Capitolo 8
Quando raggiungiamo la sala principale, dove si trova anche l'ufficio del signor Smith, ci immergiamo in un oceano di ologrammi che si stanno attivando tutti simultaneamente.
«Avevi detto che si era aperto un varco solo» commento, sgranando gli occhi davanti a quel bizzarro spettacolo.
Fra le immagini, riesco a riconoscere la Torre Eiffel, il Colosseo, un vulcano che somiglia molto al Vesuvio e...
«Ma questa...» mormoro a voce bassa, allontanandomi da Liam e avvicinandomi all'ologramma alla mia destra «È Dallas.»
L'immagine mostra chiaramente un gigantesco erbivoro, dotato di grandi corna sulla testa, che cammina a passo lento lungo una via. Per fortuna non vi sono passanti, però sono sicura che si tratta dello stesso posto del mio sogno.
«Questo è strano» sussurro, tenendo gli occhi fissi su quel dinosauro, che ignaro di essere spiato dal Centro, continua la sua passeggiata.
«Cosa c'è di strano, prof?» domanda Connor, facendomi sobbalzare.
Non mi sono accorta dell'arrivo di quel ragazzo e mi giro repentinamente verso di lui. Si è cambiato vestiario, anche se ne ignoro il motivo: ora indossa una camicia blu con nuvole bianche e un paio di pantaloni verde lime.
«Io... beh...» tentenno nella risposta, indecisa su quanto dire «Nulla. Io... stavo pensando a voce alta.»
Alla fine, non espongo i miei pensieri ed evito di coinvolgere Connor in qualcosa che ancora non capisco. Magari si tratta soltanto di un sogno di poca importanza, però il mio sesto senso mi avverte che mi sto sbagliando di grosso.
Sono inquieta e nervosa. Ed è un miscuglio di sensazioni che non mi piace per nulla.
Connor si accontenta della mia risposta e si dirige verso il computer principale della sala, dove vi è seduto un uomo che non ho mai visto prima: giovane e moro con un atteggiamento amichevole nei confronti del mio ragazzo, nonostante si tratti indubbiamente di un soldato.
«Si chiama Keller» mi mormora all'orecchio Liam, facendomi trasalire lievemente «È un tipo a posto. Mi fido di lui.»
Annuisco con un cenno del capo. Se mio marito afferma di aver fiducia in quell'uomo vuol dire che lui se l'è meritata quindi gli accordo anche la mia, nonostante io ancora non lo conosca.
«E io sono Maddox» interviene una voce maschile e sconosciuta, un po' ruvida.
Io e Liam ci giriamo all'unisono e studio il nuovo arrivato: un soldato pure lui, con capelli biondi e occhi blu e foschi, densi di segreti e tormenti. Totalmente diversi dalle iridi limpide e chiare del mio capitano.
«Piacere di conoscerla» dico, stringendo la mano dell'uomo.
Ha una stretta asciutta e forte, però noto che il sorriso che mi rivolge non raggiunge il suo sguardo, che rimane distaccato.
«La famosa Liv» afferma lui, con voce beffarda, probabilmente per prendere in giro Liam, che sospira e annuisce «Lei ha fatto impazzire il mio capo. Era da tanto che volevo incontrarla.»
«Impazzire?» ripeto, inarcando un sopracciglio e scoccando una rapida occhiata al capitano.
«Oh, beh, quando è... scomparsa, Becker è diventato un orso intrattabile» chiarisce Maddox, con una risatina ironica, incrociando le braccia al petto.
È il primo, oltre a mio marito e Connor, che parla apertamente del mio periodo "fuori epoca" e la cosa mi piace: tutti camminano in punta di piedi quando entro in una stanza mentre Maddox è franco e sincero.
«Meno male che sono tornata» commento, dopo qualche istante di silenzio e immediatamente avverto la cappa di tensione dissolversi come neve al sole.
«Lei mi piace» replica il soldato dai capelli biondi «Non essere geloso, capo, sai che intendo dire.»
Guardo Liam e vedo che alza gli occhi al cielo, ma sta sorridendo in maniera impercettibile. Devo chiedergli qualche informazione su Maddox appena rimaniamo soli: quest'uomo è molto di più di ciò che appare.
«Piuttosto, parlando di lavoro, sei dei nostri?» gli domanda a mio marito, distogliendo la sua attenzione da me «Oppure ci segui da qui?»
Liam rivolge il suo sguardo verso di me come se volessi chiedermi il permesso e io annuisco senza soffermarmi a pensare: voglio riprendere in mano la vita e da qualche parte dovrò pur cominciare.
«Veniamo anche noi» sentenzia il capitano, dopo il nostro dialogo di sguardi «Che varchi mancano da controllare?»
«Beh, stando a Keller, ce n'è uno alla Body Tech, un altro in un vicolo qui vicino e un terzo si è aperto in un pub, chiuso a quest'ora, per fortuna» ci aggiorna Maddox, con voce priva di incertezze.
«Quanti se ne sono aperti?» domando, cercando di capire cosa stia succedendo nel mondo.
«Una decina in totale. Alcuni qui in Inghilterra, altri in America, Italia e Francia» risponde il soldato dai capelli biondi.
«E sono i primi dopo che io sono tornata?» chiedo ancora e Maddox annuisce con un lieve cenno del capo.
«Capisco» mormoro, in tono basso e meditabondo, volgendo le spalle ai due uomini per raggiungere Connor al computer.
«Ci farai l'abitudine» sospira Liam, senza neppure chiedermi spiegazioni.
Uno dei motivi per cui lo amo.
«Guarda che ti sento» replico con in radioso sorriso in volto per poi mettermi alle spalle di Connor e Keller per controllare i monitor «Ragazzi, per caso, avete disattivato Leo?»
«Ordine del signor Smith» risponde il soldato, senza distogliere la sua attenzione dallo schermo dove sta coordinando le operazioni delle varie squadre in giro per il mondo.
«In effetti, è logico» ragiono a voce alta, fissando un cucciolo di Carnotauro che zampetta allegro all'interno del Colosseo.
«Liv, Connor, andiamo!» Liam abbaia il suo ordine come al solito, un difetto che dubito di potergli togliere, e il mio figlioccio alza gli occhi al cielo, in maniera teatrale.
«Non posso chiedere qualche giorno di ferie?» brontola Connor a denti stretti per poi recuperare la borsa col suo fido pc dal pavimento, proprio accanto alla postazione di Keller.
«Credo di no» gli bisbiglio in risposta, ridacchiando sommessamente «Possiamo contare su di te per il coordinamento?» chiedo al soldato, posandogli una mano sulla spalla.
«Certo, dottoressa» risponde prontamente, scoccandomi una rapida occhiata.
Keller possiede occhi marroni, screziati di verde, sorridenti e onesti: provo un moto d'istintiva simpatia nei suoi confronti.
«Dove siamo diretti?» domando a voce alta, rivolta sia a lui che a Liam.
«Hai preferenze, tesoro?» ribatte mio marito, inarcando un sopracciglio e facendo ridere Maddox.
«Direi il varco alla Body Tech. È quello più a rischio dato che la palestra è aperta» mi avvisa Keller in tono professionale come se il capitano non avesse aperto bocca.
«E palestra sia» sentenzio, guardando Connor che fa una smorfia di disgusto.
«Allora, possiamo finalmente andare?» Liam mi guarda allargando le braccia, impotente, e io gli rivolgo un sorriso smagliante per poi lasciare Keller al suo lavoro e raggiungere mio marito.
«Sissignore» borbotto, con Connor al seguito.
È bello essere tornata...
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro