59.Piano d'attacco
Le scale che portavano alle stanze della Testa di Porco risuonavano sotto i passi pesanti di Aberforth che scendeva. Perfino il ritratto di Ariana vibrava contro la parete della stanza. Il vecchio brontolava, mentre i pochi ragazzi rimasti finivano di organizzarsi: i più erano tornati al castello, per evitare di destare sospetti, mentre Hermione, Harry, Ron e Ginny si mettevano d'accordo sugli ultimi dettagli del piano, prima che Ron e Ginny tornassero anche loro al castello, mentre Hermione e Harry si sarebbero organizzati a Grimmauld Place. Era un piano folle quello che ne era uscito. Ma forse avrebbe potuto funzionare. Presto Theodore e Astoria sarebbero tornati a Hogsmeade per seguirli e aiutarli, ma dovevano mantenersi tutti in contatto, ed era questa la principale difficoltà. Così i ragazzi stavano controllando l'arsenale di Hermione, ben nascosto nella sua borsetta, constatando che quasi tutto quello che si erano trascinati dietro l'anno precedente fosse ancora al suo posto. L'idea era semplice: mentire ai Malfoy, ingannare i Malfoy e farsi invitare da loro, travestirsi, intrufolarsi di nascosto nel caveau di Malfoy Manor, cercare l'amuleto che vi era nascosto, scappare senza che i Malfoy se ne accorgessero prima che Draco fosse costretto a sposare Astoria. Cosa sarebbe mai potuto andare storto?
Hermione cercava di stilare una lista completa di tutte le cose che sarebbero servite, inclusi gli ingredienti per le pozioni, e stava cominciando a preoccuparsi. Non sapeva come procurarsene almeno la metà. Se sarebbero stati fortunati a Grimmauld Place, potevano raccoglierne anche di più, soprattutto per quanto riguardava i vestiti: Astoria aveva espressamente richiesto un abito da cerimonia, che l'avrebbe resa credibile, sostenuta dalla sorella, anche se Hermione aveva i sui dubbi. Le due si erano messe a confabulare, e Daphne si era volatilizzata due secondi più tardi, pronta a raccogliere tutte le cose necessarie alla "trasformazione". La ragazza non riusciva davvero a capire il motivo di tutto quello scompiglio, visto che entrambi conoscevano le reciproche famiglie. Chiese a Harry se ne sapesse qualcosa, ma lui scosse la testa. Non ricordava che ci fosse stato tanto fermento per il matrimonio di Bill e Fleur, piuttosto tanto stress per i preparativi, ma nulla più. Pensando alle sorelle che lavoravano insieme al castello, iniziò a cancellare sicura alcune voci dalla lista. La preoccupazione cominciava ad inainuarle il dubbio nella mente... Quell'azione era rischiosa, e quanto mai azzardata. Sentiva che qualcosa di grosso sarebbe successo a breve, e non era sicura che si trattasse di qualcosa di positivo. Malfoy aveva parlato di un amuleto, nascosto tra i cimeli di famiglia, che aveva il potere di tracciare la magia, per trovarne la fonte. All'attacco successivo avrebbero scoperto come era stato creato l'Obscurus. Non sapevano ancora chi l'avesse aizzato, né chi lo stesse controllando, ma presto tutto si sarebbe chiarito. Dovevano entrare a Malfoy Manor, e l'unico modo perché il ragazzo fosse riammesso da suo padre era cedere. Avrebbe dovuto accettare le sue condizioni, e unire la sua famiglia ai Greengrass, risollevandone il nome e l'onore. Ogni altro tentativo sarebbe stato inutile: così avevano deciso di organizzare l'incontro delle famiglie, per rendere la decisione ufficiale, così che Draco avrebbe pronunciato la Promessa, ad Astoria. Lui aveva mandato un gufo a suo padre, e poco dopo era tornato con due inviti formali, uno da consegnare alla ragazza. Erano invitati a pranzo, il giorno successivo, e anche Daphne ricevette un biglietto. I Malfoy però, avrebbero avuto più ospiti del previsto il giorno successivo: anche Theodore li avrebbe seguiti, insieme a Hermione, che si sarebbero infiltrati nel caveau, mentre gli altri distraevano i Malfoy. Draco aveva sorpreso Hermione, proponendosi come diversivo, anche mettendo a rischio tutto ciò per cui aveva lottato fino a quel momento. Non poteva permettere che andasse tutto a rotoli. Dovevano farcela a tutti i costi, c'era troppo in ballo. Ricontrollò la lista per la milionesima volta, frugando nella borsetta, ma non riuscì a trovare la Pozione Corrosiva. Non sapevano cosa sarebbe stato necessario una volta arrivati al caveau, ma aprirlo non sarebbe certo stata una passeggiata. Blaise avrebbe portato loro un po' di Fuoco di Drago in bottiglia, mentre Ginny avrebbe contribuito con una vasta gamma di prodotti Weasley che avrebbero potuto facilitare loro la fuga. Aspettando che i ragazzi tornassero alla Testa di Porco, Hermione segnava e raccoglieva tutto meticolosamente. Draco, Astoria e Daphne entrarono alla taverna rossi dal freddo, ma quest'ultima non perse tempo, e si precipitò al tavolo dalla Grifondoro "Gli altri sono bloccati al castello, hanno già chiuso i cancelli" disse trafelata. Hermione si alzò "Possono usare i passaggi", Draco si avvicinò e rispose "Sono controllati, non riuscirebbero a passare tutti, un paio al massimo, soprattutto ora che abbiamo lanciato l'allerta..." scosse la testa come a ribadire il concetto, ma già lei stava scegliendo chi le sarebbe servito di più: Blaise conosceva la magione, ma rimaneva pur sempre una mina vagante, mentre Theodore si era dimostrato degno di fiducia, soprattutto nei confronti di Draco. E per secondo voleva scegliere qualcuno dei suoi, ma significava lasciare Ginny o Ron al castello, e aveva paura che la scelta avrebbe potuto causare problemi con il ragazzo. "Avvisate Theodore che lo aspetteremo. Harry chi altri facciamo venire?" chiese titubante, incrociando lo sguardo comprensivo dell'amico. Lui strinse le labbra un attimo, pensieroso, poi risoluto rispose "Credo che l'arsenale di Ginny ci sarà utile". Hermione da una parte gli fu grata, ma sapeva che anche da Hogwarts i loro amici le sarebbero stati di enorme aiuto. Cominciò a scrivere un messaggio da mandare a Ginny, mentre Astoria le suggerì i precisi orari di guardia. Lei non ci aveva mai fatto caso, ma a quanto pareva per la Serpeverde le scorribande notturne erano all'ordine del giorno. Stavano già facendo un ottimo lavoro di squadra, e questo smorzò un po' le sue preoccupazioni. Inoltre insieme a Daphne iniziò a dividere il materiale, così che ne tenessero una parte ciascuno. Draco restava in disparte, pensieroso, ma in realtà la stava osservando. La osservava curioso, mentre lei ignara del suo sguardo continuava. Era veramente sé stessa, in quel momento, e dava il meglio di sé. Era sorprendente vederla in azione: era piena di idee, e di risorse. Molto diversa da quando l'aveva conosciuta, ma anche da come si era un po' abituato a considerarla. Sapeva che era una donna forte, intelligente e intraprendente, ma con lui aveva mostrato una delicatezza tale che lo spaventava anche solo toccarla. E l'aveva fatto senza nascondersi, con lui che era stato il suo peggior nemico, e dolore. Lei si era fidata di Draco, quando neanche lui stesso l'avrebbe fatto. Si era esposta in tutta la sua fragilità, in un atto di coraggio, o forse di disperazione, che l'aveva fatta apparire sotto una luce diversa agli occhi del ragazzo. E sì, avrebbe anche potuto baciarla ancora, se solo ne avesse avuta l'occasione. Come la vedeva ora non aveva mai visto nessuna. Forse ci era riuscita... Magari l'aveva fatto impazzire. Quei pensieri non erano nuovi per lui, eppure ogni volta che li sentiva frullare nella mente li aveva allontanati incredulo, o turbato. Ma in quel momento si lasciò cullare dal presente, e da quel pensiero un po' egoista e rassicurante con cui nascondeva la verità a sé stesso. Hermione, forse, lo aveva perdonato. Forse, si fidava di lui. E, forse, gli avrebbe consentito ancora una volta di raggiungere di nuovo quella parte che lei nascondeva di più, e averla. In quel momento si rese conto di non desiderare niente di più.
Harry aveva imposto una protezione alla casa, così che non fosse raggiungibile tramite Metropolvere, se non da lui, così si sarebbero dovuti smaterializzare nel parco, in modo da non essere visti. Aberforth promise di mantere aperto per comunicazioni e passaggio il suo caminetto, e aggiunse che avrebbe mandato Ariana a fare visita ai ritratti del castello, per essere raggiungibile anche da lì. Quando la nominò, Hermione provò una fitta di compassione per il vecchio mago. Con tutta quella storia in qualche modo i suoi demoni del passato gli si stavano ripresentando alla porta, sua sorella più che mai. Silente non aveva mai intrapreso studi in quel campo, e ora la ragazza capiva il perché: se da fuori una vicenda del genere era tanto terribile, non osava immaginare cosa doveva essere se si trattava di una questione di famiglia. Quando anche Ginny e Theodore li raggiunsero erano già pronti a partire. "Vedete di non farmi perdere tempo per niente" li ammonì burbero Aberforth, in un suo modo di augurar loro buona fortuna, e i ragazzi, mentre uscivano dalla taverna, lo salutarono uno a uno, accontentandosi come risposta del suo sguardo corrucciato, che aveva lo stesso color del ghiaccio. Malfoy uscì per ultimo, e quando gli disse "A presto vecchio" l'uomo gli posò con vigore la mano su una spalla, annuendo, poi lo lasciò andare e si chiuse dietro la porta di legno mezzo marcio. Si chiusero i mantelli attorno al corpo, e seguirono Harry, in silenzio fino al Quartier Generale. Perché era questo che era ritornato ad essere: l'unico luogo sicuro, nonostante tutto, il posto che riusciva a unirli, dove tutto era cominciato. I primi complotti e piani, e segreti erano impregnati in quelle pareti di carta vecchia, e ne costituivano l'essenza. Attraversarono la strada, cercando di evitare i passanti, ma vista l'ora tarda non fu difficile. A Hogwarts forse la loro assenza era già stata notata, visto che la cena doveva essere iniziata da un po'. Arrivarono veloci alla porta, e Harry la aprì, facendoli entrare uno a uno. Nessuno aveva voglia di parlare, ma la notte era ancora giovane, e le informazioni mancanti davvero tante. Quando Ginny passò davanti al ragazzo i loro occhi si incrociarono, già stanchi, ma ancora complici, pronti ad affrontare battaglie sempre nuove. Per quanto la riguardava, Hermione ne avrebbe fatto volentieri a meno: Harry e Ron volevano continuare così la loro vita, combattendo per eliminare l'Oscurità, per fare del bene... ma lei sentiva di aver perso già abbastanza per una vita intera. Sentiva in qualche modo che, prima di combattere per gli altri, avrebbe dovuto ritrovare sé stessa. Sfilarono fino alla sala da pranzo, dove racimolarono le cose sul tavolo. "Facciamo il punto della situazione" disse Theodore, lasciandosi cadere su una sedia "L'Ombra che sta seminando il terrore è un Obscurus, e noi non sappiamo come sconfiggerlo perché..?"
"Perché non si è formato per cause naturali" rispose Hermione, lasciando che lui proseguisse. "Perciò dobbiamo trovare la fonte del suo immenso e spaventosissimo potere. Chi avrebbe creato una cosa del genere?" domandò ancora, ma lei stavolta non aveva una risposta "Non lo sappiamo, anzi speravamo che voi avreste saputo aiutarci al riguardo" e si rivolse alle sorelle, ormai poco scandalizzate da quel trattamento, dopotutto tra loro potevano davvero essere le più informate. Draco iniziò "Al Ministero ci sono problemi: gli Uffici non intervengono, le informazioni sono sabotate, e molti impiegati si sono ammalati. L'Ombra ha contaminato la popolazione con l'epidemia, e molti sono stati uccisi, ma ancora, non ci sono interventi diretti degli Auror" così quando finì fu Astoria a intervenire "Nostro padre si occupa dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, e viene in contatto con molte informazioni da tutto il paese, perciò sappiamo che ci sono stati furti di documenti riservati, dall'Ufficio Misteri, probabilmente di magia oscura e molti registri recenti, relativi alla Guerra, persino provenienti da Azkaban" "Noi pensiamo che qualcuno ai vertici voglia ricomporre l'esercito dell'Oscuro Signore, e abbia diffuso l'epidemia dell'Ombra così da mettere a tacere chi sapeva" spiegò Draco "E forse le nostre famiglie sono immischiate" lanciò un'occhiata a Astoria, e Hermione pensò per un attimo che si fosse anche qualcosa di sottinteso, ma durò una frazione di secondo, che lo sguardo tornò sugli altri. "Dovremo stare molto attenti domani". Ci fu un momento di silenzio, in cui ognuno metabolizzava le informazioni, e tutti pensavano a ciò che stavano per fare. Per fortuna Theodore li riportò alla realtà, continuando col suo interrogatorio, dopotutto avevano bisogno di stilare una specie di scaletta da seguire, e lui la stava tracciando "Quindi chi si nasconde dietro l'Ombra l'ha creata come una specie di diversivo, in grado comunque di colpire la popolazione. Perché ha attaccato il Ministero quest'estate?". Hermione tornò a rispondergli "Gli Obscurus sono fuori controllo, non se ne può tenere al guinzaglio uno e scatenarlo a piacere... Chiunque lo ha creato è un ingenuo, non può controllarlo, almeno non del tutto. Penso anche che fosse in cerca di potere... Assorbe ogni incantesimo, e ha praticamente prosciugato il Lago Nero, si è nutrito di ogni forma di energia" spiegò. "Quindi come si sconfigge qualcosa che può solo diventare più forte?" domandò Daphne, rivolta a lei. Fu Draco a risponderle con un sorriso beffardo "È questa la domanda". "Domani troviamo l'amuleto, dovrà pur avere una fonte primaria, no?" ribatté lei, ma tutto ciò che Hermione le seppe dire fu un flebile "Lo spero...". Harry, accanto a lei le strinse la mano a sostenerla. "Troveremo questa fonte e la distruggeremo" ribadì convinto "Ora dovete dirci cosa dovremo fare per riuscirci".
Erano a Grimmauld Place da più di due ore, e la notte e il freddo li avevano costretti ad accendere i caminetti e le luci. Draco aveva raccolto in una delle sale i ragazzi, mentre Astoria e Daphne cercavano nelle camere gli abiti necessari, mentre il Serpeverde spiegava agli altri come muoversi a Malfoy Manor. Le Greengrass conoscevano già la casa, perciò non ne avrebbero avuto bisogno. Non sapevano ancora chi né in quanti sarebbero andati, ma a tutti serviva avere una buona conoscenza del luogo, in caso di emergenza. Sul tavolino in mezzo a sedie e divani polverosi, campeggiavano carte con tutte le varie stanze del piano terra, e un paio del secondo piano. Era davvero un labirinto immenso di porte e passaggi, che difficilmente avrebbero imparato completamente, ma che anche in minima parte darebbe stato d'aiuto. Iniziarono presto a spazientirsi, per lo stress e la stanchezza. Theodore si alzò, massaggiandosi gli occhi. Ginny stava per addormentarsi sulla spalla di Harry, e Hermione scarabocchiava frecce sui fogli, seguendo le indicazioni di Draco. Anche lui stava perdendo la pazienza. Lasciò cadere la matita sul tavolo "Non ci servirà a molto" disse "Dovrei andare io, ce la farei in poco tempo, ma un estraneo ci impiegherebbe il doppio" passò le mani sul viso e sui capelli, scompigliandosi più di quanto già non fosse. Era talmente sfatto che sembrava appena uscito da un uragano. "Verrà Theodore con noi" disse Hermione, cercando di tranquillizzarlo "Theodore ne sa poco più di voi" ribatté quasi arrabbiato "Ci vorrebbe Daphne, o almeno Astoria" e nel pronunciare i nomi delle ragazze accennò alla porta che dava sulle scale. Hermione si alzò, iniziando a percorrere la stanza a brevi passi nervosi. Tutto era attutito da un abbondante strato di moquette, coperto da tappeti, coperti da polvere. L'aria si stava facendo pesante anche per lei. Tutto era immobile e immutabile in quel posto. Dai divani, ai quadri, al piano nell'angolo. Al che il pensiero di Ron le fece venire un tuffo al cuore. Si avvicinò cauta, sedendosi sul seggiolino e fece scorrere le dita sui tasti, senza premerne neanche uno. Poi sentirono le scale rimbombare di passi, e Astoria si precipitò nella sala, con in braccio tanta stoffa da ricoprire tutto il piano. "Che diavolo quella roba, per Salazar?" domandò Theo, prima che potesse farlo lei. La ragazza sorrideva smagliante "L'ho trovato in soffitta! Scosse l'involto, e questo prese la forma di un imponente abito di pizzo nero, completo di sottogonne di seta grigia e ricami d'argento. "È vecchio almeno quanto la moquette" commentò Theodore, facendo indispettire la ragazza "È della tua prozia!" continuò estasiata, sembrava proprio che indossare un abito intarlato e polveroso fosse sempre stato uno deo suoi sogni nel cassetto "La.. la madre di Sirius?" chiese Harry. "Sì" confermò Malfoy, facendola ridere, ma la ragazza non se ne accorse, Percy era già corsa via, lasciando l'abito sulla poltrona. Hermione si alzò per andarlo a vedere "Che ci trova in questo coso?" chiese, un po' divertita. Draco si alzò, facendo qualche passo nella sua direzione "Non è il vestito. È la tradizione. Di solito le ragazze prendono un vestito della madre, o della nonna, come buon auspicio per il matrimonio". Pensò ancora una volta a Bill e Fleur, e al loro matrimonio "Non tutti lo fanno vero? La Promessa, le usanze.." lui fece un mezzo sorriso "No. Ma per le famiglie purosangue la tradizione è tutto". Hermione non poté trattenere una smorfia di disappunto, nei confronti dell'etichetta, delle restrizioni, di tutte quelle superficiali invenzioni che mascheravano di fatto un contratto di vendita dei propri figli. Draco osservava pensieroso il vestito, e poi, senza aggiungere altro uscì dalla stanza, salendo le scale per raggiungere le altre. Theo la stava guardando e non poté fare a meno di domandargli "Come fate ad accettare tutto questo?" lui sorrise "In questa casa sono vissuti due giovani purosangue, e ve ne sono passati decine e decine. Non tutti lo accettano tanto facilmente, e i Black ne sono un esempio" Hermione involontariamente sorrise, anche un po' triste. Era davvero bello che anche altri avessero potuto conoscere la storia di Regulus, e quella di Sirius. Quell'abito era della crudele madre dei due, ma per loro era il simbolo della lotta stessa a ciò che quella donna rappresentava, e a questo sarebbe servito. A combattere. Le scale risuonato ancora di passi, proprio mentre, ormai rassegnati Harry e Ginny si stavano alzando dai loro posti. Draco rientrò con un'espressione indescrivibile "Ho avuto un'idea" ebbe immediatamente l'attenzione di tutti. Anche le ragazze spuntarono alle sue spalle, altrettanto confuse "Non sarà Astoria, ad indossare l'abito, lo farà la Granger" sorrise ancora di più "Di che stai parlando?" gli chiese sempre più confusa Hermione, quasi indispettita "Granger... Sto parlando di questa" e le porse una fiala vecchia e fragile, con su un'etichetta consunta con una scritta in latino. Potio Polisuci. E capì il suo piano. Lei sarebbe stata Astoria. Perché Draco aveva appena trovato la Pozione Polisucco.
Spazio autrice
Come promesso eccomi qua. Esami finiti + tanto tempo libero = capitoloo!!! Comunque, vorrei ricordarci che ogni volta che vorreste informazioni sul capitolo in arrivo, potete scrivermi in chat o in bacheca, perché a volte non mi arrivano le notifiche dei commenti, e non sempre rispondo. Comunque, visto che il capitolo è venuto molto più lungo del previsto, ho dovuto dividerlo in due parti, di cui la seconda va direttamente nel successivo :'-(, perciò, intanto che ne pensate?? Lasciate tanti commenti, perché sono un po' in crisi, oppure una stellina★!! Non vi deluderò stavolta, e pubblicherò prestissimo!! (Per gli aggiornamenti guardate sul mio profilo!!) un bacio!!
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