36. Ninna nanna
La fitta di dolore è talmente forte da togliermi per un attimo la forza di rialzarmi dalla caduta.
Mi fa dimenticare tutto: match, torneo, avversario. Vorrei polverizzarmi e perdere conoscenza.
Ma dagli abissi di questo dolore, e in mezzo ai fischi e agli applausi che sono simultaneamente iniziati alla fine del punto, sento una frase che mi risveglia e mette la sofferenza in secondo piano: «Game, set and match, Bressan.»
L'incontro è mio.
Ho vinto!
Ho vinto con un punto talmente bello che il pubblico non può fare a meno di applaudire, anche se mi odia. Chissà se Ivan l'ha visto? Gli è piaciuto sicuramente. A lui piacciono i punti spettacolari.
Ah, no, non mi sta guardando. È notte fonda, ora, a San Pietroburgo. Sono le quattro.
È l'adrenalina a farmi rialzare in piedi.
Lancio un'occhiata al tabellone con la durata. Quattro ore e cinquantatre minuti.
Tanto mi ci è voluto per battere Straussler, la leggenda vivente. Tanto mi ci è voluto per raggiungere la mia prima finale Slam.
Sto male. Penso che vomiterò appena esco dal campo.
Mi incammino verso la rete, svuotato, stanco, con i fischi del pubblico nelle orecchie e il dolore lancinante alla schiena.
Straussler è sempre molto gentile, fa un sorriso mentre mi stringe la mano, ma c'è odio nei suoi occhi. Straussler non riesce a nascondere le sue emozioni. Lui è uno che odia, come me. Odia i suoi avversari, mentre gioca, li vuole distruggere. Poi, fuori dal campo, riesce sempre a mettere tutto da parte, ed è una persona squisita. Ma in campo macina punti a odio, e le scorie di quell'odio scorrono ancora nelle sue vene, in questo momento. Non potrebbe essere altrimenti.
Dovrei essere felice della mia prima finale Slam, ma sto troppo male per esserlo.
Ho un giorno di riposo. Non mi servirà a niente.
Giocherò la mia prima finale Slam contro Molina e non riuscirò a giocarla. Darò uno spettacolo penoso.
Sto male. Sto malissimo. Non sono mai stato fisicamente tanto male in vita mia.
***
Piango sul lettino di Ethan, mentre mi massaggia. Ho chiesto mi venisse risparmiata la conferenza stampa e me l'hanno concesso, lo fanno se ci sono buone ragioni mediche. La farò domattina. Piango di dolore, dolore fisico. I muscoli della mia schiena sono talmente infiammati che credo di avere persino un po' di febbre.
Ho vomitato davvero, prima, sotto la doccia, per il malessere. E non mi sono lavato nemmeno i denti, dopo, perché stavo troppo male e dovevo fare dei trattamenti: crioterapia e massaggi.
Mi hanno fatto anche delle iniezioni di antinfiammatorio. Dovrei mangiare qualcosa, ma mi viene da vomitare solo al pensiero. Allo stesso tempo ho anche fame. È tutto così orribile.
***
Dopo due ore posso finalmente ritirarmi in camera. Sono quasi le due. Stasera faccio stare Sara con la zia, non posso rischiare che mi venga addosso mentre dormo. Mi piange il cuore, all'idea, le do una carezza per salutarla.
Mi sono sforzato di mangiare, ora devo lavarmi i denti. Sto un po' meglio, perché gli antinfiammatori stanno facendo effetto, ma devo stare attento a non farmi ingannare da questa sensazione di falso benessere. Dedico i miei consueti venti minuti alla pulizia dei denti.
Non posso dire di stare bene. Il mal di schiena lo sento meno, ma ho lo stomaco avvolto dalla nausea, la tachicardia ancora altissima per colpa dell'adrenalina. Mi ci vorrà ancora un po' per prendere sonno.
Sono le otto del mattino, a San Pietroburgo. Chissà se Ivan è sveglio.
Guardo il cellulare. Guardo Whatsapp, lì c'è scritto quando è stata l'ultima volta che una persona si è connessa.
Due minuti fa. Gli scrivo.
Sei sveglio?
Domanda retorica.
Mi risponde in trenta secondi.
Misha! Sei ancora sveglio??
Quanto è durato il match? 😨
Non dimmi il risultato! No spoiler!
Passa qualche secondo e mi scrive di nuovo.
Anzi no. Dimmi.
Se mi hai scritto vuole dire che vuoi parlare, no?
Ho vinto.
Wooooooo!
Ho fatto un urlo veramente!
Adesso viene qualcuno a lamentare da camera vicino, hahahah 😂
Finale! Finale slam! 😍 💪 🔥
Grande! Non vedo lora di vedere match!!!!! Anche se so gia come finisce!!!!
Let's go Misha let's go!
Comunque... indovina dove sono???
Posso chiamarti?
Dove sei?
Non mi risponde. Mi chiama.
«Hello Misha?»
«S-s-sto male. N-n-n-non ssssso se riesco a giocare l-l-la finale.»
«La schiena?» la sua voce è preoccupata.
«S-s-s-sì»
Gli spiego, a tentoni, che il dolore alla schiena adesso non lo sento tantissimo perché sono imbottito di antinfiammatori. Ma sto male. Ho la nausea. La tachicardia. E una paura atroce di fare brutta figura.
«Misha, ma tu sei fortissimo! Sei riuscito a recuperare lunedì, riesci anche adesso, vedrai!»
Mi sono già pentito di averlo chiamato. Ho provato lo sciocco desiderio di sfogarmi, ora già ne vedo l'insensatezza, la dannosità. Non voglio che mi consoli, qualsiasi cosa dirà mi farà solo stare peggio. Anche psicologicamente, non solo fisicamente.
«V-vorrei dormire mmmmma ho la t-t-ta-tachicardia.»
«Posso fare qualcosa per farti passare la tachicardia?» La pronuncia tachicàrdia, e l'errore mi strappa mezzo sorriso.
«Tipo... vuoi che ti canto una canzone? Un lullaby?» prosegue.
«Una n-ni-ninna nanna?»
«Una... ninna?» tentenna lui.
«Nnnninna na-nanna.»
«Quanti ni e na ci sono?»
Rido.
«Te lo scrivo.»
Ninna nanna.
È la traduzione italiana di lullaby.
«Ninna nanna? Non è una parola buona per tua balbettanza!»
Rido ancora. «D-decisamente no.»
«E allora? Vuoi la ninna nanna? Ne so una bellissima, però è russa...»
«N-non sono un ba-baambino.»
Ivan fa un sospiro. «Allora ti faccio canzone boriosa.»
«Boriosa? Cioè?» Mi sembra un aggettivo troppo strano perché ne conosca il significato.
«Da! Boriosa! Boring! La senti e dici: che palle e poi addormenti.»
Rido e gli spiego cosa significa "borioso" in italiano, e che la parola giusta era "noioso".
«Noioso! Lo sapevo e mi sono confuso...»
«C-comunque noooon voglio una canzone noiosa, grazie.»
C'è qualche secondo di silenzio in cui lo sento mugolare.
«Mi è venuta un'idea!» dice infine. «Mi hai detto che tua mamma ti legge... ti leggeva sempre storie, da?»
«Da.» Perché l'ho detto in russo?
Lui non fa una piega. «Aspetta un minuto!»
Aspetto.
«Ecco! Sapevo che c'era, lo hanno translato in tutto il mondo!»
«C-cosa?»
«Metrò 2033! Il romanzo sci-fi apocaliptico che ho finito di leggere ieri! Ho comprato ebook italiano e ti leggo!»
Resto in silenzio per qualche secondo. «Mmmmme lo leggi in italiano?»
«Da! Così mi serve anche per imparare italiano meglio.»
Resto di nuovo in silenzio per qualche secondo.
«Ma nnnnnon hai d-da fare? Non d-devi andare ad allenarti? A f-f-fare co-colazione?»
«Devo dormire, to be honest... ma non ce la faccio.»
Dormire? Ma se si è appena svegliato!
«In che camera sei?» mi chiede.
«Eh?»
«Numero di camera. Vengo e ti leggo in persona!»
«Eeeh?»
«Sono qua a New York di nuovo, Misha! Sono arrivato con l'aereo un'ora e mezza fa!»
—
Note note note ♫
E Misha gioca la sua prima finale Slaaaaaaam! 🎉
E chi si rivede a fine capitolo! Quel pazzo di Vanja che non sa cosa sia il fuso orario. E vuole andare a trovare Misha in camera. Ci andrà davvero? Che proposta poco opportuna...
Intanto, piccola comunicazione di servizio: ci tengo molto a rispondere a quanti più commenti possibili, e di solito lo faccio durante la giornata di pubblicazione del capitolo. Questo venerdì, però, sarò impegnata da mattina a sera, quindi se non vi rispondo non è perché improvvisamente mi siete diventati tutti antipatici, ma per impossibilità. Recupererò sabato :)
Detto ciò, buon fine settimana, ci rileggiamo lunedì. Misha e Vanja guardando fuori dalla finestra della loro stanza e ammirano lo stesso cielo tempestato di stelline. Rubategliene qualcuna e lasciatemela in cima al capitolo! (Dopo il satanismo e lo splatter, un po' di sano romanticismo)
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