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Parte 24

"Judy, il tuo ultimo appuntamento ha disdetto. Chiede scusa, ma ha avuto un impegno improvviso. Pensare che aveva chiesto lui di modificare l'orario... Sarà colpa della sua nuova fiamma?"

"Lo spero; chiunque sia, gli sta facendo un gran bene. Va beh, tanto meglio per noi, chiudiamo e andiamocene a casa! Chiamo un taxi."

Non mi sembra vero di uscire a un'ora decente. A causa dei vari appuntamenti con Jack, mi sento di aver trascurato Angel più del dovuto.

"Sono a casa!"

Ombra corre sulle piastrelle, appena sgancio la pettorina.

"Ciao, Mamma. Hai fatto presto!"

"L'ultimo cliente non si è presentato. Fatto i compiti?"

"Appena finiti. Stavo sbirciando su internet per trovare gli ultimi regali di Natale."

"Dovremmo essere a buon punto! Ho chiamato la mia amica estetista e ho prenotato i trattamenti mani-viso per zia Alex, Dana e Karen."

"Per zio Dustin ho ordinato una nuova tracolla per il PC, la sua cade a pezzi."

"Spunto mentalmente anche quella casella... Fatto!"

La sento ridacchiare.

"Per Cate?"

"Già comprato. E no, non ti dico cosa le ho preso. So già che poi ti scappa e tanti saluti alla sorpresa!"

"Forse hai ragione..."

Almeno lo ammette. Non è mai stata brava con i segreti. Quando sa qualcosa, inizia a gongolare sfacciatamente. Se me ne accorgo io che sono cieca... Figuriamoci gli altri.

"Ancora qualche giorno e sei ufficialmente in vacanza." Ripenso all'agenda di lavoro e ai numerosi buchi che si sono formati a causa delle feste imminenti. "Sai, molti pazienti mi hanno già fatto gli auguri. Se non ci sono dei cambiamenti dell'ultimo secondo, dovrei riuscire a organizzare gli appuntamenti al mattino, così avrò i pomeriggi liberi. Poi dal ventiquattro chiudo baracca fino all'anno nuovo!"

Un po' di meriato riposo, finalmente.

"Come ci organizziamo per Natale?"

"Indovina?"

"Lo so che andiamo da zia Alex, ma intendevo con Jack."

"Per quanto ne so, è stato invitato da suo fratello."

"Potrebbe venire da noi, la sera. Mangiamo qualcosa tutti insieme e ci scambiamo i regali... Perché tu hai pensato a qualcosa per lui, vero?"

Un regalo per un uomo di successo, che possiede un appartamento dove a stento dorme...
Sono giorni che mi lambicco il cervello, alla ricerca del dono perfetto.

"Idee?"

"Siamo in un mare di guai. Potrei chiedere a Josh!"

"Che ne dici, se ci facciamo un giro in centro e cerchiamo qualcosa di adatto, tutto da sole!"

"Del vero shopping! Vado a prepararmi."

Il taxi si ferma, lasciandoci in uno dei quartieri più interessanti e vivaci di New York: SoHo.

"È da tanto che non facciamo una passeggiata in questa zona."

"Hai ragione, ma adesso abbiamo la scusa perfetta per ritagliarci un pomeriggio fuori dagli schemi. Hai voglia di fare strada?"

Angel mi prende sotto braccio e mi guida tra la gente che affolla le vie. Chiacchieriamo tranquille mentre passiamo davanti alle numerose vetrine che si affacciano lungo il quartiere, ma ogni volta che ci sembra di aver trovato il regalo perfetto, facciamo marcia indietro.

"Una cravatta. Finisce che gli prenderemo una stupida cravatta o una cavolo di cintura." Sbuffa spazientita.

Ci siamo rintanate dentro un localino, appena le nostre dita hanno deciso che il sangue non doveva più circolare al loro interno.

"Non darti per vinta, abbiamo ancora qualche negozio da visitare, prima che i nostri nasi congelati cadano a terra."

"Adesso mi immedesimo... Sono Jack. Io sono Jack. Per Natale vorrei ricevere..." Trattiene il respiro in attesa che le si accenda la lampadina. "... una dannata cravatta!"

Non riesco a trattenermi e scoppio in una risata.

"L'hai nominata così tante volte che, se anche trovassimo altro, gliene compreremo una lo stesso."

"Prendimi pure in giro. Non ti viene in mente nulla? Non so, magari durante i vostri appuntamenti avete anche parlato, oltre a"

"Angel!"

"Baciarvi! Mamma, di cosa ti scandalizzi? Lo so che vi fate le coccole! Comunque, ora ho bisogno che ti concentri. Dai, pensa!"

Sento le guance andare a fuoco al ricordo dei nostri incontri.
Il suo ristorante preferito, la mostra tattile al MoMA, il concerto di musica jazz...
Il suo profumo, i baci, le carezze...

"Ci sono! Una bella penna stilografica!" La voce della mia undicenne mi riporta al presente.

"Cosa stiamo aspettando?"

Siamo fuori da Goods for the Study, una delle cartolerie più raffinate di questo quartiere.

Al suo interno, l'aria profuma di carta e inchiostro. Mi ricorda il tour negli uffici della sua rivista.
Cerco di evitare movimenti bruschi, non sapendo cosa mi circonda.

"C'è qualcuno?" Chiedo piano alla mia compare.

"Siamo sole. Aspetta. Buona sera!" Quasi urla, costringendomi a strattonarla per evitare una figuraccia.

"Arrivo!"

"Come non detto, non siamo, poi, così sole!" Ribatte compiaciuta.

"Eccomi. Scusate, ma stavo cercando di sistemare le merci sul retro. In cosa posso esservi utile?"

"Stiamo cercando una penna stilografica."

Mi sono fatto coraggio e ho iniziato a scrivere il mio libro

Quelle parole mi tornano in mente come un flash.

"E un quaderno rilegato in pelle!" Mi affretto ad aggiungere.

"Ottima idea, Mamma!"

Alzo la mano e la mia ragazzina mi batte il cinque.

La commessa ci mostra i prodotti, o meglio, li fa vedere a Angel, mentre io mi concentro sui rivestimenti dei quaderni. Alcuni hanno piccole incisioni, altri dei disegni in rilievo, ma nessuno mi convince appieno.

"Qualcosa di più classico?"

"Aspetti un secondo, forse ho quello che cerca."

Al suo ritorno, la prima cosa che percepisco è l'odore. Mi giunge alle narici: antico, legnoso.

"Le pagine al suo interno sono di un bianco sporco, senza alcuna scritta, e al fondo è presente una tasca per riporre i fogli svolazzanti, come appunti o altro."

Pagine bianche pronte per essere graffiate.

Appena mi viene lasciato tra le mani, accarezzo la pelle morbida e liscia al tatto, senza fronzoli.

Me lo porto al petto: è lui.

"Prendiamo questo."

"E questa." Angel porge la stilografica. "Ci manca solo la dannata cravatta."

Sorrido alle sue parole, mentre porgo alla commessa il prediletto.

Siamo nuovamente per strada; tra le mani, i sacchetti con gli ultimi acquisti.

"La cravatta la cerco sul web. Ti va di tornare a casa, non sento più i piedi."

Annuisco e afferro il cellulare per chiamare un taxi. Sto per avviare la chiamata quando sento un clacson che suona ripetutamente.

"Dannazione!"

"Che c'è?"

"Jack!"

"No!"

"Vorrei sbagliarmi, Mamma, ma è proprio lui. Ha appena fatto inversione... Parcheggiato... Sta venendo nella nostra direzione... Stampiamoci un bel sorriso." Sussurra piano.

"Ragazze, che ci fate da queste parti?"

Le sue labbra morbide si appoggiano sulla mia guancia ghiacciata.

"Jack, che sorpresa! Tu, piuttosto, come mai qui?" La ragazzina gongola compiaciuta.

"Un paio di commissioni. Dove siete dirette?"

"A casa. Ancora un minuto qua fuori al freddo e inizieremo a disseminare parti congelate del nostro corpo, come briciole sull'asfalto, tipo Pollicino. Il naso sarà il primo a cadere!" Sfrego le mani per enfatizzare le mie parole.

Le sue braccia mi avvolgono all'istante, regalandomi un po' del suo calore. Un po' del suo profumo.

"Nessun problema, vi porto io."

"Sicuro? Magari hai altri programmi."

"Niente di importante. Biondina, vuoi darmi le buste?"

"No! Cioè, non sono pesanti, solo un po' di materiale per la scuola."

"Ok. Allora, signore, da questa parte."

L'abbiamo scampata.

All'interno dell'abitacolo, chiacchieriamo di tutto e di nulla.

"Hai programmi per Natale?" Angel fa il primo passo.

"A pranzo sono da mio fratello. Voi?" 

In realtà ne avevamo già parlato, ma decide di stare al gioco.

"Da zia Alex. Tutti gli anni mangiamo insieme a pranzo, visto che nel pomeriggio arrivano i nonni di Caterina. Potresti venire per cena. Solitamente, ci portiamo a casa un po' di avanzi; tutte le volte cuciniamo sempre troppo!"

"Tesoro, raccontala giusta. Dana cucina sempre troppo, semmai. Noi portiamo i contenitori!"

Ridiamo di gusto.

"Allora, aggiudicato! Cena a casa Medley!"

Sento un appena accennato alle mie spalle. Sorrido all'entusiasmo, a malapena trattenuto, della mia ragazzina.
Una mano si appoggia sulla mia, le nostre dita si intrecciano, si baciano, e una scarica di calore si propaga lungo il braccio.

"Jack, ti piacciono le cravatte?"

E tanti saluti a una delle sorprese!

Dannata cravatta!

A causa di una telefonata improvvisa, il mio invito a fermarsi per cena, viene gentilmente eclissato. Dopo una doccia calda, mangiamo un boccone, guardiamo un po' di TV e ci rintaniamo ognuna nella propria stanza.

Sono al calduccio, il mio audiolibro tra le mani, quando mi sento chiamare.

"Dimmi, tesoro. Non riesci a prendere sonno?"

"Sono troppo eccitata. Non vedo l'ora che sia Natale!" 

Vuole fare tanto la grande, ma la bambina che è in lei, a volte si riaffaccia.

"Curiosa di vedere cosa ti porta Santa Claus?"

"Sono due anni che non ci credo più, Mamma!"

"È qui che sbagli. Io ci credo ancora e ho quarant'anni! Magari non scrivo la letterina, ma ho sempre amato la magia di questo periodo. Non la posso vedere, ma riesco a percepirla.
Pensa a quando tocchi le decorazioni, la carta dei pacchetti e i loro nastri, o quando respiri il profumo della cannella e dello zenzero. La puoi ascoltare per le vie affollate, quando incroci i cantori di strada con le loro campanelle e la assaggi quando divori lo zabaione caldo." Sorrido mentre sottolineo la sua golosità verso i dolci. "Il Natale è Magia allo stato puro. Basta fare attenzione e la puoi trovare, ovunque ti giri."

La sento sorridere; poi emette uno sbadiglio.

"Vuoi dormire con me, piccola Elfa?"

Un cenno d'assenso e me la stingo vicino.

"Mamma?"

"Dimmi."

"Mi piacerebbe che Jack restasse con noi a Natale."

"Viene a cena, infatti."

"Lo so, ma vorrei che rimanesse  anche... dopo. Pensi che... che potremo essere una famiglia, un giorno?"

Il mio cuore prende a battere come un forsennato.

Ti amo

"Sarebbe bello." Lascio andare un sospiro. "Sai, mi... Mi ha detto che..."

"Ti ama, Mamma. Lo so. Lo vedo da come ti guarda."

"Quando si è aperto con me... Io non sono riuscita a ricambiare quelle parole. Avevo paura... Ho paura di rimanere ancora una volta da sola. Scusa, mi è uscita male."

"Ho capito cosa intendi."

Cala il silenzio per un lungo istante.

"Se mai dovesse succedere... Siamo una bella squadra, Mamma."

"La migliore, Angel."

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Ancora una volta, hai scelto Lui. 

Ero a tanto così, un soffio... e ti ha portata via.

Non sono nessuno d'importante.

Allora, perché mi sproni a continuare, a non demordere?
Forse, vuoi che mi impegni di più...

Va bene, cara dottoressa.

Io non mi arrendo.

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