Parte 25
I giorni volano e l'inverno ci regala un bianco Natale.
O nel mio caso, una trappola mortale. Sfido chiunque a camminare a occhi chiusi sulle lastre di ghiaccio.
Dopo l'ennesima giornata di neve, Jack ha deciso di acquistare un sacco di sale per cercare di rendere agibile il vialetto.
Mi tocco il livido che si è formato dopo l'ultimo incontro tra le mie chiappe e le mattonelle gelate.
"Fa ancora male?"
"Passerà."
"Ho un metodo infallibile per far passare le bue..."
Ridacchio divertita.
"Non ho dubbi, ma Angel è in camera; non vorrei doverle dare spiegazioni sui tuoi metodi di guaritore."
"Peccato. Comunque, si è fatto tardi, è meglio che vada. Domani a che ora devo bussare alla vostra porta?"
"A proposito di domani... Le previsioni parlano di una nevicata epica."
"Verso sera, ho sentito."
"Perché non resti a dormire da noi?" Mi sono studiata questo discorso per tutto il giorno.
"Sicura? Per me non c'è problema, anzi." Ridacchia. "Ma come la mettiamo con Angel?"
"Tranquillo, non dorme nel lettone da una vita, solo qualche episodio sporadico."
"Ah, ah! Molto divertente."
"A dire il vero, è stata proprio lei a darmi il via libera."
"Se è così, non posso deludere le aspettative della tua ragazzina. Da qualche parte dovrei avere un pigiama."
"A cosa ti dovrebbe servire, di grazia?" Rispondo maliziosa.
"Se non vuoi che il pigiama party inizi all'istante, ti conviene non fare troppo l'audace."
La sua voce roca mi sfiora l'orecchio, mandandomi completamente in tilt.
La sua mano prende a correre lenta, lungo la gamba; ovunque passa si lascia dietro una scia di brividi caldi.
"Per fare colazione."
"C... come?"
"Mi hai chiesto a cosa dovrebbe servire... Per fare colazione. Lo sai, io dormo solo in intimo o completamente nudo."
"Vorrei avere il potere della vista per ammirare davvero il tuo corpo."
Mi ha fottuto il cervello, altrimenti non avrei mai lasciato scappare, così, i miei pensieri.
"Come mi hai visto tu... nessuno mai."
Non riesco più a trattenermi, seguo la scia della sua voce e mi schianto contro le sue labbra.
Ci baciamo, mordiamo, succhiamo. Un eterno rincorrersi: appena uno si allontana, l'altro lo cerca.
Guardia e ladro, un continuo scambio di ruoli.
I miei occhi toccano i suoi muscoli, saggiano la loro consistenza.
Un mugolio, un'imprecazione.
Durezza, umidità.
Eccitazione nell'aria.
Ancora una stoccata, una carezza e si ritrae leggermente.
Fronte contro fronte.
Fiato richiama fiato.
"Voglio solo sottolineare che mi sta costando un notevole sforzo." Ansima. "Mi sto trattenendo dal caricarti sulla spalla e portarti subito a letto."
"Beato te. La mia forza di volontà si è andata a nascondere, o a godersi il nostro spettacolino."
Ridacchiamo tra un respiro e l'altro.
"Questo è stato solo il prologo... Un po' di pazienza e si godrà lo show per intero."
"Ci conto."
"Avete qualche tradizione per la notte della Vigilia?"
"Nessuna in particolare, perché?"
"Angel! Prendi il cappotto e metti delle scarpe pesanti! Anche tu. Vieni, ti aiuto a prepararti."
Siamo in cortile, sciarpe e guanti a proteggerci dall'aria fredda della notte magica, e stiamo facendo un pupazzo di neve. O meglio, io passo tutto quello che serve per abbellire qualsiasi cosa stiano producendo.
Ombra cerca di fregarmi la carota che tengo in mano, da almeno cinque minuti.
"Mamma, manca solo il naso."
"Mi sa che dovremo accontentarci di un nasino alla francese. La nostra palla di pelo me l'ha sgranocchiato quasi tutto."
"Ombra!"
Chiamata in causa, la Labrador smette di rosicchiare il corpo del reato.
"Sapete, quando ero piccolo non avevamo grandi possibilità in famiglia; sotto l'albero c'erano giusto un paio di pacchetti e nulla di più. La TV era un lusso che non ci potevamo permettere, così passavamo la Vigilia ad ascoltare nostra madre, leggere fiabe di Natale. Mio fratello amava la leggenda del Pupazzo di Neve, la storia di Frosty. A forza di sentirla, abbiamo deciso di crearlo noi stessi. La neve in giardino non mancava di certo e neanche sciarpe, bottoni, guanti e cappello. Da lì è nata la nostra tradizione, ogni anno, la notte del ventiquattro costruivamo un pupazzo in giardino."
"Fatto! Jack, il nostro primo Frosty! È perfetto!"
Una campana lontana ci avvisa che è appena scoccata la mezzanotte.
"Buon Natale, ragazze."
Ci ingloba in un calda stretta.
"Buon Natale, Jack!"
Un abbraccio che sa di famiglia.
"Avete fatto un pupazzo di neve, di notte?" Alex ridacchia divertita. "Dovevate raffreddare qualche bollente spiritello natalizio?"
"Molto divertente, davvero."
Io e la mia migliore amica stiamo sistemando la cucina dopo un pranzo di Natale infinito.
"Prima che mi dimentichi, le ragazze hanno scritto sul gruppo! Abbiamo deciso che useremo i tuoi buoni prima di Capodanno. E tu sei inclusa nella giornata SPA! Vogliamo passare un pomeriggio solo donne, nessuna esclusa!"
"Non sarebbe male, almeno per l'ultimo dell'anno dovrei avere un aspetto decente!"
"Metterai il vestito nuovo? Quello che un certo uomo ti ha fatto recapitare a casa, a tua insaputa?"
Ripenso a qualche ora prima, al pacchetto misterioso che mi sono ritrovata sotto l'albero. A quanto pare un fattorino l'aveva consegnato in settimana e Dana, leggendo il mio nome sul cartellino, l'ha messo tra gli altri regali.
"Jack mi sta viziando... E la cosa inizia a piacermi." Sorrido. "Da come me l'ha descritto Angel, è quello che ho provato con lui, quando siamo andati a fare acquisti."
nella mia fantasia lo indossi con un paio di décolleté nere e sotto
Quella volta, non gli avevo dato modo di finire.
"Fai finta di nulla, come se non lo avessi ricevuto, e poi a Capodanno lo indossi. Immagina la sorpresa, appena ti vedrà!"
Ridiamo divertite, mentre io penso a come far avverare le fantasie dell'uomo che infesta i miei pensieri impuri.
Il suono del campanello attira la nostra attenzione.
"I miei suoceri." Sibila piano.
Ridacchio, ben consapevole della rivalità tra Alex e la madre di Dustin.
"È arrivato il momento di alzare i tacchi."
Dustin ci accompagna a casa, visto il tempo minaccioso e i numerosi contenitori con gli avanzi.
Stiamo per entrare quando un brivido prende a correre lungo la schiena.
Qualcuno ci sta osservando. Me lo sento.
"Andiamo, Angel."
Spingo la mia ragazzina verso il cancelletto; Ombra sembra intuire la mia urgenza e mi guida veloce su per il vialetto.
Appena varchiamo la porta, mi giro e me la chiudo alle spalle.
"Mamma, tutto bene?"
Scuoto la testa come a liberarla dalle brutte sensazioni.
"Sì, scusa, ma fa un freddo!"
"Mi sa che il telegiornale ci ha visto giusto. Spero solo che Jack si sbrighi!"
Faccio un salto, appena il campanello prende a suonare... Jingles Bells?
"È arrivato, è arrivato!"
Mi porto una mano al petto e cerco di calmare i battiti del mio cuore.
L'undicenne al mio fianco tossisce come a richiamare la mia attenzione.
Alzo le sopracciglia con fare interrogativo.
"Dovresti aprire la porta. Non mi sembra carino farlo passare dalla serratura."
Prendo un lungo respiro e seguo le sue direttive.
"Buon Natale, ragazze. Anche se in realtà ci siamo già fatti gli auguri qualche ora fa."
Sorrido appena sento le sue labbra sulle mie.
"Ma cosa ti sei messo?" Angel ridacchia divertita.
"Sicura di volerlo sapere, ragazzina? È il mio regalo da parte di mia cognata." Sospira.
"Eee..."
La sua mano mi costringe ad accarezzare...
"Una renna?"
"È Rudolph, Mamma. Ha il naso rosso!"
"Mi ha obbligato a indossarla; volevo cambiarmi prima di venire da voi, ma si è tenuta l'altra in ostaggio. Maledetta strega!"
Non so come faccia, ma con la sua sola presenza sento scemare tutte le brutte sensazioni. Con la mano ancora sul suo petto, mi alzo sulle punte alla ricerca delle sue labbra.
Un bacio leggero e mi sento rinascere.
"Carini che siete!"
Scuoto la testa.
"Ora dei regali!"
Siamo seduti a terra, vicino all'albero.
Angel ha già aperto i suoi pacchi: un nuovo PC della Apple e una borsetta a tracolla. Dai gridolini emessi, direi che é entusiasta.
"Questi sono per te. Questo da parte mia, questo da Mamma e questo da entrambe."
"Questo è per te, invece."
Afferro un pacco grande e pesante. Angel ridacchia divertita.
"Stai gongolando?"
"Diciamo che mi ha aiutato..."
Straccio piano la carta e i miei polpastrelli impattano su una superficie piena di solchi e rilievi.
Le dita di Jack mi guidano e io non posso che commuovermi.
"Un... Un album fotografico."
"Ho trovato questo posto su internet. Praticamente, trasformano le comuni foto, in 3D. Senti? Questa è Angel e questa sei tu. La biondina mi ha inviato tutte le foto che aveva sul computer, così adesso le puoi vedere. Al fondo ci sono ancora degli spazi vuoti, appena avrete qualche scatto che vi piace particolarmente, me le inviate e io le farò stampare."
"È bellissimo. Grazie, grazie infinite."
Cerco di ricompormi, ma mi ritrovo a sorridere tra le lacrime che continuano a scendere, mentre accarezzo i lineamenti di mia figlia.
"Dai, adesso tu, Jack!"
"Una cravatta! È bellissima!"
Ridiamo al suo entusiasmo.
"O detto qualcosa che non dovevo?"
"No, tranquillo, poi ti racconto. Forza apri gli altri due."
Ancora nastri che scivolano, rumore di carta e... Un lungo sospiro.
"Sono... Sono stupendi." La voce profonda, trema leggermente.
"Mi sono permessa di scrivere le prime pagine. Spero non ti dispiaccia."
Un lieve fruscio.
Che la tua storia sia sempre piena,
tanto da riempire mille pagine bianche.
Che la tua storia sia pura poesia,
per darti la possibilità di graffiare, disegnare, parole eleganti.
Che la tua storia sia intensa,
tanto da non avere rimpianti quando sarà ora di mettere l'ultimo punto.
Qualunque sia la tua storia,
passata, presente, futura,
permettimi di scriverla con te.
Ti amo
Tua Judy
Capitolo 1
Io, chi sono?
Vi sembrerà un dettaglio poco rilevante, ma sapere chi siete veramente, è il primo passo per scrivere la propria storia.
Durante la mia infanzia, mi sono perso, non sapevo più chi ero. Ma ho lavorato su me stesso e adesso sono qui, a disegnare la mia prima Lettera Maiuscola, il mio punto fermo, il mio punto di partenza. Perciò...
Molto piacere.
Io sono Jack Meiser.
"Spero di aver scritto bene, era da molto tempo che non usavo carta e penna. Al massimo mi tocca firmare qualche documento..."
"È... Perfetto. Voi siete perfette. Grazie, è il regalo più bello che io abbia mai ricevuto."
"Vado a mettere il computer in camera, devo assolutamente fare delle foto da mandare a Cate!"
Angel saltella contenta, lasciandoci soli.
"Stai gongolando. Sembri Angel un attimo fa!"
"Verba volant, scripta manent."
Ti amo
Tua Judy
Arrossisco.
Lo sento spostarsi alle mie spalle; la mia schiena premuta sul suo petto, le braccia a circondarmi.
Giro la testa e sento il suo fiato sul viso.
"Ti amo." Pronuncio per la prima volta quelle parole.
Poche sillabe, un tripudio di emozioni.
I suoi palmi mi bloccano gentilmente, la sua bocca mi ama. Si ritrae un poco e prende ad accarezzare le gote, le cicatrici.
"Ti amo, Judy."
Durante la notte, una tempesta di neve ulula bianca fuori dalle finestre.
Durante la notte, i nostri corpi creano semplice magia sussurrata.
Lenti, rapidi, profondi, siamo la tempesta perfetta dentro le mura della mia stanza da letto.
"Chiudi gli occhi. E adesso, guardami." Porto le sue mani sui seni.
Il mio cuore suona per lui.
Fare l'amore non è mai stato così intimo.
"Sei bellissima."
Accelera fino a quando l'estasi ci accoglie, ci prende.
La sua fronte trova posto sulla mia spalla; le sue labbra baciano la pelle accaldata.
Il peso del suo corpo mi copre, mi ingloba.
Diventiamo una sola cosa.
Un groviglio di braccia e gambe.
Un concerto di respiri.
"Ti amo."
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Siamo connessi.
Te ne sei accorta anche tu.
Ho visto il momento esatto in cui hai percepito la mia presenza.
Mi cercavi.
Ma c'era lei: tua figlia.
Unico ostacolo tra noi.
Sbagliato.
È arrivato Lui, ancora Lui, di nuovo Lui, sempre Lui.
Ti piace giocare, farti desiderare. Magari, farmi anche ingelosire.
Forse, è proprio così che mi vuoi... Arrabbiato, geloso, possessivo.
Brava, ci sei riuscita.
Con il tuo comportamento, hai cancellato definitivamente quello che ero.
Che liberazione!
La mia stupida educazione, la mia stupida timidezza...
Non resta più nulla.
Sono un uomo nuovo.
Esattamente come mi hai sempre voluto tu.
È colpa tua.
Tutto questo... È merito tuo.
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