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54.Imbrogli

"Hey, Ron" lo chiamò Harry "Tieni, potrebbe servirti". Erano seduti al tavolo Grifondoro, e la squadra era già pronta, con tanto di tenuta da quidditch. Harry, seduto di fronte a Ron, gli aveva lanciato una piccola boccetta, che il rosso aveva afferrato "Che cos'è?" chiese, notando che fosse vuota "Fortuna Liquida" sorrise. Ron la osservò, mentre anche sul suo volto si aprì un sorriso divertito "Dove l'hai trovata?" gliela restituì "In dormitorio. Era ancora nel mio comodino" gli spiegò "Tienila, come portafortuna". L'ultima volta era stata di grande aiuto... "Non vi basterà un portafortuna..." Zabini, che stava passando accanto a loro non mancò di lanciare una frecciatina "Non farei tanto lo sbruffone, se fossi in te, Zabini" lo ammonì Ron "Visto il vostro Cercatore" e lanciò un'occhiata al tavolo verde-argento, dove un ragazzino del terzo anno indossava quella che di solito era la tenuta di Malfoy. "Bhe... Vedremo" disse, guardandolo con sufficienza, mentre se ne andava "Ma questi, sono affari di Potter" aggiunse con un ghigno, prima di dirigersi verso i suoi compagni. "Che razza di idiota" commentò Ron "Come avrà fatto Ginny a uscirci insieme?" disse rivolto a Harry, che, senza parole non riuscì a fare altro che guardarlo male "Grazie Ron...". Da attuale ragazzo di sua sorella non era mai facile parlare con lui, perché, in un modo o nell'altro, c'era sempre imbarazzo. Hermione arrivò, sedendosi accanto a Ron, e interrompendo quella sottospecie di conversazione "Buongiorno" li salutò. Quella mattina non si era alzata tanto presto, al contrario dei due ragazzi, che in occasione della partita avevano dovuto fare un'eccezione e svegliarsi di buon'ora. Furono molto sorpresi di vederla arrivare dopo di loro "Come mai così tardi?" chiese Ron con un sorriso curioso, mentre l'altro era improvvisamente concentrato sul suo piatto. La verità era che la prospettiva di passare la giornata al freddo, per colpa di Malfoy, non le andava giù. Aveva temporeggiato stizzita, finché non si era fatto decisamente tardi. "Oggi non devo venire al campo" gli disse "Devo andare da Hagrid per la punizione" gli ripeté per l'ennesima volta "Ah già... È proprio un peccato che tu non possa venire, no?" chiese, cercando di coinvolgere Harry, che lo avrebbe dovuto supportare. Ma Hermione non fu affatto confortata dalla sua risposta distratta "Già... è un peccato". Anche Ginny si unì presto a loro, ma non passò molto, che Hermione dovette lasciarli. Dopo un ultimo saluto, e qualche augurio di buona fortuna uscì dalla Sala Grande. Ancora il cielo scuro sembrava resistere, ma, entro l'ora di pranzo, avrebbe sicuramente nevicato. Si era vestita per bene, indossando il mantello pesante e la sciarpa rosso-oro. Per sicurezza aveva infilato in una tasca interna la sua borsetta, che conteneva guanti e cappello. Non appena uscì all'aperto una folata di vento le scompigliò i capelli, e, a ogni passo, i piedi le si ghiacciavano negli stivali. Non impiegò molto a raggiungere la capanna, eppure era già congelata. Bussò decisa, e subito la porta si aprì, rivelando la figura imponente di Hagrid "Ciao Hermione!" la salutò entusiasta, facendole cenno di entrare. Si accomodò come sempre, notando con piacere il caminetto acceso. "Lo vuoi un po' di tè? Prima che cominciamo?" "Oh no, ho appena fatto colazione, grazie..." "Ah... Allora usciamo, che lo aspetto di fuori quell'altro" Hermione ebbe un brutto presentimento, ma qualcuno bussò alla porta, e non poté fare domande. Piuttosto, quando Hagrid aprì, le risposte le furono di fronte. "Malfoy, stavamo aspettando proprio a te!" e, richiamando Hermione, li precedette fuori dalla casa. Hermione si diede mentalmente della stupida. Avrebbe dovuto aspettarselo dalla McGranitt. Camminava in silenzio, osservando il ragazzo. Averla vista non l'aveva sorpreso. Bhe, lui sapeva della mia presenza... Pensò. Al contrario di me. L'aveva completamente ignorata. Il suo sguardo era scivolato su di lei, per poi dileguarsi. Aveva salutato Hagrid, e si era comportato in maniera... strana, con lui, e non riusciva a spiegarselo. Così, rimanendo un po' più indietro, lo teneva d'occhio. Avrebbe voluto schiantarlo... Pensava e ripensava alla sera del duello: come diamine gli era passato per la testa di attaccarla in quel modo? Ora sicuramente avrà tempo per pensare... Si disse compiaciuta. Anche se Hagrid le avesse detto che dovevano lavorare insieme, non l'avrebbe fatto. Non voleva restargli vicino, e soprattutto sola con lui, anche solo cinque minuti. Camminarono per una decina di minuti, finché non spuntarono in un piccolo spiazzo pieno delle attrezzature che avevano usato nelle loro lezioni. "Hermione te vai di là, e dividi quelle robe. Malfoy con me" la Grifondoro tirò un sospiro di sollievo, iniziando, già con un umore migliore, il suo compito. Hagrid si fece aiutare per delle faccende più pesanti, lasciandola sola a organizzare in casse e bauli gli strumenti. Era una mansione noiosa, però riuscì a piazzarsi sulle radici di un albero, al riparo dal vento freddo, e almeno non doveva sgobbare come Malfoy. A un certo punto si iniziarono a sentire, in lontananza, i rumori della partita che era iniziata, con tanto di esaltazioni del pubblico. Almeno il Serpeverde era stato esonerato dalla partita, e saperlo lì in quel momento le dava un po' di soddisfazione.

Notò che più volte aveva lanciato occhiate in direzione della scuola, proprio quando il fragore aumentava. Doveva scocciargli tanto quanto lei, non essere potuto andare, se non di più. "Dai ragazzo, che adesso lo porto via" lo esortò Hagrid. Stavano facendo delle cataste con i paletti di legno, e ne avevano già preparata una, e Malfoy si stava occupando della seconda. Quando ebbero finito Hagrid iniziò a legarli, per poi portare entrambe le cataste nei pressi della capanna. Mandò il ragazzo a occuparsi dei vari attrezzi, che Hermione stava dividendo come gli aveva chiesto "Ci metto due minuti, ce li porto alla capanna e poi ritorno qui" li avvertì, mentre con una spinta si caricava in spalla metà dei paletti, trascinando l'altra metà. Si voltò "Sei ce li finite quelli becchiamo l'ora del pranzo" aggiunse con un sorriso a Hermione, che annuì, concentrandosi sul suo lavoro. Per Godric! Non era ancora neanche a metà lavoro! Dannata punizione... Sbuffò, mentre Malfoy si avvicinava. Lei aveva diviso tutto in tre gruppi: ingranaggi, manichini e oggetti magici, e quando iniziò, il ragazzo seguì il suo esempio. Buttò un po' di rotelle sul mucchio più piccolo, e pescò qualcos'altro dalla catasta principale. Erano due scatolette bitorzolute, che con spuntoni e protuberanze si erano attaccate. Le richiuse, per poi forzarle a staccarsi, ma erano combaciate alla perfezione e la stavano mettendo in difficoltà. Un braccio di legno di un manichino le volò sopra la testa, finendo nel mucchio accanto a lei. Poi anche un busto, con tanto di gamba, fece la stessa cosa. Quando un altro braccio quasi non la colpì, alzò lo sguardo su Malfoy, esasperata "Potresti evitare di farli passare a qualche centimetro dalla mia testa?". Il suo sorrisetto le disse che non era stato un caso, ma fece finta di niente, e riprese a occuparsi dei piccoli scrigni. Due o tre Rivelatori le volarono a un pelo dall'orecchio, sbatté irritata le scatole a terra, ma rimase ancora una volta in silenzio per non dargli la soddisfazione. Se solo avesse avuto la sua bacchetta... "Hey!" si rese conto che, in teoria, neanche lui avrebbe dovuto averla. Lo guardò, mentre con solo qualche movimento, faceva quello che lei aveva impiegato delle ore per fare. "Perché tu hai una bacchetta?" quasi gridò, ma tutto ciò che ottenne fu un sorrisetto divertito, e altrettanto irritante. La stava prendendo in giro. E si stava anche divertendo. Non ci vide più, e prima di rendersi conto di cosa stesse facendo gli lanciò gli scrigni. Nonostante ci avesse messo tutta la sua forza, e la rabbia di quel momento, lui riuscì tempestivamente ad afferrarla, ridendo sincero di quel goffo tentativo. "Non metterti in ridicolo Granger, anche tu ci guadagni". Lei fece una risata scettica "Non mi interessa minimamente. Non sono una viscida serpe, io... Non riesco ancora a capire come tu possa sentire la tua coscienza pulita, sei disgustoso" ribatté. Lui, nel frattempo, aveva raccolto i due scrigni, e si era avvicinato, per riportarglieli "Questi non si possono dividere: servono per trasportare oggetti preziosi o nasconderli, e si staccano solo se c'è qualcosa all'interno" spiegò, con un'espressione saccente, che le fece venire voglia di prenderlo a schiaffi. In lontananza si sentivano gli schiamazzi del campo, ma ancora nessun rumore che tradisse il ritorno di Hagrid. Prese l'oggetto dalle mani del ragazzo, lanciandogli uno sguardo astioso "E, per essere una che mi trova tanto nauseante, Granger, di certo non ti ha fatto schifo baciarmi". Hermione si sentì avvampare. Non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere, e, per un'istante, rimase spiazzata "Ti piacerebbe...". Rispose, cercando di colpirlo sull'orgoglio, che era sempre efficace con lui "Che c'è, hai bisogno di rinfrescarti la memoria?" la provocò. Avrebbe voluto poter usare liberamente i suoi poteri, ma i consigli di Madama Chips, anzi, i suoi ordini, erano chiari: non avrebbe dovuto più usarli per favorire la guarigione, e con la somministrazione dei farmaci, avrebbe lentamente perso tutte le capacità acquistate. Fece due respiri profondi per controllarsi, ma sapeva che non ci sarebbe riuscita, perciò so alzò dal suo posto ai piedi dell'albero, trovandoselo di fronte col suo sorrisetto. Non puoi ucciderlo... Ricordò a se stessa. Così si avvicinò con un'idea. Ora anche sul suo viso aleggiava un sorriso "Scommetto che ti piacerebbe anche questo..." lui socchiuse gli occhi osservandola, consapevole che ci fosse sotto qualcosa. Lei si avvicinava poco alla volta, ma i loro volti sembravano sul punto di toccarsi. Quando fu costretta ad alzare la testa per continuare a guardarlo negli occhi si fermò. Rivide per un attimo le immagini di quella sera, e il respiro le divenne irregolare. Lo vide altrettanto confuso, mentre un leggero turbamento si dipendeva sul suo viso. E in quel momento di distrazione gli sfilò la bacchetta dalla mano, allontanandosi in fretta. Lo sentì emettere un lamento irritato, e questo la fece ridere, ma da dietro l'albero in cui si era nascosta non poté ammirare la sua faccia. Probabilmente era esilarante, ma voleva a tutti i costi nascondere la bacchetta, per fargliela pagare. Si prese un millesimo di secondo per osservarla, prima di allontanarsi ancora di più "Ma che gioco divertente, Granger..." disse sarcastico Draco. Non è di Malfoy... Riconobbe, ma non sapeva a chi appartenesse "Di chi è questa bacchetta?" chiese, mentre si muoveva in direzione della foresta, passando da un tronco all'altro, come un soldato che cerca riparo durante la battaglia. La neve la rallentava, ma prima di romperla, o perderla, voleva sapere di chi fosse la bacchetta. "Potrei anche scegliere di spezzarla..." minacciò, ma dalle sue spalle non giunse nessuna risposta. Bene... Peggio per lui. Azzardò un altro scatto, riparandosi dietro a un'enorme quercia, e fece un paio di respiri profondi per recuperare. Il suo respiro formava delle nuvolette, che si confondevano con il bianco che regnava nella Foresta. Non sentiva niente alle sue spalle. Forse Malfoy era tornato indietro. Si affacciò di lato, spiando da dietro la corteccia. Alle sue spalle c'era solo la traccia disordinata che aveva lasciato sulla neve, e, poco distante, la piccola radura con tutti gli attrezzi. Di Malfoy non c'era traccia. Si sporse ancora di più ma non riuscì a vederlo. È una trappola... Si convinse. Devo nasconderla prima che torni Hagrid. Forte nella sua convinzione, fece una corsa verso il tronco di fronte a lei. Quando lo superò e fece per appoggiarcisi, sentì il cuore saltarle in gola per lo spavento. Lanciò un grido, che aveva cercato di trattenere inutilmente: stava per andare a sbattere dritta contro Malfoy, e, per fermarsi prima di rovinargli addosso, la neve troppo alta le fece perdere l'equilibrio. Fece per aggrapparsi al tronco, ma era troppo liscio, così afferrò la prima cosa che sentì sotto mano. Il braccio di Malfoy, preso altrettanto alla sprovvista, non riuscì a sostenerla, e Hermione, nonostante tutto, gli andò addosso, facendolo cadere in mezzo alla neve. Con un tonfo, e un lamento del Serpeverde, gli atterrò sopra "S-scusa" balbettò confusa, togliendosi i capelli dagli occhi. Le faceva male una gamba, e l'altra era affondata per metà nella neve, rendendole difficile alzarsi. Malfoy era completamente immerso nel bianco, e la cosa l'avrebbe fatta ridere, se non avesse saputo che di lì a poco si sarebbe arrabbiato. Il suo viso era impassibile. La Grifondoro si affrettò a rialzarsi, appoggiandosi all'albero, poi offrendo la sua mano all'altro, che la ignorò deliberatamente, rimettendosi in piedi con un movimento fluido. Si ricordò della bacchetta, e, con sollievo, la sentì nella tasca del mantello. "Ridammi la bacchetta" chiese scorbutico "Te l'hanno prestata o l'hai rubata?" continuò imperterrita. Mantenne il suo sguardo, con espressione di sfida, e, quando lui si ostinò a non rispondere, gli voltò le spalle, tornando verso la radura. Il ragazzo si avvicinò rapido, senza che lei lo sentisse, e le afferrò il polso fermandola "Non farmi arrabbiare Granger...". Incredula, tentò di strappare il braccio dalla sua presa, senza troppi risultati " Bhe, dovrei essere io quella arrabbiata, qui, visto che ci sono finita a causa tua" "Bene. Se vuoi ridarmi la bacchetta potremo andarcene presto..." scandì. Lei, con un altro strattone si liberò "Sei incredibile! Per te non conta mai niente... Come... Come riesci a convincerti che le tue azioni non abbiano mai delle conseguenze, per Godric? " prese la bacchetta e gliela porse dal manico. Pronta e tentatrice. Ne hanno fin troppe... Pensò amaramente, e scoprì il Serpeverde fare una smorfia. Con un tuffo al cuore capì che stava di nuovo violando i suoi pensieri. Era così che faceva ogni volta: arrivava e prendeva ciò che voleva. "Non è così..." "Ah no..? E allora com'è?". Le girava la testa, e trattenere le lacrime era difficile, ma resistette. Per sette anni aveva resistito, non avrebbe mollato ora. Aveva già mostrato troppo di sé a lui, troppe debolezze, troppe cose personali. Il fatto era che non sapeva se poteva fidarsi, non sapeva più con che occhi guardarlo: il Serpeverde? Il Malfoy? Il traditore? O il pentito? Chi era il ragazzo di fronte a lei?

Spazio autrice

Ciao a tutti i vacanzieri e non!! Sono tornata con il nuovo capitolo, e questa volta ho voluto lasciare in sospeso... Che ne pensate?? Sono rimasta un po' delusa dal capitolo precedente (che non mi convince molto) perciò spero che questo vi piaccia! Come sempre ditemi cosa ne pensate: votate o commentate, che mi fa sempre piacere avere il vostro parere (con tanto do rima! XD ). A presto con il prossimo capitolo!!

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