4. Breshetnikov
«Secondo me far uscire un comunicato stampa è una cattiva idea» dice la zia.
Stanno ancora discutendo dell'affaire Reshetnikov (definizione della zia). È passata una nottata e ne stanno parlando tutti.
Sono le nove di mattina e siamo in camera mia, sto facendo colazione insieme a papà. Per evitare altri incontri sgradevoli, farò colazione in camera fino alla fine del torneo. Ne sono felice: facendo colazione in camera posso lavarmi i denti subito. E poi c'è Sara che mi tiene compagnia e scodinzola sotto il tavolo in attesa di qualche boccone di cibo.
Zia Elena, Fernando (qui in persona, oggi) e papà stanno discutendo, mentre Rodolfo (l'assistente tuttofare della zia) prende appunti seduto un po' in disparte. Io ascolto e mangio: bresaola, riso integrale cotto al vapore e macedonia di frutta non zuccherata. Papà ha appena finito la sua porzione di pane integrale con burro d'arachidi, un uovo sodo, e ha lasciato a metà la mia stessa macedonia. Lui non mangia mai carne o pesce, è vegetariano.
Sara mi dà delle musate contro le gambe. Vorrebbe un po' di bresaola, lo so. Gliene darò un pezzetto alla fine.
«Dobbiamo dire qualcosa...» obietta papà.
La zia non è d'accordo. «In casi come questi è meglio ignorare la vicenda, fidati di me. Dall'analisi live del feed Twitter non mi risulta nulla di allarmante tra le parole chiave principali correlate alla rissa, a parte sore loser. Ho fight, badass, pissed... poi hot, non ho ancora potuto analizzare il senso linguistico, se intendono dire sexy o atmosfera surriscaldata... per le parole chiave italiane abbiamo rosica e rosicone, che sono gli unici due negativi. Per quanto riguarda il coming out di Reshetnikov, al di là del clamore che riguarda solo lui, c'è stata una moderata reazione del pubblico femminile, ritornano spesso le parole ship e derivati. Ship è un termine gergale, l'abbreviazione di relationship, usato per indicare fantasie di tipo romantico.»
«Posso assumerti in agenzia, Elena?» scherza Fernando, con la sua voce sottile e melliflua. Non mi piace Fernando. È un ex atleta, ma si è lasciato andare, a differenza di papà: un po' sovrappeso, capelli grigi e radi che sembrano sempre sporchi, un naso schiacciato da maiale e una brutta bocca, coi denti dalle radici troppo sporgenti.
«Aspetta, aspetta... cos'è questa storia delle fantasie romantiche?» chiede papà perplesso. Alzo la testa anch'io, incuriosito.
Zia Elena cerca di spiegare. «Le dichiarazioni del russo hanno fatto nascere una... come posso definirla... esistono persone che fantasticano su una possibile storia d'amore tra Michele e Ivan. È stata coniata anche una crasi tra i loro nomi, che ha preso subito piede: Breshetnikov.»
Breshetnikov? Cioè il suo cognome con una B davanti? Che senso ha? Cerco di dire qualcosa, ma mi escono solo balbettii incongruenti, mentre Fernando ride, mostrando i suoi brutti denti e una buona porzione di gengiva. È papà a esclamare ciò che avrei voluto esclamare io: «Che cooosaaa?» È raro che si lasci andare a espressioni di sorpresa così marcate.
«Non è una cosa negativa. Anzi, presa per il verso giusto potrebbe rivelarsi persino utile a livello di marketing» ribatte zia Elena tranquilla.
«In che modo?» chiede papà. «Se Michele deve mettersi a fare pagliacciate...»
«Elena, non fare troppo la progressista. Sai benissimo che è controproducente per gli atleti fare coming out» interviene Fernando.
Apro la bocca per dire che non ho nessun coming out da fare, perché non sono gay, ma zia Elena mi parla sopra. «Questo lo dici tu.» Lancia un'occhiataccia a Fernando. «Ci sono troppi pochi casi per deciderlo su base statistica. Comunque Michele non dovrebbe prestarsi a fare un bel niente, nessuna "pagliacciata".» Fa il segno delle virgolette in aria con una mano. «Per ora lasciamo che la cosa sedimenti. E ripeto, non è una cosa negativa. Le fan femminili di questo tipo di storie muovono una piccola ma fedele fetta di mercato. Avete mai sentito parlare della Mossler?»
«La rivalità tra Molina e Straussler» dice papà. Ricardo Molina e Robert Straussler, i due tennisti più forti di tutti i tempi, tuttora in attività e incubo di qualsiasi avversario. Io sono sotto negli head to head contro di loro, ma di poco: ho due vittorie contro entrambi. Li supererò presto.
«Esatto. Ma è anche il nome della loro immaginaria relazione omosessuale, su cui fantasticano migliaia di persone, per lo più ragazze. Scrivono persino delle storie su di loro. Dei racconti romantici o erotici.»
Fernando ride facendo al contempo una faccia disgustata, papà corruga le labbra con aria preoccupata, mentre per un attimo passa nella mia mente l'immagine di Molina e Straussler a letto insieme. Non è una bella immagine.
«Pensi che potrebbero scriverne anche su Michele e Reshetnikov?» chiede papà.
La sola idea mi fa inorridire, mentre ancora penso a Molina e Straussler. Le loro bocche che si baciano. Hanno entrambi la bocca sottile. Mi immagino le punte aguzze delle loro labbra che si incastrano malamente e l'immagine poco piacevole mi chiude lo stomaco. Appoggio la forchetta nel piatto: c'è una fetta di bresaola infilata. Non mi va più di mangiarla. Sara mi guarda speranzosa: appena papà si gira la do a lei.
«Lo faranno certamente» dice la zia.
E questa affermazione accende nella mia testa nuove immagini. Un'immagine. Gigantesca, che mi occupa tutto il cervello: la bocca di Reshetnikov.
«Ma è inammissibile! Li denunciamo, se lo fanno. I diritti di immagine...» interviene Fernando.
«Sono opere senza fini di lucro. Non viene violato nessun diritto di immagine.»
La sua bocca carnosa, rossa, con quel dente storto.
«Lo dici tu! E se qualcuno decide di venderle a un editore? Per non parlare dei danni a Michele e all'agenzia: è diffamazione!»
Ci sono dei resti di cibo incastrati in quel dente. Sono sicuro che non usi il filo interdentale.
«Non c'è diffamazione, si tratta di opere di fantasia. E il mercato di vendita delle fanfiction è praticamente inesistente.»
Mi immagino di passarglielo io, il filo interdentale, indossando guanti di lattice e una mascherina sulla bocca, come un dentista. Sono un po' disturbato da questa immagine, ma non posso evitare di pensarla.
«Prima hai detto che queste fan muovono una fetta di mercato, ti contraddici.»
L'interno della sua bocca aperta è bagnato. È aperta da diversi minuti, e le ghiandole stanno continuando a secernere saliva, perciò inizia sbavare, gli cola un rivolo sul mento, mentre io prendo uno scovolino di gomma e lo infilo nel diastema tra gli incisivi frontali.
«Ho parlato di mercato perché questo tipo di attenzione aumenta la popolarità di chi la riceve, e lo fa in gruppi di persone estranee al fandom tennistico. E maggiore popolarità significa più sponsor. Contratti migliori.»
Gli infilo in bocca un dito guantato, e il lattice liscio scivola sui denti umidi, producendo una specie di cigolio acuto.
«Michele è un uomo immagine del tennis, non un attore porno!»
Lui mi morde il dito, sento i denti duri attraverso il lattice, mi fa male, lo sento fin sull'osso.
«L'immagine è tutto, sono d'accordo. Ma anche queste cose contribuiscono a creare immagine.»
Mi si è inturgidito il pene.
«Non l'immagine che vorremmo in agenzia.»
«E nemmeno l'immagine che vorrei io» interviene papà, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare il battibecco tra Fernando e Zia Elena. La sua voce mi riporta alla realtà.
«L'immagine è del pubblico. È il pubblico che decide, il nostro controllo è limitato» dice la zia.
Prendo un profondo respiro.
Mi succede spesso di eccitarmi quando penso alla bocca di qualcuno. Ultimamente penso alla bocca di Anna, la sua bocca a forma di cuore. Ricordo quella volta, quell'unica volta che mi ha praticato una fellatio.
«Esercitiamolo per quanto ci è possibile per mettere a tacere queste dicerie. Non voglio che pensino che Michele è gay» dice papà.
«Non lo pensano. Ho analizzato i feed.»
Prendo la forchetta e ricomincio a mangiare.
Devo finire il mio pasto, le calorie mi servono. Chiedo scusa a Sara con gli occhi: ti prometto che un pezzetto piccolo alla fine te lo do. Lei si lecca i baffi, come se potesse leggermi il pensiero.
L'erezione sta passando. Devo allenarmi e giocare, oggi. E anche se è solo una stupida partita di doppio non voglio sprecare energie a masturbarmi.
«E mettiamo a tacere anche quell'oca di Reshetnikov. Fernando, di' subito ai tuoi scagnozzi dell'agenzia che trovino un suo contatto, visto che Rodolfo, qua, non sta combinando niente...» dice papà.
«Se me lo chiedevi subito... tante volte non capisco perché mi pagate, avete la tendenza a voler fare tutto da soli.» Fernando ride.
Rodolfo si schiarisce la voce. È un ragazzo di trent'anni magrolino e minuto, capelli castani e due begli occhi verdi. Ma ha una faccia da topo e una bocca minuscola che me lo rendono un po' antipatico. «Ci sto mettendo più del previsto perché Reshetnikov non ha un manager. Con lui ci sono solo il coach e il fratello.»
«Ah, a proposito del coach...» Fernando ha un colpo di tosse e guarda papà con aria titubante. È raro vederlo esprimere insicurezza. «Hai saputo chi è, vero?»
«No. Rodolfo non l'ha ancora scoperto.»
Ah, già. Reshetnikov mi aveva detto il nome, ma non lo ricordo più. Non ci avevo più pensato.
«Ma sì che l'ho scoperto!» protesta Rodolfo. «Non me l'avete più chiesto! È...»
«Aspetta, aspetta!» lo interrompe bruscamente Fernando. «Voglio essere io a dirlo.» Deglutisce. Guarda papà. «Sei seduto comodo?»
«Risparmiami queste buffonate e dimmi chi è.» Papà sembra spazientito ma anche un po' turbato.
«Raffaele Novelli.»
La reazione di papà è talmente improvvisa e sconvolta che mi spaventa.
Spalanca la bocca e sembra quasi gli manchi l'aria. Per un attimo il suo viso si deforma, si creano sulla sua pelle rughe sconosciute. Non gli ho mai visto un'espressione simile sul viso, anche perché esprime raramente le sue emozioni. Fatico a interpretarla: stupore? Sofferenza? Disagio? Preoccupazione? Ansia? Sembra tutte queste cose messe insieme.
«Raffaele Novelli?» chiede con un filo di voce.
Io rimango con la forchetta colma di riso a mezz'aria. Zia Elena guarda papà con aria stranita.
«Non è possibile... È ancora vivo? E allena?» Papà boccheggia. «N-no, non è possibile. Hai capito male il nome. Oppure è un omonimo.»
«No, sono sicuro al cento per cento. È lui. Lo so perché l'ho visto. Ho fatto fatica a riconoscerlo perché è invecchiato maluccio, ma è lui.»
«Raffaele, cazzo...» mormora cupa zia Elena.
Chi è, chiedo infine.
«Un ex pro italiano di bassa classifica» dice asciutto Fernando.
«Una leggenda. Un fantasma...» sussurra papà. Si mette le mani tra i capelli, e noto che gli stanno tremando le dita.
Non l'ho mai visto così scosso. L'ho visto triste e sofferente, quando è morta la mamma. Ma mai così sconvolto.
Mi sembra strano, anche perché non avevo mai sentito nominare quest'uomo. Chi può essere per causare una reazione tanto violenta in papà? "Leggenda" e "ex pro italiano di bassa classifica" sono due concetti che fatico a mettere insieme.
Non ricordo di aver mai sentito il suo nome, balbetto.
Papà scuote la testa. «Non ha mai sfondato. Ma se chiedi ai tennisti italiani della mia generazione... lo conoscevamo tutti.»
«Tutti» gli fa eco Fernando.
Papà ha la fronte lucida di sudore. Mi mette quasi a disagio vederlo così. La forchetta col riso è ancora davanti alla mia bocca. Non ho il coraggio di mangiare.
Papà, infine, fa un sorrisetto tirato. «La mia reazione vi sembrerà esagerata,» si giustifica, «ma capitemi, non è da tutti i giorni scoprire che una persona che per venticinque anni tutti hanno creduto morta è in realtà viva.»
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Note note note ♫
Habemus nome ship! Vi piace? Breshetnikov? Secondo me è il migliore. Le alternative erano Ressan (o Reshan?), Mishnja, Vansha, Michivan, Ivele, ahah, no, sono tutti orrendi. E scopriamo anche che Michele ha una fissa per le bocche, chissà cosa comporterà tutto questo nell'evolversi della storia.
Segnatevi il nome di Raffaele Novelli. È un personaggio secondario che avrà moltissima importanza e su cui ho investito tanto, emotivamente.
La Mossler, ovviamente, è la ship tennistica più awwww di tutti i tempi. Agevolo una delle mie foto preferite, un momento tenerissimo di Nad... ehm, Molina, che consola Fed... ehm, Straussler in lacrime, dopo averlo appena battuto alla finale degli Australian Open. "I don't wanna look like I'm gonna be his boyfriend", dira parecchi anni dopo. Sì, il mio scopo è quello di corrompervi e farvi entrare nello ship-club.
E anche se non li shippate, sono e saranno per sempre una delle più belle rivalità sportive di tutti i tempi.
Oggi niente note tecniche tennistiche e di cultura russa, quindi vi saluto e vi do appuntamento a lunedì prossimo, chiedendovi come sempre di non dimenticare la stellina!
Ah, la prossima settimana, e per un po', pubblicherò solo due aggiornamenti. Perdonatemi, ma sono indaffarata e di più non riesco. I giorni di aggiornamento saranno lunedì e giovedì!
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