Capitolo 18
Appena giungiamo al tombino, Liam trae dalla tasca posteriore dei pantaloni neri un corto bastoncino di metallo. Gli scocco un'occhiata perplessa e confusa e lui, in risposta, mi fa l'occhiolino. Sfiora un'estremità dell'oggetto e quello si allunga, raggiungendo quasi la lunghezza del suo braccio. Fatto ciò, l'uomo lo utilizza come leva per alzare il tombino e... voilà, la nostra via per le fogne è aperta.
«Presuntuoso» mormora Connor, a mezza bocca, forse ripensando alla bonaria presa in giro di prima.
Mi avvicino a lui, gli stringo la mano e sorrido appena i nostri sguardi si incrociano. Mio marito sospira, quasi fosse esasperato da noi due, dopodiché appoggia il coperchio del tombino contro il muro incrostato di robaccia viscida che si trova alle sue spalle.
«Scendo per primo» afferma, accovacciandosi a terra e scrutando con diffidenza l'oscurità che lo attende.
«D'accordo. Connor sarà il secondo e io l'ultima» approvo l'idea immediatamente.
«Il secondo?» ripete il ragazzo, in tono esitante.
Mi volto nella sua direzione, lasciando la presa sulla mano, e incrocio le braccia al petto.
«Come vuoi. Allora, dopo di lui, andrò io. Tu sarai il terzo e dovrai aspettare il tuo turno in questo vicolo deserto» dico con voce pacata, annuendo ripetutamente col capo.
«Qui? Da solo?» Connor batte le palpebre un paio di volte «Beh, ripensandoci preferisco seguire il piano originale. Sarò il secondo. Ho sempre amato i numeri pari.»
Liam alza gli occhi al cielo, senza commentare, e poi inizia la discesa. Ci impiega solo due minuti prima di annunciare il via libera per noi. Così Connor sbuffa e borbotta per dopo scendere e raggiungere mio marito nelle fogne londinesi.
«Forza, prof, non è così male quaggiù» grida il ragazzo, forse per rassicurarmi del fatto che non vi è alcun dinosauro pronto a sbranarmi.
«Arrivo» rispondo a voce abbastanza perché mi odano da laggiù.
Do una rapida occhiata in giro, ma non scorgo anima viva quindi non posso tergiversare.
E va bene...
Prendo un respiro profondo in seguito comincio pian piano a scendere i pioli metallici che costituiscono la scala. Ci metto pochi minuti a raggiungere i miei compagni. Arrivata a destinazione, trovo Liam e Connor intenti a ispezionare l'ambiente. Non che ci sia molto da vedere: in sostanza si tratta di un tunnel infinito costituito da un corso d'acqua torbida e due camminamenti in cemento posti ai lati.
L'illuminazione è abbastanza buona quindi non abbiamo bisogno delle torce.
Per ora, l'unico risvolto negativo della missione è l'odore penetrante, nauseabondo e dolciastro che permea le fogne.
«La prossima volta ci dobbiamo portare le maschere antigas, ragazzi. Si fatica a respirare quaggiù» commento con un'espressione disgustata in viso.
«Vieni qui, dolcezza» mi chiama Liam, allungando una mano verso la tasca che si trova quasi all'altezza del ginocchio.
Al colmo della curiosità, faccio subito come mi dice e lui mi rivolge un breve sorriso. Solo ora noto che ha qualcosa di appiccicato appena sopra le labbra. Sembra nastro adesivo, ma non avrebbe alcun senso.
Apro la bocca per subissarlo di domande, però la richiudo subito, decisa ad attendere. Liam inarca un sopracciglio, stranito dalla mia pazienza, e mi mostra cosa tiene fra le dita: un piccolo rotolo di scotch.
La curiosità aumenta in maniera esponenziale, ma sono decisa a non dargli soddisfazione così aspetto la sua prossima mossa. L'uomo ne srotola un pezzettino di circa tre centimetri e lo strappa, rimettendosi in tasca il resto. Poi lo stropiccia un poco e allunga le mani verso il mio volto: io rimango immobile mentre lui me lo attacca giusto sotto il naso.
«Va meglio?» mi domanda l'istante dopo.
Faccio due o tre respiri e mi accorgo che ora l'aria profuma di lavanda.
«Ma come...?» inizio a chiedere per fermarmi subito dato che non so come porre la domanda senza sembrare una pazza.
«Una cosuccia del Centro. Si tratta di un cerotto che rilascia profumo, con una durata di dodici ore. Spero che l'aroma sia di tuo gradimento. L'ho scelto io» mi spiega l'uomo, con un sorriso imbarazzato.
«Scelta eccellente. Grazie» gli dico con occhi scintillanti e pieni d'amore.
«Le piace, prof?» si intromette Connor, con entusiasmo fanciullesco «Li ho chiamati provvisoriamente CEO ossia Cerotti Elimina Odori, ma non rende l'idea. Di fatto non elimina nulla, rende solo più gradevole un... odore disgustoso, diciamo.»
«Qualsiasi sia il loro nome, sono davvero utili. Sei un genio» lo elogio, bloccando la sua spiegazione che altrimenti durerebbe ore «Tornando alla missione, da che parte si va?»
Rivolgo un'occhiata prima a destra e poi a sinistra, senza vedere nulla di particolare. Non scorgo tracce animali o indizi che ci possano indicare la presenza di un dinosauro.
«Il luogo esatto dov'è stato girato il video che abbiamo visto si trova da quella parte» risponde il ragazzo, fissando lo sguardo a sinistra, in direzione dell'ignoto.
«E sinistra sia» acconsento con un cenno secco della testa mentre Liam si mette alla guida del nostro gruppetto con la pistola stretta in pugno.
Camminiamo per un tempo indefinito prima di raggiungere una biforcazione. Per nostra fortuna, il cerotto profumato resiste perché man mano che avanziamo l'acqua diventa sempre più scura e i muri sembrano rivestiti di una bizzarra materia verdastra dall'aria malsana. Non oso immaginare quale lezzo pervada l'ambiente.
«Ora che facciamo?» chiedo a nessuno in particolare, mettendomi le mani sui fianchi.
«Sapete una cosa? Secondo me, il varco si è chiuso da tempo» afferma, di punto in bianco, Connor con una penna adagiata sul palmo della mano destra.
Nell'udire quelle parole, mi giro di scatto verso di lui e lo trovo pensieroso che scruta il luogo dove ci troviamo. Liam, invece, va in avanscoperta per decidere che strada scegliere, lasciando me e il ragazzo a discutere.
«Cosa te lo fa credere?» gli domando, avvicinandomi di un passo a lui.
«In primo luogo l'energia elettromagnetica: anche se fossimo distanti dal varco dovremmo percepirla e invece nulla» elenca lui, mostrandomi una penna col rivestimento metallizzato inerte sul suo palmo «E poi avremmo già dovuto avvistare almeno un esemplare. In più non ci sono state altre sparizioni. Come se i dinosauri volessero mangiarsi solo quei due operai. Non so. Non mi piace quaggiù.»
Messa in questi termini, la faccenda è veramente bizzarra, però non possiamo andarcene a metà missione, senza risposte ai nostri dubbi.
«Ho trovato qualcosa» annuncia Liam, tornando da noi con un'espressione severa in volto.
Io e Connor ci scambiamo un'occhiata prima di seguirlo. Avanziamo a passo spedito e, qualche metro dopo aver girato l'angolo, ci troviamo di fronte a un macabro spettacolo. A terra vi sono alcune impronte insanguinate, quella che a prima vista sembra una costola spolpata e un giubbotto catarifrangente a brandelli.
«È molto più di qualcosa» commento, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Non vorrà esaminarli, vero?» sussurra Connor, con voce tremante e lievemente disgustata «alle volte rimpiango i fossili.»
Avverto una risata isterica risalirmi in gola, ma stringo le labbra e soffoco quella reazione davvero fuori luogo rispetto alla serietà della situazione. Comprendo, però, il pensiero del ragazzo: i resti così "freschi" mettono a disagio anche me.
«Dobbiamo esaminarli. Forse riusciamo a scoprire con chi abbiamo a che fare» sentenzio, prendendo un paio di guanti in lattice che mi sono messa in tasca prima di lasciare il Centro.
Cominciamo!
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