Chapter 27.
Nash's pov
Mi girai spaventato. Qualcosa si muoveva nell'ombra, sentivo i suoi passi sempre più vicini a me.
Lo squarcio di Luna che illuminava la stanza venne presto occupato da una figura, la figura di una ragazza che presto riconobbi. Gwen.
<< Che ci fai qui? >> le chiesi. Non l'avevo avvisata della mia ipotesi per il ritrovamento di Cameron e Light. Per la prima volta mi resi conto di star sospettando di lei. Com'era possibile che lei sapesse sempre dove trovarsi e al momento giusto? Come aveva fatto lei a sapere che Light era stata rapita? Aveva davvero visto il bigliettino lasciato da "L" o era lei l'artefice di tutto?
Ripensandoci, non era la prima volta in cui due ragazze stravedevano per lo stesso ragazzo, e poi Gwen e Light avevano gusti molto simili, giusto?
In realtà no. Quelle due erano il bianco e il nero, il Sole e la Luna, l'acqua e il fuoco, così diverse, ma una cosa era vera, una cosa che nessuno poteva smentire: si completavano a vicenda.
Perchè? Ecco, quando si rimane per tanto tempo da soli, avvolte senza rendercene conto, si finisce per rimanere vuoti dentro, per sentire come se ci mancasse qualcosa, il pezzo mancante. Bene, tra di loro erano il pezzo mancante, ciò che impediva all'altra di andare persa.
Mi vergognai di me stesso, di aver anche solo dubitato di Gwen che di certo non se lo meritava.
Anche lei stava male come me, lo dimostrava lasciando una scia di lacrime dovunque passasse.
<< E' ovvio. Ti ho seguito. >> rispose tranquillamente. << Stavo venendo da te per darti i biscotti preparati dalla signora Smith, quando ti ho visto uscire in tutta fretta, così ti ho seguito in questo posto inquietante. Ah, fa vedere la mano idiota. >> aggiunse.
Allungai la mano, lei toccò il taglio delicatamente.
<< Perché l'hai fatto? >>
<< Dovevo entrare qui dentro ma la porta è blindata. >>
<< E ovviamente non hai pensato di provare dalla porta sul retro... >> disse sospirando.
<< Non sapevo ci fosse una porta sul retro anche di questo posto. >>
<< C'è sempre una porta sul retro, basta saperla riconoscere. >> rispose.
C'è sempre una porta sul retro.
" Devo adottare questa frase come mantra. "
* Facciamo religione. *
" Esagerato. "
* ... Stanco di vederti perdere sempre. Dannazione quando inizierai ad accendere il cervello e capire che prima o poi, che lo vogliamo o no, tutto si aggiusta. Se non sarà né bianco né nero allora sarà grigio, c'è sempre un'alternativa, devi solo trovarla in te stesso. *
" La fai facile, tu non sei me. "
* Miseriaccia, sei più stupido di quanto pensassi. Io SONO te razza d'imbecille! *
<< Nash, mi stai ascoltando? >>
<< Cosa? Sì certo scusa, dicevi? >>
<< C'è qualcosa laggiù. >> rispose Gwen indicando il fondo della stanza.
Agguzzai la vista per scorgere qualcosa nel buio pesto.
Un'ombra era proiettata su di una parete crepata da una lampadina pendente dal soffitto.
Ci avvicinammo in silenzio ed io mi sporsi per riconoscerla.
Una ragazza era in piedi, faceva avanti e indietro per la stanza, rigirandosi tra le mani una pistola che sperai non essere carica.
<< Chi è? Cosa sta facendo? >> chiese Gwen che era rimasta alle mie spalle.
Non le risposi, ero troppo intento a cercare di identificare la ragazza.
<< Vai a farti fottere Nash. >> disse Gwen sottovoce prima di spingermi per vedere l'interno della stanza.
Quando vide la ragazza rimase scioccata. Prima sbiancò, la sua pelle aveva preso il colore delle pareti facendola quasi mimetizzare. In seguito diventò rossa dalla rabbia, si sfilò la felpa e me la lanciò.
<< Grandissima figlia di un procione... >> urlò entrando nella stanzetta.
<< Cazzo! >> imprecai prima di fare la mia entrata in scena.
Non avevo avuto tempo per trovare un piano così il mio cervello iniziò a elaborare il più velocemente possibile, come non aveva mai fatto prima.
Cercai un'eventuale via di fuga, che mi resi presto conto essere solo la porta da cui eravamo entrati. Mi guardai attorno per individuare un'arma con cui difendermi, non che potessi avere così tante possibilità in quel posto, ma sotto ad una sedia scorsi una chiave inglese.
<< Sei tu! Tu sei L! Tu mi hai portato via Marty, tu. Mi sembrava di averti già avvertita...non dovevi più toccarla! Ti ricordi cosa ti avevo detto? Hai presente come me la pagherai adesso? >> disse Gwen avvicinandosi lentamente alla ragazza di cui non sapevo ancora il nome.
La ragazza le puntò la pistola contro.
<< Sparami, cosa aspetti? Così la polizia ti sbatterà dentro per il resto della tua insulsa vita, così pagherai davvero. >> la sfidò la mia amica arrivandole difronte, entrando a pieno nella sua mira.
<< Non ho intenzione di finire in galera per colpa tua. >> replicò L abbassando l'arma.
<< Pensi davvero che non verrai sbattuta dentro per aver rapito due persone e per averle minacciate? >> intervenii.
<< Oh Grier, che piacevole sorpresa. E no, sono consapevole del fatto che se mi prenderanno, cosa che trovo altamente improbabile, sarò arrestata. Ma per amore sfiderei anche il Diavolo in persona se me lo chiedesse, tu dovresti capirmi. >> disse accorgendosi di me.
" Eccome se ti capisco. "
Ad un tratto nella stanza fece irruzione un uomo circa sulla quarantina.
<< Però a lui non importa finire in galera. >> aggiunse facendo un cenno con la mano all'uomo che prese con uno scatto Gwen e cercò di trascinarla fuori dalla stanza.
<< Lasciami razza di energumeno! >> urlò scalciando lei.
Iniziò a prendere a calci negli stinchi l'aggressore mentre con le mani cercava di liberarsi dalla usa morsa salda.
Risvegliandomi dallo stato iniziale di shock, attraversai la stanza di corsa sorprendendo L che ridacchiava tra se alla vista del sangue che iniziava a fuoriuscire dai graffi inflitti dalla mia amica al suo complice, e le strappai con un colpo la pistola che teneva ancora in mano.
<< El chico, idìota! >> urlò in spagnolo.
L'uomo lasciò cadere malamente a terra Gwen per venire verso di me.
Afferrai la chiave inglese sotto la sedia e gliela lanciai contro.
<< Hijo de puta! >> urlò in preda al dolore.
Approfittando della sua distrazione, corsi a vedere come stava Gwen che era inerme sul pavimento.
Quando mi fui avvicinato notai del sangue sul pavimento e su di un angolo del vecchio tavolino di legno.
Aveva sbattuto la testa ed era svenuta.
Mentre cercavo di tirarla su, mi sentii prendere dalla felpa e venni sbattuto violentemente contro la parete.
Non riuscivo più a respirare e mi si appannò la vista dal dolore.
In un attimo mi venne in mente il sorriso di Light, il modo in cui rimaneva colpita ogni volta che guardava il suo film preferito o ascoltava una melodia ignota.
Mi vennero in mente i suoi litigi con Taylor, le partite a Zombie Splash, le volte in cui diceva di volermi bene. Così raccolsi tutte le forze che mi erano rimaste e mi scagliai sullo scagnozzo.
Gli sferrai un pugno sullo zigomo destro che probabilmente sentii solo io, poi provai con una ginocchiata nello stomaco, che a quanto pare non aveva, perchè al suo posto trovai una cintura di addominali scolpiti che mi provocò un dolore assurdo che sembrò attraversarmi in corsa la gamba.
Arricciai il naso dal dolore e poi decisi di mettere in pratica le tecniche che avevo imparato nel primo anno di superiori durante il corso di auto difesa.
Aspettai che l'aggressore si abbattesse ancora su di me e quando mi mise le mani al collo mi appoggiai alla parete e mi diedi la spinta necessaria per sferrargli un calcio al petto che lo fece cadere all'indietro.
Approfittai di quella situazione e ne approfittai per iniziare a prenderlo a pugni in faccia mentre l'unico rumore che l'uomo faceva fuoriuscire dalla sua bocca era quello dei lamenti di dolore.
Quando ormai lo sentii respirare a mala pena, smisi di trafiggerlo con i pugni.
Mi alzai e prima di girarmi mi accertai che fosse davvero KO.
L'espressione di L era di puro sconcerto. Fissava le mie mani e poi passava al mio viso, guardandomi con paura.
<< Ora, mi dici dove li hai nascosti o preferisci rischiare ancora? >> le chiesi.
Lei rimase a guardarmi sconvolta per qualche minuto e poi fece un sospiro.
<< Sono nel seminterrato. >> rispose.
Prima di andarmene afferrai la pistola che giaceva a terra al mio fianco e mi avvicinai a Gwen che era ancora sdraiata sul pavimento dove m'inginocchiai per posare la sua testa sulle mie gambe.
La scrollai e poi le tirai uno schiaffo non troppo forte in faccia, come avevo visto fare tante volte in TV. Funzionò. Si risvegliò di colpo urlando qualcosa che non riuscii a capire.
La feci alzare e le feci mettere il braccio attorno al mio collo per tenersi su.
<< E' finita? >> chiese guardandosi attorno.
<< Solo il Cielo può saperlo. >> risposi.
N/A= Hello #perfects! Come va? Spero bene.
Quindi... Come vi è sembrato questo capitolo ricco di azione?
Ha soddisfatto le vostre aspettative?
Vi prego di dirmi cosa ne pensate della storia, per me è molto importante.
Detto questo, Ave atque vale, Nephilim, e al prossimo capitolo.
P.S= ho bisogno del vostro aiuto, secondo voi chi potrebbe andar bene nel ruolo di Martina e Gwen? Vi prego di lasciarmelo nei commenti o di dirmelo in privato, come preferite.
P.P.S= Grazie per tutto quello che fate per me, per le views, i commenti, tutto. Grazie di cuore.
-MARTYXOXOXO
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro