41.Dimessi
Aveva fatto tutto quello che doveva, e Madama Chips, quando la visitò, le disse che il peggio era passato. Negli ultimi giorni aveva letteralmente sputato sangue, a causa delle lesioni interne, ma i rimedi che era stata costante nel prendere le avevano già guarite. Per fortuna, dopo ogni visita Madama Chips tirava le tendine intorno al suo letto, separandola dagli altri. All'inizio le dispiaceva per Harry, ma poi lui era stato dimesso, perché nonostante si fosse svegliato per ultimo, le sue condizioni erano perfette. Dopo averlo tenuto un giorno in più per precauzione era potuto tornare alle lezioni. E quelle tendine tirate erano diventate necessarie. Sperava davvero di poter uscire anche lei prima delle vacanze, anche se l'idea di rivedere i suoi genitori, in piccola parte, la spaventava. Ci saranno anche gli zii. Ricordò a se stessa per tranquillizzarsi. E poi in caso di emergenza Ron le aveva promesso ospitalità a vita, tentando, anche lui, di calmarla un po'. "Signor Malfoy! Le medicine deve prenderle, non darle alle piante!" sentì gridare l'infermiera, mentre a grandi passi attraversava il corridoio che separava i letti. "Sprecare tutto questo ben di Dio!" poi la sentì indaffararsi a destra e a manca, continuando a borbottare. "Se lei mi lascia uscire per Natale..." tentò Malfoy "Oh, se lo può scordare! Lei non va da nessuna parte se prima non completa la cura!" e concluse sbattendosi la porta alle spalle.
Era già domenica. E il giorno dopo il treno sarebbe partito da Hogsmeade. Lavanda le aveva proposto di aiutarla a fare le valige, ma lei aveva rifiutato, vista la più totale confusione che regnava tra le sue cose. Se fosse uscita sarebbe riuscita a farle da sola, altrimenti non ne avrebbe avuto bisogno. Al massimo entro quella sera sarebbe dovuta uscire, dipendeva tutto dalla visita di quel pomeriggio. Anche Harry e Ginny erano venuti a trovarla, rimanendo qualche minuto per farle compagnia. Harry le disse che, come al solito, sarebbe stato ospite dai Weasley. Con un ultimo abbraccio salutò i suoi amici, che sparirono oltre la porta mano nella mano. Sospirò malinconica al pensiero di ciò che la aspettava. Se fosse tornata a casa li avrebbe rivisti. E quell'idea bastava ad agitarla. Si lasciò cadere sui cuscini, e noto Malfoy intento a scarabocchiare su un libretto. Le tendine... Si rese conto. Ma lui sembrava concentrato, perciò non si accorse che lo stava osservando. Stringeva una piccola matita, che muoveva preciso sulla pagina. Ricordò il disegno del Patronus, e si sentì ancora più curiosa. Era stato lui a tracciare quell'immagine leggera sulla carta? Lo guardava affascinata, seguendo i suoi movimenti "Granger datti un contegno" Dannazione. Non aveva neanche alzato lo sguardo dal suo lavoro. Sembrava stesse trattenendo il fiato. Poi però lo fece, e la guardò corrucciato "Bhe?" chiese, e le sembrò leggermente dubbioso. Solo allora lei distolse gli occhi, raggomitolandosi tra le coperte. Ogni tanto gli lanciava qualche occhiata furtiva. Avrebbe proprio voluto vedere cosa conteneva quel libretto. Dopo un po' lui si fermò in silenzio, ammirando il suo lavoro. Non riusciva a vedere la sua espressione, perché i capelli gli coprivano gli occhi. "Quindi... ti piace disegnare?" dedusse, sorpresa di questo aspetto di lui che non conosceva. Non lo aveva mai visto sotto l'aspetto di una persona normale, alla quale ultimamente cominciava ad abituarsi, piuttosto era solita associarlo allo spregevole ragazzo Serpeverde, che voleva evitare. Era sempre sorprendente scoprire che in realtà c'era di più. Chissà se per lui era lo stesso. "Posso vedere?" gli chiese allora, dopo che lui l'aveva ignorata. Sospirò spazientito "Tieni" disse in tono piccato, lanciandogli il quadernino. Lei lo prese al volo, visto il tiro preciso. E cominciò a sfogliarlo dall'inizio. Si rese conto che era stato iniziato molto tempo prima. Era come se contenesse la sua storia. C'era Hogwarts. La Sala Grande. Il Lago. Un sacco di panorami, scorci sulla Foresta. E poi Malfoy Manor, di cui riconobbe il grande salone. E il Marchio. Nel toccarlo, voltando la pagina, sentì un brivido correrle per la schiena. E due volti, le due sorelle Black. Gli occhi di Bellatrix erano accesi dalla luce della follia. Poteva benissimo sentire la sua stretta, le unghie graffiarle la pelle, la lama premuta al collo. Lo chiuse di scatto. Il braccio le prudeva. Poi un pensiero le attraversò la mente e riaprì il quaderno continuando a sfogliarlo. Una pagina era strappata. Passò il dito sul bordo frastagliato, scuro di colore. Era un foglio nero. Avrebbe scommesso mille galeoni che la rosa proveniva da lì. Inevitabilmente le sfuggì un sorriso. Nella pagina dopo c'era di nuovo la Foresta. E per ultima una sirena. Ci mise un po' a riconoscerla, perché il disegno era confuso, e la posa innaturale. Agonizzante. Capì. Solo mentre sfogliava pigramente le ultime pagine, che credeva bianche, vide un altro disegno. Erano degli alberi, e sotto di essi, sul tappeto di foglie, camminava di spalle una figura incappucciata. Era bellissimo, nonostante fosse incompleto. Era ancora visibilmente una bozza, ma era così... magico. C'era un che di irreale e allo stesso tempo vicino che la ammaliava. Era come il ricordo di un sogno. Controllò che Madama Chips fosse in ufficio e si alzò, andando da lui per restituirglielo. Non sapeva cosa dirgli, perché avrebbe voluto complimentarsi, ma ogni cosa che le veniva in mente non gli rendeva giustizia. Ora comprendeva il perché del regalo. Glielo porse "Grazie" disse semplicemente, e tornò nel suo letto, non sapendo cosa aggiungere. Lo osservò un attimo, pensando a ciò che le aveva detto Lavanda "Segui l'istinto". Sapeva che quello sarebbe stato il momento giusto per parlare con lui, ringraziarlo, e soprattutto scusarsi per quello che aveva fatto. Ma aveva paura che tirare fuori il discorso, e affrontarlo, avrebbe potuto peggiorare le cose. Ma d'altronde... Il suo istinto in quel momento le diceva solo Che stai aspettando? Che rischiate di morire un'altra volta?! "Malfoy" Una volta cominciato, è fatta. Si disse "Senti i-io... volevo ringraziarti... V-visto che non l'avevo ancora fatto, e non solo per l'altro giorno. Anche per la... battaglia" riprese fiato, stringendo le mani l'una nell'altra per fermare il loro leggero tremolio "E vorrei scusarmi per quello che ho fatto... Mi dispiace. I-io non avrei mai voluto..." "Si che lo volevi, o non l'avresti fatto." la interruppe freddo "E dire che ti dispiace non cambia le cose" sembrava parlasse più per lui stesso che per lei, ma la ferì, e la fece avvampare. Lei era disposta a offrirgli le sue scuse e lui la trattava... Poi ricordò che quello che le aveva detto assomigliava in modo terribile a quello che una volta le aveva detto lei. Te lo meriti. Continuava a dire una parte di lei, ma non poté trattenersi. "Bhe, almeno io ho provato a dire qualcosa! Non sono come te, quando ce n'è bisogno, io metto da parte l'orgoglio!" "Bhe, se vuoi saperlo il tuo modo di scusarti fa schifo! È inutile dire che ti dispiace per insultarmi un minuto dopo, e almeno io non pretendo niente da te, e non mi rendo ridicolo con false e... ipocrite scuse!" "Io non l'avrei mai fatto." scandì Hermione, e poi continuò "Sei tu che ti sei insinuato nella mia mente come... un parassita. Sei tu la causa del tuo male" "Smettila di fare la superiore Granger, non sei poi così diversa da me. E se non fosse così, non avresti tanta paura di tornare a casa dai tuoi" fu come una pugnalata al petto. Soprattutto perche ogni parola era vera, aveva ragione, e aveva colpito nel segno. Tentò di scacciare le lacrime prima che la vedesse, ma non fece in tempo, e una le sfuggì rigandole il viso "Bhe, sono felice che il tuo Natale sarà migliore del mio..." si liberò delle coperte, alzandosi per tirare di nuovo la tendina. Lui sospirò "Granger fermati" lei la tirò più forte che poteva, arrabbiata, tanto da credere che si sarebbe strappata. Ma rimase ferma in piedi, in attesa. "So di avere le mie colpe. Ma credo che le parole non servano a molto" lo sentì dire, poco più in là. Avrebbe voluto poterlo vedere, ma rimase sempre ferma. "Bhe, ho imparato per esperienza che, se le parole illudono, le persone deludono, e a volte è meglio illudere, per il bene degli altri, le parole sono più utili di quanto si creda" gli disse lei " So che hai protetto i tuoi genitori" lo sentì dire a mo' di scuse. La tendina si aprì, e se lo vide comparire davanti "E so che è già difficile per te dire questo... ma... anche io ci sto provando, ok? Ci sto provando con tutto me stesso... da mesi. E sembra che non conti niente, perciò non sono sicuro di voler sentire altre scuse" lo sentiva sincero, e il turbine confuso nei suoi occhi lo confermava. "Questo non è vero!" inveì lei "Tu credi che non conti niente!" quasi gridò "Ma io sono qui per merito tuo... non so quanto valga questo per te" odiava che ogni volta si riducessero a litigare, ma sembrava che entrambi fossero talmente confusi da non poter evitare quel totale casino. "Quindi è questo?" gli chiese ancora Hermione "È il tuo... modo di redimerti" disse in un sussurro, ma, la sua, non era una domanda. La porta si aprì e Madama Chips fece il suo ingresso interrompendo la conversazione "Per Merlino tornate a letto o giuro che restate qui fino a Giugno!". Tutto quello che vuole è espiare le sue colpe...
Quindi tutto quello che ha fatto... è stato perché era... pentito.
Madama Chips la fece sedere e tirò le tende, separandola dagli occhi grigi del ragazzo. Era l'ultima visita, o almeno sperava che lo fosse. La strega tamburellò più volete la bacchetta sul torace, passando alla schiena, per controllare che non ci fossero danni residui. Indugiò un momento, ma poi annuì "Signorina Granger può tranquillamente tornare a casa. Ma prima vorrei parlarle un momento nel mio ufficio" continuò, facendola preoccupare "Può iniziare a prepararsi" la esortò, dirigendosi da Malfoy, per il suo controllo. Si vestì con la divisa che le aveva portato Ginny, e la sentì tristemente larga. Prese le sue cose, infilandole tutte a casaccio nel borsone, e quando fu pronta andò ad attendere la donna davanti alla porta del suo ufficio, visto che lei non aveva ancora finito. Doveva fare qualcosa. Sentiva il bisogno di farsi perdonare da Malfoy, perché, se negli ultimi mesi lui non aveva che tentato di comportarsi bene, bhe, lei di certo non gli era stata d'aiuto. "Mi complimento con lei, nonostante tutto è in perfetta salute! Può uscire oggi stesso, ma per precauzione vorrei visitarla prima dell'inizio delle lezioni" la sentì dire, prima che lo lasciasse seduto sulla sua branda. Gli lanciò un'ultima occhiata, prima di essere delicatamente trascinata nell'ufficio, che poi era come un piccolo ambulatorio privato con scaffali e scaffali di pozioni e antidoti e rimedi di ogni genere. Si sedette di fronte a lei alla scrivania, attendendo che parlasse. "Signorina Granger, ho notato una cosa non indifferente, visitandola" "C-c'è qualcosa che non va?" le chiese turbata "Volevo parlarle proprio di questo...".
Spazio autrice
Perdonoo!! So che sono in ritardo e che io capitolo è corto... ma ho voluto concludere qui, nonostante avessi modo di continuare. Nell'indecisione ho voluto aspettare per avere il tempo di finire, ma go deciso di lasciare che il capitolo finisca così. Cosa ne pensate? Cosa succederà a Draco? E a Hermione? Come a andrà a finire con i suoi genitori? Oggi sono di fretta, vi saluto, un baciooo <3 ;*
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