50.Attesa
Draco si risvegliò gridando. Si spostò dalla fronte i capelli umidi di sudore, mentre le immagini del solito incubo si susseguivano sfocate dietro le sue palpebre, ma ancora vivide nella sua mente. Quando sentì il respiro rallentare e gli occhi abituarsi al buio del dormitorio si alzò, sedendosi sulle coperte verdi. Da quando era tornato a scuola, aveva iniziato a dormire sempre di meno. Aveva fatto diverse ronde, sostituendo gli altri, visto che, in ogni caso, non avrebbe chiuso occhio. Erano ricominciate le lezioni da una settimana, e già era un inferno. Certo, era avanti con il programma, e quello non era un problema, quello che lo fiaccava era la routine: ogni singolo giorno le stesse identiche cose. Nessuno svago. Nessuna distrazione. Solo la scuola. E il quidditch. Nonostante la quiete, aveva un cattivo presentimento. Anzi, la quiete era un cattivo presentimento. Il fatto poi che la Granger lo stesse evitando, non faceva che peggiorare il suo umore. Da quello che gli era sembrato quando le aveva parlato, avrebbe giurato che volesse parlare con lui al più presto... eppure ogni giorno le era sfilata davanti altezzosa, come se non esistesse, sfuggendogli subito dopo. Non riusciva davvero a capire il motivo di quel comportamento. E anche peggio non capiva perché gli importasse. Si era ripromesso di parlarle il prima possibile, e, come sempre, lei sembrava voler mandare a monte i suoi piani... Dannata Granger. Theodore si rigirò sotto le coperte. Avevano parlato molto di quello che avevano scoperto la sera di capodanno, ma il ragazzo sembrava sempre più dubbioso, e senza dubbio scoraggiato. Se per Malfoy le informazioni testimoniavano lo zampino di qualche Mangiamorte che non si era ancora arreso, per l'altro erano l'ennesimo buco nell'acqua. Non riusciva ancora a collegare tutti i pezzi, e questo era estremamente frustrante. Si lasciò cadere sul letto, afferrando il libretto sul comodino. "Lumos" bisbigliò, per illuminare con la bacchetta la pagina. La figura era solo abbozzata, ma rispecchiava perfettamente ciò che aveva un mente. Era sempre un piacere disegnare, perché in quel modo riusciva a liberarsi delle immagini che gli affollavano la mente. Un profilo femminile si stagliava nella notte. I fuochi d'artificio illuminavano il cielo.
Stelle di Giove. Stelle di Giove. Stelle di Giove... Perché continuava a dimenticarle? Il libro di Astronomia era imbrattato di appunti. Erano giorni che ritornava su quell'argomento, ma le Stelle di Giove proprio non riusciva a ricordarsele. Hermione sbuffò esasperata, chiudendo il libro. Il caos della Sala Comune non aiutava affatto la sua concentrazione. Ron e Harry erano all'allenamento, così lei aveva pensato di portarsi avanti. Avrebbe voluto andare in biblioteca, ma preferiva evitare. Era stata impaziente di tornare a scuola, di parlare con Malfoy... Poi lo aveva visto. Non poteva ancora chiarire. La sera del suo arrivo a Hogwarts, aveva cercato i suoi occhi, senza riuscire a trovarli. Aveva lanciato occhiate al tavolo dei Serpeverde per tutta la durata della cena, ma lui non sembrava notarla. Poi Ginny l'aveva letteralmente trascinata a via, impedendole di parlare con lui. Aveva trovato Lavanda già in camera, e non avrebbe saputo spiegare una fuga dopo il coprifuoco, non senza farle venire strane idee, così aveva rimandato alla mattina successiva. Si erano solo lasciati trasportare. Non è successo niente. Tornerà tutto come prima. Ma era davvero quello che voleva? La situazione si certo sarebbe stata strana... Più che altro aveva paura di ritrovarsi ancora in una situazione come quella. Sapeva che si erano baciati solo una volta, e che era successo solo perché entrambi erano confusi, o almeno ci sperava, ma sapeva altrettanto bene che, se in pochi mesi erano arrivati a questo, non poteva permettersi tanta leggerezza in futuro. Voleva parlarci, ma per dirgli cosa esattamente? Sapeva per certo che la sua ronda era quella sera, ma non voleva che Lavanda lo sapesse... E lei sembrava dell'avviso di fare tardi, visto che il suo baule era pieno, e estraeva con cura ogni capo e ogni oggetto. Hermione era distesa sul baldacchino, preda inerme dei suoi pensieri. Avrebbe voluto strapparsi il cervello, per evitare il terribile mal di testa che pe stava arrivando a causa di tutto quel pensare. Non vedeva una soluzione quantomeno accettabile. Non sapeva come Malfoy l'avrebbe presa, in ogni caso. Altro fattore di stress. A meno che non l'avrebbe fatto arrabbiare da subito. Per quanto insolito, il nuovo Malfoy almeno non la tormentava. Eppure, almeno, un tempo sapeva quale sarebbe stata la sua reazione, mentre ora era sempre un mistero. Non sei un'idiota, Hermione. Puoi gestirti. Non c'è motivo di temporeggiare. E allora come era arrivata ad avvinghiarsi a lui? Perché non l'aveva spinto via, ed era scappata? Di certo la sua volontà era più debole di quello che pensasse. O peggio, era... proprio quello che voleva. Deglutì, sentendo la gola secca. È ora di finire questa pagliacciata. Non c'era niente, da chiarire. Non posso lasciare le cose come stanno. Non dopo quello che ha fatto... Ripensò alle serre, e a quello che aveva visto. Mi odierebbe a morte. Non voleva fargli del male, né allontanarsi da lui. Ma era spaventata. Non poteva succedere ancora. Ebbe un'idea, stupida, ma pur sempre un'idea. Oltre che l'unica fattibile che avesse avuto finora, non la migliore, purtroppo però, l'unica. Aspettare è l'unico modo. Aspetterò che venga da me.
Che diavolo stava aspettando? Sentiva i suoi occhi castani spostarsi con lui, eppure non l'aveva mai sorpresa nel farlo. Draco cominciava a pensare che lo stesse immaginando. No. Non se lo stava immaginando. Ne era sicuro. Eppure non capiva il perché di tutto ciò che stava facendo... Qual'era il suo problema? Di certo ne aveva uno, altrimenti non avrebbe fatto tutto questo. Non voleva più pensarci, invece, alla fine, ogni volta si arrabbiava. Era questo che voleva? Che si infuriasse? O semplicemente che si mostrasse debole? Lo aveva accusato più di una volta, che la stesse solo prendendo in giro, che fosse soltanto uno dei suoi giochetti... ma se fosse uno dei giochetti di lei..? Era questo, solo una vendetta? Non era da lei, ma spiegava molte cose... Magari non era una vendetta ma uno sporco gioco, forse sì. Neanche lui credeva veramente a quei pensieri. Provava ad autoconvincersi, ma era come montare un ingranaggio senza il pezzo centrale, un'inutile perdita di tempo e energia. Non era possibile. Ma per quanti pensieri fosse riuscito a macchinare, la risposta ai suoi dubbi non saltò fuori. Un paio di giorni prima l'aveva quasi rincorsa, cercando di parlarle sulle scale, poi però, queste erano cambiate e lui era rimasto indietro, non riuscendo a raggiungerla prima che entrasse nella sua Sala Comune. Era ancora presto per alzarsi, ma decise comunque di liberarsi delle coperte e cercare la divisa. Ormai la Grifondoro non si presentava più tanto presto in Sala Grande, ma a questo punto la situazione stava diventando ridicola. Indossò il maglione, mentre un brivido di freddo gli correva lungo la schiena. Prese la sua tracolla e uscì dal dormitorio. Ebbe sì e no il tempo di entrare nella Sala Comune che sbatté addosso a qualcuno, quasi facendolo cadere a terra. "Scusa". Facendola cadere. L'aveva presa giusto in tempo "Astoria" disse sorpreso "Che ci fai sveglia a quest'ora?" "Devo scrivere un saggio per Trasfigurazione, e sono tremendamente indietro" spiegò. "Sto andando in Sala Grande, vieni anche tu?" le chiese "Si, ma dovrò sbrigarmi" gli sorrise triste, precedendolo al passaggio. Camminarono insieme, fino al tavolo dei Serpeverde, dove lei, immediatamente, tirò fuori una pergamena, dove aveva già iniziato quello che doveva essere il suo compito. Lui pensò alle materie che avrebbe avuto quel giorno, ricordando Pozioni coi Grifondoro. Sorrise soddisfatto, iniziando la sua colazione. Forse non avrebbe dovuto aspettare ancora per molto.
George aveva scritto a Hermione, Ginny, Ron e Harry riferendo loro che quel fine settimana sarebbe stato a Hogsmeade. Perciò il giorno successivo lo avrebbero incontrato ai Tre Manici di Scopa. Hermione sospettava il motivo di quella visita, ma non azzardò ipotesi... Dal canto suo Ginny era su di giri. Ogni volta che suo fratello si faceva vivo era sempre contenta, anche perché non le sembrava ancora vero che si fosse ripreso. Le piaceva che non fosse sparito, una volta finita la scuola, come gli altri. Percy, invece, si faceva sentire di rado, ogni tanto passava alla Tana, ma non era una presenza costante nella loro vita, come avrebbe voluto. Per quanto fossero scelte dettate dal dovere lavorativo, molti dei Weasley erano spesso lontani. Per questo Ginny, insieme a Hermione, quella mattina accompagnò di buonumore Ron e Harry in Sala Grande, nonostante il ritardo di Ron. La prospettiva del weekend la rendeva felice e impaziente, ma lo stesso era per gli altri. Neanche Hermione si era ancora lamentata col ragazzo, nonostante fosse ormai quasi ora di andare a lezione. Ginny afferrò un toast dal piatto, senza nemmeno sedersi "È troppo tardi, devo salire dalla Cooman, ci vediamo dopo!" li salutò di fretta, mentre Hermione estraeva il suo manuale di Rune Antiche. Commentò con qualcosa che suonava come "Che spreco di tempo...", facendo scorrere le dita amorevolmente sulle pagine, come a sottolineare quanto invece il suo tempo non fosse sprecato "Potrei dirti la stessa cosa..." la rimbeccò Ron, facendole stringere le labbra in una linea sottile nel tentativo di non ribattere. "Bhe, in ogni caso dovremmo muoverci" aggiunse subito Harry, per evitare che i due iniziassero a litigare, e lanciando un'occhiata di rimprovero a Ron. I tre si alzarono, pronti al caos dei corridoi. Hermione lanciò un breve sguardo al tavolo dei Serpeverde, quasi vuoto, dove non trovò chi stava cercando. Bene. Non lo avrebbe incrociato. Si sentiva una stupida... voleva parlare con lui, anzi voleva che lui venisse a parlarle, eppure quando lo aveva visto, giorni prima, prendere le scale e seguirla... aveva avuto paura. Non sapeva perché le facesse questo effetto, la loro vicinanza, ma, in qualche modo, non la voleva. Aveva il cuore così pesante che sorridere era diventato difficile. Sapeva che era dovuto a quel dubbio che continuava a portarsi dietro, ma anche alla paura di affrontarlo. E poi aveva in sospeso la conversazione con Madama Chips, ma non era ancora andata in infermeria, come invece avrebbe dovuto. Andando verso i sotterranei gli studenti stavano man mano sciamando, per lasciare spazio al freddo umido delle aule sottoterra. La porta era aperta, ma nessuno stava aspettando fuori, segno che Lumacorno fosse già arrivato. Entrarono in classe, scusandosi per il ritardo, e Harry e Ron presero posto, mentre Hermione occupava il banco vuoto dietro il loro. I ragazzi stavano già preparandosi per la lezione, durante la quale avrebbero dovuto preparare una pozione, descritta dettagliatamente alla lavagna. Intruglio Confondenente. Hermione ricordava di averlo visto nel libro poco dopo la Pozione Erbicida, così cercò nel manuale, sfogliandolo per qualche minuto. Non riusciva a trovarlo... Eppure era sicura di averlo visto! Voltò l'ennesima pagina, trovandone però una strappata. Ma che..? Passò il dito sul bordo frastagliato del foglio, per accertarsene, e sospirò frustrata "Professore" chiamò, distraendo il mago da un'intensa conversazione con Neville, che sembrò molto sollevato. "Professore al mio libro manca la pagina della pozione" gli disse "Ci sono dei libri in più?" "Ma certo, può trovarli nell'armadietto, signorina Granger" Ron la guardò immediatamente "Speriamo bene.." e sia lei che Harry risero. L'armadietto sembrava più un cassetto delle cianfrusaglie, ricordava di aver visto i libri sulla mensola, ma ora non ce n'era nessuno. Tornò al banco sconsolata. "Per la prossima volta terminate la pozione. L'esame di quest'anno sarà molto più impegnativo dei GUFO, ma per ora potrete lavorare in coppia" Hermione, dal canto suo, era felice essere sola, visto che, chiunque in quell'aula non avrebbe fatto altro che rallentarla. Ma era ancora senza libro, e già gli altri avevano iniziato da un po'. "Ron puoi prestarmi il tuo libro?" "Ne abbiamo uno" indicò io volume di Harry, abbandonato al centro del tavolo. "Prendi il mio. Io e Nott useremo il suo" Malfoy tornò al suo posto, non prima di averla lasciata stupita. Dopo qualche secondo si riscosse e prese il libro, cercando la pagina giusta. Quando la trovò sentì la rabbia salirle al petto. La pagina era strappata. "Mi prendi in giro Malfoy?" disse ad alta voce, per farsi sentire da lui. Era quasi dall'altra parre della classe, segno che anche tutti gli altri avevano sentito benissimo. "C'è qualcosa che non va?" chiese il professore, mentre lei marciava verso il banco del ragazzo. Quando le fu davanti, lui prese il libro "Oh, mi dispiace... Deve essere un difetto del volume..." disse noncurante. "O magari..." aggiunse, lasciandosi sfuggire un sorriso furbo, mentre faceva per controllare della borsa. Estrasse il foglio "Ma guarda! Deve essersi staccato.." glielo consegnò sotto lo sguardo dubbioso di Nott, e lei subito, stizzata lo afferrò, tornando al suo posto. Nessuno aveva fatto caso a quella scenetta. Decise di sorvolare, e concentrarsi sulla lezione. Radici e foglie di Starnutaria andavano tritate e aggiunte a un po' di Valeriana. Doveva stare attenta a non inalare la polvere delle foglie: ricordava ancora la Tassorosso che un paio d'anni prima non aveva smesso di starnutire per quasi una settimana. Al contrario, le radici, facevano tossire. Sentì lo schianto di un contenitore, e un vetro andare in frantumi. "Cazzo Draco!" Nott si affrettò a pulirsi la manica sul mantello "Per la barba di Merlino! Che succede?" non terminò neppure la domanda che il Serpeverde iniziò a tossire. Prima piano, strozzando qualche parola "L-le radici... Signo-signore" il professore fece un'espressione imbronciata, ma andò a prendere dalla sua scorta personale delle garze che avviluppò attorno alla sua mano, e istantaneamente sembrarono placare la reazione "Madama Chips saprà cosa fare" lo esortò con un cenno, mentre lui continuava a tossire, anche se più piano. Così raccolse le proprie cose e se ne andò dall'aula. "Signore Nott ha portato via il suo lib-" "Salazar!" si lamentò "Lei e la signorina Granger potrete lavorare insieme" concluse, evidentemente infastidito. Non raggiungeva però l'irritazione di Hermione. Il sorrisetto odioso di Malfoy non faceva altro che peggiorare la sua situazione. "Levati quel sorrisetto idiota dalla faccia Malfoy" lo rimproverò acida, quando lui si accomodò al suo banco, e guadagnando un'occhiata incuriosita, che ignorò bellamente. Mentre lei prendeva il mortaio, Draco ne approfittò per riprendersi il testo della pozione, sfilandolo dalle mani indaffarate della Grifondoro. Hermione fece un paio di respiri profondi per non iniziare a urlargli in faccia, che però non l'aiutarono molto. "Dovresti fare qualcosa anche tu" gli ricordò "Bhe, questo implica che dovresti lasciarmi fare qualcosa..." ribatté, osservandola mentre si divideva per fare più cose insieme. In effetti faceva sempre così: faceva tutto per poi accusare gli altri di non aver fatto niente. Lasciò che lui tagliasse le Lumache Cornute. Non lo stava facendo male, doveva ammetterlo, ma la tentazione di rimproverarlo era forte... "Vuoi controllarle una per una?" la provocò, notando come tenesse d'occhio il suo lavoro. "Se lo facessi bene non ce ne sarebbe bisogno" rispose, concludendo la conversazione. Ogni tanto, Ron e Harry si giravano, lanciando loro occhiate storte, che facevano arrabbiare Hermione. Così, all'ennesima volta, se la prese con Harry. Peggio di così quella giornata non sarebbe potuta andare... Non vedeva l'ora che la lezione finisse. Si sentiva un'ipocrita a starsene lì, tenendo il muso, senza dirgli niente. Si sentiva anche un po'... in colpa. Cercò di scacciare tutti quei pensieri, continuando a lavorare sulla pozione. La sua tattica funzionò, e, nonostante le occhiate di sottecchi e qualche frecciatina il tempo passò velocemente. Il professor Lumacorno ricordò i compiti perla volta successiva, e, come sempre, lamentò l'assenza di alcuni di loro alle sue riunioni. Malfoy, per fortuna, se ne andò non appena il professore li lasciò liberi, consentendole di riporre le sue cose con calma. Per la fretta aveva perfino lasciato la pagina con la pozione sul banco. O forse, non tanto per la fretta, visto che dal mio libro era strappata... La prese per riporla nel manuale, e notò un appunto. 23:00 Aula di Trasfigurazione.
Spazio autrice
Alleluiaaa!! Ce l'ho fattaaaa!!! XD salve a tutti... Insomma, spero vi sia piaciuto questo capitolo, perché nei prossimi giorni mi metterò sotto (visto che ho un sacco di idee) e spero che almeno per il prossimo capitolo non dovrete aspettare troppo. Non faccio promesse... È solo una debole speranza in un periodo mooolto oscuro... Va be, detta la cazzata vi lascio. Come sempre ditemi se notate sfrondoni, gli errori di battitura magari li correggerò quando avrò tempo di rileggere, e fatemi sapere che ne pensate!!! Un bacioo ;* a presto!!!
(PS. Perdonate il ritardo... Ho avuto problemi con la pubblicazione che hanno prolungato l'attesa di qualche giorno. Vi giuro, ho provato di tutto, ma non ho ancora capito la causa di questo problema tecnico. Spero solo che sia valsa la pena attendere...)
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