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43.Mite

Bentornati lettori!! Vi avverto che questo avviso è solo a scopo indicativo: dovrete lasciare l'audio che ho inserito fino alla fine del capitolo. Buona letturaa

Sentì Lavanda intrufolarsi nel suo letto silenziosa, per non svegliarla. Attese che il suo respiro si fece pesante e regolare, e poi si liberò delle coperte. Si alzò, camminando avanti e indietro per la stanza. Era davvero indecisa... non voleva andare, ma era troppo curiosa. Dopotutto è il suo modo di scusarsi... devo pur dargi questa possibilità... Cercava di convincerla una parte di lei. Ma allo stesso tempo sapeva che la cosa le stava sfuggendo di mano. Perché lei voleva andare, ma il fatto era.. che non poteva. Tutti quei guai che aveva passato erano perché non rifletteva abbastanza sulle cose, e si faceva trascinare. Negli ultimi tempi era diventata così impulsiva, e solo per questo si trovava in certe situazioni. Eppure voleva andare... Si sentiva sola, nonostante gli altri le stessero vicino. Ma spesso era esclusa, visto che i ragazzi appena avevano un minuto libero lo impiegavano nel quidditch o con le rispettive fidanzate. Neville si era quasi trasferito dai Tassorosso, e Luna era come scomparsa. Si sentiva trascurata e, (non voleva ammetterlo, ma era così) fragile. Era come sul punto di rompersi, e un'offerta di pace e di scuse, o anche solo di compagnia, le faceva gola come l'acqua in un deserto. Magari non era solo quello il motivo, ma di sicuro ne era parte. L'unica cosa che non le era chiara era, appunto, quale fosse l'altra parte. Non ci andrò. Ripeté, tornando a letto. Ma voleva sapere... L'orologio suonò il primo rintocco, facendola sussultare. Sembrava quasi un richiamo. Un avvertimento, che le ricordava di non tardare. Un secondo rintocco. Poteva ancora alzarsi, e porre fine a quella straziante attesa. Poteva ancora fare in tempo. No. Si impose, schiacciando la testa sul cuscino, premendo la per non sentire l'orologio. Attese qualche secondo, per essere sicura si non sentire più niente, e, infatti, quando si sollevò si nuovo a sedere, regnava il silenzio. Che era anche peggio. Le sembrava di sentirne la pressione, nella testa. E alla bocca dello stomaco. Non riusciva davvero a tenere la tensione. Si alzò, indossando un pesante maglione e il mantello, e si precipitò fuori dalla stanza.

L'ingresso era vuoto. Scese la scalinata in fretta, cercando di non fare rumore. Posso ancora tornare indietro... si ricordò, senza però dare troppo peso a quello che si stava dicendo. I passi riecheggiavano sulle pareti, facendola sentire piccola e esposta. Si affacciò nei corridoi più volte, senza trovare alcuna traccia del Serpeverde, e allora si avvicinò al portone. Fece per tornare indietro, ma, quando si voltò, se lo ritrovò davanti, come se fosse appena sbucato dal pavimento. Sussultò, trattenendo a stento un grido "Smettila di sbucarmi alle spalle!" bisbigliò indignata "E levati quel sorriso dalla faccia" continuò con sguardo truce. Ma Malfoy non sembrava minimamente toccato, piuttosto prese a camminare senza dire niente. Si aspettava almeno un lecito rimprovero per il suo ritardo, ma non arrivò. Probabilmente, il semplice fatto che fosse venuta, superava già le sue aspettative. "Dove stiamo andando?" gli chiese, quando uscirono al freddo, e, nonostante il mantello pesante, Hermione sentì il gelo sferzarle il corpo. "Alle serre. Lì è più caldo" rispose semplicemente l'altro, avanzando imperterrito nella neve. La sua andatura era decisa, incurante del vento freddo e delle raffiche di neve. Lei era rimasta un po' indietro, così, quando arrivò alle serre, Draco era già lì ad aspettarla. La fece entrare, chiudendosi la porta alle spalle, e immediatamente lei sentì che, in effetti, la temperatura era davvero più mite. Azzardò di togliersi il mantello, appoggiandolo a terra, contro una credenzetta, per poi sedercisi sopra, togliendosi la neve dai capelli, e dai vestiti. Anche il ragazzo si era seduto, di fronte a lei, in attesa della sua attenzione. Si sentiva il rumore dei fiocchi, che scossi, e battuti dal vento colpivano le vetrate. Hermione prese un barattolo su una mensola, e accese una fiamma, riponendola al suo interno. La mise poi tra loro, per illuminare una piccola parte dello spazio circostante. "Perché sei qui, Granger?". Già, perché? "Dammi tu un motivo" ribatté in tono di sfida "Tu hai voluto che venissi" "D'accordo..." concesse lui, mentre si liberava a sua volta del mantello. Al di sopra della loro artigianale lanterna le lanciò un'occhiata "Quando vuoi tu" le porse la mano, come un invito. Prima che potesse ripensarci, si allungò, e la strinse, tuffandosi nel turbine grigio della sua mente.

"Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, ecco tutto."
(Oscar Wilde)

A ogni ricordo sentiva il nodo allo stomaco stringersi sempre di più. Il suo passato si mescolava, e si sovrapponeva a quello di lui, confondendo, e poi mostrando la verità. La verità sul Marchio, imposto. La verità su Silente. Su Piton. Su Malfoy Manor. La verità sulla battaglia. Su tutto. E ogni cosa la colpiva, che fosse direttamente o indirettamente stata coinvolta in quella situazione. Sentiva freddo, e paura. Dolore. Compassione. Non si rese conto di essere tornata alla realtà, finché Malfoy non la scosse, ma davanti ai suoi occhi correvano ancora le immagini della guerra. Come poteva ancora avercela con lui dopo questo? "Granger" mormorava preoccupato "Sto bene" sussurrò, anche se non stava affatto bene. Ma, anche quando le fosse caduto il mondo addosso, lei avrebbe continuato a dirlo. Sto bene. Tentò di raddrizzarsi, mentre lui si risedeva, appoggiando la schiena alla credenza. Sentiva il suo sguardo addosso, mentre non riusciva a spiccicare parola. "Così te ne sei andato..." disse solo, incrociando i suoi occhi grigi. "Già..." "E sei... sicuro della... tua scelta?" domandò titubante, ripensando ai suoi. "Non voglio tornare indietro. Non mi pento di quello che ho fatto" "Non puoi saperlo!" inveì contro di lui. Ora come ora, era disposta a dare tutto pur di poter tornare al prima. Non si capacitava del fatto che lui mostrasse indifferenza a ciò che avrebbe pagato oro. "Tu, invece, dovresti saperlo" ribatté. E aveva ragione. Ora Hermione aveva visto. Ma lui non sapeva, non ancora. Non sapeva la sua verità. "C-come puoi essere felice di... questo?" Malfoy sospirò "Bhe, io non vedo così tanta differenza" ammise "Sono cose che succedono... Più di quanto ci piaccia ammettere. Guarda i Black: quanti rami della famiglia sono stati tagliati?" e immediatamente il pensiero volò a Grimmauld Place, ai volti bruciati di Sirius, e Andromeda. Legami recisi, soppressi. Sentì le lacrime salire agli occhi, provenienti dritte dallo stomaco. E quel groppo che aveva, premeva, e saliva. Era sempre più difficile da trattenere. E prima che se ne rendesse conto le lacrime le scivolarono sul volto, fredde e traditrici. Si affrettò ad asciugarle, ma, più le tratteneva, più queste le sfuggivano. "S-scusa" disse imbarazzata, ma, a ogni respiro, l'aria le mancava, e la gola si strizzava in un singhiozzo. Tutta la pressione degli ultimi tempi, si sfogò in quel pianto. Quasi immediatamente Draco si avvicinò, lasciando che si stringesse a lui "Mi dispiace... È colpa mia..." "N-no" riuscì a sire tra un singhiozzo e l'altro "Non avrei dovuto trascinarti qui..." l'abbracciò, cercando di consolarla. E, nella sua stretta calda, per un po', lei si sentì al sicuro. "Nessuno è uscito vincitore da questa guerra, ci sono solo sopravvissuti. Pezzi rotti, e inutili..." singhiozzava, lasciando uscire tutto il dolore che la attanagliava. Si sentiva come una trottola impazzita, senza controllo, e senza meta. Non era mai stata così sola... "Granger..." lo sentì iniziare con tono rassicurante, ma ogni cosa che avrebbe detto sarebbe solo stata un'altra menzogna, necessaria per farla arrivare un po' più avanti, a quella successiva, in un continuo insabbiamento della realtà delle cose "No! Non..." "Aspetta!" la interruppe, prendendola per le spalle, in modo da poterla guardare "Andrà tutto bene" "Non andrà tutto bene, andrà tutto male" "No, non succederà". Il suo tono serio l'aveva lasciata stupita: ci credeva davvero? Di certo se fosse stato il contrario non lo avrebbe capito, ma non le importava. Aveva ampiamente dimostrato di essere degno di fiducia, e, dopotutto, non le dispiaceva di essere lì. Rimasero in silenzio, per un po', visto che, piano piano, si era calmata, ma nonostante questo rimase dov'era, stretta tra le sue braccia. Non c'è niente di male... Continuava a ripetersi. "Come fai a usare la magia?" gli chiese a un tratto il Serpeverde "Voglio dire, senza bacchetta..." avrebbe voluto mostrarglielo, ma questo implicava che si sarebbe dovuta alzare, e al momento era comodamente seduta, con la guancia appoggiata alla spalla del biondo, e le sue braccia a cingerla. È proprio per questo che dovresti alzarti di qui... Le piante della serra sembravano sussurrare, con i loro movimenti vivi e lenti. Ogni tanto si sentiva uno schiocco, provenire dalla zona buia della serra. " È come... da bambini, quando potevi fare ogni cosa avessi in mente. È lo stesso, solo... più difficile." cercò su uno dei tavoli un altro barattolo, e, quando lo vide, lo richiamò con un Incantesimo di Appello. Volò rapido nelle sue mani, e lei si alzò in piedi per appoggiarlo allo scaffale. Creò un'altra fiamma, riponendo anche questa nel vetro, per fermarsi ad osservarla. Le erano sempre riuscite bene, quelle fiamme, e Ron e Harry ne sapevano qualcosa. Un campanello d'allarme risuonò mella sua testa, facendola rendere conto di come poteva sembrare quella situazione. Due ragazzi soli, luce soffusa, intimità... Si schiarì la gola, riscuotendosi dal torpore della preoccupazione. "C-credo che sia meglio andare... si è fatto tardi" consigliò, soffocando la luce sullo scaffale. Per tutta risposta Malfoy si alzò da terra, raccogliendo il suo mantello. Lo prede, e si coprì attentamente, pronta alla sferzata glaciale che avrebbe ricevuto di lì a poco. Afferrò la maniglia arrugginita facendo forza per aprire, ma la porta sembrava bloccata. "Alohomora" bisbigliò, ma sentì solo uno sferrazzare all'interno della serratura, senza che succedesse niente. Non rimarrò qui. Si ripeteva, mentre strattonava la porta. "Dannazione!" imprecò, lasciando che ci provasse l'altro, ugualmente senza successo "Deve essere il ghiaccio..." ipotizzò lui "Si è congelata" Hermione frustrata era tentata di schiantare la serratura, ma, si costrinse alla calma, e ragionò. Si avvicinò all'intelaiatura, immaginando lo strato di ghiaccio. Basta solo un po' di calore. In pochi istanti aveva surriscaldato i margini della porta, dove si stava formando un alone. Tentò nuovamente con la maniglia, che, dopo un rumore sinistro, cedette. Tirò un sospiro di sollievo, arrancando nel pesante strato di neve che si era riversata a terra in quel poco tempo. Il gelo le penetrò fino alle ossa, ma si affrettò, pregustando il fuoco acceso nella Sala Comune. Non impiegarono molto per arrivare all'ingresso, dove già le sembrava caldo. Malfoy tirò fuori un vecchio e logoro Mantello dell'Invisibilità, pronto a scomparirvi sotto "Grazie" gli disse a mo' di saluto, ma lui sembrava distratto. Aveva il volto concentrato, ma su qualcos'altro, poi spalancò gli occhi chiari in un bisbiglio concitato "Gazza!" la spinse poco più là, dove, dietro un angolo, la luce delle candele formava un cono d'ombra. Alzò le braccia, appoggiandole al muro sopra di lei, e riparandoli entrambi sotto il Mantello. Si vedeva dal suo respiro accelerato la sorpresa e l'agitazione. Sperò che il guardiano non notasse nulla di strano, visto che il Mantello lacerato li aiutava relativamente. Sentiva la pietra premerle sulla schiena, mentre lei ci si era spalmata contro tentando di evitare ogni contatto. Ripensò allo sgabuzzino e arrossì. Erano davvero troppo vicini... Non si azzardò ad alzare lo sguardo, ma lo tenne fisso sulle scale. I passi si facevano sempre più vicini, e più lo erano più il suo cuore le batteva veloce. Gazza borbottava, ma sembrava ignaro della loro presenza. Prima si affacciò in un corridoio poco distante, e poi tornò indietro. Si maledì per essere uscita dalla torre, ma ormai il danno era fatto. Che avrebbero fatto, se li avesse scoperti? Non riusciva quasi a respirare, ma ora Malfoy sembrava tranquillo. Perfettamente immobile, avrebbe potuto scambiarlo per pietra, se non fosse che la parete era molto più fredda. Gli lanciò un'occhiata, senza riuscire a intravedere la sua espressione. Alzò la testa, trovandolo che la osservava. Era serio, e incredibilmente vicino. E in quel momento, nonostante Gazza stesse tornando verso di loro, si sentiva al sicuro. Prima che se ne rendesse conto, la distanza che li separava diminuì. Si perse nella consapevolezza di quello che stava succedendo, e, in un istante ebbe la bellissima sensazione di volare, sospesa nelle sue iridi grigie. Il suo cuore sembrava un martello, che minacciava di trapassarle il petto, e la gola era così stretta che sembrava non riuscire a respirare. Con straziante lentezza lui appoggiò le labbra sulle sue, baciandola quasi con riverenza. Non riusciva a sentire nulla che non fosse il suo tocco delicato. E quella bocca che credeva amara, per ciò che diceva, era invece immensamente dolce. Si lasciò andare, schiudendo le labbra, mentre lui azzerava del tutto la distanza tra loro, premendo il corpo contro di lei. Appoggiò le mani sulle sue spalle, stringendogliele dietro al collo. Poi il Mantello cadde su di loro, e le mani libere del Serpeverde scivolarono lungo i suoi fianchi, a tenerla più stretta. Era schiacciata alla parete, mentre le loro labbra si facevano più affamate, e dalla delicatezza iniziale, quel bacio divenne sempre più intenso. Sentiva premere la sua lingua contro i denti, e il suo sapore quando incontrò la sua. Intrecciò le dita ai capelli chiari, rendendosi conto di quanto tutto fosse così... folle. Ma ogni pensiero era solo un sussurro che le sfiorava la mente, perché si sentiva leggera, e lontana, e fuori dal tempo. Intanto baciava il ragazzo, come se fosse la sua fonte d'ossigeno, nonostante il fiato corto di entrambi dimostrava il contrario. Lui passò una mano sulla sua schiena, causandole un brivido, mentre portava l'altra al suo viso. Non sentiva più freddo, sentiva solo il suo respiro caldo che sapeva di menta, e le sue mani. Lasciò scivolare la mano sul suo petto, tracciandolo fino all'addome, ma in quel momento lui si staccò, interrompendo l'incantesimo. Appoggiò la fronte alla sua, mantenendo gli occhi chiusi. Non disse niente. Poi, finalmente, la guardò, e i suoi occhi non sembravano freddi, erano più caldi di quanto avesse mai creduto. Passò il pollice sulle sue labbra, concentrando lì la sua attenzione. Ma a Hermione già mancavano quelle di lui, e l'attesa era dolore. Ma neanche Draco poteva resistere a lei, e, prima che potessero riprendere fiato, si avventò sulla sua bocca, se possibile, più forte di prima, provando al suo contatto autentico sollievo. Voleva solo accontentare ogni fibra del suo corpo, che lo spingeva da lei, nonostante la mente continuava a ricordargli quanto fosse incosciente. Ma non riusciva a staccarsi, e quando abbandonò le sue labbra fu solo per scivolare sulla sua gola, baciando il collo delicato. Lei sospirò, aggrappandosi ancora alle sue spalle. Tornò subito sulla sua bocca, ma la sentì titubante. Hermione si staccò, sfuggendo al suo sguardo.

Lui si schiarì la gola, liberandoli dal Mantello. Voleva dire qualcosa, rompere quell'odioso silenzio. Prima che potesse fare qualsiasi cosa, lei lo guardò per una frazione di secondo, sconvolta quanto lui, e lo superò, scomparendo su per le scale. Malfoy si affrettò a raggiungere il dormitorio, ma i fantasmi del ricordo inseguivano entrambi, che, nonostante le pareti, erano ancora vicini.

Spazio autrice

Yeeeeee!!!! Sono troppo felice per questo capitolo... Non potete capire!! Ci ho lavorato un sacco, perfino a scuola ci pensavo!! Sono giorni e giorni che scrivo... Spero davvero ne sia valsa la pena ❤ anche questa volta c'è la canzone, ditemi se ci piace, perché go un'ansia tremenda... vi ringrazio comunque tutti per essere ancora qui e per essere la mia motivazione, vi amoo!!! Prometto che torno presto, ciauuu!!

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