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Chapter 34.

Mi guardai allo specchio.

Il vestito che indossavo mi fasciava come una seconda pelle ma senza mettermi in imbarazzo.

Era nero con una gonna a ruota che mi arrivava al ginocchio. Il corpetto era stretto al punto giusto e risaltava le mie forme.

Scesi in cucina per prendere un bicchiere d'acqua e sentii un bicchiere frantumarsi sul pavimento alle mie spalle. Mi voltai spaventata.

<< No no no. >> iniziò a scuotere la testa Nash.

<< Devi cambiarti, Light. >>

<< Cosa? No. >> protestai.

<< Non puoi... sei... sei troppo... >>

<< Brutta? >> chiesi facendo una giravolta.

<< Bella. >> rispose lui squadrandomi per poi incastonare i suoi occhi nei miei.

Rimanemmo a guardarci per un tempo che sembrò interminabile. Fino a che sentimmo un clacson.

<< E' Cam. A proposito, come hai fatto a entrare? >> gli chiesi.

<< E' da dieci anni che ho le chiavi. >> rispose mostrandomele.

<< Ma quello ti suona il clacson ogni volta? >> chiese riferendosi a Cameron.

<< Diciamo. >> risposi uscendo di casa.

Entrai in macchina salutando Cam e partimmo seguiti da Nash che era nella sua auto.

Arrivammo al locale. Era nel centro della città, e di conseguenza, molto affollato. Sull'insegna spiccava la parola 'Heaven' scritta con le luci a neon, accanto alla scritta c'erano due ali di angelo aperte.

Cameron e Nash si misero uno da una parte e uno dall'altra per evitare che le persone mi schiacciassero. Cosa che mi mise decisamente in imbarazzo anche se dopotutto era un gesto dolce.

In quel momento mi sembrava di essere al confine di due mondi diversi. C'era qualcosa dentro di me che mi urlava di allontanarmi perché erano entrambi troppo per me. Cam lo amavo con ogni singola cellula di me, ma Nash era il mio migliore amico da un sacco di tempo al punto da sembrare che quelle cellule le avesse costruite lui. Non potevo scegliere. Per entrambi provavo dei sentimenti troppo forti per decidere. Ma non dovevo pensarci, non dovevo farlo. Se avessi perso uno di loro sarei caduta, e sta volta non avrei saputo come rialzarmi.

La musica mi impediva di sentire cosa mi stavano dicendo i ragazzi.

<< Cosa? >> chiesi alzando la voce per farmi sentire meglio.

<< Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa? >> mi chiese Nash avvicinandosi.

Scossi la testa.

Mi guardai attorno cercando un posto libero dove aspettarlo. Individuai Gwen e Taylor seduti a un tavolo mentre bevevano qualcosa di ambrato dallo stesso bicchiere. Ci pensai un po' prima di avvicinarmi a loro, avrei potuto lasciarli soli.

*Ma no tu devi interrompere tutti i momenti migliori. *

" Senti, taci per una volta. "

*Come vuoi.*

<< Sapete che non potreste bere vero? >> chiesi sedendomi su di un divanetto accanto a Cameron.

<< Conosco il proprietario. >> rispose Tay alzando le spalle per poi stringere un po' la bandana nera che portava come sempre in testa.

La bandana elegante. Così la chiamava.

Nash tornò con una bottiglia di qualche bevanda alcolica.

<< Anche tu non potresti bere. Non hai ancora ventun'anni>> dissi vedendolo aprire la bottiglia e versando il contenuto trasparente in un bicchierino.

<< Qui siamo in Paradiso, si può fare tutto. >> rispose lui buttando giù il primo shot.

Mi guardai attorno. C'erano gruppi di ragazzi che 'ballavano' come degli animali impazziti già sotto l'effetto dell'alcool, altre persone che sembravano essere diventate un tutt'uno e c'erano bicchieri e bottiglie vuote ovunque.

Se quello era il Paradiso, l'Inferno non doveva essere poi così pessimo, no?

Cameron prese l'ennesimo sorso dalla bottiglia di Nash e gli battè il cinque, un gesto che mi lasciò quasi sconvolta, dovevano essere davvero andati.

Si alzò porgendomi una mano.

<< Principessa, è ora di scendere in pista. >> disse facendo una faccia buffa.

Mi alzai e lo seguii.

Mentre ballavamo Nash non ci staccò gli occhi di dosso neanche un secondo.

Partì un lento e Cameron mi strinse di più a se, procurandosi un'occhiataccia da Nash.

<< Smettila. >> mimai con il labiale e gesticolando al mio migliore amico di smettere di fissarci.

Lui scosse la testa per negare e si mise comodo sulla poltroncina.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo.

Anche se avrebbe dovuto darmi fastidio, non riuscivo a essere infastidita da quel gesto. Trovavo confortante il fatto che Nash si comportasse da fratello maggiore e cercasse di proteggermi.

<< Senti io vado in bagno okay? >> chiese Cam a metà canzone.

<< Oh sì vai pure. >> risposi staccandomi per poi raggiungere gli altri.

<< Andiamo Nash, devi abituartici. Non potrà essere sempre tua. >> sentii dire da Gwen.

<< Di cosa parlate? >> chiesi sedendomi sul braccio della poltrona di Nash, che si irrigidì.

<< Di te. >> rispose Tay.

Mi voltai nella sua direzione con un'espressione interrogativa.

Gwen sputò la bevanda che fino a poco prima stava sorseggiando.

<< Intende di tè. Nash non vuole condividere la ricetta del tè che fa sua nonna. >> si intromise.

<< Ah. Dai Nashy, svelaci il segreto. >> cercai di convincerlo.

<< Lei usa l'acqua e il tè della Twings. Svelato l'arcano. >> disse enfatizzando.

<< Davvero sorprendente. >> mi finsi colpita dalla notizia ottenendo una sua risata.

<< Vado in bagno, non muovetevi di qui. Tay a te il comando. >> ci informò.

<< Stai lasciando due adolescenti nelle mani di un bambino. >> protestò Gwen.

<< Esatto. >> confermò prima di andarsene.

<< Anche a me scappa. >> avvisai gli altri.

<< Tutti incontinenti insomma. >> commentò Gwen prima che me ne andassi.

Nash's pov

<< Gotta catch em all. Go catch em all. >> iniziai a canticchiare.

Ero davvero andato.

Preferivo affogare nella vodka invece di vedere quel coso mettere le mani sulla mia Light.

Aprii la porta del bagno del locale e quasi caddi a terra dallo shock.

Cameron stava baciando passionalmente Charlotte che non indossava la maglietta.

<< Lurido figlio di pu... >> lo insultai ma venni fermato dal rumore di un bicchiere frantumato a terra alle mie spalle.

Mi voltai sperando con tutto me stesso che non fosse chi pensavo che fosse.

<< Marty io... >> disse Cameron andandole in contro mettendole una mano sulla spalla.

Lei gli tirò uno schiaffo sulla guancia, gli rimase il segno delle dita.

<< Non mi toccare. >> urlò Light prima di voltarsi e percorrere a grandi falcate la sala.

*Coglione.*

La seguii fuori dalla discoteca.

Si fermò proprio sotto l'insegna mentre iniziò a piangere. Non sembrava un pianto triste, era più un pianto arrabbiato.

<< Hey calmati. >> cercai di tranquillizzarla toccandole la spalla.

Light's pov

<< Vattene Nash. >> urlai con la voce spezzata dal pianto.

<< No. >> rispose lui.

<< Devo stare da sola. >> continuai calmandomi un po'.

<< Non ti lascio sola, Light. >> ribattè avvolgendomi tra le sue braccia e posando il mento sulla mia testa mentre il mio corpo era in preda ai singhiozzi.

Come aveva potuto? Come? Diceva di amarmi. Diceva che voleva stare insieme a me. Ma nonostante tutto quello che avevamo passato lui mi aveva tradita e chissà da quanto tempo andava avanti quella storia. Chissà da quanto tempo, dopo essere stato con la sua amante, poi veniva da me per dormire insieme.

La mia Imperfezione Perfetta.

Forse si era reso conto che ero troppo imperfetta. Forse stare con me gli aveva fatto capire che io non ero niente, che ero una semplicissima ragazzina di sedici anni.

Mi sentivo vuota, come se nel momento in cui li avevo visti insieme le aspettative che mi ero costruita mi fossero cadute addosso.

Però doveva esserci una spiegazione. L'amore non poteva finire così, sembrava assurdo, ma forse sembrava e basta.

<< Devo rientrare Nash. Devo capire cosa è successo, io non... >> non potei finire la frase.

Le nostre labbra si unirono in un bacio che arrivò così inaspettatamente da togliermi il fiato. Sembravano essere fatte per stare insieme, come dei pezzi di un puzzle, coimbaciavano perfettamente.

Inizialmente ricambiai il bacio, ma poi mi staccai di colpo.

" Io non sono Dallas. "

<< Cosa cavolo fai, Nash? Sono fidanzata. >> urlai in preda all'ira.

<< Pensavo che ormai fosse finita. >> si giustificò. Sembrava come se qualcuno gli avesse lanciato un secchio di acqua gelata in faccia. Aveva negli occhi qualcosa di diverso, come se per tutto quel tempo avesse dormito, ma ora era sveglio, e consapevole di quello che aveva fatto.

<< Non lo è. Deve ancora darmi delle spiegazioni, poi sarà finita. E comunque questo non ti da il permesso di baciarmi. >> continuai a sbraitare.

<< Oh andiamo, quali spiegazioni, Light? >> chiese ironico con tono acido.

<< Smettila. Io lo amo, dannazione. Perché fai così? >> risposi tirandogli un pugno nel petto mentre le lacrime tornavano a uscire dai miei occhi.

<< Da quando c'è lui tu tu non hai fatto altro che che dimenticarmi. Siamo sempre stati insieme, sempre, ma da quando c'è quella sottospecie di energumeno dal bel aspetto mi hai dimenticato. Non ti rendi conto che è da quando è entrato a far parte della nostra vita che sono successi tutti i casini? E' come una calamita dannazione, e tu ne sei attratta nonostante tutto. Ti avevo promesso un per sempre, ma come posso mantenere una promessa come questa se sei tu che non fai altro che scivolare via da me? Come? Come? >> urlò scaricando tutta la sua rabbia fermando le mie mani bruscamente ma senza farmi male.

<< Non ti ho dimenticato. Non potrei mai farlo. Ma scusami se finalmente ho trovato qualcuno pronto ad accettarmi per chi sono davvero. Scusami se per una volta ho deciso di essere felice. Sei soltanto un egoista. >> ribattei acida liberandomi dalla sua presa.

<< Un egoista? Io? Ma sentitela. Se io sono egoista, tu sei un'ipocrita perché non capisci che ci sono persone pronte a sfidare qualsiasi cosa pur di poterti stare vicine. >>

<< Chi Nash? Chi? >> urlai esasperata.

<< Io, dannazione. Io mi lancerei dall'ottavo piano di un palazzo, io mi tufferei in un oceano pieno di squali per salvarti, io mi arrampicherei a mani nude su di una montagna per portarti anche solo una margherita. E queste, mia cara Miss Iomimeritodiesserefelicemacercodinegarel'evidenza, non sono cose che farebbe un migliore amico. >> continuò a urlare gesticolando con le mani in aria.

<< E allora perché le fai? >> ribattei.

<< Perché io ti amo. Amo quando mi abbracci prima di andartene ma ancora di più quando mi sorridi per salutarmi. Amo quando mi parli con gli occhi o quando cerchi di mentirmi anche se sai che con me è inutile. Amo quando fai qualche battuta stupida e amo ancora di più sentirti ridere alle mie di battute. Amo guardarti dormire con la testa posata sulla mia spalla. Amo sentirti canticchiare una canzone che abbiamo ascoltato insieme giorni prima e amo quando dal nulla inizi a ballare senza musica. Amo i tuoi occhi che mi ricordano il mare, amo i tuoi capelli che mi ricordano la sabbia e amo l'idea di essere cresciuto con te perché così potrò raccontare in giro di aver trovato il vero amore ma di essermelo fatto rubare da qualcuno evidentemente migliore di me. Quindi capiscimi, perché sono follemente perdutamente innamorato di te, di qualsiasi cosa ti riguardi, e per questo so di essere uno stupido. >>

Lo guardai per la prima volta con sguardo diverso. Iniziai finalmente a rendermi conto di tutto e mi sentii soffocare all'idea di essere stata incapace di guardarlo sotto quel punto di vista. Stava dicendo quelle cose perché era ubriaco, doveva essere così.

<< E probabilmente adesso sono completamente ubriaco e perciò penserai che mi dimenticherò quello che ti ho appena detto, ma no, perché domani sarò sobrio ma continuerò ad amarti. >> aggiunse come se mi avesse letto nel pensiero.

<< Perché non me l'hai mai detto? Perché non prima? >> chiesi scuotendo la testa come se servisse a tornare indietro nel tempo e evitare che lui si innamorasse di me. Come se in quel modo potessi cancellare tutto quello che era successo, tornare a quando eravamo noi e basta, a quando non dovevamo preoccuparci di avvisare i nostri genitori quando non tornavamo a casa perché tanto sapevano già dov'eravamo: insieme.

Sarei voluta tornare a quando un suo abbraccio era capace di fermare il resto del mondo, in grado di farmi sentire nel posto giusto al momento giusto per il semplice fatto che lui era con me. Non si meritava di soffrire. Ne ero consapevole, e mi stavo maledicendo per non essere capace di innamorarmi del mio migliore amico. Forse sarebbe stato tutto molto più facile, ma le cose facili finiscono per morire troppo presto.

Meglio rischiare e scoppiare a vivere.

Lui mi cinse la vita con le braccia come faceva sempre, però quella volta mi sembrò che le mani non fossero quelle del mio migliore amico, ma di qualcuno che stavo conoscendo in quel momento.

<< Perché che senso avrebbe avuto dirti tutto ma non sapere se ero pronto per averti davvero? >>

<< E adesso lo sei? >>

<< Probabilmente no, ma nessuno è mai pronto per amare. >>




N/A= un momento di silenzio per i miei feels....

Hello #perfects! Come va? Spero bene.

Okay...

Sinceramente non so cosa dire.

Aggiorno adesso perchè il capitolo di prima era troppo poco interessante a parer mio.

Anyway, che ne pensate di questo?

Visto che non so cosa aggiungere chiudo il sipario.

Detto questo, Ave atque vale, Nephilim e alla prossima.

P.S= 9K.

NO MA DAVVERO????????

Io non so cosa dire. Sono senza parole.

Grazie 9000 volte. Vi amo.

-MARTYXOXOXO

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