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Parte 21

Ti amo

Tutto cade al cospetto di poche sillabe.
Castelli di carta, le etichette crollano come coriandoli ai miei piedi.

"Judy... Lo so che può sembrare frettoloso."

Fiato caldo le infiamma. Bruciano.

"Non farei mai nulla che possa nuocerti o far del male a Angel."

Cenere fumante, si dissolvono nell'aria. Svanite.

"Judy..."

"Taci, Jack."

Scatenacciare di catene spezzate.
Schioccare di briglie sciolte.
Clangore di ferri dischiusi.

Libera da ogni giogo professionale, imposizione lavorativa, mi risveglio donna.

"Baciami."

Salto nel vuoto.
Schianto di labbra.
Dolce guerreggiare di umide stoccate.

Emozioni adrenaliniche.
Sensi totalmente in cortocircuito.

"Se vuoi che mi fermi... devi dirmelo. Adesso." A corto d'aria. "Perché non credo di riuscire a tirarmi indietro se"

Trovo il suo fiato e lo blocco; zittisco ogni dubbio.

"Mai pensato di volerti fermare."

Le mie dita lo dipingono.

"Raccontami i tuoi colori, Jack." Lo accarezzo.

Labbra. "Peccato pungente."
Zigomi. "Colline inflessibili."
Occhi. "Prato vergine."
Fronte. "Solchi di pensieri impuri."
Capelli. "Setoso intrico."

Tuffo le mani e lo strattono gentilmente verso il mio volto.

"Non ho finito... Lasciati guardare."

Le sue braccia mi circondano; ci solleva in un unico movimento fluido.

Equilibrio instabile, mi accosto a lui per non rovinare a terra.
Un passo indietro, il suo.
Fruscio.

I suoi palmi afferrano i miei.
Li guidano sulla calda superficie della sua pelle.

Spalle. "Portatrici di colpe assolte."
Petto. "Indomabile domato."
Addominali. "Incassatori di carezze violente."

Forzo debolmente un distacco.
Mi sento una pittrice inesperta, ma golosa di rivalsa.

Impugno la mia stoffa; scavalca, cade inanimata, prosciugata dalle mie forme.

Singhiozzo strozzato dal profumo mascolino.
Risucchio d'ossigeno sibilato.

"Tangibile, inafferrabile. La tua bellezza non conosce verbo che possa racchiuderla."

Menestrello di torture graffiate su papiro invisibile, fatto d'aria.

La mia empatia totalmente soggiogata, spinge ancora i miei polpastrelli verso il suo corpo.

"Finalmente ti vedo."

"No. Ti sbagli. Tu mi hai sempre visto." Spalanco le palpebre. "I tuoi occhi mi hanno guardato dentro, osservato ogni meandro oscuro del mio essere. L'unica a scorgere il mio vero Io."

Mi sfiora le gote, mi racchiude tra i palmi.
Mi bacia.

L'urgenza di scavalcare quella linea che per tanto tempo ci ha separato, si tramuta in uno schianto di corpi.
Le sue mani scendono fino ai glutei, un secondo e sono avvinghiata con le gambe al suo bacino.

"Non farmi cadere."

"Mai."

Mi affido a lui.
Anima e carne.

Mi adagia su una coperta fresca, il materasso assorbe ogni nostro movimento.

"Jack, non farmi pregare."

L'eccitazione è palpabile, tagliata da gemiti strozzati: i nostri.

Via gli ultimi indumenti facciamo conoscenza delle nostre intimità.

Collisione.
Caduta e risalita e poi sempre più a fondo in una giostra mozzafiato.

Colpi ritmici, cadenza di lamenti passionali.
Fretta e calma, tempesta e languore.
Non ci risparmiamo.
Ci chiamiamo a gran voce.

Perle prendono a scorre sulla pelle, scivolano calde sui brividi tangibili.

"Jack!" Non resisto e lascio andare il suo nome.

"Ti amo, Judy!" Spinge quelle parole con il corpo, il fiato. Il cuore.

L'estasi ci accoglie.

Stille salate scavalcano il buio. Non riesco a trattenerle.

"Ti ho fatto male?"

Scuoto la testa.

"È stato perfetto. Tu sei perfetto..."

"No. E tu lo sai meglio di chiunque altro."

"Per me, Jack. Tu sei... perfettamente imperfetto, per me."

"Per nessun altro. Solo per te."

Schiena e petto. Mani intrecciate.
Mi culla nella notte.

Non ci sono serpi che bagneranno le lenzuola stanotte.
I miei occhi sorridono come non facevano da tempo immemore.

"Buonanotte, Judy." Sussurra appena.

Morfeo ci chiama, ci accoglie tra le sue braccia.

Palmi caldi mi solleticano.
Labbra corrono sulla pelle, dettano il sentiero.
Sorrido all'eccitazione ritrovata.
Ingorda di attenzioni, lascio andare un respiro. Mille parole raccolte in un solo fiato.

Mi volto alla ricerca del mio dolce aguzzino.

"Buongiorno. Scusa, ma non sono riuscito a trattenermi."

"Troppo loquace per i miei gusti. Voglio i fatti, Jack."

Ride sommessamente alla mia impazienza.
Non aspetto, prendo possesso del suo corpo; lo assaporo guadagnando un gemito in risposta. Redini del comando tra le mie mani.

Artiglio le lenzuola, quando mi sento assaggiata. Lascio che la cadenza di movimenti mi prenda. Sragiono.

Un colpo di reni e il materasso accoglie la mia schiena.

"Posso?"

"Puoi tutto." Rido al suo gioco zeppo di dolci aspettative.

Caracollo prona, le sue mani afferrano i fianchi. Scalpiccio profondo, ritmico.
La schiena inarcata, faccio le fusa alle sensazioni che crescono inarrestabili.

Orgasmica esplosione.
Crolliamo soddisfatti. Il suo petto una calda coperta.

"Buongiorno." La sua voce solletica i miei capelli.

Annuisco a corto di fiato, scatenando una sua risata a stento trattenuta.

"Vuoi farti una doccia?"

Annuisco ancora.
Le sue braccia sollevano la mia nudità e si dirige a passo sicuro verso il bagno.

Un asciugamano a mo' di turbante, una maglietta, a dir suo, nera come vestito e siamo alla presa con la colazione: caffè, spremuta e croissant caldi.

"Programmi per la giornata? A quanto pare mio fratello mi ha dato il giorno libero. Dal sorriso che sfoggi, qualcosa mi dice che c'è il tuo zampino."

"Touché. Sono libera fino a stasera, comunque."

"Sbagliato. Mi spiace, ma dopo tutto questo non ti libererai mai più del sottoscritto. Ti farò stampare una maglietta, un intero stock se necessario, con su scritto 'Impegnata!' a lettere fluorescenti. Sono sincero, Judy. Tu ed Angel mi siete entrate sotto pelle..." Mi afferra la mano. "nel cuore. Lascia che ti dimostri quello che provo, perché non ho alcuna intenzione di rinunciare a voi."

Un uomo che non ha paura di mostrare i propri sentimenti. 

"Perché le tue labbra non sono ancora sulle mie?"

Annulla la poca distanza, mi solleva fino a quando non sento il marmo freddo sotto i glutei.
Il suo corpo tra le mie gambe e riprendiamo un discorso fatto di carezze e bocche.
Non possiamo farne a meno.

Quando ci stacchiamo a corto d'ossigeno restiamo abbracciati ad ascoltare il suono dei nostri battiti.

"Avevi ragione." Sussurra al mio orecchio.

"Mi capita spesso, ma su cosa?"

"Oggi New York si è vestita di bianco."

"Nevica!?"

"Facciamo un giro tra le strade della Dama Bianca? Tra poco è Natale e non so cosa si regala alle undicenni."

"Natale... Avevo promesso a Angel di addobbare casa!" Mi schiaffeggio mentalmente.

"Non vedo il problema? Facciamo un giro, shopping, mangiamo un boccone e andiamo a salvare la biondina dalle grinfie della Strega Cattiva!"

"Non farti sentire da Alex."

"Lungi da me! Abbiamo un programma: muovi le tue belle gambe e andiamo a prepararci."

Ti amo

È lì, sulla punta della lingua. 

Lo ingoio. 

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