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32.Storie

Il posto accanto al suo era vuoto. Era arrivata in classe in ritardo, ma Lumacorno aveva chiuso un occhio al riguardo, conoscendo la sua impeccabile condotta. Harry era già accanto a Neville, e al suo ingresso si era voltato preoccupato. Lei era stata attenta a non incrociare il suo sguardo. Doveva vedersi lontano un miglio che aveva pianto, visti gli sguardi dei compagni e le risatine dei Serpeverde. Si sedette in silenzio al banco rimasto vuoto, notando con sollievo, e un insistente senso di colpa, l'assenza di Ron. È ora. Devono sapere. Sapevi che sarebbe successo... Non riusciva a zittire la sua coscienza, che continuava a tormentarla. "...signorina Granger?" alzò gli occhi sul professor Lumacorno, che doveva appena averle chiesto qualcosa "C-come scusi..?" domandò incerta sotto il suo sguardo dubbioso "Si sente bene?" le chiese altrettanto esitante. "I-io..." non riuscì a balbettare altro "Potrei uscire, per favore?" "Certamente, vuole che qualcuno l'accompagni?" poi scrutò gli studenti "Vada con lei signor Potter" e con un gesto lo fece alzare. Afferrò le sue cose in fretta e furia, prendendo anche la tracolla di Hermione quando la raggiunse. Lei si sentiva stordita, avrebbe solo voluto piangere. "Ce la fai?" chiese Harry, vedendola incerta sulle scale "Si, si certo" disse piano. Lui non disse più niente, e la accompagnò paziente fino alla Sala Comune. Qui abbandonò le borse e la seguì, sedendosi accanto a lei sul divano. "Stai bene?" lei non riusciva a incrociare il suo sguardo "No". Harry sospirò "Che succede Hermione?" "I-io non... non so da dove i-iniziare... Non so più ne anch'io cosa mi succede" riuscì a stento a finire la frase, che scoppiò in un singhiozzo. Lui si avvicinò all'amica, cingendole le spalle con il braccio, e lei si appoggiò a Harry come era solita fare, sciogliendosi in quell'abbraccio consolatorio. Dopodiché non ci fu bisogno che lui dicesse niente, perché le parole erano inutili e ora, dopo tanta attesa, avrebbe potuto ascoltare.

Il senso di vuoto che si era impossessato di lei non accennava ad andarsene. L'unica cosa a tenerla insieme era l'abbraccio stretto di Harry, ma ad ogni singhiozzo percepiva un altro pezzo di sé abbandonarla. "Risolveremo tutto" cercò di tranquillizzarla lui "Anche con Ron. Ci parlerò io, se vuoi" aggiunse. La ragazza però scosse la testa "Non c'è bisogno..." si ostinò, sciogliendosi dalla stretta. Ora sapeva tutto. Non sarebbe più stata sola. Ma la consapevolezza di averlo trascinato a forza nella realtà, dopo che era riuscito a trovare un po' di tranquillità, la faceva sentire in colpa. Era questo che l'aveva trattenuta dal confidarsi, in quei mesi. E in poche parole l'amico era riuscito a tranquillizzarla, alleviando quella pressione costante che sentiva all'altezza del petto. Lui aveva associato subito le stranezze che le accadevano a Ariana Silente: la ragazzina infatti non era in grado di controllare la magia, che si manifestava nei momenti di tensione. L'unica differenza era che Hermione riusciva a controllare questi eccessi che probabilmente erano causati anche nel suo caso da troppo stress. Ripensava a tutte le volte che le era successo qualcosa di strano, e, in effetti, constatò che in ogni caso era stata in qualche modo sotto pressione, dopodiché la sua determinazione le aveva permesso di controllarsi, ma prima di allora non era mai riuscita a effettuare incantesimi senza catalizzatori magici. L'ipotesi di Harry la consolò davvero, anche perché la povera Ariana era vittima di disturbi psichici, che erano l'unica spiegazione per il comportamento di Hermione. Probabilmente anche lei era impazzita, altrimenti non sarebbe mai scesa a patti con Malfoy. Se è una malattia si può guarire... Cercava di rincuorarsi, accettando l'improbabile ma consolatoria idea. "Grazie Harry" gli sorrise sincera, e lui ricambiò, gli occhi verdi accesi di sollievo.

La vista del viso furente di Ron era stata l'ultima che aveva avuto di lui. Da giorni ormai le sembrava scomparso dalla faccia della terra, tanto che iniziava a considerare la comunicazione via gufo, pur di contattarlo. Non era più riuscita a vederlo, se non di sfuggita a lezione, quando si sistemava all'ultimo minuto al suo banco, scappando prima che potesse raggiungerlo alla fine dell'ora. Era riuscito a evitarla perfino quando era rimasta ad aspettarlo dopo la sua ronda, al che iniziò a sospettare che approfittasse del Mantello di Harry, che volente o nolente avrebbe dovuto darle spiegazioni. E se Ron scappava da lei, lo stesso Hermione faceva con Malfoy. La sua sceneggiata era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, e se prima aveva pensato a una possibilità di continuare quella pseudo-tregua, aveva ormai accantonato l'idea. Piuttosto decise di seguire il consiglio di Harry, e distrarsi. Non avrebbe più dovuto pensare ai suoi problemi "Come posso non pensare ai miei problemi?!" ricordava di aver gridato sconsolata "Tutto si risolve, prima o poi. E se non è così qualcosa di peggiore ti farà dimenticare quello che prima pensavi fosse importante" le aveva risposto. Era una visione pessimista e ottimista allo stesso tempo, ma tutto sommato non le dispiaceva tentare. Era totalmente folle, per lei, ma forse era quello di cui aveva bisogno. Quel weekend accettò volentieri l'invito di Ginny a unirsi a loro, perciò, quando sabato mattina si svegliò già pregustava il programma del giorno. Nel pomeriggio infatti avrebbero fatto spese a Hogsmeade, da dove sarebbero tornati solo a tarda sera, e, viste le rare occasioni in cui usciva Hermione decise che avrebbe dato libero sfogo al suo guardaroba. Dopo pranzo salì al dormitorio, iniziando una meticolosa ricerca di qualcosa anche solo lontanamente elegante. Visti i scarsi risultati optò per la sua solita mise: jeans, un caldo maglione e i suoi fidati stivali. Trovò però una graziosa borsa nera, una veterana delle uscite da babbana, che si abbinava perfettamente al maglione. Si tolse in fretta la camicia la divisa, per cominciare a prepararsi, e dallo specchio l'occhio le cadde sulla striscia rossa che le segnava la schiena. Si avvicinò, per osservare il riflesso. Passò un dito sulla pelle, e la sentì fredda. Lo fece si nuovo, e una fitta, acuta come una puntura d'ago, le attraversò la schiena, a partire dal punto che aveva appena toccato. Sapeva che non si trattava di un graffio che si era procurata durante la prova, era più vecchio. Ma non riusciva a spiegare l'idea che continuava a martellarle in testa. È impossibile. Se ne usciva ogni volta che il pensiero si affacciava alla sua mente. Eppure non c'è altra spiegazione... Si affannava nel tentativo di dare una ragione a ciò che vedeva, ma l'unica era troppo spaventosa e surreale per essere accettata. Vedeva il bordo frastagliato del taglio. La violenza con cui era stato procurato. La forma della lama era la stessa... Non può essere. Ripeté a sé stessa. Sentì di nuovo la sensazione di freddo sotto i polpastrelli. Non negare ciò che sai... È stato quel sogno... La sua coscienza non voleva tacere, perciò si affrettò a coprire la vista di quella cosa. Non passò neanche un secondo che la porta si aprì facendola sussultare "Hermione sei pronta?" la testa rossa di Ginny fece capolino, lei si schiarì la gola, aprendosi in un sorriso "Certo".

I Tre Manici di Scopa era affollato come sempre. Madama Rosmerta si destreggiava tra i tavoli, cercando di accontentare tutti i clienti, che continuavano ad arrivare in cerca di un riparo dal freddo di ottobre. "Te lo dico io, non vincerete!" esclamò Ginny a un'incredula Hannah "Staremo a vedere" ribatté lei ostinata. Per essere ragazze erano davvero coinvolte dal Quidditch! Lei si limitava a sorridere ai loro amichevoli battibecchi, come faceva anche il povero Neville. La partita imminente tra Tassorosso e Corvonero aveva animato un po' tutti, che aspettavano l'incontro con entusiasmo. L'atmosfera calda e il brusio del locale erano un piacevole sottofondo ai loro discorsi, e avevano reso quel pomeriggio piacevole. A Hermione sembrava di essere tornata ai bei tempi in cui le uscite ai Tre Manici di Scopa erano semplici e senza pensieri. L'assenza di Ron era colpa sua, avrebbe voluto risolvere con lui al più presto, anche se questo faceva di tutto per impedirglielo. "Prendiamo qualcosa?" aveva proposto Harry, "Io sono a posto" dichiarò subito Ginny "Perché no..."

Quel pomeriggio, trascorso nel tepore dei Tre Manici di Scopa, fu la cosa più vicina alla felicità che Hermione avesse provato da mesi. Le chiacchiere e l'atmosfera erano stati piacevoli e divertenti. La sera era stata tranquilla, passata in Sala Comune, ma di Ron non c'era ancora traccia. La sua assenza la faceva sentire in colpa, ma poi ricordava a se stessa che era lui che non le dava la possibilità di farsi perdonare, o quantomeno di giustificarsi. La mattina di domenica si alzò dal letto con la speranza di riuscire a a incrociarlo a colazione, ma lei era mattiniera, a differenza del ragazzo, perciò iniziò a pensare a un altro piano d'azione. Si preparò con calma, scendendo dal dormitorio. La Sala era vuota e silenziosa, come sempre sul presto. Andò al suo tavolo, dove aveva lasciato qualche libro e degli appunti, notando i diversi avvisi appesi alla bacheca. Prese quello che riportava l'elegante scrittura della professoressa Paciock, e lo lesse in fretta:

Avviso agli studenti
Lunedì 14 Dicembre si svolgerà una seconda lezione serale. Ora e luogo saranno gli stessi. Presentarsi puntuali.

Le brevi direttive erano rivolte, come la volta precedente, agli studenti del settimo anno, ma Hermione sospettava che l'iniziale interesse di tutti fosse già svaporato... Per fortuna le lezioni erano distanziate, e quindi non sarebbero state molte. Ripose il volantino, che probabilmente era stato affisso di recente: alla prova mancava più di un mese, e in molti non l'avevano ancora visto.
Con un sospiro prese le sue cose, riponendole nella tracolla, per iniziare un intenso giorno di studio.

Compiti su compiti. Test e relazioni. Mappe, pozioni... Era sommersa dalla moltitudine di lavoro che i professori sembravano voler aumentare ancora di più, e la sua mania di avvantaggiarsi non aiutava. Si impegnava tanto da non accorgersi del passare dei giorni, tanto che la mattina di Halloween si rese conto di che giorno si trattasse solo entrando in Sala Grande. Le centinaia di zucche fluttuanti che addobbavano il soffitto la lasciarono un attimo perplessa, e per questo le sfuggì un sorriso. Adorava la serata di Helloween. I dolci, le risate, i dolci, i dolci... Il mal di stomaco faceva ormai parte della tradizione, tanto quanto le zucche. Prese posto osservando curiosa le decorazioni. Come sempre la Sala era semivuota, lo stridio di una civetta la distrasse. Alzò lo sguardo e la vide entrare, cercando un passaggio tra le zucche fluttuanti, per scendere accanto a lei sul tavolo. Hermione fece tintinnare una moneta nella piccola bisaccia dell'animale e questo svolazzo via rapido, lasciandole il suo giornale. La Gazzetta del Profeta non sembrava riportare notizie importanti, perciò lo sfogliava pigramente addentando biscotti. Poi qualcuno si sedette davanti a lei, facendola distrarre dalla sua lettura. Per poco non si strozzò col succo di zucca vedendo Ron nervoso davanti a lei. "Hey" tentò in un sorriso timido, ma lei, dopo giorni di tentativi di dialogo, rimase senza parole. "B-bhe.. prima che tu dica qualsiasi cosa.. Io volevo... Io ti.. M-mi dispiace da morire" abbassò gli occhi, ma tornò subito su di lei, in cerca di una reazione. Anche se avesse voluto non avrebbe potuto dire niente, vista la pressione che sentiva al petto e il groppo in gola che minacciava di soffocarla. Si schiarì la gola, cercando si ricomporsi "Hai parlato con Harry?" gli domandò, ma l'altro fece una faccia confusa "No, perché?" lei non rispose, alzandosi dalla panca "Ti va di uscire? Vorrei... chiarire tutto" disse invece "Oggi pomeriggio, d'accordo?" "D'accordo" annuì lui.

"Credo anch'io che tutto quello stress ti abbia dato alla testa..." confermò Ron, portandosi la sua burrobirra alle labbra. Hermione stringeva la sua, scaldandosi le mani con quel tepore piacevole "Non sarò in forma smagliante, Ron, ma neanche un troll sospetterebbe di me e Malfoy... Come ti è saltato in mente?!" chiese divertita, cercando si scherzare per diminuire la tensione che sentiva. Gli aveva raccontato tutta la storia, come a Harry, e lui aveva fatto lo stesso, rivelando i suoi timori. Alla sua domanda Ron arrossì, diventando un tutt'uno con i suoi capelli "Ecco... Volevo parlarti anche di questo.." iniziò a tormentarsi le mani, di nuovo in imbarazzo "Visto che siamo in vena di chiarimenti... Sai, noi non ci siamo lasciati da molto... e..." si schiarì la gola, sempre più in imbarazzo "Si, insomma... Sto uscendo con una ragazza, ma... se tu" "RON" fermò il suo balbettio indecifrabile prima che peggiorasse. Il succo del discorso le era più che chiaro. Ora si spiegava la sue continue assenze, come anche le numerose ronde "Tranquillo. Non c'è problema" lo rassicurò. Non aveva mai pensato alla possibilità di vederlo con un'altra, ma ormai sentiva la loro storia lontana, come se facesse parte di un'altra vita, come se non fosse stata lei a viverla. Ron era il suo migliore amico, si sarebbero sempre amati in quello strano modo, ma il pensiero di una ragazza con lui non era né terribile, né sbagliato. Meritava di essere felice. "D-davvero non ri dà fastidio..? Io p-posso aspettare" propose "Non stiamo più insieme, perché aspettare?" gli sorrise sincera, e lui rispose contento "Solo..." iniziò lei, con una finta espressione afflitta e un tono che lo era altrettanto "S-solo... cosa..?" chiese evidentemente preoccupato, ma lei si allargò in un sorriso furbo "Dimmi chi è".

Spazio autrice

Ciao a tutti! Ultimamente ho aggiornato poco perché sono stata davvero molto impegnata, con la scuola e gli amico. Mi scuso con voi per il tremendo ritardo, ma temo che anche il prossimo capitolo tarderà ad arrivare. Come sempre farò il possibile. Questo non è molto movimentato, poiché faceva da tramite. Si trattava più che altro di un capitolo di rivelazione... Scusatemi tantissimo!! X( Spero di non avervi deluso. Aggiungo che per quanto riguarda l'altra storia ho deciso di aspettare, visto che non riesco a seguire come vorrei neanche questa a cui tengo molto. E, ultima cosa importante, ho cambiato un personaggio nel cast, e per evitarvi di tornare a cercarlo lo scrivo qua:

Francisco Lachowsky ~ come Cassian

per quelli che hanno letto la versione precedente. Ancora una volta chiedo perdono per l'ortografia, prima o poi (forse) correggerò tutto... Vi ringrazio per la pazienza e il sostegno, con tutti i voti e commenti, e vi mando un abbraccio! Al prossimo capitolo!! Zaooo ❤

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