Figlio di uman consiglio
-Vieni Tempo, sediamoci a tavola.
È l'ora tu sappia di chi sei figlio:
ogni ora rompi ogni sogno o favola,
beh... Tu sei nato dall'uman consiglio.-
-Come? Cosa dici? Cosa osi dire?
Di questa ingiustizia voglio il perchè.
Tu devi guardar triste il mio fluire:
non c'è altro re all'infuori di me.-
-Ora mi ascolti, ché mi hai stancato.
Nei miei occhi non c'è quadrante strano
ed il tuo tic-tac è fiato sprecato.
Nato immortale, non sei sempre sano,
Tempo arrenditi, ferito sei stato:
la forma ha l'impronta della mia mano.-
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