Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Chapter 31.

La scuola era ricominciata da un pezzo e Natale era alle porte. Le strade erano illuminate dalle vetrine dei negozi addobbati e piene di genitori che ascoltavano le innumerevoli richieste dei figli per Babbo Natale. 

Ogni anno alla fine di Novembre la città si trasformava lasciando spazio alle cioccolate calde e alle piste di pattinaggio.

Tutto iniziava ad avere quell' inconfondibile magia, che poi veniva brutalmente distrutta dalla scuola. La vera ragione per cui si aspettava quel periodo, per poter staccare per qualche giorno, finalmente.

Nel mio caso durante quel periodo ero indaffarata per recuperare quello che avevo perso durante il rapimento, mancava solo un'interrogazione di matematica, solo, dovevo farcela. Cameron si era offerto per aiutarmi ma no, anche lui doveva cercare di mettersi in pari e io non potevo approfittarmi di lui così, certo ero il mio ragazzo ma questo non mi dava l'autorità di sfruttare le sue abilità, giusto?

Mi alzai in fretta, cosa abbastanza inconsueta nel mi caso, e scesi le scale per entrare in cucina.

<< Buon giorno tesoro, dormito bene? >> chiese mia mamma mentre sorseggiava il suo caffè caldo e guardava le ultime notizie alla tv.

<< Buon giorno, il solito. Nè bene nè male. >> risposi prendendo una brioche alla crema dal piattino davanti a me.

Da quando avevo ricominciato con la mia solita vita avevo iniziato ad avere un incubo ricorrente.

Mi svegliavo sopra un letto di foglie morte  e lentamente mi tiravo su seduta. Mi guardavo intorno ma l'unica cosa che vedevo erano alberi morti spuntare da un fitto muro di nebbia. Iniziavo a correre verso il centro di quella sotto specie di bosco, mi giravo per controllare dietro di me, una volta, due, alla terza qualcuno mi stava seguendo. Inciampavo in un radice sporgente dal terreno bagnato cadendo. Il Qualcuno mi raggiungeva trasformandosi in una nube informe e mi avvolgeva. Mi trasportava all'interno di una buca e poi mi risvegliavo. Di colpo. Faticando a respirare. 

L'unica cosa che mi faceva stare meglio era dormire tra le braccia di Cameron, mi faceva sentire al sicuro, protetta da qualsiasi cosa mi avrebbe fatta stare male. Chiudevo gli occhi e gli incubi sparivano facendomi concentrare solo sulle sue mani che mi accarezzavano i capelli e sulla sua voce che mi sussurrava che qualsiasi cosa sarebbe successa dopo, l'avremmo affrontata insieme.

Nel momento in cui mi prendeva per mano avevo la sensazione di poter resistere a fiamme e ostacoli, ma non avremmo avuto paura, perché eravamo insieme e la cosa più spaventosa in quel momento sembrava separarci.

Però non potevamo stare sempre insieme, anche perché abitavamo in case diverse anche se non troppo lontane. E per questo faticavo ad addormentarmi con la paura di chiudere gli occhi e di essere trasportata nel bosco.

Finii la colazione e andai a prepararmi. Mi feci una doccia veloce cercando di non bagnare i capelli. Mi vestii indossando un paio di jeans chiari e un maglioncino bianco. Guardai fuori dalla finestra e mi accorsi che stava piovendo, così indossai i miei anfibi neri. Mi pettinai i capelli senza avere troppe aspettative: pioveva e io avevo i capelli mossi, era tempo perso cercare di renderli minimamente presentabili. Qualunque ragazza poteva capirmi. Misi un po' di mascara e un rossetto rosso scuro quasi marrone.

Controllai l'orario dal telefono, erano le sette e mezza, tradotto: dovevo muovermi.

Afferrai la giacca e lo zaino e corsi di sotto per cercare di non perdere il bus.

Svoltai l'angolo e lo vidi passare.

*OH ANDIAMO AMICO UN PO' DI COLLABORAZIONE!*

"Ho perso le speranze Coscienza. "

Sentii un clacson suonare.

Mi avvicinai all'auto e aprii la portiera.

<< Cam potresti evitare di suonare come se stessi cercando di rimorchiarmi? >> chiesi un po' scocciata.

<< 1- Chi ti dice che non sia quello il mio intento? 2- E come dovrei fare allora? >> 

<< Esistono i cellulari, per esempio. >> risposi alzando gli occhi al cielo e sorridendo.

Partimmo per andare a scuola. Quando fummo arrivati scendemmo dalla macchina e ci riunimmo al nostro gruppo.

Entrammo a scuola come in un film. Tutti in fila, mancava solo il vento e l'effetto movida per rendere tutto a prova di grande schermo.

<< Woah stronzi! La Squad è tornata. >> esclamò Tay sistemandosi gli occhiali da sole, assolutamente inutili essendo praticamente dicembre, e aggiustandosi meglio la bandana.

<< Sei ridicolo pop corn. >> commentò Gwen.

<< Pop corn? >> chiese Cameron ridendo.

* Oddio non può davvero chiamarlo così. *

<< Esatto Dallas. Di cosa non posso fare a meno oltre a Light e beh, anche se mi fa quasi male ammetterlo, Nash? I pop corn. Perciò, essendo che, come dovresti ormai aver intuito, Taylor e io stiamo insieme, ho deciso di chiamarlo così. >> spiegò Gwen assumendo un'espressione fintamente seria.

<< Non fa una piega Miller. >> risposi io. Ci battemmo il cinque e lasciammo i ragazzi per entrare nella classe di Storia dell'Arte.

<< Light. >> mi sentii prendere dal polso.

<< Sì Nashy? >> chiesi sorridendo al mio migliore amico.

<< Volevo chiederti se avevi letto le lettere? >> chiese guardandomi negli occhi.

<< Oh, sì. Sono bellissime. Me ne mancano se non sbaglio due. Perché? >> chiesi.

<< Riesci a finire di leggerle per questo pomeriggio? Vorrei portarti fuori dopo scuola, così potrai conoscere Olga. >> rispose abbassando lo sguardo.

<< Emh sì, certo, dobbiamo ancora festeggiare il nostro comple-amicizia. Ho una sorpresa per te.>> confermai.

Il comple-amicizia era una tradizione che avevamo da quattordici anni e che ci eravamo promessi di non trasgredire mai. Anche sta volta non sarebbe cambiato.

<< Perfetto allora. >>

<< Ci vediamo dopo Nash. >> lo salutai dandogli un bacio sulla guancia.

<< Sì, a dopo Light. >> lo sentii sussurrare. 

Andai a sedermi al mio banco e poco dopo entrò il professore.

<< Buon giorno ragazzi, prima di iniziare con la lezione devo informarvi di un progetto che molte scuole della città stanno organizzando. Questo progetto consiste nel fare del volontariato in vari luoghi pubblici per spingere i ragazzi ad apprezzare di più ciò che nel loro piccolo fanno gli altri per noi. Perciò, essendo che come spero voi sappiate, questo è il corso di Storia dell'Arte, ho segnato la vostra classe per il turno al Pèrez Art Museum. Vi aspetto tutti lì giovedì alle quattro del pomeriggio se volete dei crediti extra. E ora iniziamo con Picasso. >> ci informò.

La lezione si svolse come al solito: io che cercavo di prendere appunti mentre Charlotte si controllava il trucco allo specchietto che portava sempre con se, tutto con gli insulti rivolti a quest' ultima da parte di Gwen come sottofondo.

<< Io davvero non la capisco, un tempo la sua massima preoccupazione erano quali sorprese Kinder le sarebbero uscite dall'ovetto! >> si lamentò Gwen scuotendo la testa come per disapprovare.

<< Aveva sei anni, Gwenny, è ovvio che ora pensi ad altro. >> le risposi afferrando le mie cose prima di uscire dalla classe.

<< Io lo faccio ancora. >> replicò lei sottovoce.

Le sorrisi come per confortarla del fatto che lei era semplicemente lei, e che questo era ciò che le persone amavano.

<< Cos'hai ora? >> chiese.

<< Nulla, tu? >> risposi.

<< Laboratorio di arte. >> rispose alzando gli occhi al cielo in modo scocciato.

Ci salutammo e io mi diressi nel cortile della scuola per leggere le ultime lettere.

Trovai una panchina vuota all'ombra di un albero. Mi strinsi nella sciarpa e iniziai a leggere.

Miami, 20 ottobre 1952

Cara Olga,

Non posso credere che tu mi abbia risposto.

Vedere la tua lettera è stato come se dei fuochi d'artificio mi stessero scoppiando nel cuore.

Quindi mi ami ancora!

Mi hai reso il ragazzo più felice del mondo senza sforzarti.

E sì, hai ragione, non posso paragonarti neanche minimamente alla Luna, perché tu sei di una bellezza superiore, nulla a che fare.

Ho deciso di farti una sorpresa: verrò a trovarti!

Sempre se questo ti fa piacere.

L'occhio è guarito e il dottore ha detto che potrei tranquillamente attraversare l'Oceano a nuoto con la mia salute. Non che io abbia intenzione di farlo. Mi basterà vederti Olga. Voglio poterti abbracciare e baciare sussurrandoti che ti amo più di chiunque possa amare qualcuno.

Ti prego dimmi che posso venire lì da te Olga, dimmi che potrò vederti.

Ti aspetterò alla stazione di Miami beach alle tre in punto del 10. Io sarò su di un treno rosso e grigio.

Aspettami ti prego amore. Dimmi che verrai.

Ora devo andare a prepararmi per il viaggio.

Tuo per sempre,

Jackson

P.S= ricordati che ti amo.

" Ti prego fa che sia andata. " pensai stringendo la lettera al petto. La ripiegai delicatamente e la riposi nella scatola.

Controllai, erano rimaste altre due lettere.

Ne presi un'altra e iniziai a leggere.

Miami, 25 ottobre 1952

Caro Jackson,

Mi rendi la donna più felice del mondo. Ti scrivo queste quattro righe per dirti che ci sarò amore mio.

Aspetto di vederti. Lo farò per sempre.

Ti amo, 

Olga

Sorrisi.
" E anche sta volta un lieto fine. "

Decisi di aprire anche l'ultima lettera.

La presi e sotto di essa trovai una collana con un ciondolo a mezza Luna.  La mia collana.

Miami, 23 novembre 2016

Cara Light,

Ti scrivo questa lettera perché so che ami riceverle e perché, diciamocelo, fa effetto.

Ho pensato a milioni di alternative per spiegarti ciò che stai per leggere ma questo mi sembrava il migliore.

Tu sei la mia migliore amica, e lo sai, ma sento di provare qualcosa di diverso da quello che provo per Gwen.

Ci conosciamo ormai da quattordici anni, cioè una vita, ma sento che non sono abbastanza.

Vorrei poter stare con te fino alla fine, ma so di non poterlo fare.

In questo momento è notte fonda e l'unica cosa che riesco a fare invece di dormire è pensare a te.

Cercherò di essere il più conciso possibile.

Esistono miliardi di stelle nello spazio. Ognuna di loro ha un'età che varia, per esempio, il Sole è una nana gialla, quindi è arrivata a metà della sua esistenza.

Quindi sì, anche il Sole alla fine si spegnerà. Brutale eh?

Ora pensa a me e te, a noi, insieme formiamo una stella, e prima o poi ci spegneremo. Ma non sarà finita, perché fin quando ne avrò le forze cercherò di farti splendere.

Almeno ci proverò.

Ancora non capisci vero? So che é così.

Anni fa ti ho promesso una cosa, che saremmo stati insieme per sempre. Per sempre. Suona così imponente, eppure le persone usano questa espressione con una tale sicurezza.

Ti vorrò bene per sempre. Potrei indossare questo vestito per sempre. Ti amerò per sempre.

Già, le persone, ma non io. Quando io dico "per sempre" intendo fino a che esisterò al mondo.

Mi capisci?

Ora basta però. Devo dimostrarmi uomo e riuscire a dirti tutta la verità di persona. Dopo tutto quello che hai passato te lo meriti.

Poi ora che hai deciso di stare con Cameron...
Meglio che stia zitto.

Ti voglio più che bene,

il tuo,

Nashy.

P.S= la collana l'ho trovata quando sei stata rapita...

Rimasi a fissare la lettera attonita. Davvero non avevo capito il suo significato.

*Oppure facevi semplicemente finta.*

Rientrai a scuola e mi preparai mentalmente per la tortura.

<< Ah, Smith, bene bene, siamo pronti per la tanto attesa interrogazione di matematica? >> chiese il professore appena entrato in classe.

*Lei esattamente quando andrà in pensione?*

Mi alzai e andai alla lavagna.

Un'ora, dodici minuti e cinquantasette secondi dopo, il mio otto spiccava sul registro del professore che continuava a borbottare cose incomprensibili scuotendo la testa per negare.

E anche quella era andata.

Ora avrei potuto rilassarmi, per quanto fosse possibile con la mia vita.

La giornata passò in fretta.

All'ultima ora ricevetti un messaggio da Nash:

Ti aspetto da Starbucks.

Mi incamminai e lo vidi seduto da solo a un tavolino. Aveva due bicchieri di fronte. Sorrisi.

<< Hey. >> lo salutai.

<< Hey.>> rispose ricambiando il sorriso.

Mi sedetti e mi accorsi che il bicchiere posizionato dalla mia parte del tavolo conteneva un tè caldo al limone, Nash era il migliore.

Iniziammo a parlare del più e del meno mentre sorseggiavamo le nostre bevande.

<< Quindi, in che cosa consiste la mia sorpresa? >> chiese.

<< Lo scoprirai Grier. Tutto ha il suo tempo. >> risposi.

Lui sbuffò.

<< Dimmi, che tipo è Olga? >> chiesi, non accennai alla sua lettera, sentivo di non doverlo fare.

<< E' molto simpatica e capisce tutto al volo. Mi ha aiutato molto e le avevo detto che una volta trovata ti avrei portata da lei. >> rispose.

<< Beh, allora andiamo no? >>

Lui annuì e noi ci incamminammo verso casa della protagonista delle nostre famigerate lettere.

Arrivammo davanti a una casa che aveva l'aria di cadere a pezzi in un quartiere periferico della città. Nash bussò.

Una vecchietta paffutella aprì la porta.

<< Sapevo l'avresti trovata giovanotto! Venite entrate. >>  ci invitò.

Ci fece accomodare su un vecchio divano e ci offrì dei biscotti al burro.

<< E così tu sei la famosa Light. Dimmi dolcezza quali cose terribili hai fatto nella tua vita precedente per chiamarti così? >> chiese la vecchietta.

Scoppiai a ridere.

<< Light non è il mio vero nome, è Nash che mi chiama così, sono Martina. >> risposi sorridendo.

<< Umh, italiana giusto? >> 

Annuii.

<< Avevi ragione Noah, è davvero bella. >> affermò lei.

Nash impallidì e iniziò a tossire per colpa di un biscotto.

La ringraziai.

<< Ho sentito parlare delle persone come te, persone speciali, ma fino a ora solo poche si sono dimostrate vere. Ma tu mi sembri te stessa. Sai, il tuo ragazzo ti ha cercata senza sosta per giorni, sei molto fortunata Laura. >> disse.

La guardai accigliata. 

"Cam era con me..."

<< Emh, non sono il suo ragazzo Olga. >> si intromise.

<< Beh, dovresti. >> replicò lei.

<< Siamo qui per chiederti di te e Jackson, come finisce la storia? >> chiese Nash.

Olga chiuse gli occhi e iniziò a raccontare.

Miami,  10 novembre 1952

Olga's pov

Mi vestii in fretta. Era il grande giorno, avrei rivisto l'amore della mia vita, il mio migliore amico e compagno di avventure.

Uscii di fretta da casa notando l'orario, mancava poco.

Arrivai alla stazione di Miami beach con dieci minuti di anticipo.

Mentre aspettavo, mi fermai ad ascoltare dei musicisti di strada che strimpellavano un pezzo jazz che mi ricordò inevitabilmente Jack. Lui amava quel genere di musica.

Finalmente era arrivata l'ora. Entrai nella calca delle persone che scendevano dal treno, il suo treno. Quando tutti furono scesi di Jackson non vi era traccia.

Controllai ovunque, anche all'esterno della stazione, fino a quando non mi sentii toccare la spalla. Mi girai sfoggiando il mio sorriso migliore, ma poi mi sentii il mondo crollare addosso.

<< Elsa? >>

<< Olga. >>

<< Cosa ci fai tu qui? Jackson? >> chiesi abbracciandola e sorridendole.

Lei mi guardò rimanendo in silenzio, la vedevo cercare le parole.

<< Olga, forse è meglio se ti siedi. >> disse facendomi sedere su un muretto.

<< L'occhio...>> iniziò.

<< Continua El. >> la incitai preoccupandomi.

<< C'è questa malattia. Il Cambio. No, il Cancro. >> disse.

Mi sentii come se qualcosa si fosse rotto dentro di me.

<< Cancro al cervello. Mi dispiace Ollie. >> 

Iniziai a piangere e a urlare. 

Non Jackson, non il mio Jack. Non mi restava più niente per cui valesse vivere, nulla. Così decisi che avrei mantenuto la promessa, l'avrei aspettato per sempre.

Marty's pov

<< Non mi sposai mai, Jack era l'unica persona con cui volevo stare. Mia sorella mi disse che le sue ultime volontà erano che lei venisse a stare da me e che mi dicesse quanto mi aveva amata, come se non lo sapessi. >> finì il racconto.

Nash mi guardò di sottecchi.

<< Ragazzi miei, non fatevi scappare l'opportunità di amare, è l'unica cosa capace di farvi essere davvero felici, un giorno. >> disse alternando lo sguardo tra lui e me.

Annuimmo e andammo via.

Una volta usciti dalla casa scoppiai a piangere.

<< Light, andiamo non piangere... >> disse abbracciandomi.

<< Ma, ma non è giusto. >> dissi balbettando con la voce spezzata dal pianto.

<< Forse era così che doveva andare. L'amore non è una cosa da tutti, ricordi? Un giorno, in un'altra vita, avranno l'occasione di stare insieme, lo so. >> disse asciugandomi le lacrime.

<< E così sarei bella eh? >> chiesi sorridendo dolcemente mentre riprendevamo a camminare.

<< Non sai neanche quanto. >> rispose lui guardandomi.

Ricambiai lo sguardo. 

<< E' ora della tua sorpresa! >> esclamai tirando fuori un pacchetto.

Glielo porsi.

Nash's pov 

Aprii il regalo.

All'interno c'era un bracciale con una targhetta con inciso "Perché sono la tua luce."

Lo indossai notando che il cuoio aderiva perfettamente al mio polso.

Non me lo sarei più tolto.

<< Ti piace? >> chiese guardandomi curiosa.

<< Io lo amo. >> risposi guardandola.

Annuì sorridendo. 

<< Perfetto allora. >>

<< Come te? >> chiesi ironico.

<< Sì certo, ti ricordo che hai davanti Miss Imperfezione. >> rispose lei ridendo e iniziando a camminare cercando di mantenere l'equilibrio sulla parte di metallo di un binario abbandonato.


La guardai vacillare mentre canticchiava una canzoncina e il vento le scompigliava i capelli.

Aveva ragione, lei era l'Imperfezione fatta persona, non era la tipica brava ragazza, aveva un carattere spesso insopportabile, amava forse troppo e le persone sbagliate, ma era questo a donarle un tipo di bellezza che toglieva il respiro.

<< Sei l'Imperfezione Perfetta. >> dissi sorridendo.

Lei si fermò di colpo voltandosi.

<< Credo di avere un deja vù. >> esclamò.

L'accompagnai a casa.
<< Grazie Nash. Intendo per esserci sempre. Grazie. >> disse dandomi un bacio sulla guancia.
<< É un piacere. >> risposi guardandola entrare in casa.

Aspettai un po' sul pianerottolo.
Chiusi gli occhi. Dovevo dirglielo. Dovevo dirle che l'amavo.

N/A= Hello #perfects! Come va? Spero bene.

Allora...

Cosa ne pensate del capitolo?

E delle lettere?

Vi aspettavate questa fine della storia di Jack e Olga?

Lasciatemelo nei commenti please.

Come avrete capito ho ripreso ad aggiornare tutti i giovedì, non ho ancora un orario ma di certo dopo le 17 siccome ho appena finito un corso di autodifesa e ora devo iniziare quello di basket.

Perciò, sappiate che vi amo.
Siamo arrivati a 8.2K e davvero vi ringrazio tutti quanti uno a uno. Grazie mille e spero di meritarle.

Detto questo, Ave atque vale, Nephilim e alla prossima.

P.S= Never give up. ♡

-MARTYXOXOXO

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro