosa sotto i denti, mrs. Pott ci aveva riempito gli zaini con provviste sufficienti per un mese intero e gli ordini del re erano di restare a guardia per qualche giorno, pagare delle guardie reali era troppo caro evidentemente.

«É tutto apposto?» Chiese rosso affacciandosi all'entrata del santuario «Io e Blu abbiamo messo la tovaglia e vorremmo mangiare, sbrigatevi se non volete che finisca tutto!»

Lasciai il controllo per dopo e tutti e quattro cominciammo a mangiare come se avessimo digiunato per anni, dopo tutte quelle ore di cammino avevamo davvero bisogno di recuperare le forze. Rosso era eccitato all'idea di dormire sotto le stelle, il suo carattere da bambino non lo abbandonava mai e vedeva sempre il lato positivo nelle cose, era convinto che persino Vaati avesse un cuore nonostante il modo in cui aveva distrutto Hyrule in tempi passati ma una creatura creata dall'odio di un demone non poteva possedere qualcosa di tanto prezioso, a lui non era stato concesso tale privilegio. Per tutto il pomeriggio non facemmo altro che non fosse controllare il sigillo e procurarci un po' di legno per la notte, avevamo bisogno di un fuoco per evitare degli attacchi a sorpresa da parte di animali o Boblin ma come al solito Link voleva fare l'avventuriero e assieme a Blu decise di fare un giro dell'altopiano.
Tirai fuori dalla mia borsa il mio libro e cominciai a leggerlo, riguardava una delle tante leggende di Hyrule e questa raccontava la storia di una principessa Sheikah innamorata di un uomo malvagio: il re delle Gerudo. Si diceva che tempo addietro una regina Hylian avesse dato alla luce una bambina Sheikah che crebbe prigioniera nel castello di Hyrule per volere del re, un giorno però la principessa decise di fuggire da quel luogo e fu accolta nel deserto Gerudo, lì cominció a vivere come loro e conobbe il loro re per cui perse la testa, lui non sapeva nemmeno chi fosse e ciò spezzò il suo fragile cuore. Passó anni della sua vita ad aspettare che il re la notasse ma non accadde mai e quando lui morí per causa di un cavaliere ella si tolse la vita con un pugnale dorato, divenuta ormai reliquia del popolo del deserto...

«Stai ancora leggendo quella storia?» domandó Rosso mentre si sedeva accanto a me. «Deve piacerti davvero tanto, é la quinta volta che lo leggi!»
«É una bella storia» disse semplicemente con un sorriso.

Rimase accanto a me fin quando i nostri fratelli non tornarono in quell'accampamento improvvisato e cominciarono ad accendere il fuoco su cui avremmo arrostito uno dei tanti pezzi di carne che avevamo nello zaino, io non vedevo l'ora di infilarmi nel sacco a pelo, sarei andato a letto senza cena dalla stanchezza ma toccava a me cucinare se non volevo mangiassero carbone, alla fine mangiai più per gola che per fame e mi misi subito a dormire assieme ai miei fratelli, ci volle davvero poco perché cominciassi a sognare...

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Mi trovavo in un bosco terribilmente fitto, il cielo era coperto dai rami degli alberi e non vedevo nulla a causa del buio, attraverso le foglie passava soltanto qualche raggio di luna che non poteva fare nulla per illuminare il mio cammino.

«I tuoi fratelli non ti vogliono davvero bene, lo sai anche tu. Io però sono tuo amico e non ti abbandonerei mai Vio...»

Sentivo una voce familiare davanti a me, eppure non riuscivo a collegarla a nessuno di quelli che conoscevo. Quando alzai lo sguardo vidi un ragazzo completamente uguale a me; i suoi capelli erano di un viola scuro, i suoi occhi erano di un rosso intenso e la sua tunica nera era perfetta per mischiarsi tra le ombre della notte.

«Chi sei?»

lui sembró ammutolirsi alla mia domanda ma non avevo paura, era come se lo conoscessi già.
Lui sospiró.

«Sapevo che ti saresti scordato di me una volta tornato sulla terra, le dee non ti avrebbero mai permesso di ricordarmi».

Si avvicinó con cautela e lasció che un raggio di luna illuminasse il suo viso, stava piangendo lacrime nere e tese una mano verso il mio viso, voleva toccarmi ma non poteva, le sue dita mi passarono attraverso...

«Non posso ancora... Però ti prometto che tornerò Vio! Io ho bisogno di stare con te!»

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Mi svegliai di soprassalto, era ancora piena notte e non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ricordavo di aver fatto un sogno ma avevo già dimenticato il ragazzo con cui stavo parlando e la nostra conversazione, era come se qualcuno o qualcosa non volesse che io mi ricordassi di lui. Mi alzai dal sacco a pelo e misi qualche altro ciocco di legno nel fuoco per evitare che si spegnesse, non volevo che i miei fratelli morissero di freddo ma io decisi di uscire a prendere un po' d'aria nonostante una parete del santuario fosse in pezzi, c'era qualcosa che non andava...