Chapter 17.
Qualcuno bussó alla porta.
<< Cam. >> sussurrai scuotendo il ragazzo accanto a me ma senza successo.
<< Dallas svegliati. >> riprovai, ma niente.
Mi alzai per andare a controllare da sola.
Scesi le scale. Fuori era scoppiato un forte temporale che non faceva altro che rendere l'ambiente più buio.
Tentai di accendere la luce ma la corrente era saltata.
Continuarono a bussare.
Mi avvicinai lentamente alla porta.
Guardai dallo spioncino ma non c'era nessuno.
Aprii per controllare meglio.
<< Tic toc Martina. >> disse qualcuno per poi sbattere la porta alle mie spalle.
<< Tempo scaduto. >> disse sempre la stessa persona che si nascondeva nel buio prima di alzare una pistola.
<< Ti prego no. >> supplicai.
Poi, lo sparo.
Mi svegliai di colpo urlando.
Respiravo a fatica, il pigiama mi si era incollato al corpo per colpa del sudore.
<< Hey, piccola, tutto okay? >> chiese Cameron abbracciandomi.
<< Era tutto così reale Cam. Sembrava tutto così vero. >> risposi tra le sue braccia.
<< Calmati, ci sono qua io. Era solo un incubo. >> continuó lui accarezzandomi la schiena.
<< Aveva una pistola, Cam. Mi ha detto qualcosa a proposito del tempo. E poi me l'ha puntata contro. Io-io. >>
<< L'hai visto in faccia? >> chiese senza smettere di tenermi tra le sue braccia.
<< N-no. Era nascosto nell'oscurità . >> risposi guardandolo.
Guardai l'orologio. Erano le tre del mattino.
Mi fece sdraiare delicatamente e poi mi addormentai stretta nel suo abbraccio.
Sentii un braccio intorno alla mia vita.
Mi girai di scatto.
" Cosa ci fa Dallas nel mio letto? "
* Non ci credo. Razza di idiota, ieri é rimasto con te dopo che Nash non rispondeva al cellulare. *
" Ah si. Ora ricordo tutto. "
Riuscii a liberarmi dalla stretta.
<< Cameron? >> sussurrai. Nessuna risposta.
<< Cam? >> risprovai. Nessun segno di vita.
<< Cameron Alexander Dallas! >> urlai spazientita.
<< Marty! >> si sveglió di colpo.
* Ma che dolce! Ti stava sognando! *
Mi sdraiai sul letto in preda ad un attacco di ridarella.
<< Ora ti faccio vedere io come ridi. >> disse il ragazzo prima di iniziare a farmi il solletico.
<< No Cam. - risata isterica- Basta. Tregua. >> cercai di sottrarmi alla sua presa ridacchiando.
Scendemmo in cucina per fare colazione poi andammo a prepararci.
Entrai in bagno. Mi lavai e mi vestii. Uscii dopo un po'.
<< Il bagno é libero! >> urlai mentre scendevo le scale per andare in salotto.
<< Era ora! >> rispose Cameron dalla mia stanza.
Sorrisi inevitabilmente.
Mentre aspettavo che il moro tornasse di sotto controllai il cellulare. Avevo 4 messaggi: uno da Nash, due da Gwen e uno di un numero sconosciuto. Aprii prima quello di Nash:
Ti prego scusami se non ti ho risposto ma Hayes mi aveva nascosto il cellulare perché ho detto a mamma che sta uscendo con una ragazza. Dimmi che non ti ha rapita un'orda di zombie assassini e che stai bene. Ti prego.
Io: pretendo di sapere il nome della fortunata. Comunque devo raccontarti un sacco di cose di cui non posso parlarti al telefono quindi ci vediamo alle 3 p.m da Starbucks. É urgente.
Poi aprii quelli di Gwen:
Razza d'incoscente perché non apri la porta? Ti uccido Smith. Dovrai farti perdonare con del cibo.
Aspetta perché siete in due nel tuo letto? Oddio no. Mi devi delle spiegazioni signorinella. E porta i pop corn.
Io: come fai a vedere il mio letto? Comunque stavo dormendo e con me c'era Cam. Non é come sembra. É successo qualcosa di grave. Ho bisogno di te.
Gwenina: La finestra genio della lampada, dammi 5 min e sono da te.
Ringraziai il cielo per avermi donato quella ragazza e misi i pop corn in padella. Ormai ne avevo una scorta in dispensa per quando la mia migliore amica veniva a farmi visita.
Mi ricordai del messaggio anonimo e andai a controllarlo.
Sei testarda Smith. Mi piaci, peccato che non durerai molto.
-L
Come al solito un brivido mi percorse la schiena.
" Questa storia deve finire. "
Sentii suonare il campanello. Andai ad aprire.
<< Dimmi chi c'entra e lo uccido! >> disse Gwen saltandomi addosso.
Ci staccammo e ci guardammo negli occhi.
<< Cavolo. Non lui. Non George. >> aggiunse capendo.
<< È tornato e vuole Sarah e me. >> dissi.
<< Non glielo permetteremo. Nash ed io non ti lasceremo andare con quello. >> annuì convinta prima di tirare fuori il cellulare.
<< Contate anche su di me. >> si aggiunse una voce familiare alle mie spalle.
<< Proprio te aspettavo pezzo di un approfittatore che non sei altro. Come l'hai convinta decerebrato? Eh? Ah sappilo se non é stato consenziente e le hai fatto del male io ti uccido con le mie mani. >> sbraitó Gwen alla vista di Cameron.
<< Cosa?! No no no non hai capito un bel niente. Non è successo nulla tra me e Cameron. Anzi, probabilmente é grazie a lui se mio padre non mi ha portata via. É rimasto con me perché non me la sentivo di stare da sola. >> risposi prima che potesse iniziare una rissa.
Gwen si lanció verso il ragazzo e lo abbracció.
<< Grazie Cam. Grazie mille per esserci stato. Avrei dovuto esserci io ma non lo sapevo. Miseriaccia, ti sto sporcando la maglia. >> ringrazió il moro tra le lacrime.
<< Ma dov'era quell' altro imbecille di Nash? Gli conviene avere una giusta giustificazione perché potrei non rispondere delle mie azioni. >>
<< Hayes gli aveva nascosto il telefono. Abbiamo appuntamento oggi pomeriggio da Starbucks. >> spiegai ma in quel momento suonó ancora il campanello.
Andai ad aprire.
* Come non detto... *
<< Grazie al cielo stai bene, Light. >> sospiró di sollievo Nash mentre mi abbracciava.
<< Che ci fai qui? Avevamo appuntamento più tardi. >> chiesi.
<< Hai detto che era urgente quindi sono corso qui appena ho letto il messaggio. >> rispose.
Raccontai tutto. Anche dei bigliettini di L.
<< Frena. Mi stai dicendo che c'é una pazza psicopatica ossessionata da me che ti minaccia da praticamente l'inizio della scuola e me lo dici solo adesso? >> chiese Cameron incredulo.
Annuii.
<< Dobbiamo fare qualcosa. Potrebbe farti del male e poi c'é quello là, George, che vuole portarti via e che ha detto che tornerà. No. Non posso permetterlo. Devo proteggerti. >> aggiunse in preda al panico.
<< Hey stai calmo. Okay? Starò bene, credo. >> risposi.
<< Starai bene? Ma ti senti quando parli? Non possiamo permettere che ti portino via da noi. Non posso. Ho promesso che saremmo stati per sempre insieme e che ti avrei protetta, lo sai. Abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno di te. >> si aggiunse Nash guardandomi negli occhi.
Flashback 5 years old.
<< Light tanto ti trovo! >> urló il piccolo Nash.
Gli avevo rubato il joystick mentre stava per battermi a Zombie Splash, cosa che non potevo assolutamente accettare, ed ero stata costretta a nascondermi per salvarmi dalla tortura: il solletico.
Mi ero nascosta nello sgabuzzino nel sottoscala.
Non mi avrebbe mai trovata lì.
Ad un tratto la porticina si aprì di scatto. Non feci in tempo a scappare che Nash mi aveva già presa.
Inizió a farmi il solletico. Non riuscivo a respirare, così smise.
<< Light, io ti troverò sempre perché ti voglio tanto bene. Ti proteggerò dai mostri cattivi e la magia dell'amicizia non ci farà separare. Staremo sempre insieme, anche da grandi. >>
<< Promesso? >>
<< Promesso. >>
Ci abbracciamo forte.
<< Andiamo a guardare i cartoni e fare la merenda? Vado a chiamare la mamma! >>
<< Sì!!! >>
Fine flashback
Gli strinsi la mano annuendo.
Lui mi attiró a se ed iniziammo a piangere stretti in un abbraccio.
<< Dovevo esserci. Avrei dovuto essere lì con te e tu non staresti così adesso. >> disse nascondendosi tra i miei capelli.
<< Sto bene, Nash, davvero. >> cercai di tranquillizzarlo.
Mi guardó dritto negli occhi e poi sospiró.
<< Non é vero, Light. Lo vedo dai tuoi occhi che non stai per niente bene. Dannazione, stupido George. Io lo ammazzo se lo vedo anche solo respirare nella tua direzione. >> continuó sicuro di sé ed esternando tutta la sua rabbia.
Aveva ragione. Non stavo bene. Rivedere George aveva fatto prosciugare anche l'ultima goccia di felicità che mi era rimasta nel cuore. Nash l'aveva capito. Capiva sempre quando mentivo.
Rimanemmo a discutere per ore di come fare a risolvere questi problemi fino a che i miei migliori amici se ne andarono.
Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria, così feci per aprire la porta.
<< Io esco. >> avvisai il mio momentaneo coinquilino.
<< Sono pronto. >> disse scendendo le scale.
<< Veramente pensavo di andare a fare un giro da sola. >>
<< Scordatelo piccola, non ti lascio andare in giro da sola. >>
<< Ma... >>
<< Niente ma. E ora vieni, ho intenzione di portarti in un posto. >>
Alla fine mi rassegnai e lo seguii fuori.
Arrivammo in un luogo a me sconosciuto e poi mi bendó.
<< Cam, dove stiamo andando? >> chiesi toccandogli delicatamente la mano.
<< Lo scoprirai bambolina. >> rispose.
<< Accidenti non chiamarmi così. >> mi innervosii schiaffeggiandogli la mano.
<< Okay okay. Non c'é bisogno di diventare aggressivi. >>
Dopo circa una decina di minuti mi tolse la benda.
Ci trovavamo in uno splendido parco. Tutto intorno a noi si ergevano salici piangenti che intingevano i loro rami nell'acqua di un piccolo laghetto.
Feci un passo avanti e respirai l'aria fresca.
Ero già stata lì in realtà. Con Nash e Gwen da bambini.
Ci siedevano sotto i salici e fingevamo di essere delle fate e degli elfi e di star proteggendo il mondo dai goblin.
Oppure leggevamo rimanendo in silenzio mentre mangiavamo i nostri panini al burro d'arachidi. I miei preferiti.
Sorrisi. Mi ero dimenticata di quel posto e nel momento in cui i ricordi iniziarono a riaffiorare nella mia mente sentii una sensazione di calore nel cuore.
<< É fantastico Cam. >> dissi guardando il ragazzo.
<< E questo é nulla in confronto a quello. >> disse indicando qualcosa dietro di noi.
Mi girai e rimasi senza parole.
N/A= hi perfects! Come va? Spero bene.
Anyway, ecco a voi il capitolo più lungo che ho scritto per ora.
Cosa ne pensate di quello che sta succedendo?
Chi pensate possa essere L?
George tornerà davvero?
Ditemelo nei commentiiiii.
Detto questo Ave atque vale, Nephilim.
P. S= dona un voto alla storia per vedere un pinguino felice. (non chiedetemi come, ma fatelo lo stesso se mi volete bene (adesso tipo 0 voti ma okay) (io e le parentesi nelle parentesi))
-MartyXOXOXO
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