Cosa vuoi che sia un bacio?
«Cioè fammi capire? Ti sei scansata?» Chiese Iris quasi strozzandosi con il ghiacciolo al limone.
«È quello che le abbiamo detto anche noi!» S'intromise Martina sporgendosi dallo sdraio e abbassando gli occhiali da sole enormi.
«Uffa ragazze basta! Sono una sfigata, idiota, chiusa la discussione!» Aurora si alzò dal lettino e con un salto balzò sotto l'ombrellone, facendo attenzione alla sabbia rovente delle quattro di pomeriggio.
Non scottava solo la sabbia, ma anche le sue guance e la sua collera per essere stata una completa sciocca.
Avena a mala pena dormito quella notte, sia perché si sentiva in imbarazzo a pensare di rivedere Marco, sia perché si sentiva in colpa per non aver provato a lasciarsi andare.
Forse non si fidava totalmente di lui, in fondo aveva iniziato all'improvviso a mostrarsi interessato a lei.
«Non sei una sfigata. Semplicemente ragioni troppo» disse Iris con i capelli sbarazzini e il suo bikini rosso semplice.
«Non ci riesco. E poi anche se ha detto di essere in crisi e che non si parlano da una settimana, a quanto ne so ha ancora la ragazza. Non mi piacciono queste situazioni» sentenziò Aurora.
Però dentro bruciava perché l'unica cosa che gli piaceva di quell'estate, l'unica cosa che non doveva piacergli, era solo una: Marco.
Ma come poteva essere quella che si metteva in mezzo a una coppia?
Si sentiva morire al solo pensiero. Come si sentiva morire a pensare di non avere più occasioni per stare con Marco. Era un macello in entrambi i sensi.
«Sono in crisi nera, forse nemmeno stanno più insieme. Così mi ha detto Pietro» Iris rispose ai suoi dubbi.
«E poi è un suo problema, non tuo. Tu sei sola e non devi rendere conto a nessuno», continuò
«Mah insomma, mi pare comunque una grande mancanza di rispetto, Aurora tornò a sedersi sullo sdraio inforcando gli occhiali da sole e sistemandosi il costume rosa e nero a quadretti.
«Quanto ti piace? Perché qui la domanda non è più se ti piace, ma quanto» chiese Martina andando a sedersi accanto a lei.
«Per favore non mi mettete in imbarazzo. Ti basta come risposta che mi faccio tutti i film possibili su di lui appena sento qualche canzone romantica?» Sbuffò la mora coprendosi la faccia con il parasole dello sdraio e suscitando una risata generale.
Martina sollevò il parasole, producendo un cigolio, per guardarla in faccia «Credo che sia la persona giusta a cui dare il tuo primo bacio Aurora» e le sorrise con gentilezza. «Non ti è mai piaciuto nessuno così tanto, non ti sei mai fatta così tante paranoie per qualcuno».
Anche Iris si avvicinò e si sedette su un angolino del lettino «Dicevi che hai sempre aspettato la persona speciale. È lui per forza».
Aurora si sentiva in qualche modo sollevata, perché le sue amiche avevano parlato per lei, avevano esternato ciò che lei aveva paura di rivelare e non solo perché non era pratica con quella roba di cuore e di romanticismo, ma anche perché c'era una terza persona e non voleva rimanerci male.
O fare qualche sciocchezza.
O essere quella usata e scaricata per gioco.
Eppure la sera prima non era sembrato per niente un gioco. Marco si era spogliato della sua maschera da burlone, per rivestire i panni di ragazzo seducente e interessato a lei, che la guardava con sguardo nuovo e penetrante e... insomma quante storie per un bacio!
Cos'era mai un bacio di così speciale?
Era rimasta solo lei a non aver mai baciato nessuno e in molti la chiamavano sfigata, anche se lei non lo diceva a nessuno.
Beh, le sue amiche lo sapevano e alla fine lo aveva rivelato anche a Iris che aveva scosso la testa e aveva sorriso di fronte al suo imbarazzo e alla bugia più sciocca che avesse mai sentito.
«Che sia lui o meno, sta arrivando. Proprio adesso», disse all'improvviso Iris assumendo un espressione innocente.
Aurora si sporse da sotto il parasole e lo vide incedere verso di loro sulla passerella in legno. Il costume a fantasia, cos'erano dei granchi? Non lo vedeva, ma sembrava il costume più assurdo che avesse mai visto. L'asciugamano in spalle e gli occhiali da sole a celare la sua espressione, che a giudicare dalla linea dritta delle labbra, pareva molto seria.
Che fosse accaduto qualcosa?
Neanche il tempo di chiederselo che arrivò di fronte al loro ombrellone «Ciao ragazze, avete visto gli altri?» chiese con un leggero sorriso.
«Dovrebbero essere a fare il bagno» rispose Aurora diretta come se non vedesse l'ora di parlargli.
«Bene, ci vuole proprio un bagno con questo caldo, magari mi sveglio.
Ieri sera abbiamo fatto tardissimo e oggi sono davvero rincoglionito! Vi siete perse il momento migliore!» Sorrise finalmente verso le ragazze e ad Aurora non sfuggì il fatto che avesse in qualche modo rimarcato il fatto che se ne fossero andate prima.
C'era rimasto male perché l'aveva mollato in quel modo? Allora si aspettava che si baciassero...
Senza accorgersene avvampò come se avesse preso un ustione di terzo grado e non come se avesse evitato i raggi del sole tutto il giorno.
«Ci dispiace molto infatti, ma la madre di Aurora ci uccide se facciamo troppo tardi» rispose Martina corsa in aiuto per giustificare la situazione.
«Sarà per la prossima volta, magari piano piano a suon di quarti d'ora le schiodo un'oretta in più fuori» sorrise Aurora alle sue amiche.
«Stasera sappiamo già i programmi?» Domando Iris con sguardo complice e spostando indietro i capelli corti.
Marco si strinse nelle spalle tendendo il volto in un espressione semi malinconica «Non ne ho idea, forse io non ci sarò. Dovete sentire gli altri».
«Certo tranquillo!» disse Martina mentre Aurora si era ammutolita.
«Ci vediamo più tardi allora, vado a farmi un tuffo» rispose Marco mentre il suo cellulare iniziò a squillare senza sosta, ma lui sembrava dell'idea di ignorarlo totalmente.
Dopodiché si allontanò diretto alla spiaggia, prendendo finalmente in mano il cellulare e rispondendo.
Forse era davvero meglio lasciar perdere ogni illusione, ogni film a rallentatore... senza forzare la vita.
Se doveva succedere, sarebbe successo.
Martina si schiarì la gola «Magari ha da fare».
«Magari va da lei... e ha fatto un casino. Magari stanno anche litigando adesso, lui si rimangerà tutto e...che idiota che sono! Ma come posso pensare una cosa simile!» Aurora straparlava quasi in iper ventilazione.
«Ehi ma che succede?» Olga apparve all'improvviso alle loro spalle con gli short bianchi e una canotta corta.
«Aurora datti una calmata, sei veramente paranoica! Perché ti fasci la testa così prima ancora di cadere? Smettila di mettere sempre le mani avanti come per proteggerti» disse Iris cercando di farla ragionare.
«Lo so, è che sono fatta così, è il mio carattere» Aurora sospirò spostando un po' di sabbia con i piedi, totalmente a disagio con le sue stesse amiche.
«Allora viviti il momento per una volta. Perché non ti vedi, sei raggiante quando lui è nei paraggi. Nemmeno mi ricordavo l'ultima volta in cui ti ho vista così» continuò Martina con tono gentile.
«Avete ragione, staremo a vedere. Tu dove sei stata?» Cambiò discorso la mora spostando l'attenzione su Olga che aveva appena preso posto sulla sedia. Lei la guardò interrogativa, come stupita e infastidita da quel tono, ma ad Aurora veniva sempre spontaneo essendo lei l'unica e sola che doveva sempre andare a ricercarla in un angolo del locale.
Per colpa sua spesso facevano tardi. A tratti sembrava la bacchettona di turno, in effetti lo era, c'era poco da discutere.
Martina ridacchiò e scosse la testa «Lascia stare è confusa perché Marco ha detto che forse stasera non ci sarà, e adesso si sta facendo mille paranoie. Com'è andata con il biondo?»
Già, il PR biondo super figo e perfetto del locale dove andavano ogni sabato. Non c'è bisogno di scrivere che pure lui si era invaghito di Olga al primo sguardo, vero?
Naa era scontato, ormai conoscete le basi cardini di questa storiella.
«È andata bene, siamo stati a prendere un gelato sul pontile» fece spallucce la ragazza. Parlava sempre molto poco, da piccola era una delle bambine più timide che ci potessero essere, ma con Aurora aveva finito per aprirsi. Spesso aveva delle difficoltà con le altre, ma con calma.
«E dai! E poi? Dicci i dettagli!» Disse iris scuotendola per un braccio con euforia.
Olga arrossì come una bambina «Beh niente ci siamo baciati sulla panchina del pontile». Perché in fondo anche lei si imbarazzava molto quando parlava di se stessa e di un ragazzo.
«E come baciava?» Continuò Iris ancora più interessata.
Aurora aveva sempre avuto questo cruccio in testa: il ragazzo che avrebbe baciato, si sarebbe accorto che per lei si trattava della prima volta? E in caso affermativo, sarebbe stato orribile baciarla?
Oddio ecco che ripartivano le paranoie!
«Beh normale, c'è di meglio» Olga nascose un sorriso imbarazzato al limite, mentre tentava di tenersi occupata sistemando la frangetta e l'immancabile cerchietto rosa che portava quel giorno.
Le ragazza ridacchiarono all'unisono mentre Aurora pensava e pensava, nel suo cervello c'era un criceto che aveva il mal di ruota a furia di girare intorno come un dannato.
«Ragazze» esordì lei per attirare la loro attenzione. E quando tutte e tre la guardano aspettando la prossima castroneria lei si morse un labbro e disse: «Ma come si fa a baciare bene? Cioè come si fa proprio? Si capisce che uno non l'ha mai fatto la prima volta?»
Le sue amiche si guardarono con dolcezza e pareva quasi che volessero abbracciarla stretta stretta con i loro sguardi.
«Au è una cosa naturale, una di quelle cose che viene da sé, non c'è da imparare niente. Quando sarà il momento non ti porrai nemmeno la domanda» disse Iris.
«Se lo dite voi. Secondo me non ci riuscirò» continuò scoraggiata.
Iris le dette una leggera spinta «Ma smettila! Sei la solita pessimista! È una cosa normalissima, verrà da sola» le poggiò un braccio intorno alle spalle e la scosse leggermente.
In quel momento arrivò Cosimo al loro ombrellone, invitandole a fare il bagno con loro. Così le ragazze si diressero in riva al mare per poi scorgere i ragazzi che stavano chiacchierando animatamente con l'acqua all'altezza delle ginocchia.
Aurora aveva poca voglia di fare il bagno, ma il caldo era quasi insostenibile perciò decise di bagnare i piedi e provare a rinfrescarsi un po' con l'acqua fresca, che quel giorno era più pulita della solita schifezza di alghe.
Ma un movimento d'aria, quasi impercettibile, mosse i suoi capelli lunghi, prima di sentirsi sollevare come un sacco di patate da due braccia forti.
«Questa volta non mi scappi cara la mia Aurorina!» disse Marco con il respiro trafelato mentre la stringeva sul petto nudo.
«No aspetta! Mi tuffo da sola!» Piagnucolò lei ma senza riuscire a trattenere una risatina.
«E che gusto c'è se no!» Disse e cominciò a correre verso il mare.
E in un attimo la pelle accaldata di Aurora si schiantò contro l'acqua fredda, finendo per incontrare la sabbia del fondale. Tutto questo con il corpo di Marco appicciato al suo, sotto l'acqua.
Tornò su in superficie, scostandosi i capelli dal viso e respirando a pieni polmoni, per poi trovarsi quel pazzoide di Marco accanto con l'acqua fino al mento e lo sguardo divertito.
«Tu sei fuori di testa! Potevi affogarmi!» Aurora tossì rumorosamente.
«E dai che vuoi che sia un po' d'acqua, senti....» Cambiò repentinamente espressione apparendo in difficoltà.
Allora aveva fatto quel gesto per dirle qualcosa e quel silenzio asfissiante tra di loro, accompagnato da alcune grida di bambini che giocavano poco lontano da loro, stava facendo uscire di testa la povera ragazza.
E dai parla!
«Mi assenterò per un giorno o due, ma tornerò...» se ne uscì di getto lasciando la frase a metà.
«Perché me lo stai dicendo?»
«Per dirti che non sparisco. Devo solo sistemare alcune cose e tornerò il prima possibile» le si avvicinò con il ginocchio che sfiorava quasi il suo.
Sistemare alcune cose...
Lei annuì controllando la poca distanza tra di loro «Grazie per avermelo detto. Io sarò qui...» si sentì di dirgli, come se volesse in realtà pronunciare le seguenti parole: "Ti aspetterò qui".
Adesso avrebbe da ridire su tutta questa disponibilità, ma il primo amore ti tappa gli occhi, ti strappa il cuore e lo ruba furtivamente proprio sotto il tuo naso. Ti fa fare cose assurde, stupide, inutili, ma quanto è bella la sensazione di appartenenza che senti per la prima volta nei confronti di qualcuno?
Come se non ne potessi fare a meno. E ancora non lo sai.
«Fai la brava senza di me» sorrise lui.
«Faccio sempre la brava, anche troppo» scosse la testa sbuffando.
Lui si alzò e uscì dall'acqua prima di guardala sornione «Lo so, per questo mi piaci».
Lei non disse niente se non limitarsi a biascicare uno "scemo" che lui non sentì e si alzò a sua volta.
Lui si voltò «Ciao Aurora» e con dolcezza le diede un bacio sulla guancia, prendendosi un po' di tempo. Quando si scostò e le fece l'occhiolino, lei sorrise imbarazzata e lo salutò a sua volta.
Dopodiché lo vide voltare le spalle e andarsene con passo sostenuto, salutare i ragazzi più avanti e uscire dall'acqua.
Anche Aurora calpestò la riva con il fiatone, ma non per lo sforzo, per l'adrenalina dell'attesa di qualcosa che sarebbe arrivato. Non sapeva ancora cosa di preciso, ma la sua aspettativa crebbe al pensiero delle parole di Marco.
"...non sparisco. Tornerò..."
Era una promessa? Sarebbe tornato, ma in che modo e per cosa?
Per lei?
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