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Chapter 20.

<< Svegliati Dallas. >> scrollai energicamente il ragazzo spaparanzato sul divano. Mi aveva imprigionata con il braccio e quasi non riuscivo a respirare.
<< Se non ti svegli chiamo mio padre per farmi venire a prendere. >> Non l'avrei mai fatto, neanche sotto tortura.
<< Tanto so che non lo faresti mai quindi smettila e torna a dormire. >> disse ad occhi chiusi. Sbuffai.
<< Cam stanno per tornare i miei e noi siamo sul divano che é in bella vista dalla porta di casa. Quindi ora tu muovi quelle chiappe da giocatore di football e mi fai tornare a respirare. Adesso. >> conclusi.
<< Sei una rompi scatole. >> replicò lamentandosi.
<< Si lo so muoviti. >>

Come se si fosse immerso in una vasca di acqua congelata si svegliò tutto d'un colpo.

In tempo record riuscimmo a fare colazione e prepararci per l'arrivo della mia famiglia.

Decidemmo di non dire nulla, di lasciare che il tempo e quello che gli gira attorno nascondesse le preoccupazioni e i problemi.

In netto anticipo ci sedemmo sul divano ad aspettare. Calò il silenzio, uno di quei nostri soliti silenzi che però adesso sembrava esserci lontano milioni di ere, invece no, come un rituale eravamo seduti ad ascoltare i nostri respiri regolari mentre ripercorrevamo con la mente tutto quello che era accaduto in un solo weekend. Almeno io.

<< Promettimi che non è stato un sogno. >> sentii pronunciare da Cameron sottovoce.
<< Cosa? >> chiesi certa di aver capito male.
<< Promettimi che tutto quello che è successo non è stato un sogno. Che domani quando varcherò l'ingresso del cortile della scuola ti troverò ad aspettarmi pronta a salutarmi con un tuo bacio. Promettimi che non smetterai di comportarti come hai fatto sempre. Promettimi che tu non sei solo un sogno. >> rispose tutto d'un fiato lasciandomi spiazzata.

Come si può promettere di non essere solo uno scherzo della mente? Come si può essere sicuri di vivere davvero, di non essere perennemente in bilico tra la realtà e l'immaginazione? Come posso io promettere di non cambiare se solo pensandolo sento di star diventando qualcos'altro?

A queste domande esiste solo una risposte abbastanza insensata da poter quasi sembrare plausibile: non si può.

<< Non lo so. >> risposi improvvisamente risvegliandomi dai miei pensieri.
<< Ci proverò se tu mi prometti che resterai. >> aggiunsi.
Sono sempre le persone a cui teniamo di più che prima o poi se ne vanno. È inevitabile. Tutti ce ne andiamo ad un certo punto, a meno che non troviamo un buon motivo per restare senza condizioni.
<< Sai che lo farò... >>
<< Devo sentirtelo dire. >>
<< Ti prometto che resterò. >> promise con voce improvvisamente seria.
Sospirai convinta che avrebbe dovuto lottare prima di tutto contro se stesso per mantenere quella promessa vuota.

Ritornò a separarci quel muro di silenzio fin quando a spezzarlo non fu il rumore di una chiave inserita nella toppa della porta principale.

Mi alzai rendendomi improvvisamente conto di quanto avessi bisogno di rivedere la mia famiglia.

<< Ho detto che non uscirai con nessun ragazzo oggi. >> sentii pronunciare da mio padre.
<< Domani? >> chiese Sarah speranzosa.
<< Neanche. >> scosse la testa in segno di disapprovazione.
<< E allora quando? >> si lamentò mia sorella.
<< Esattamente mai. >> rispose lui convinto.
<< Non ascoltarlo tesoro certo che puoi uscire con quel ragazzo oggi. Ad una condizione però: deve venire qui a cena. >>
*Ah ecco mi sembrava strano che non ci fosse la fregatura*

<< Quale ragazzo? >> mi intromisi curiosa.
L'interessata iniziò a balbettare parole incomprensibili ma vedendo che non smettevo di fissarla impaziente di sentire la risposta si rassegnò.
<< Hayes. >> rispose in un sussurro.
<< Hayes? Quell'Hayes? >> chiesi conferma un po' incredula.
Erano migliori amici da praticamente sempre e mi sembrava strano che si fossero resi conto di essere fatti per stare insieme solo allora.
<< Perché? Quanti ne conosci?>> replicò seccata.
Continuammo a discutere del perché proprio dopo tutti quegli anni per poi arrivare alla conclusione che è meglio tardi che mai e che questa situazione andava avanti già da tempo anche se non avevano mai avuto il coraggio di confessarsi.

<< Cameron? >> disse mia madre accorgendosi decisamente in ritardo della presenza del mio ragazzo, cosa che ovviamente lei non avrebbe dovuto scoprire per nessun motivo al mondo.

Mia madre fece passare gli occhi da me a Cameron e poi vice versa.
<< Ce ne avete messo di tempo voi due. >> sentenziò alzando gli occhi al cielo.
<< Gina ed io eravamo quasi sul punto di arrivare a rinchiudervi in una stanza per farvi rendere conto di quello che provate. >> continuò.
<< Già fatto. >> sentii pronunciare di soppiatto al ragazzo alle mie spalle.
Sorrisi anche se impercettibilmente.

<< Bene quindi oggi avremo due ospiti per cena. >> disse la donna che mi aveva messa al mondo.
<< Ah si? Apparte il mini Grier chi altro viene? >> chiesi sperando di non essere ricaduta nella stessa trappola di mia sorella.
<< Certe volte mi chiedo se tu sei veramente mia figlia....ovviamente Cameron. >> rispose lei tutta contenta mentre io iniziavo già a pensare al disastro di serata che sarebbe stata.

Sarah andò a prepararsi per l'uscita ed io accompagnai Cam alla porta così decidemmo che sarebbe tornato a casa mia per le sette.

Andai nella mia stanza per guardare qualche puntata di Teen Wolf ma proprio mentre accesi il computer il cellulare iniziò a squillare.

Gwenny.
<< Hey stupida! >>
<< Lo odio. >> sentii dire con la voce spezzata dal pianto.
<< Chi odi? >>
<< Taylor Scusamanonposso Caniff. >> rispose imitando la voce del ragazzo.
Sbuffai.
<< Cosa ha fatto sta volta? >>
<< Avevamo deciso di incontrarci per uscire e chiarire la situazione tra di noi ma mentre io l'aspettavo già da venti minuti al punto dove ci eravamo dati appuntamento, lui mi chiamò dicendomi con tono sbrigativo: "Scusa ma non posso". >>
<< Mi dispiace. So che ci tenevi tanto. >> cercai di consolarla.
<< Non lo perdonerò mai. Abbiamo chiuso. Anzi non abbiamo neanche mai iniziato quindi non abbiamo niente. Finita. Caput. Per me lui non esiste più. >>
<< Uh uh, si certo come se fosse possibile Gwen. Che ne sai? Magari ha avuto un contrattempo. >>
<< Non mi importa avrebbe potuto almeno mandarmi anche solo un messaggio dicendomi che potevo tornare a casa perché aveva da fare. Non lasciarmi lì imbambolata come una scema davanti alla gelateria. >>
<< Non hai intenzione di parlargli per avere delle spiegazioni vero? >> ero certa che non sarebbe stato facile farli riavvicinare. Se la mia migliore amica si metteva in testa qualcosa era difficile farle cambiare idea, apparte in casi eccezionali.
<< Se lo può scordare. Grazie per avermi ascoltata Light ma adesso devo andare. Scusa. >> rispose prima di riattaccare.
<< Ciao... >> la salutai anche se aveva già riattaccato.

Ripresi a guardare la puntata ma all'inizio della sigla il cellulare squillò un'altra volta.

L'abusatore di bandane.
<< Heylá. >>
<< La odio. >> disse con tono arrabbiato.
Sorrisi. Erano fatti per stare insieme.
<< Racconta. >> lo invitai a raccontare la sua versione dei fatti.
<< Ci eravamo dati appuntamento per chiarire tra di noi. Ed io ero deciso a chiederle di diventare la mia ragazza, dopo tutto questo tempo era ora. Ma un'ora prima, mentre mi stavo preparando, sono dovuto andare ad aiutare Jack con sua sorella che aveva deciso di nascondermi il cellulare impedendomi di chiamare Gwen per spiegarle la situazione. Dopo aver recuperato il telefono l'ho potuta chiamare finalmente ma sono riuscito a dirle solo un misero " Scusa ma non posso. " perché quella marmocchia moccicosa si era arrampicata sulla libreria rischiando di cadere. Sono due giorni che cerco di chiamarla per scusarmi come si deve e per organizzare un'altra uscita. Ma lei riattacca sempre tutte le mie chiamate e visualizza ma non risponde ai miei messaggi. >> spiegò tutto d'un fiato.
<< Pensa che tu l'abbia piantata in asso apposta. >> lo avvertii.
<< Cosa? No no. Assolutamente no. È un disastro. Una catastrofe. Mi odia. Non mi vuole più parlare. Stupida bambina. >> iniziò a disperarsi.
<< Calmati Tay. Ci penso io. Tu preparati perché oggi esci. Più tardi ti mando tutte le coordinate. >> cercai di rassicurarlo. Avrei cercato di farli riavvicinare in qualche modo.
<< Grazie Marty, sei la migliore. >> mi ringraziò tranquillizzandosi.
<< Figurati. A dopo. >> lo salutai.

Chiamai Cameron.
<< Dimmi piccola. >> rispose subito.
<< Come te la cavi nell'organizzare appuntamenti? >> chiesi.
<< Non lo so. Perché? >>
Gli spiegai tutta la faccenda.
<< Okay sto arrivando. >> disse prima di chiudere la chiamata.

Guardai lo schermo del computer e poi lo spensi.
<< Per oggi niente Teen Wolf. >> sbuffai alzandomi dal letto per iniziare a prepararmi.
* Signori e signore Martina passione organizzatrice di eventi.*







N/A= Hello perfects! Come va? Come state passando le vacanze? Spero bene.

Lo so che avevo detto che probabilmente non avrei potuto aggiornare fino a dopo il 26 ed è così, ma oggi mi sentivo quasi in colpa così mi sono messa a scrivere e sono riuscita a creare questo capitolo un po' più lungo del solito che spero vi piacerà anche se non è il massimo.
Ed è con questo che vi lascio prima di partire per le vacanze XD.

Cosa pensate che si inventeranno Cam e Marty per far riappacificare Tay e Gwen? Lasciatemelo nei commenti insieme a quello che pensate della storia.

Detto questo Ave atque vale, Nephilim e alla prossima.




P.S= se sei fan di Teen Wolf vota il capitolo. Se non lo sei votalo comunque ed inizia ad esserlo.



-MARTYXOXOXO

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