Seconda fase:Fuga dalla critica
Il giorno in cui mi hanno chiamato sono rimasta entusiasta dell'incarico che mi avevano affidato. Louvre, non riuscivo a crederci. Ero al settimo celo, forse anche all'ottavo.
Due giorni dopo mi ritrovavo all'entrata del museo. Erano le 22:00 ed ero eccitatissima.
La stanza in cui avrei dovuto restaurare i quadri era tra le ultime.
Giravo da sola nel museo, era stupendo non immaginavo che ci potessero essere così tante cose belle in un posto solo. Certo era notte ed avevo un po' di paura, ma quello era il mio mondo e niente mi avrebbe destato da quel sogno nemmeno uno spavento e poi finalmente stavo facendo carriera e rinunciare a quest'offerta, solo perchè devo lavorare di notte, sarebbe stata una marcia indietro per me e per la mia arte.
Mentre ero persa in questi pensieri non mi ero nemmeno accorta che ero arrivata alla stanza di restaurazione.
Nella stanza c'era talmente tanta polvere che sentivo l'allergia che mi pizzicava il naso.
C'erano una decina di quadri messi in fila, ero veramente su di giri.
Cosí mi diressi verso il primo quadro.
All'inizio mi aspettavo qualcosa di meraviglioso, ma poi vedevo solo un bambino che mi guardava storto mentre cercava di uscire dal quadro. All'inizio mi chiedevo chi mai avrebbe potuto fare un quadro così brutto, poi mentre lo guardavo, anche con un certo disprezzo, mi ero accorta di qualcosa di insolito, veramente bizzarro, il bambino si stava iniziando a muovere, lo capivo solo da vari accenni, tipo le pupille che si muovevano o la bocca che cambiava leggermente forma.
Mi avvicinai un po' per vedere meglio e... vedevo tutto nero, buio totale. Quando poi una voce giovanile mi ha fatto riprendere "Signora? Signora si sente bene?"- ho aperto gli occhi ed ho rivisto il bambino del quadro, era più carino quando aveva la faccia rilassata. Ma subito ho interrotto i miei pensieri e poi, di colpo ho detto-"Dove Diavolo mi trovo?"-ero confusa e non sapevo cosa fare-"Si calmi, se io le dico dove si trova si calma"-"Sì"-"Lei è dentro il mio quadro"...
Mi sentivo mancare ed all'improv-viso non vedevo più niente.
Quando iniziavo a vedere un po' di luce ero convinta che fosse stato solo un sogno...
Ma poi appena mi sono rialzata il bambino era giá addosso a me.
"Certo che ha preso un bello spavento!"- diceva il bambino con voce esperta, come se l'avesse visto un milione di volte ed intanto mi alzava la testa-"Ti prego dimmi che è solo un sogno"- imploravo disperata-"Vorrei signora ma non posso, ecco lei è caduta nel mio quadro e questo non può cambiarlo"-"Ma questo è già successo?"-"Non molto spesso, di solito solo con i restauratori, perchè sono loro che ci osservano più attentamente degli altri"- "E quante persone sono cadute nel tuo quadro?"-"Lei è la prima! Per gli altri sono troppo brutto, fanno un cenno verso il mio volto e subito cambiano direzione. Allora avvolte mi chiedo: ma sono veramente così brutto?
Io vorrei pure sorridere alla gente, ma non posso, tutta colpa del mio pittore!"- aveva iniziato una specie di monologo, anche se lo ascoltavo con molta attenzione, mi venivano in mente un'infinità di domande così ho chiesto-"Ma quindi tu sai di stare in un quadro?"-"Certo che lo so! Non tutti lo accettano, di stare in un quadro intendo. Ma io sono solo e mi sono rassegnato, visto che non ho una vita mi piace vedere quelle degli altri"-"Ma quindi tu da quanto ci osservi?"- il ragazzo moro sembrava che avesse un'attimo di perplessità, infatti aggrottava la fronte e dopo qualche minuto mi ha detto- "Penso da quando mi hanno dipinto gli occhi"-"E sai che cosa pensava il pittore di te?"- "Diceva che io dovevo rappresentarlo, anche se ero brutto lui non se ne importava.
Sinceramente non so essergli grato, perchè è stato l'unico che non mi ha disprezzato, oppure odiarlo perchè, pensando egoisticamente a sè non mi ha voluto fare più bello"- vedevo tanto odio nello sguardo del ragazzino e già sapevo che aveva deciso cosa pensare a riguardo del suo creatore. Ogni tanto mi rovolgeva uno sguardo perplesso che mi spaventava perchè non sapevo il motivo di quello sguardo, così ho chiesto-"Ma perchè mi guardi così?"-"Perchè non capisco il motivo per cui tu sei caduta nel mio quadro"-"Bè lo stavo guardando per capire come dovevo procedere con la restaurazione"-"Sì anche tu mi disprezzi?"-"Cosa? No, non lo farei mai, è vero all'inizio ti avevo visto solo all'apparenza, ma ora che ti conosco penso che sarai cento volte meglio di altri quadri"- sembrava che il ragazzo si fosse commosso e non aggiungeva niente così ho chiesto-"Posso farti una domanda?"-"Certo"-"Perchè sei ancora qui se non ti piace?"- "Vorrei ma solo voi potete entrare, noi non possiamo uscire"-"Ok chiaro!
Posso farti un'altra domanda?"- "Sputa il rospo"-"Sai dove stai scappando nel dipinto?"-"Bè in realtà no, ma il pittore ha detto che dovevo scappare dalla critica, dal giudizio degli altri. Perciò anche se ero brutto, non me ne dovevo curare solo che è difficile, molto diffficile."-"Quindi dovevi andare in un posto lontano"- "Esatto, in un posto dove nessuno mi conosceva, in modo da ricominciare la mia vita da capo, senza più critiche"-"Tu hai mai criticato qualcuno?"-"Diciamo che faccio delle supposizioni, ma non mi azzarderei mai a dire sciocchezze su una persona che non conosco"-"Posso sapere cosa ne pensi di me?"-il ragazzo aveva un sorriso stampato sulle labbra nel sentir questa domanda-"Bè sei molto carina. I tuoi capelli rossi sono molto belli, solo ti starebbero meglio sciolti. I tuoi occhi verde scuro sono perfettamente abbinati con i tuoi capelli. Le lentigini ti stanno bene e non dovresti nasconderle con il trucco.
La tua forma di labbra è quella che preferisco e gi suggerirei di andare agli appuntamenti con il rossetto rosso scuro.
Per quanto riguarda il tuo carattere, sei vivace e curiosa in pratica sei ancora una bambinona e questo non è male, se ci fossero più persone come te sarei felice"-la sua descrizione di me mi faceva salire le lacrime agli occhi per la commozione, ma poi avevo in mente una domanda che mi incuriosiva troppo-"Hey ma come facevi a sapere che ho le lentiggini?"-"Sveglia! Sei svenuta per un paio d'ore ed io non è che c'ho tanto da fare, così ti ho studiato un po'"-questa risposta mi faceva ricordare che dovevo tornare a casa-"Oh no! Devo uscire da qui!"-stavo già iniziando a dare i numeri-"Tranquilla so io come farti unscire"-"Davvero?"- "Certo"-"Grazie mille"-il bambino mi stava guidando verso l'uscita quando di colpo si è fermato-"E se tu restassi qui?"-questa domanda mi aveva lasciato perplessa, a dir poco basita. Restare o tornare, davvero difficile come scelta, ma poi così di punto in bianco mi rendeva più difficile la risposta.
Intanto riflettevo su tutte le persone che mi stavano aspettando dall'altro lato. Poi pensavo a questo povero bambino solo, lui non aveva nessuno. Ma anch'io avevo una vita così ho chiesto-"Ma qui si può ritornare?"-"Sì, basta solo che ci credi"-"Allora verrò a trovarti ogni volta che posso, va bene? Senti anch'io ho una vita e delle persone che mi aspettano, perdonami cucciolo"-"No non fa niente, ho passato di peggio, almeno ora ho un'amica"- diceva così mentre mi portava verso l'uscita-"Hey ma come ti chiami?"-"Erick"-Erick, bel nome.
Mi portava al centro della tela e diceva-"Quando ti dico salta, devi saltare!"stava facendo uno squarcio sulla tela e mi sembrava che avesse detto di saltare così ho saltato.
Mi divertivo nel vedere dei giochi di luce e di colpo mi rialzavo dal pavimento del museo.
All'inizio pensavo che era stato solo un sogno, ma poi vedevo Erick che mi salutava e, dopo averlo salutato ho iniziato emozionata la restaurazione.
Il giorno dopo il mio capo è venuto a vedere il mio lavoro e ha detto-"Sono colpito è davvero bello! Mi stupisce che un quadro così brutto abbia fatto appassionare una ragazza bella come lei"-"No non è brutto e anche se lo fosse al pittore non piacerebbe sentirlo"-e mentre lui scoppiava a ridere io facevo l'occhiolino a Erick-"Signorina non avevo notato che lei aveva le lentiggini!"- "Infatti, prima le nascondevo, ma poi una persona molto saggia ha detto che stavo meglio così"- "Molto intelligente questa persona"-"Sì e anche se non è bella fuori è stupenda dentro" dicevo rivolgendomi ad Erick.
Comunque nessuno si era reso conto del fatto che ora Erick aveva un leggero sorriso e nessuno gliel'avrebbe tolto.
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