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Chapter 29.

Light's pov

Cercavo di slegarmi dimenandomi. Sentivo il sangue inzupparmi le dita ma non m'importava. Avrei voluto trovare un modo per scomparire, un modo per tornare indietro nel tempo ed evitare tutto questo. Erano giorni o forse settimane, il tempo sembrava passare in modo diverso se stavi immobile ad ascoltare i tuoi pensieri, da quando eravamo stati rapiti, sempre se quello potesse essere chiamato rapimento.

Elizabeth non l'avevamo più vista dall'ultima volta.

Era stato un uomo a portarci il cibo e l'acqua.

Una volta mi era anche parso di sentire il suo nome, Juanito.

Mi era parso di sentirlo mentre stava parlando al telefono con qualcuno che urlava parole in spagnolo ad alta voce.
Parole che avevano l'aria di essere tutt'altro che amichevoli.

Era un po' il colmo.
Un'uomo grande e grosso che aveva un nome che lo faceva sembrare così piccolo.

Succedeva spesso di giudicare le persone dal proprio nome o da qualche chiacchiera di corridoio.

Ma che senso aveva? Che senso può avere il fatto di avere un'idea su qualcuno solo da storielle raccontate da altri?

Il neon appeso al soffitto si accese di scatto. Mi aspettai di vedere il solito omone mentre mi cercavo di abituare alla luce.

Ma invece le ombre scure e sfocate formarono un corpo snello tipico di una ragazza. Quasi mi stupii nel vedere che era Elizabeth.

Non parlò, non disse nulla, ma qualcosa nel suo sguardo e nei suoi movimenti mi fece capire che eravamo arrivati al capolinea.

"O la va o la spacca."
*Io direi che siete spacciati tu e il belloccio. Ha una pistola. E chi tiene una pistola scarica in quel modo?*
"Ti odio quando hai ragione."
*Ottimo, quindi sempre.*

Elizabeth si avvicinò con passo minaccioso verso di me. Avevo uno sguardo di fuoco.

Sentivo le fiamme bruciarmi la pelle come se in qualche modo fossi finita all'Inferno prima del dovuto.

Non mi arresi però, non bisogna mai farlo.

Cercai con lo sguardo una via di fuga, una finestra, un buco nel muro o una botola.

Mi resi conto che l'unica via di scampo era la porta.

Pronta al peggio alzai gli occhi, guardavo i vecchi mobili consumati dal tempo e dalle tarme.
Mentre percorrevo con lo sguardo una catasta di sedie che avrebbero fatto cadere anche il migliore degli equilibristi, vidi una finestrella.
Secondo i miei calcoli avrei potuto sfruttare una mensola per arrivare fino a metà strada e poi mi sarebbe bastato sforzare un po' le braccia per trovarmi all'esterno.

Però mancava ancora un piccolo, insignificante, dettaglio: ero legata.

Così cercai di liberarmi, mi dimenai.

Poi mi resi conto di Cameron.

Per un momento pensavo che fosse morto, quasi non respirava e non si era mosso da quando era entrata Elizabeth.

<< Hey Liz! >> esclamò il ragazzo.

Elizabeth sembrò come svegliarsi.

<< Camerino mio! >> esclamò lei distraendosi.

*Camerino?! Cos'è? Mica siamo in un negozio.*

<< Ho da chiederti una cosa... >>
<< Tutto quello che vuoi amore mio. >>

*Respira Smith. Sei legata vincerebbe comunque lei.*
"Oh come si vede che non mi conosci."
*Ma io sono te!*
" A volte persino noi stessi non ci conosciamo fino in fondo."

<< Senti, amore mio un cavolo okay? Non me ne frega se sono legata o se hai intenzione di uccidermi, fin quando lui lo vorrà sarà solo mio.

Ci hai rapiti, e siamo stati zitti.
Ci hai trattati da cani, e siamo stati zitti.
Ci hai mandato quella sottospecie di macchina umana a controllarci. Sai come se li é fatti quei lividi 'il tuo amore'? No che non lo sai, perché non hai avuto le palle di venirci a dare un'occhiata neanche una volta.
Ci hai impedito di stare con le nostre famiglie per non so quanto tempo, e siamo stati zitti.

E sai perché, in tutto questo tempo, non abbiamo detto nulla Elizabeth?
Perché eravamo insieme. Perché nonostante avvolte fosse dura ci siamo sostenuti a vicenda.
Abbiamo le mani impregnate dal sangue dell'altro, ma comunque rimaniamo tranquilli perché siamo insieme. E lo saremo fino alla fine.
Perché questo, Liz, é amore. Dovresti provare a vivere qualcosa di simile. >> dissi guardandola negli occhi.

<< Io vorrei provare ad amare. Ma ho amato solo due persone nella mia vita, e entrambe se ne sono andate in qualche modo. Così per una volta ho pensato che legare quella persona avrebbe evitato di farla andare via. >> rispose guardandomi con le lacrime che stavano per sgorgare come un fiume in piena, ma lei cercava di essere forte, doveva mostrarsi dura a noi e a se stessa, per non crollare.

Decisi che anche dopo il male che ci aveva fatto meritava un po' di affetto.
Era quel tipo di persona completamente disastrata a cui non puoi far altro che voler bene, perché capisci che se é diventata così, deve essere stato qualcuno a trasformarla.

Non si nasce cattivi, si incontrano solo le persone sbagliate nel momento sbagliato.

<< Liz, tutti prima o poi se ne vanno. L'unica cosa che possiamo fare é amare con ogni cellula del nostro corpo, assaporare ogni secondo a disposizione con le persone a cui teniamo e abbracciarle, per imprimere sulla pelle un po' di loro, così non saranno mai andate via davvero. >> continuai addolcendo il tono di voce.

<< Tu la fai facile. Hai degli amici fantastici, un ragazzo che ti ama davvero e una famiglia che ti vuole bene. Non hai sofferto. >> continuò lei alzando la voce.
<< Ti sbagli. Anche io ho sofferto. Ma nessuno se n'é mai reso conto perché ho fatto e faccio il grande errore di nascondere tutto ciò che sento fino a impazzire. Mi sono costruita una corazza attorno per non rimanere troppo ferita. Ma se ci nascondiamo da soli dietro a uno scudo, alla fine non facciamo che ferirci noi stessi. >> risposi mantenendo un tono calmo.

<< Non ti credo, tu menti, stai mentendo. >> iniziò a urlare.

Tastai qualcosa di metallico. Mi girai verso Cameron che mi annuì confermando i miei pensieri.
Iniziai a tagliare la corda con cui ero legata, sfregai più forte che potevo fino a che la sentii cedere.

Guardai i polsi di Cameron. Era libero ma non si era mosso.

<< Liz, quindi posso fartela questa domanda? >> chiese.
Lei annuì.
<< Qual'è il tuo gusto di gelato preferito? >> chiese.

Mi voltai dalla sua parte incredula.
Non poteva fare sul serio.

<< Quello all'anice. Il tuo? >> rispose lei. Mi rivoltai a guardare Elizabeth, era di nuovo calma.
<< Il mio é quello al cioccolato. >> rispose il mio ragazzo.

<< Se vuoi un giorno possiamo uscire a prendere un gelato se per te va bene. >>

*Non ci credo.*

<< Davvero pensi che...potremmo...? >> chiese lei con voce flebile.
<< Certo, però prima dovresti liberarmi. Non posso andare in giro con un calorifero al polso come se fosse un bracciale. >>

*Ma se sei già libero.*

<< Okay. >>
Elizabeth si avvicinò di più arrivando esattamente davanti a noi.
Si abbassò ma in quel momento Cam si alzò in piedi e la spinse. Lei barcollò e poi cadde.

Mi alzai.

In quel momento entrarono nella stanza Nash e Gwen.

Feci per andargli in contro ma prima che potessi fare anche solo un passo sentii qualcosa di freddo attraverso i vestiti.

<< Muoviti anche solo di un centimetro e giuro che ti sparo. >> sentii dire da Elizabeth che si era alzata in modo estremamente veloce.
<< Non lo farai, non é quello che vuoi davvero. >>
<< Oh sì che lo é. Forse così sentirei meno la mancanza di Kevin. >>

Kevin. Era un incubo che mi aveva perseguitata per anni. Alle medie quel ragazzino mi scattava foto ogni volta che mettevo piede fuori casa, mi seguiva, e cercava di starmi vicino il più possibile. Poi un giorno non lo trovai più davanti casa la mattina, mi sembrava strano e ne rimasi quasi dispiaciuta. Kevin mi piaceva, era un ragazzo molto intelligente e non gli importava del giudizio altrui.
Arrivata a scuola Elizabeth mi era saltata addosso accusandomi della morte di suo fratello. Cercai di fermarla ma mi stava facendo male così mi stancai e incominciai a difendermi.

Alla fine andai al funerale di Kevin. Ogni tanto mi sembrava ancora di vederlo fuori casa al mattino ma quello era impossibile.

Riuscii a liberarmi dalla presa di Elizabeth e cercai di scappare.
<< Scordatelo! >> sentii dire da una voce molto familiare.

Ma in quel momento si sentii uno sparo.

Fu un attimo.
Guardai in direzione della pistola e mi sentii mancare.

<< No! >>

N/A= Hello #perfects! Come va? Spero bene!

Allora che ne pensate del capitolo?

Chi avrà colpito la pallottola?

Cosa succederà adesso?

Lasciatemelo nei commenti.

Grazie mille per i voti e le views, vi voglio bene. {♡}

Detto questo, ave atque vale, Nephilim e alla prossima.


-MARTYXOXOXO

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