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19.Sorprese

Il semplice fatto che lui fosse lì era abbastanza da sconvolgerla. Vederlo sorridere era stato come vedere Fred: il ritorno di qualcuno che credevi morto. La sua espressione doveva essere eloquente, perché il ragazzo le disse subito "Sono tornato tra i vivi" strappando un sorriso anche a lei. "Sto parlando seriamente..." "Bhe, io non sono mai serio, che ti aspettavi?" ribatté, facendole alzare gli occhi al cielo esasperata, dopa appena cinque secondi di conversazione. "Hey, ma... Perché sei qui da sola?" aggiunse un po' preoccupato "Oh, sto aspettando Harry, dovrebbe arrivare a momenti, con Ginny" si giustificò, attenta a non nominare Ron "Ma tu non hai ancora risposto alla mia domanda!" gli fece notare determinata "Molla l'osso Fuffi! Non l'avrai vinta" replicò, smorzando ogni suo tentativo di carpire informazioni. Cambiarono presto argomento, conversando tranquillamente, Hermione era stupita dal suo cambiamento. A cosa era dovuto un così rapido miglioramento? George sembrava allegro, scherzava con lei come ai vecchi tempi, ma non riusciva a capire cosa ci fosse sotto tutta quella storia, soprattutto la sua improvvisata. Non gli parlò di Fred, né di Ron, ma a un certo punto, come d'altronde si aspettava le chiese di quest'ultimo, vanificando i suoi sforzi di evitare l'argomento "È in punizione" rispose. Lui la osservò, le sopracciglia aggrottate, confuso dal suo comportamento. Da parte sua, Hermione fece finta di niente e gli chiese "Quindi tuo padre non ha saputo più niente?" riferendosi all'attacco "Ho capito che stai cercando di cambiare discorso..." lei arrossì, tradendosi da sola "Cosa?! Non è vero... Noi... Stavamo parlando di un'altra cosa, e.." la porta si aprì, rivelando le figure di Ginny e Harry, salvandola. Questi la salutarono, vedendola immediatamente, senza però notare George, che era di spalle, quando si avvicinarono lui si voltò con un sorriso a trentadue denti, e subito, quelli dei due amici si spensero per lasciare posto a delle maschere di sorpresa, Harry si schiarì la gola e lo salutò, come se niente fosse "Hey, George!" sciogliendo la tensione che sembrava aleggiare nell'aria, l'altro rispose con una pacca sulla spalla, poi rivolgendosi a sua sorella "Allora Ginny? Hai usato tutta lingua con Potter?" mentre lei, seccata lo rimproverò in stile Molly Weasley "Bhe? Che vuoi che dica? Era ora! Non aspettarti un regalo di bentornato da me, non dopo essere stato così idiota!". La specialità della rossa (prendere a calci nel sedere i suoi fratelli) si era manifestata ancora una volta, ma, Hermione non riusciva a capire le ragioni di quella sfuriata, soprattutto dopo quello che aveva passato il ragazzo "Ginny..." cercò di calmarla, ma fu subito interrotta "NO, Hermione. Adesso basta, quello che è successo non lo giustifica" rispose brusca. Harry, che stava seguendo in silenzio la conversazione delle due, si accorse dell'espressione confusa e incredula dell'amica, realizzando che Ron non aveva parlato con lei della sua lite col fratello "Ginny, aspetta, lei non lo sa" tentò di frenarla un po', col solo risultato di farla infuriare, ma fortunatamente, smise di inveire contro di loro e con un sorriso amaro scosse la testa "Cosa non so?" chiese invece Hermione con un tono più acuto del solito "Senti Harry, non c'è bisogno che mi nascondiate le cose! Non sono di vetro, posso sopportare qualche cattiva notizia!" "Non è stata una cosa intenzionale, nei giorni successivi eravamo preoccupati..." "Bene, perché la penso esattamente come Ginny, quello che ci è successo non giustifica quello che facciamo, basta mentire" George che nel frattempo aveva ordinato altre quattro burrobirre si intromise "...e dopo questo teatrino melenso finalmente arriva La Storia che Stavi Aspettando" rivolgendosi a Hermione "Andiamo a sederci a un tavolo, laggiù, dove c'è più atmosfera" indicò un angolo appartato, un po' più buio del resto della sala, Ginny sospirò esasperata, seguendolo.

Ron si era presentato puntuale. Il volto imbronciato e il morale sotto i piedi. Rifletté su come era arrivato a quel preciso istante, constatando che oltre il danno aveva anche la beffa: Hermione gli aveva sputato in faccia, senza il minimo tentennamento, di reputarlo uno stupido senza cervello. Non ricordava avesse mai rivolto insulti del genere neanche a Goyle, che poteva essere benissimo un mezzo troll. Bussò alla porta dell'ufficio, non molto distante da quello dei Prefetti e Caposcuola, al secondo piano, e subito la voce della vecchia strega lo invitò ad entrare. La stanza era stata arredata con antichi mobili, la scrivania era un subbuglio di libri e fogli, a differenza della libreria e degli scaffali, ordinati scrupolosamente. La professoressa, seduta dietro quella montagna di carta e pergamena le ricordò Hermione, che come lei spesso era nascosta da pile di volumi, ma, non appena lo ebbe formulato, si affrettò a scacciare quel pensiero. "Buon pomeriggio, signor Weasley" lo salutò gentile "Salve" "Prego, si accomodi" con un gesto gli indicò la sedia di fronte a lei, dove prontamente si sistemò "Grazie". La donna abbandonò il suo lavoro, accantonando la penna e riponendo sul tavolo gli occhiali "Signor Weasley, conosco la sua famiglia da molti anni, e Neville mi ha parlato di lei in più di un'occasione, per questo credo che il suo comportamento, oltre che inopportuno, sia stato un caso fortuito. Non voglio iniziare l'anno con il piede sbagliato, ma vorrei comprendesse la situazione dal mio punto di vista: durante la mia lezione non tollero situazioni di questo tipo, né da parte sua, né di chiunque altro, mi sono spiegata?" "Si, signora" "Molto bene, per questa volta le darò il beneficio del dubbio, spero non tradirà la mia fiducia, signor Weasley" "G-grazie professoressa Paciock, i-io non lo farò" balbettò incredulo "Mi creda, non se ne pentirà" la ringraziò "D'accordo, è meglio che vada, prima che cambi idea..." "Certo" si affrettò ad alzarsi lui, facendo cadere alcuni fogli, li raccolse rapidamente e si allontanò dalla scrivania e dalle pile pericolanti di scartoffie "Arrivederci!" disse lanciandosi fuori dalla porta. La fortuna, per una volta era stata dalla sua parte. Ora che finalmente aveva risolto almeno una parte di quella situazione si sentiva più leggero. Decise di passare al dormitorio, per sistemarsi velocemente e raggiungere Harry. Passò davanti all'ufficio dei Prefetti, la porta era socchiusa, e notò che Hannah era all'interno, anche lei lo vide, così rallentò la sua fuga dalla professoressa e entrò nella stanza "Ciao Hannah, che ci fai qui?" la salutò "Ero passata a prendere gli orari per le ronde, i miei li ho persi" spiegò "Quindi oggi resti al castello?" "No, esco a Hogsmeade tra poco, tu invece? Avevi detto di avere una punizione, o sbaglio?" replicò, dopo a per visto il suo enorme sorriso, che sicuramente non si poteva associare a una punizione "Per questa volta è andata bene" lei annuì, sorridendo a sua volta, smuovendo i lunghi capelli castani. "Anche io vado a Hogsmeade, facciamo la strada insieme?" le propose "Certo, ci vediamo all'ingresso tra... dieci minuti?" "Perfetto, a dopo" la salutò e di corsa svoltò il corridoio, avrebbe dovuto fare in fretta. Dietro l'angolo urtò qualcuno e ruzzolò a terra, proprio prima di arrivare alle scale "Miseriaccia, mi dispia.." ma le scuse gli morirono in gola, quando vide la faccia seccata di Malfoy, ma anche lui vedendolo cambiò espressione, e mostrandogli un ghigno di scherno "In ritardo per la punizione Weasleyuccio?" lui si alzò da terra, guardandolo in cagnesco. Estrasse la bacchetta come avrebbe voluto fare già tante volte. L'altro non fu da meno "Non ti conviene... non sei mai stato tanto abile, negli incantesimi" per rutta risposta lui gli lanciò uno Schiantesimo che fu prontamente deviato. Draco rise divertito "Anzi, direi che non sei mai stato tanto abile in niente" Ron gli lanciò un altro incantesimo, anche questo respinto "Perché non torni a piangere da mammina, Malfoy?" replicò, furente come non mai, ma a quel punto fu il turno del Serpeverde. Una raffica ininterrotta di scintille partì dalla sua bacchetta, il volto una maschera di rabbia, tartassando l'avversario. Ron non riusciva quasi più a resistere, ma un boato li distrasse entrambi. Sollevarono la testa, mentre il rumore aumentava e faceva tremare il pavimento. I quadri e i candelabri tintinnavano contro le pareti, e poi un grido squarciò l'aria. Ron si precipitò nel corridoio, cercando di capire da dove fosse venuto, ma quasi immediatamente un altro lo seguì rompendo ancora il silenzio. Dal piano terra giungevano rumori che non riusciva a identificare, si ritrovò a correre per le scale, seguito da Malfoy. Arrivò all'ingresso e la vide. L'Ombra vorticava, più scura che mai dalla Sala Grande verso si loro, alcuni studenti, al suo interno si erano rifugiati sotto i lunghi tavoli. Le vetrate della grande stanza erano di nuovo in frantumi, le candele spente e inutili sparpagliate sul pavimento. Rifugiata sul ciglio del corridoio c'era Hannah, affiancata da Susan Bones. Entrambe avevano lo sguardo terrorizzato e la bacchetta sguainata. Hannah puntò la propria contro l'Ombra e lanciò più volte delle maledizioni, senza risultati. L'entità si bloccò, al centro dell'ingresso, abbassandosi all'altezza di un uomo. I ragazzi, dalla cima delle scale osservavano la scena in silenzio, impotenti. Poi sembrò che il 'gas', da cui sembrava composta, si addensasse, e delle spire si allungarono in direzione delle ragazze. Prontamente Susan eresse una barriera protettiva, che appariva come una bolla-scudo attorno a loro. Le volute di gas, giungendo a contatto con questo, non ebbero il minimo problema ad attraversarlo, come se non ci fosse, avvolgendo Hannah, la più vicina. Aveva agito rapidamente, non lasciandole scampo, e lei incredula, gridò, cercando appigli, e continuando a lanciare incantesimi per liberarsi. L'Ombra si addensava sempre di più, riducendosi alle dimensioni di una persona, senza mostrarne le fattezze precise, ma mantenendone la forma. Il lungo tentacolo si era ridotto a un braccio, ora saldamente avvolto al collo della ragazza. Ron riuscì a vedere che Hannah stava diventando sempre più debole per la mancanza di aria. Voleva agire, ma sospettava che sarebbe stato inutile, come lo scudo di Susan. Poi vide l'Ombra sollevare l'altro braccio, e senza riuscire a capire come, le aveva già attraversato il busto, causando una macchia di sangue sulla camicia chiara di lei. Susan gridò, un urlo disperato che lo fece rabbrividire. Osservava la sua amica, con un rivolo rosso che le colava sul mento, segno della gravità del colpo. Un segno scuro si diramò dalla ferita, mentre l'entità sembrava farsi ancora più scura, addensandosi sempre si più "Salazar... sta traendo potere da lei" sussurrò Draco inorridì al suo fianco. Si era quasi dimenticato che fosse lì, e per una volta, apprezzò la sua compagnia, almeno non era da solo in quell'incubo "Cosa? Come lo sai?" l'altro parve non averlo sentito. Si avvicinò ancora di più alle scale, sporgendosi per vedere meglio, e pochi istanti dopo si stava già precipitando nell'ingresso. Una serie di incantesimi volarono per la stanza, fino a scagliarsi contro la cosa, ma questa si espanse e a uno a uno li risucchiò, assorbendoli completamente indenne. Ron non riusciva più a starsene fermo a guardare. Anche Susan stava attaccando l'Ombra, ma neanche in due riuscivano anche solo a scalfirla. Ron si avvicinò, iniziando a scagliare maledizioni, mentre lentamente scendeva le scale, che lo separavano dagli altri. Senza preavviso, l'Ombra lasciò Hannah, che si accasciò a terra priva di sensi, Ron si aspettava che, con le sue spire, avvolgesse uno di loro, invece assorbì gli ultimi incantesimi che le avevano lanciato, gonfiandosi di nuovo. Ron capì quasi subito che in realtà non li aveva assorbiti, aveva immagazzinato almeno una decina di incantesimi, e in un'esplosione li restituì a loro. Ron evocò lo scudo, e vide che anche Susan, lo aveva fatto. Ma quando la polvere si diradò, liberando la visuale notò che Malfoy, troppo vicino, non aveva fatto in tempo, ed era accasciato poco distante da lui. Il corpo di Hannah giaceva supino al centro dell'ingresso, in una pozza di sangue. Ron si precipitò su di lei, tastando il polso. Con sollievo percepì un flebile battito, ormai anche Susan era alle sue spalle, le lacrime agli occhi. Un gruppo di studenti uscì dalla Sala Grande, facendo capannello intorno a loro "No! Allontanatevi!" ordinò la voce severa della McGranitt. Era completamente scarmagliata, segno della fretta con cui era arrivata, che non era stata abbastanza. Si avvicinò anche lei "È ancora viva, professoressa" la rassicurò Ron "Ancora per poco..." la sentì mormorare.

Spazio autrice

Ciao lettori! Ho pubblicato questo capitolo straordinario per festeggiare il superamento delle 1000 view! So che non sono molte in confronto ad altre storie che sono dei veri e propri colossi, ma sono felice dei miei risultati, e per questo ho voluto festeggiare con voi il raggiungimento di questo piccolo traguardo! Ho modificato la copertina, in modo da rinnovare un po'. Mi sono impegnata fino a tardi, quindi spero che il capitolo vi piaccia. Le cose si fanno sempre più movimentate, e il pericolo è in agguato... Cosa succederà? Bhe, continuate a leggere, votare e soprattutto commentare! ( Amo leggere i vostri commenti, e ringrazio chi ne ha già lasciato più di uno... ) Al prossimo capitolo!

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