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38. Igiene dentale

Mi trovo davanti Ivan. Sorridente, con la chitarra in spalla, nella custodia, e i capelli verde limone, ma leggermente scoloriti e con un accenno di ricrescita. 

Mi squadra dalla testa ai piedi e si sofferma per qualche istante sulle mie mutande.

«E q-questa?» dico a voce bassa, indicando la chitarra, sperando di distrarlo dalle mie mutande.

«L'avevo portata nel locale per cantare tutti insieme, ma adesso non serve più, cantano tutti anche senza chitarra perché sono ubriachi.»

Mentre mi spiega queste cose lo faccio entrare. Chiudo la porta.

«Brr... è freddo qui...» commenta. «Come fai a stare in mutandi?»

Ignoro il suo ultimo commento. Deve smetterla di pensare alle mie mutande. «C-comunque non puoi suonare la c-c-chitarra» gli sussurro. «Nella camera qui accanto dorme mio padre. Se sssssi accorge c-che sei qui...»

«Cosa dice se si accorge? Sono cazzi tuoi chi fai venire in camera tua, no?» Parla anche lui a bassa voce, per fortuna.

Appoggia la chitarra in un angolo. «Sei contento che mi vedi di nuovo?» mi chiede.

Non rispondo. Mi scappa un sorriso. Non so perché mi scappa, ma mentre sorrido sento una specie di peso precipitare dal cuore allo stomaco. «M-mi dispiace che hai lasciato la festa di t-t-tuo fratello...»

Lui fa un gesto di noncuranza con la mano. «Quando tutti ubriachi e tu no, non è divertente...»

«M-ma sei venuto direttamente da lì? Non ti sei lavato denti?»

«E quando mi lavo denti?»

Dio, che schifo! Ha mangiato e bevuto e non si è lavato i denti. Ma non ne sente il bisogno?

«Misha, per piacere, non mi guardare come se ti faccio schifo...»

La mia espressione facciale è tanto eloquente?

«Vieni. Ti p-p-presto uno spazzolino.» Lo prendo per un braccio e lo trascino in bagno.

Mi lavo le mani. «L-lavati le mani anche tu» gli dico. Lui obbedisce senza commentare, usando il secondo lavabo.

Mentre finisce di lavarsi, sostituisco la testina del mio spazzolino con una nuova e distribuisco sulle setole una nocciolina di dentifricio. Glielo porgo. «P-prenditi t-t-tutto il tempo che t-ti serve.»

Lui guarda lo spazzolino e sorride. Guarda me e sorride di nuovo. Perché sorride? Si lavasse i denti in fretta! Poi mi rendo conto che forse aspetta che me ne vada, ed esco dal bagno.

Sento rumore di acqua che scorre, ma passa un minuto e non ha ancora acceso lo spazzolino. Ma cosa sta facendo?

Allora rientro. E lo trovo che si strofina i denti usando lo spazzolino spento. Per altro li sta strofinando in maniera errata, caotica. Mi guarda e sputa. «Misha, tua pasta per denti sa di droga espirata.»

Sospiro. «Il t-tuo dentifricio sa di medicina scaduta, penso c-che volessi dire q-questo, no? È a base di sodium bicarbonate, ecco p-perché ha un sapore strano.»

«Mh. Fa schifo» commenta. Poi rimette lo spazzolino in bocca e ricomincia il suo procedimento di spazzolatura caotica.

«A-h-aaaaspetta, d-devi accendere l'oscillazione, non ha senso che lo usi sp-p-pento.» 

Sputa di nuovo e parla. «Non sono usato a spazzolino vibratore.» Ride.

«In italiano si dice aaaaabituato, nnnon usato. Accendilo. L'oscillazione della testina pulisce meglio i denti.»

Lo accende mentre lo tiene in mano, fuori dalla bocca, e schizza dentifricio e saliva ovunque. Me ne arriva un po' anche sul braccio, che schifo! Mi pulisco con una salvietta.

Lo guardo e sospiro ancora, mentre lui sta ridacchiando e ha lo spazzolino ancora acceso in mano. «Spegnilo, sciaqualo e rimettici il d-dentifricio. Anzi, aspetta...»

Apro l'armadietto... eccolo! Il dentifricio di Duggee che mi ha regalato proprio lui. «Q-questo sicuramente t-ti piace di p-più.»

«Il mio regalo!» esclama felice. Mi porge lo spazzolino e io ci spremo sopra un po' di "pasta per denti". È azzurra trasparente, piena di brillantini in sospensione. Spero sia funzionale quanto è graziosa.

«E adesso?» mi chiede.

«Mmmettilo in bocca.»

Ride. Perché ride? Cosa c'è da ridere? Poi lo mette in bocca.

«E ahehho? Ahhendo?»

«No, p-prima distribuisci rapidamente il d-dentifricio sui denti.»

«Hioè?»

Sbuffo. «D-dammi lo spazzolino, ti faccio vedere.»

Esita un attimo, poi mi consegna lo spazzolino.

«Apri la bocca» gli dico. Lo fa. Apre la bocca lentamente e allunga un po' il collo verso di me. 

Vederlo così, davanti a me, con la bocca aperta, mi fa uno strano effetto, non so perché, e non so descriverlo bene, dei brividi mi contraggono lo stomaco. 

Mi sembra una situazione strana. 

Non sono un igienista dentale: cosa sto facendo con questo spazzolino in mano? Gli guardo la bocca, quel dente storto sospeso sulla cavità aperta, la lingua lucida e un po' bianca per i rimasugli di dentifricio.

Ma ormai sono qui. Lo faccio. Appoggio la testina dello spazzolino sui suoi denti e distribuisco il dentifricio. «Ok, e adesso lo dovresti accendere e cominciare a spazzolare a partire dai denti in fondo.»

Appena accendo l'oscillazione, Ivan ha un sussulto e si mette a ridacchiare. Lo ammonisco a star buono e dopo qualche secondo si calma. 

Mentre gli lavo i denti cerco di giudicare questa situazione, come se la vedesse qualcuno da fuori: cosa penserebbe? Io che pulisco i denti a un mio collega... Mi sembra un po' fuori dal normale, ma allo stesso tempo cos'altro potevo fare? Era chiaramente in difficoltà, con questo strumento.

Gli do indicazioni, mentre lo pulisco, gli dico di aprire o socchiudere la bocca, tirare la testa indietro o abbassare la mandibola, sputare nel lavabo. Lui obbedisce senza batter ciglio. È una esperienza un po' disgustosa, ma... anche un po' eccitante. Sento un piccolo fremito attraversarmi il pube quando arrivo all'incisivo storto. Mi ci soffermo un po' di più, rispetto agli altri denti. Non è che mi sia venuta un'erezione, è una specie di leggera suggestione che svanisce non appena mi concentro di nuovo sull'operazione di pulizia. Lui mi guarda fisso tutto il tempo, con quei suoi occhi da weimaraner.

«Fffinito. Ora sciacquati bene.»

«Ahi!» Si massaggia la mandibola. «Ma tu lavi denti ogni volta così? Mezz'ora?»

Faccio un calcolo mentale: cinque secondi a faccia, per ventotto denti (non gli sono ancora usciti i denti del giudizio) più il tempo che gli ho lasciato per sputare... «C-c-ci abbiamo messo solo sssei minuti. Io invece, c-contando anche filo interdentale e collutorio ci impiego venti minuti» gli rispondo.

«Filo interdentale è floss? Devo fare anche quello?»

«Ssssarebbe meglio.» Glielo porgo. Gli risparmierò la seconda passata di spazzolino dopo il filo, ma gli farò fare qualche gargarismo con il collutorio. Per fortuna il bagno dell'hotel fornisce dei bicchieri di plastica. Mentre si passa il filo (in modo un po' frettoloso per i miei standard) verso il liquido disinfettante nel bicchiere, e mentre aspetto che finisca lo osservo guardandolo allo specchio. E penso.

Penso a tutte le volte in cui ho immaginato di baciare qualcuno con la bocca ben pulita. Forse Ivan, in questo momento, è quanto di meglio potrei mai trovare in quanto a igiene, perché nessuno si lava i denti con la cura che ci metto io, e glieli ho appena lavati io stesso, anche se non con la cura che ci metto per lavare i miei.

Ma non potrei baciarlo comunque. Non è abbastanza pulito. E mi ha detto di aver bevuto. Anche se solo un drink, l'odore dell'alcol è uno dei più persistenti, mi disgusta solo l'idea di poterne sentire una traccia.

Ma poi perché dovrei baciare lui? Non lo trovo attraente. Mi sta persino antipatico.

Finisce di passare il filo e gli porgo il bicchiere col collutorio.

«Neanche dentista pulisce denti così bene» commenta, non capisco se in tono scherzoso o seccato. Fa degli sciacqui, sputa, asciuga la bocca con una salvietta. «Va bene così?»

Annuisco e sorrido. «Adesso hai la bocca pulita.»

Mi sorride anche lui. Siamo vicini, se allungo un braccio lo tocco.

È quello che fa lui. Allunga un braccio verso di me, perché lo fa? Verso la mia testa.

Poi mi aggancia la nuca con la mano e tira il mio viso verso il suo.

Note note note

Per oggi ho solo un commento: 😱😱😱

No, ne ho anche un secondo. Livello di weirdness di questo capitolo da 0 a 100? Votate nei commenti.

Scoprirete come va a finire il coraggioso approccio di Vanja venerdì. Nel frattempo, prendete tutte le stelline di glitter del dentifricio di Vanja e spalmatele in cima al capitolo!

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