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Capitolo 11





Ventidue giorni

Ventidue giorni interi che non si vedevano.

Quella tortura sarebbe dovuta durare molto meno ma purtroppo non avevano calcolato gli impegni imprevisti.

Ventidue giorni che non si toccavano, ventidue giorni che non si baciavano, ventidue giorni che non erano a contatto, stavano impazzendo. Era stato il loro battesimo, se avessero superato la distanza solo dopo pochi giorni che si frequentavano, avrebbero superato anche periodi più lunghi. Ma adesso forse in qualche occasione, anzi in più di una, si sarebbero incontrati.

Quando Harry atterrò, il solito profumo di casa arrivò diverso alle sue narici. Questa volta il profumo aveva un odore aggiunto. Louis non gli aveva ancora scritto.

Moriva dalla voglia di toccarlo, aveva la necessità di averlo per se', doveva vederlo. Aveva un sorriso ebete sulla faccia da quando avevano lasciato Los Angeles e questo Niall non esitò certo a farglielo presente almeno quattro volte. Arrivò al suo appartamento dove ad accoglierlo trovò Evie e sotto la porta un biglietto. Posò il suo bagaglio all'entrata e una volta presa la gattina in braccio si diresse verso la cucina dove aprì la busta nera.

Un foglio finissimo quasi trasparente color avorio aveva scritte dorate in rilievo.
Sembrava un invito.

Mi sono permesso di scegliere per te, spero di poterlo fare tante altre volte
Fatti trovare pronto per le 5
Ti aspetto L

Era decisamente un invito. Un sorriso gli nacque spontaneo sul viso, le fossette profonde si fecero vedere sulle sue guance.

Lasciò la busta sull'isola e si precipitò al piano di sopra, sul letto una grande scatola bianca con un fiocco nero. Louis non lo aveva chiamato perchè voleva aspettare. Harry al contrario non era così paziente, ma avrebbe imparato ad esserlo per lui. Non gli avrebbe rovinato ancora quel giorno, sicuramente ci aveva messo tanto per organizzare tutto e lui ne era entusiasta.

Toccando piano con le dita il fiocco di raso, gli venne in mente la loro notte, lo sfilò con un gesto delicato e se lo mise intorno al collo come una sciarpa a sfiorargli la pelle bianca, poteva quasi sentire il profumo di Louis, sospirò, gli mancava da morire. Aprì delicatamente la scatola, dentro, la carta velina nera nascondeva il suo contenuto. Piano scansò la carta che fece un rumore delicato mentre si spostava, e arrivò finalmente al regalo. Rimase sbalordito nel vedere cosa Louis aveva scelto, gli si mozzò il fiato in gola, non vedeva l'ora d'indossarlo.

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L'attesa lo stava uccidendo, si rigirava tra le mani il pacchetto di sigarette che ormai era già a metà da quella mattina.

Voleva che fosse tutto perfetto, voleva che fosse una festa bellissima, per Harry e per tutti i suoi amici.

Ma più di tutti voleva vederlo, voleva toccarlo, la sua mancanza gli stava dando alla testa, non riusciva a stare fermo neanche un attimo, si sedeva e subito dopo voleva camminare, fumava una sigaretta sul terrazzino e subito dopo chiamava Zayn, poveretto non gli stava dando tregua

«Louis smettila, è tutto pronto, andrà bene»

«Cazzo Zayn, e se lui non venisse?»

«Ma sei scemo? Dopo tutto quello che hai fatto? Ovvio che verrà»

«E se non gli piacesse? Se si sentisse in imbarazzo?»

«Senti Tommo, non so più come dirtelo, andrà bene, tra poco passo a prenderti con Liam e andiamo, lui arriverà e andrà tutto bene, non rompere più le palle per favore, mettiti qualcosa e aspettaci»

Louis dall'altra parte della cornetta sospirò

«Ok, fate presto ho bisogno di alcol»

«Tu hai bisogno di vederlo, non di alcol» e riagganciò il telefono, sì era vero, Zayn aveva ragione, come al solito.

Kyrre era già alla location a sistemare le ultime cose per il dj set, si sarebbero trovati tutti lì. Si decise ad entrare in doccia, cercò il più possibile di rilassarsi.

Sarebbe andata bene, sarebbe stata una bella serata e avrebbe rivisto Harry, cosa voleva di più?

Si insaponò mentre dalla camera Tired di Alan Walker risuonava dalle casse. Una volta fuori, scalzo, ancora mezzo gocciolante si diresse all'armadio, completamente nudo, si tamponava i capelli con un asciugamano nero, doveva muoversi.

Iniziò a vestirsi, aveva scelto pantaloni morbidi a sigaretta di Armani con delle macro righe bianche a contrasto con il blu scuro del tessuto, sopra una polo a mezze maniche di Givenchy con la scritta del brand centrale, grande, sapeva che ci sarebbe stato caldo, sarebbe bastata quella con il cappotto.

Indossò poi le sneakers che aveva scelto qualche giorno prima insieme a Zayn, le aveva viste da un po' e alla fine le aveva prese, Stella McCartney, bianche, leggermente alte sulla caviglia, mancavano nella sua collezione.

Tamponando ancora un po' i capelli, cercò di sistemarli il più possibile, prima di aggiustarli sul davanti dove il ciuffo, imperterrito, continuava a cadergli sul viso, lasciò perdere quella che era da sempre una guerra persa in partenza. La barba di tre giorni appena visibile. Era un completo disastro, gli occhi stanchi si facevano ancora più visibili sul viso magro con gli zigomi in evidenza, un vero disastro, vestito bene ma un disastro.

Pazienza, era se stesso, e lo voleva essere per lui, niente trucchi, niente finzioni, solo loro.

Un respiro profondo, l'adrenalina iniziava a nascergli da dentro, la sensazione di formicolio alle mani che lo aveva tormentato tanto in quei giorni di assenza, si stava risvegliando ancora più forte. Scese al piano di sotto recuperò le chiavi di casa dal porta oggetti.

Un clacson suonò fuori casa dopo neanche tre minuti, indossò il suo cappotto nero e uscendo chiuse la porta dietro di se'.

«Andiamo instaboy?»

Guardò il moro negli occhi, lo fulminò mentre scendeva le scale, gli tremavano appena le mani, cazzo perchè doveva essere così nervoso?

«Simpatico Malik»

sì, voleva andare, non resisteva più

«Andiamo» dette una pacca dietro la nuca di Zayn che rideva con l'appoggio del suo ragazzo alla guida, e salì in macchina.

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Non riusciva a calmarsi, neanche un po' di tregua.

Prendeva in mano il cellulare circa ogni cinque minuti, Louis non gli aveva scritto, ormai aveva capito che non lo avrebbe sentito fino alla sera, si era rassegnato, ma lo faceva in maniera automatica, un tic che non controllava.

Niall lo aveva abbandonato, era sicuramente con Julia, sua sorella gli aveva occupato la giornata per solo una conversazione di mezz'ora dove ovviamente Harry aveva monopolizzato il discorso parlandogli di Louis e di quello che aveva fatto. Aveva provato a rilassarsi con lo yoga ma aveva miseramente fallito dopo neanche tre diverse posizioni. Doccia, niente, ancora irrequieto.

Musica, aveva solo bisogno di quella.

Scelse dalla playlist che gli aveva fatto Bella sull'iPhone nei giorni che erano stati insieme a New York, c'era un po' troppo R'nB per i suoi gusti, ma non era così male.

Ella Mai iniziò a cantare Boo'd Up. Si diresse in accappatoio verso il letto, lo gettò a terra e completamente nudo iniziò a tirare fuori quello che conteneva, indossando via via ogni pezzo.

Louis aveva scelto un pantalone Givenchy, molto simile a quello che indossava alla serata di una ventina di giorni prima, ma questo era più scuro. Stretto di un bellissimo color antracite che virava sull'argento, era in morbido satin e gli fasciava perfettamente le cosce finendo a sigaretta a fine gamba, le tasche alla francese ricadevano ai lati e non facevano una piega, erano perfetti.
La taglia era giusta naturalmente, non c'era neanche un difetto. Il satin cangiante ad ogni movimento di Harry virava sui toni del grigio e mutava a seconda della luce.

Tirò fuori la camicia che gli aveva fatto uscire un sussulto dal petto appena l'aveva vista. Era di uno stilista che aveva conosciuto qualche mese prima e con il quale avrebbe volentieri lavorato.

Non sapeva come Louis potesse conoscerlo, ma immaginava che avesse più di un asso nascosto nella manica, e questo incuriosì ed eccitò allo stesso tempo il riccio, era pieno di sorprese Louis Tomlinson.

Il tessuto morbido era completamente fatto in lurex nero che, in abbinamento ai pantaloni, cangiava sull'argento. Completamente trasparente, creava come un velo sulla pelle bianca, al collo un grande fiocco da allacciare, anche questo gli ricordava la serata del mese scorso. Ma al contrario della sua serata mondana, questo era stato scelto direttamente da Louis, e si ricordava bene come gli era piaciuta la loro notte.

Harry questa volta però preferì lasciare i due lembi di stoffa al collo sciolti, così il suo petto sarebbe rimasto scoperto.
I tatuaggi si vedevano tutti, compreso quello sullo stomaco e le foglie di felce, non c'era molto spazio per l'immaginazione, ma se Louis voleva così, chi era lui per protestare?

I capelli sciolti sulle spalle, alle mani gli anelli che solitamente indossava, più uno nuovo che ancora non aveva mai messo.
Una testa di leone che tra le sue fauci teneva una pietra azzurra, gli ricordava gli occhi di Louis, Alessandro aveva azzeccato il regalo. Harry voleva lasciare il liscio senza fiato quindi decise di aggiungere al suo outfit un tocco personale, era sicuro avrebbe gradito.

Prese il nastro di raso nero, quello che legava la scatola, e che aveva lasciato abbandonato tra le bianche lenzuola di seta del letto, lo sfiorò e quasi lo sentì bruciare sotto le dita fredde. Se lo mise al collo fermandolo con un nodo morbido che gli arrivava alla fine dello scollo della camicia, si guardò per un attimo allo specchio.

Louis avrebbe capito.
Si piaceva, Louis aveva azzeccato tutto.
E in quel momento avrebbe fatto ogni cosa per lui, lo voleva con tutto se stesso.

La macchina fu puntuale, alle cinque era dentro, non disse nulla, non poteva, era all'oscuro di tutto. Gli sembrava di non arrivare mai, un viaggio infinito, stava andando dalla parte opposta di Londra era nervoso, irrequieto, non sapeva cosa aspettarsi.

Le luci della città illuminavano tutto, l'ora del crepuscolo ormai quasi al termine, Natale era arrivato, Londra era bellissima.

Un sorriso spontaneo gli nacque sul viso ripensando a New York, ripensando alla notte sul rooftop, ripensando a loro, alla canzone che gli aveva cantato, alla canzone che aveva pensato per loro.

Stava respirando profondamente, cercando di calmarsi, quando la macchina si fermò. L'autista gli aprì la portiera e scese, l'indicazione della signorina alla reception fu semplicemente

«Ultimo piano Sig. Styles, la stanno aspettando»

«Grazie» e l'ascensore gli si richiuse davanti.

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Louis non stava più nella pelle, era nervoso, c'erano tutti, aveva affittato il locale solo per loro.

Erano circa una trentina di persone, il proprietario del Bokan 38 era stato molto gentile, aveva acconsentito ad organizzare la serata. Kyrre stava già suonando e le note di Here for you risuonavano nell'ambiente.

Sarebbe arrivato a minuti e non riusciva a staccare gli occhi dall'ascensore. I suoi amici si stavano divertendo, non potevano credere di essere ad una festa privata su un tetto in Canary Warf organizzata da un loro amico con gente famosa, Perrie più volte aveva fatto notare a Louis quanto fosse felice, Liam e Zayn cercavano nel miglior modo possibile di non sembrare invadenti ma all'arrivo di Julia non avevano resistito chiedendo un selfie con la bionda tatuata.
Avevano conosciuto Niall, che si era subito rivelato molto simpatico al contrario delle prime impressioni di Louis, che però aveva naturalmente smentito. Stavano tutti bevendo e tra la terrazza e l'interno si stavano godendo l'atmosfera di festa.

Era appena tramontato il sole e l'aria era incredibilmente tersa. Il locale era stato addobbato tutto in perfetto stile natalizio, c'erano rosso e oro ovunque mille lucine illuminavano il tavolo e l'albero di Natale che era in un angolo, alto più di due metri.

La cena sarebbe stata servita su un lungo tavolo unico e alla fine ci sarebbe stata una sorpresa per tutti. Louis aveva giustificato quella festa con il fatto che i loro lavori erano molto frenetici e non si vedevano quasi mai tutti insieme. Ovviamente aveva accennato al fatto che ci fossero anche gli amici di Harry.

«Come va?»

Niall si avvicinò a Louis mettendogli una mano sulla spalla e riscuotendolo dai suoi pensieri

«Niall» Louis ricambiò un abbraccio

«Bene, tutto ok, sono solo molto nervoso»

«Non esserlo, ti assicuro che lui lo è più di te» e gli offrì un sorso del drink trasparente che stava bevendo

«Allora siamo messi male» risero entrambi

«La serata andrà bene tranquillo, è molto bello qui, molto intimo, gli piacerà»

«Si'» annuì Louis

«Ma non lo vedo arrivare, così impazzirò» prese ancora un sorso dal drink del castano che alzando lo sguardo lo diresse oltre le spalle del liscio

«Beh, se ti giri forse impazzirai davvero» disse Niall con un sorriso, Louis si voltò di scatto, verso le porte dell'ascensore.

Rimase senza fiato.

Harry era più bello di quanto si ricordava, non aveva ne' parole ne' fiato, non respirava, era in apnea.

Dopo un secondo di smarrimento del riccio i loro sguardi s'incrociarono, si sorrisero, Harry s'illuminò, un sorriso che gli distrusse il cuore, un sorriso nel quale voleva morire.

Si avvicinò a lui e una volta uno di fronte all'altro, Louis gli sfiorò solo una mano, come ad assicurarsi che fosse vero, come ad assicurarsi che fosse veramente li' di fronte a lui, una scarica elettrica li scosse entrambi, le loro mani si riconobbero, si ritrovarono, erano dove dovevano essere, una intrecciata all'altra

«Ciao»

«Ciao»

Erano quasi imbarazzati si sorridevano e basta, si guardavano e basta, il blu e il verde a mescolarsi tra di loro, occhi lucidi, occhi felici che sorridevano, occhi che solo guardandosi si dicevano mille cose, trasparenti da sembrare irreali, c'era un magnetismo profondo, viscerale e loro lo sentivano tutto

«Sei bellissimo»

Louis lo disse piano quasi in un sussurro, lo guardava estasiato

«Anche tu»

«Posso baciarti?»

«Non so cosa tu sti...» e non gli fece finire neanche la frase che fu sulle sue labbra.

Si baciarono con passione, nessuno badò a loro in quel momento, erano soli, si baciarono con impeto, senza darsi tregua, senza prendere fiato, le lingue ad aggrovigliarsi, ossigeno, finalmente ossigeno. Si staccarono a forza e con i nasi ancora a sfiorarsi ripresero fiato

«Non dovevo baciarti lo sapevo»

«Perchè?»

«Perchè adesso non riuscirò a smettere» risero insieme e si baciarono ancora

«Abbiamo aspettato ventidue giorni, possiamo aspettare qualche ora»

«Qualche ora?»

«Ne varrà la pena promesso»

«Sarà meglio per te»

Harry rise mentre lo diceva, e sfiorò il mento di Louis con le dita, il liscio si voltò a baciargli la dita intrecciate con le sue, il suo sguardo fu catturato da un particolare, restò un secondo immobile, metabolizzando che fosse davvero ciò che pensava

«Harry questo... » e deglutì, aveva capito cos'era ma non credeva che Harry lo avesse indossato, non in quel modo, lo sfiorò con le dita

«Questo è...»

«Sì, è proprio quello, ho pensato di metterlo, so che ti piace»

lo disse avvicinandosi all'orecchio destro del liscio sospirando piano e provocandogli dei brividi lungo la schiena

«Mi... mi piace si', ma ma non credevo che...»

«Beh magari avrai occasione di farmi vedere come vorrai usarlo»

si inubidì le labbra, furbo, malizioso.
Louis lo baciò mordendogli piano il labbro inferiore facendogli uscire un piccolissimo gemito

«Non avresti dovuto farlo Styles» e con un ultimo bacio su quelle labbra rosse che tanto aveva bramato e dalle quali non voleva separarsi, ma doveva, riprese fiato.

Lo fece muovere prendendolo per mano

«Vieni»

accompagnandolo verso il bar dove Zayn e Liam stavano prendendo da bere mentre Liam stava raccontando probabilmente qualcosa di divertente all'orecchio del moro facendolo ridere così forte che si sentiva a distanza di metri.

Liam era l'unico che riusciva a far ridere Zayn in quel modo, eccetto Louis, ma il ragazzo con gli occhi nocciola si era davvero intrufolato dentro il cuore del moro e si vedeva quanto erano felici insieme, se li guardavi per qualche minuto ti accorgevi quanto forte fosse quel sentimento.

Anche loro si toccavano sempre, cercavano entrambi di tenersi sempre vicini, sempre a contatto, come a non volersi perdere, come a volersi sentire, proprio come succedeva a loro

«Zayn, Liam, volevo presentarvi Harry»

i due ragazzi si riscossero dai loro discorsi, si voltarono verso i due e li guardarono rimanendo un secondo stupiti

«Ciao Harry»

i ragazzi si presentarono, donando al riccio sorrisi amichevoli, Liam parlò per primo

«Siamo felici di conoscerti, Louis parla solo di te»

Harry ricambiò le strette di mano

«E direi meno male che sei tornato»
intervenne Zayn

«Non ce la facevamo più a sopportarlo»

risero tutti e tre tranne Louis

«Ti sono mancato tanto» affermò Harry rivolto al liscio

«Ok grazie basta così» disse Louis

«Guarda che non te lo sciupiamo Louis»
disse Liam mentre il liscio aveva già preso Harry e lo stava trascinando dall'altro lato della stanza

«Sono simpatici»

«Si' molto, ma non posso lasciarti nelle loro mani stasera»

Harry si mise a ridere, capiva perfettamente l'urgenza di Louis di tenerlo vicino a se', era la stessa cosa che sentiva lui.

Ebbero modo di salutare tutti, quando fu il momento di Perrie, la ragazza bionda dai capelli lunghi non riuscì a dire molto, era praticamente imbambolata a guardare Harry

«Louis, questo è il paradiso, stasera ho visto tanta di quella gente famosa che neanche in una vita a Londra avrei sperato di vedere»

risero tutti insieme ed Harry promise di portarla a pranzo fuori uno di quei giorni, era simpatica, inutile dire che a lei invece prese quasi un infarto.

Il riccio finì di presentarsi agli amici di Louis e quando rivide Nick fu come rivedere un fratello. Un abbraccio stretto e qualche battuta, poi l'ego di Nick si palesò, come suo solito

«Haz te lo sei trovato davvero bello, ma in fondo è tutto merito mio»

«Nick non prenderti i meriti, io sono andato in quel Tesco a salvarti la vita non tu»

«Bah con il senno di poi ci sarei volentieri andato io» e piegò la testa da un lato contemplando il fondoschiena di Louis che nel frattempo stava parlando con Kyrre

«La smetti per favore»

«Non fare il geloso tesoro, sai che non lo farei mai» e dandogli un bacio sulla guancia tornò a parlare con un ragazzo moro, rasato, che presentò ad Harry come il suo amico ma sapeva che in realtà c'era molto di più tra loro conoscendo Nick.

La lunga tavola apparecchiata a festa era splendida, alti candelabri la decoravano con agrifogli che ricadevano fino alla tovaglia di pizzo bordeaux.
Piccole palline natalizie oro si mescolavano tra piatti e bicchieri, erano state lasciate sul tavolo come decorazione.

Era un'atmosfera magica.

Kyrre lasciando andare una piacevole musica si unì a loro per la cena. Harry e Louis si erano messi davanti, scelta orribile, nessuno dei due mangiò niente, preferendo guardarsi l'un l'altro in maniera maniacale, distoglievano l'attenzione tra di loro solo per fare delle brevi conversazioni con altri, solo se interpellati.
Effettivamente non furono di compagnia.
Ma non era colpa loro in effetti.

La cena finì velocemente e tra chi si diresse fuori per una sigaretta e chi preferì un altro drink il tavolo fu tolto dal personale del locale, per lasciare spazio ad una piccolissima sala da ballo che dopo pochi minuti fu riempita da qualcuno che già iniziò a muoversi.

Louis si concesse da solo una sigaretta in terrazza, faceva freddo il cappotto stretto sul davanti e un gomito appoggiato alla balaustra, era felice, il cuore gli scoppiava, aveva di nuovo Harry li' con se', le note di Shot At The Night dei The Killers gli arrivavano alle orecchie, adorava quella canzone, sorrise tra sé.

Sembrava tutto davvero perfetto, voleva che quella sera non finisse mai. Portò il filtro alle labbra e tirò lentamente godendosi il sapore del tabacco

«Me ne offri una?»

Harry gli si avvicinò da dietro stringendolo un po', Louis sorrise

«Ti sei perso il tramonto, da quassù è bellissimo» e intanto si voltò a baciarlo

«Ti ammalerai così senza cappotto» il riccio intanto sfilò dalle dita di Louis la sigaretta dalla quale fece un tiro profondo

«Il mio stylist per stasera non ha previsto un capospalla» risero entrambi

«Sono sicuro che ha i suoi motivi»

«Sentiamo allora» il liscio lo strinse per i fianchi e gli baciò lascivamente il collo

«Magari voleva vederti con i brividi addosso, so che gli piacciono particolarmente»

Harry si lasciò baciare ancora e poi trovò le labbra di Louis, fini, rosa, che combaciavano perfettamente alle sue

«Mi piace quello che sceglie per me» e lo baciò ancora

«A proposito di questo Harry, volevo parlarti di una cosa» il riccio dentro di se' capì subito cosa Louis voleva dirgli ma rimase zitto in attesa

«James mi ha offerto un nuovo lavoro, dopo lo shooting e tutto il resto» si mordeva nervoso il labbro inferiore e riprese dalle mani di Harry la sigaretta ormai quasi finita, prese un tiro

«Louis, dimmelo, tranquillo, deve essere per forza una cosa bella»

«Si' lo è effettivamente» spense la sigaretta nel posacenere vicino, e strinse il riccio a se', mentre teneva i fianchi appoggiati sulla balaustra

«Farò lo stylist a tempo pieno da dopo Natale»

Harry rimase zitto lo lasciò finire

«Ci sono già dei brand che vorrebbero offrirmi dei progetti e io sono cosi' felice, non te l'ho detto prima perchè volevo dirtelo di persona, scusami»

era dispiaciuto Louis, aveva lo sguardo basso, avevano promesso di essere sinceri, di essere loro stessi sempre e di non nascondersi nulla, solo il fatto di aver aspettato a dirglielo non gli piaceva.

Harry gli prese il mento e lo sollevò guardandolo negli occhi, erano luminosi e di un blu talmente unico da non essere neanche classificabile

«Louis è fantastico, per te è un'occasione unica»

«Si', ma per noi...» Harry si bloccò un attimo, non capiva, cosa c'era che non andava?

«Noi?»

«Si', beh, ci vedremo più spesso forse»

«E questa non è una cosa bella?»

Harry stava andando in panico, non capiva, perchè Louis gli stava dicendo quello?
Perchè doveva pensare a quella cosa?
Non gli andava di vederlo di più?

«Certo Harry»

gli occhi di Louis brillavano mentre guardò il riccio che prese un respiro

«Certo è stupendo, ma non voglio che nulla cambi, cioè non voglio che ci siano pressioni, magari ci vedremo più spesso ma non voglio assillarti»

Harry ritornò finalmente ad avere un battito cardiaco normale, gli era preso un mezzo infarto, invece Louis si stava solo preoccupando di non essere troppo invadente

«Sei un idiota Louis Tomlinson»

gli dette una pacca sulla spalla, sciogliendosi dalla sua presa.
Louis rimase interdetto un attimo

«Sei un idiota se pensi questo, io sono felice per te e se lavoreremo insieme o potremmo vederci di più non sarò altro che ancora più felice di questo, non pensare il contrario»

«Ok ok, scusa, io volevo solo essere sicuro»

Louis si voltò di nuovo verso la città, in lontananza Londra era iridescente, illuminata all'inverosimile.

Sentì le mani del suo compagno sul suo petto come era successo a New York, lo teneva stretto a se' con il petto a contatto con la sua schiena, aveva le mani gelate eppure sentiva calore, sentiva il suo calore ovunque cullarlo

«Louis io voglio stare con te, a prescindere dal lavoro che farai, io sono felice quando sono con te, mi sei mancato tantissimo e il pensiero di poterti vedere di più mi fa stare solo bene»

Louis poggiò la sua guancia sulla testa di Harry «

Anche tu mi sei mancato tantissimo, e sarebbe un onore per me poter lavorare ancora con te» «

Succederà»

«Come lo sai?»

E si voltò verso il riccio, mentre entrambi si staccavano da quella presa che era un idillio, che era sicurezza.

«Voglio essere totalmente sincero con te Louis» il liscio corrugò la fronte

«Ho saputo del tuo nuovo lavoro a Los Angels, qualcuno me lo ha rivelato non volendo»

«Davvero?»

Louis sembrava deluso

«Perchè non me lo hai detto?»

«Perchè non volevo rovinarti la sorpresa»

«Niall»

«No, non è stato Niall, anzi lui era più che mortificato a dire il vero»

«E allora chi?»

«Louis fidati, una persona importante che ti vuole a lavorare per lui, ma non voglio dirti altro, dopo Natale ti contatterà, sei perfetto per quel lavoro»

«Ma tu perchè...»

«Louis volevo che me lo dicessi tu, volevo vedere la gioia nei tuoi occhi, sei bellissimo quando anche i tuoi occhi ridono» e lo baciò in un misto di denti e sorrisi

«Questa me la paghi Styles»

«Mmmh, non vedo l'ora in effetti» e Harry gli morse un lobo dell'orecchio facendolo ridere

«Andiamo dentro, ho ancora una sorpresa» il riccio sorrise e lo seguì dentro.

Si sentivano applausi, fischi e schiamazzi, Louis aveva capito che l'ospite era arrivato.
Mentre rientravano Harry si bloccò sul posto, guardando nella direzione in cui tutti erano girati, vicino all'impianto

«Louis è James Bay quello che sta parlando con Julia?»

Il liscio lo prese per mano, facendolo avvicinare a se'

«Potrebbe effettivamente essere lui»

ad Harry uscì un urlo poco virile

«Stai scherzando? ma come cazzo hai fatto?»

Il liscio sapeva della passione che Harry aveva per il cantante, aveva ascoltato il suo ultimo album insieme

«Non io, lei»

e lanciò lo sguardo verso Julia che da vicino alla console, stava sistemando il microfono e gli fece un occhiolino

«Quindi quel qualcuno era...»

«Indovinato, adesso stai zitto e goditi la serata Styles»

il riccio non smetteva un secondo di sorridere. Julia aveva proposto a Louis di poter fare quella cosa con James e naturalmente il liscio aveva accettato senza fare una piega.

Il cantante accordò la chitarra e poi mentre tutti già applaudivano eccitatati prese la parola dal microfono di fronte a se' mentre sedeva su uno sgabello

«Ehi, salve a tutti»
il ragazzo con il plettro già in mano, si ravvivò i capelli che iniziavano ad essere nuovamente lunghi sul collo e ogni tanto gli coprivano il viso, intanto fischi di assenso e suono di risate si diffondevano nell'aria
«Sono felice di essere qui, Julia mi ha invitato a questa bellissima festa e con l'occasione vi presentiamo il nostro lavoro insieme»

un'ovazione si alzò e anche se erano solo una trentina, si fecero sentire calorosi, Harry aveva gli occhi lucidi, Louis non lo aveva mai visto con quell'espressione sul viso, di puro stupore, di pura gioia

«L'abbiamo scritta a quattro mani e spero che vi piaccia»

James fece suonare le corde della chitarra, Julia intervenne prima d'iniziare

«Vorrei dedicare questa canzone ad una coppia di amici, molto speciale, questa è per voi»

diresse lo sguardo verso Harry e Louis, solo loro capirono. Le note della canzone partirono ed Harry era troppo scioccato da tutto per muovere un muscolo, girò solo lo sguardo verso Louis, che gli stava sorridendo.

«Quando trovi la persona giusta fai anche queste pazzie» gli sussurrò ad un orecchio il liscio.

Mentre Peer Pressure trovava strada con le sue note dolci nell'aria, tutti rimasero estasiati ad ascoltarla. Erano tutti felici, volti illuminati, facce allegre. Ascoltavano la voce del cantante morbida e chiara che scandiva le parole. Harry rimasto troppo senza fiato non fece altro che prendere ossigeno dalla sola fonte che conosceva, dalla sola fonte che sapeva gli avrebbe donato aria pura, le labbra di Louis.

Si baciarono per buona parte della canzone, non riuscivano a staccarsi, le parole divennero superflue, c'erano solo loro in tutta la stanza, solo loro che si stringevano e ascoltavano una canzone che gli sarebbe rimasta dentro per molto tempo. Si respiravano ancora, si volevano, erano la droga l'uno dell'altro, erano assuefatti da loro stessi.

La città scorreva veloce intorno a loro, le luci fuori dai finestrini erano diventate scie luminose senza forma, le loro mani erano intrecciate nei loro capelli, nei loro vestiti, quasi sotto la loro pelle. C'erano solo i flash dei lampioni mentre passavano, l'auto in cui erano seduti sui sedili posteriori sfrecciava veloce.

Non seppero esattamente come fecero a trovarsi li', ma con le note della canzone ancora in testa si ritrovarono improvvisamente all'appartamento di Harry. Lucidissimi, pienamente consapevoli del fatto che avevano abbandonato tutti gli amici ed erano praticamente fuggiti, non riuscendo più neanche per un secondo a tenersi lontani. L'urgenza li consumava, la mancanza li straziava.

Il viaggio in macchina era servito per baciarsi finchè il fiato davvero gli era mancato, avrebbero voluto raccontarsi tanto, dei giorni lontani, delle novità ma non ci riuscivano.

Non erano Harry il modello e Louis lo stylist in quel momento, ma erano solo loro due, un'unica cosa, un unico abbraccio, un'unica entità magnifica che si mescolava e si fondeva, non capivano più dove finisse uno e iniziasse l'altro.

Sussurri appena accennati per farsi strada sulle scale bianche, un miagolio lontano che gli fece capire che Evie non voleva assistere a nulla di tutto quello che sarebbe successo. Trovarono finalmente l'appoggio del letto e ci si buttarono sopra.

L'unica fonte di luce era il lucernario che Harry aveva sul soffitto che lasciava filtrare le luci artificiali dell'esterno e la piccola abat jour sul mobile che irradiava una luce calda e gialla, dimenticata accesa qualche ora prima.

Le loro pupille ormai già nere all'inverosimile per l'eccitazione che entrambi stavano provando nell'abbracciarsi di nuovo, nella consapevolezza che si sarebbero sentiti ancora profondamente.

«Spogliami ti prego»

Harry lo chiese con voce bassa e roca, mentre Louis aveva già iniziato a togliersi la maglietta, lanciandola chissà in quale angolo della camera, mentre continuava a baciarlo tenendolo sotto di se' appoggiato al materasso, in una furia impellente, con una foga veloce.

Si bloccò un attimo, si sollevò quasi risvegliandosi da un momento di raptus, rimanendo in pantaloni davanti al letto nel quale Harry già steso, ma ancora vestito, lo guardava.

«Voglio guardarti»

«Sono qui»

«No voglio guardarti mentre ti spogli per me»

Louis lo disse con un ghigno malizioso sul volto, ma con gli occhi che tradivano una strana dolcezza, le loro erezioni erano già ben formate nei pantaloni, ma lui voleva prolungare quella tortura.

Harry deglutì, aveva capito. Louis non voleva fare sesso veloce solo per possederlo, voleva averlo mentre lo guardava, mentre il piacere arrivava al limite. Harry sapeva che Louis amava questa cosa, l'attesa per il godimento profondo, gli piaceva giocare. Louis si abbassò solo a togliere le scarpe del riccio, poi mentre si toglieva i pantaloni e rimaneva in boxer davanti a lui, lo invitò ad alzarsi.

Uno di fronte all'altro, ancora con gli occhi pieni di lussuria. Harry con le labbra gonfie si sporse per baciare il liscio, che però lo bloccò appoggiando le loro fronti insieme. Harry aveva capito che Louis voleva comandare, glielo aveva praticamente chiesto alla festa, e sapeva che non avrebbe mai rinunciato a farlo.

«Devi fidarti di me adesso, voglio fare una cosa»

Lo baciò delicato sulle labbra, questa volta a donargli quello che in precedenza gli aveva negato

«Devi chiudere gli occhi e fidarti di me»

Harry guardò ancora quel blu che era quasi sparito inghiottito dal nero, guardò ancora gli occhi oceanici che tanto adorava, gli occhi oceanici che tanto lo facevano sentire a casa. Con un sorriso si inumidì le labbra, poi fu buio.

Sentì la presa di Louis sulle sue mani abbandonarlo, si ritrovò solo, improvvisamente sentì freddo, a piedi nudi ancora vestito, non sentiva più il calore del suo compagno vicino, ma lo sentiva muoversi nella stanza, sicuro nei movimenti che faceva

«Louis»

«Sono qui»

si voltò verso sinistra, verso il bagno da dove proveniva la voce

«Non aprire gli occhi per favore»

la voce ferma del liscio lo fece immobilizzare, sentiva solo i suoi passi delicati e sicuri.

L'udito subito più sensibile, gli fece arrivare delle note alle orecchie. Sentì la presenza del liscio davanti a se' un secondo dopo che riconobbe la melodia, sorrise, e Louis gli lasciò un bacio all'angolo delle labbra Wild Love di James Bay iniziava piano. Harry immobile aveva messo le mani sui fianchi morbidi di Louis del quale sentiva già la pelle d'oca che si formava sotto le sue dita.

Sentì che Louis gli sfilò il nastro di raso nero dal collo e delicatamente senza fargli male glielo legò sugli occhi intorno alla testa, stretto ma non troppo, Harry sorrideva, Louis gli baciò una clavicola già scoperta dal tessuto della camicia

«Spogliati Harry, spogliati solo per me, solo per i miei occhi»

glielo sussurrò all'orecchio, mentre la canzone esplicita, giungeva alle loro orecchie.

Il riccio tremò appena e iniziò a sbottonare i pantaloni, facendoli scendere sulle gambe magre, Louis fece un passo indietro osservandolo, mentre si mordeva il labbro inferiore, notando l'erezione nei boxer del riccio, già gonfia. Harry si tolse la camicia, con movimenti meccanici, tenendo ben piantati a terra i piedi.

Il tessuto in lurex pur essendo morbido gli aveva appena irritato la pelle, strisce rosse contrastavano sulla pelle bianca come il latte. Louis gli sfiorò il petto, Harry aveva brividi ovunque, e sentì il tocco del liscio come un tizzone infuocato. Sentì la lingua calda di Louis sfiorargli un capezzolo, succhiandolo appena.
Gemette piano.

La sensazione era amplificata all'inverosimile dalla mancanza della vista, non poteva prevedere le mosse del liscio, non sapeva cosa aspettarsi e Louis in una magnifica tortura, si allontanava e si avvicinava da lui, lasciandolo solo e scoperto e poi riprendendolo a se', erano entrambi eccitati

«Finisci Harry, ti manca un'ultima cosa»

glielo sussurrò all'orecchio e lo sentì dietro di se', improvvisamente alle sue spalle, il riccio sussultò, non aspettandosi che si fosse messo dietro di lui, percependone solo l'aura, solo il calore che emanava.

Si tolse i boxer e rimase completamente nudo, bellissimo, la pelle costellata dai tatuaggi che Louis amava e di cui si erano raccontati nelle notti in cui erano stati lontani, svelandone il significato, uno al giorno, come a non volerli rivelare tutti insieme, come una serie tv ad episodi.

Harry si sentì vulnerabile, non sentiva Louis, la musica lo distraeva, ma lo eccitava, il suo membro già dritto svettava sulla sua figura. Nudo, esposto, ma solo per lui, solo per i suoi occhi aveva detto. E così era. La canzone in loop suonava dolce ma chiara, esplicita.

Non sapeva cosa volesse fare Louis. Poi sentì le sue dita, le sentì alla base della schiena, lo sfioravano

«Sei bellissimo Harry»

capì che Louis era dietro, seduto sul letto, perchè sentiva il suo caldo respiro alla base della schiena, vicino alle sue natiche. Louis lo fece voltare piano, Harry non parlava, voleva solo sentire.

Sapeva che il quel momento aveva il membro ad un centimetro dalla bocca di Louis, sentiva il caldo del suo respiro sulla sua punta e questo lo eccitò tanto da fargli tirare la testa indietro. Voleva davvero infilare le mani dentro i morbidi capelli del liscio, voleva davvero tanto toccarlo, ma conosceva il suo ragazzo, sapeva che non poteva farlo, non ancora.

Voleva fare come gli piaceva tanto, voleva renderlo felice, voleva essere perfetto, per lui, solo per lui, sempre. Louis guardava il riccio dal basso, lo voleva tantissimo, lo aveva sognato per giorni interi, lo voleva fare suo in un secondo, ma voleva anche che un'altra notte, fosse loro, che fosse speciale, che tutto scatenasse un ricordo indelebile.

Succhiò piano la punta del membro del riccio, lo sentì tremare a quel contatto, gli accarezzò le natiche e mentre piano inglobava tutta la lunghezza dentro la sua bocca, assaporava tutto quello che gli era mancato, sentendolo tremare ad ogni movimento.

Passava la lingua su tutta la lunghezza, succhiava la punta, incavava le guance per prenderlo tutto fino all'ultimo centimetro, ed Harry sempre più eccitato, respirava forte. Louis intanto con una mano, si masturbava per avere ancora più piacere e poterne donare ancora di più al riccio. Tutto in una lentezza estenuante.

Dopo qualche istante, si alzò e fece coincidere le loro erezioni, mentre baciò Harry che sentì il suo stesso sapore in bocca, lo baciò con impeto

«Mi farai impazzire Louis»

«Quello è l'obiettivo»

con una piccola pressione sulla spalla fece abbassare Harry che capì subito cosa voleva che facesse, senza perdere tempo si mise in ginocchio e preso il membro di Louis in mano iniziò a succhiare forte e avido, il liscio allora impazzì davvero.

La visione di Harry, bendato, con i capelli sciolti sulle spalle, inginocchiato davanti a lui, mentre faceva sparire dentro la sua bocca con quelle labbra rossissime e le guance incavate, il suo membro, era davvero incredibile, assurda, insostenibile. Gli prese i capelli e aiutandolo nei movimenti gli fece aumentare la velocità così che finì per dettare il ritmo.

La musica li inebriava, Harry accarezzava le cosce muscolose di Louis e quest'ultimo gli tirava appena i capelli mentre lo accompagnava nei movimenti per fargli prendere fino all'ultimo centimetro il suo membro in bocca. Gemiti profondi e gutturali uscivano dalla bocca del liscio, quello che vedeva era troppo, non sarebbe durato abbastanza con quel ritmo e quelle immagini davanti agli occhi.

Fece alzare Harry da terra trattenendolo appena a se', baciandolo, sentendo il suo stesso sapore in bocca, poi lo fece stendere. Il riccio aveva ancora i sensi alterati dalla mancanza di luce, dalla mancanza della vista.

Tutto era amplificato.

Le sensazioni fisiche erano dieci volte più forti, più potenti, lo scuotevano dal basso ventre fino alla testa.

Sentiva il piumone freddo sotto di se', a contatto con il suo corpo, ancora una volta, non aveva idea di cosa sarebbe successo. Era tutto stupendo. Louis si mise tra le sue gambe e leccò ancora il suo membro prima di iniziare piano con delle carezze ad allargargli sempre di più le natiche bianche e sode.

Harry gemette, colto alla sprovvista. Il liscio intanto mentre un dito nella sua stessa bocca si stava bagnando, lo allargò un po' con una mano e intrufolò poi il dito umido di saliva dentro di lui.

Al riccio si mozzò il fiato in gola e un gemito roco s'interruppe all'improvviso. Louis prese ancora il membro di Harry tra le sue labbra e ancora lo assaggiò mentre il dito spingeva dentro di lui e lo penetrava lentamente. Harry non lo voleva toccare, voleva lasciarlo fare, voleva essere suo in ogni modo possibile, voleva accontentarlo in ogni modo possibile. Ma la sensazione di toccare le sue braccia e le sue spalle muscolose era tanta, le mani gli pizzicavano.

Il liscio inoltrò un secondo dito dentro, sollevando su una spalla la gamba destra di Harry che si ritrovò a gemere, bendato, su quel letto che ormai era loro, con i capelli scompigliati e abbandonati su un piumone che avrebbe di nuovo avuto il loro odore.

Louis intanto si avvicinò alle labbra del riccio piegandosi su di lui e lo baciò, gli baciò la mascella, il collo, mentre lo penetrava con due dita.

«Louis mi farai impazzire così»

sentì un flebile rumore, come aria che usciva dalla bocca del liscio, riconobbe un mezzo sorriso

«Sei mio»

Gli disse piano e subito sfilò le dita da lui e le sostituì con il suo membro durissimo.

Harry gridò.

La sensazione di averlo nuovamente dentro di se', fu meglio di come l'avrebbe mai immaginata.

Combaciavano alla perfezione, uno dentro l'altro, come un puzzle perfetto.

Louis attese solo un piccolo movimento del bacino del riccio e poi gemendo entrambi iniziarono a muoversi, venendosi incontro nei movimenti.

Louis spingeva, Harry si apriva per lui e lo accoglieva fino in fondo.
Come in una danza.
Louis gli baciava il petto, le rondini, le clavicole, la mascella, la bocca.
Sospirò vicino all'orecchio del riccio

«Mi sei mancato»

Harry come in risposta, aprì di più la gamba che era piantata sul materasso, piegata, gemendo forte, così che Louis avrebbe avuto ancora più accesso.

Il liscio continuò, mentre spingeva ancora dentro la carne bianca e delicata

«Mi sei mancato tantissimo»

intanto ancora spinte poderose e mirate arrivavano dentro Harry, che non smise di gemere per lui.

Non smise di fargli sentire con la voce e con il corpo che anche lui gli era mancato, che lo aveva desiderato tanto. Il liscio si rese conto di aver trovato il suo punto più delicato, fatto di nervi e fibre, quando il riccio inarcò la schiena e cambiò tono, più acuto, più accentuato.

Harry bendato, in un'estasi unica, godeva delle spinte di Louis che lo stavano facendo impazzire

«Lou non fermarti ti prego»

il liscio continuò sempre più velocemente ad entrare dentro di lui, dentro e fuori, spingeva e teneva la gamba di Harry sulla sua spalla, piegandolo e allargando la sua apertura.

Anche lui stava per venire, sentiva che era vicino. Le spinte diventarono sempre più scoordinate, Harry urlava perchè il suo punto più sensibile era ormai preso dall'assalto da scosse elettriche e spinte forti.

Voleva toccarsi, Louis se ne accorse e gli prese il membro rosso e duro tra le mani, masturbandolo

«Vieni Harry, fammi vedere quanto sei stupendo quando vieni»

il riccio gemette ancora a quelle parole dette da quella voce delicata ma decisa, le sue labbra rossissime erano evidenti tra la pelle bianca e il nastro nero che gli copriva gli occhi.

Occhi che Louis fremeva di vedere, occhi che se avesse visto in quel momento lo avrebbero fatto impazzire.

Voleva regalare ad Harry una notte speciale, voleva fargli capire che si poteva fidare, bendato, legato, senza vederlo, completamente nelle sue mani ma si poteva fidare di lui.

Ancora poche spinte e Harry venne sul suo ventre e tra le mani di Louis che in contemporanea si riversò in lui e continuò a muoversi finchè non uscì anche l'ultima goccia di sperma.

Erano in paradiso, la mente non più molto lucida, scosse profonde agitavano entrambi. Ancora scossi dall'orgasmo, Louis tolse la benda di Harry che ancora respirava affannato, e lo vide.

Lo vide tutto quel verde.
Vide tutto dentro quegli occhi.
Non credeva potesse essere reale, gli sembrava un sogno.

Era in estasi, i muscoli si rilassavano piano, Harry sotto di lui, con il respiro spezzato dall'orgasmo appena avuto, sudato e bellissimo.

Voleva baciarlo ma era sicuro che come in quel momento non avrebbe mai avuto un'altra visione così dei suoi occhi splendidi, e semplicemente lo guardò. Harry vedeva solo oceano invece. Un oceano sconfinato in cui aveva paura di perdersi, ma nel quale voleva disperatamente tuffarsi.

Non riuscivano a dire nulla, solo a guardarsi e a consumarsi fino allo stremo. I battiti dei loro cuori vicini danzavano all'unisono

«Credo che tu sia tutto ciò che voglio Louis Tomlinson»

il liscio ebbe un sussulto, un brivido gli percorse tutto il corpo, non pensava di poter sentire quelle parole uscire dalla bocca di Harry.

Poi guardandolo ancora, mentre il riccio non osava neanche battere le ciglia, gli rispose

«Tu Harry Styles, tu sei tutto quello che voglio»

Si baciarono, si baciarono tanto da non capire più nulla, da non capire più neanche dove fossero, tra i sorrisi e i morsi, con la lingua e le labbra. Le loro gambe intrecciate, i loro corpi nudi a stringersi, le loro mani a tenersi, i loro petti ad unirsi i loro addomi a combaciare, i loro bacini a scontrarsi avidi, volendosi ancora.

I believe di Alex Hepburn iniziò, e le note soul riempirono la stanza. Era ormai notte e loro erano ancora stesi nudi con Harry sul bordo del letto che si faceva circondare il corpo con le braccia calde di Louis che intanto gli lasciava piccoli baci sulle spalle. Il riccio stava quasi per addormentarsi, rilassato, tranquillo si sentiva protetto, sarebbe stato una vita tra le sue braccia.

Louis lo stringeva a se', come a non volerlo lasciare, neanche nei sogni, non voleva più lasciarlo. Poi fu spinto da un moto di follia, un pensiero lo scosse

«Usciamo?»

Harry si voltò di scatto, riscosso improvvisamente da ogni pensiero pre sonno

«Adesso?»

«Si' adesso, perchè no?»

«Louis non so, dove vuoi andare che ore sono?»

«Voglio vivere questa notte con te Harry» il riccio lo guardava con gli occhi pieni di eccitazione, Louis era sempre pieno di sorprese

«Ma io sono qui»

«Si' sei qui e io ti voglio più di qualsiasi altra cosa credimi, ma voglio vivere una notte con te per le strade di Londra, io e te e basta, senza nessuno che ci fotografa, senza preoccuparci di paparazzi appostati in ogni angolo. Voglio portarti in giro e tenerti per mano»

Harry sorrise, non si aspettava nulla del genere, ma aveva senso quello che gli stava dicendo

«Voglio tenerti per mano e voglio camminare, come una coppia normale»

Louis lo baciò mentre ancora erano stesi a letto, mentre ancora i muscoli gli facevano male

«Ok»

Louis s'illuminò

«Ok?»

«Si' ok, possiamo farlo»

Harry gli sorrise così tanto che le fossette sulle guance divennero profonde e Louis ricambiò il sorriso con occhi lucidi ed eccitati

«Allora andiamo»

Si vestirono in fretta, ridendo tra loro mentre nessuno dei due trovava cosa poter indossare, alla fine si misero qualcosa di comodo e Louis finì per indossare una felpa nera di Harry, il riccio decise invece che la giacca denim del suo compagno gli avrebbe ancora una volta fatto compagnia, l'adorava e Louis amò vedergliela addosso.

Si baciarono ancora una volta e uscirono di casa a piedi tenendosi per mano come avevano detto, nella notte fredda e umida.

La città quasi deserta, era velata da una nebbia fine che ricopriva ogni cosa, si tenevano stretti e camminavano, si guardavano spesso, si baciavano ad ogni angolo, si raccontarono in quella lunga notte tutte le cose che non avevano condiviso nei giorni che erano stati lontani.

«Ho ripensato tanto alla nostra canzone»

«Sì?»

«Sì e vorrei che tu la scrivessi, forse ho trovato una strofa per l'inizio»

«Sentiamola allora»

Harry lo provocò, chiedendogli quello che sapeva che Louis non gli avrebbe mai concesso, ma ci provò

«Forse un giorno te la canterò, ma non adesso, scordatelo Styles»

«Dai Louis non c'è nessuno»

«Ci sei tu e mi metti soggezione»

«Sog..»

«Sì tu e i tuoi dannati occhi, mi mettete a disagio, lo avete sempre fatto e chissà a quanti altri fai questo effetto»

Harry lo bloccò, sentì una punta di gelosia nell'affermazione di Louis e avvicinandosi lo fece indietreggiare fino ad un muro di mattoni che costeggiava il marciapiede, lo fece appoggiare e lo baciò di slancio.

I capelli umidi per la nebbia, gli occhi brillanti che rischiaravano tutto intorno e guardò i suoi occhi dell'oceano, i suoi occhi blu

«I miei occhi sono solo tuoi Louis» il liscio sussultò

«Io voglio essere solo tuo»

lo baciò di nuovo, le loro labbra morbidissime a toccarsi a muoversi tra loro con le lingue in fiamme

«Dovrò sempre dividerti con il mondo però»

«Anche io da ora in poi, anche io dovrò farlo» e lo baciò di nuovo

«Ma se so che siamo insieme, possono anche esserci mille flash dei fotografi a sorprenderci o ad aspettarci quando usciamo di casa, se so di poter dividere le notti e i giorni con te, non m'importa di altro»

Louis lo guardò con gli occhi che quasi tremavano, le mani a tenergli il busto, Harry con le sue intrecciate dietro il suo collo, stretti ad un muro di mattoni rossi, stretti tra loro nel cappotto nero di Louis e nella giacca denim di Harry.

«Voglio essere l'unico, stanotte e per molto tempo ancora» disse Louis, lo affermò con convinzione, con decisione

«Lo voglio anche io Louis»

Prendendosi per mano, intrecciando le dita ricominciarono a camminare, uno di fianco all'altro, nella loro notte, in una delle loro notti, in una notte che sarebbe stata solo la prima che li avrebbe visti passeggiare, che li avrebbe visti insieme, lontano da tutti.

Solo loro, le infinite notti, i tanti rooftop di ogni città che avrebbero visitato e le loro canzoni.

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