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Capitolo 12

Questa missione è nata sotto una cattiva stella.

Le cose sono andate male fin da subito. Come molti soldati, posseggo una camera al Centro così appena un varco si spalanca sono già operativo e pronto a contenente le eventuali incursioni.

Nella stanza comune, una sorta di open space arredato con divani, poltrone e un angolo cucina, i miei compagni avevano finito il caffè e anche la marmellata di fragole, nonostante io l'abbia nascosta in un angolino dell'armadietto sopra al lavello.

A quel punto le cose potevano soltanto peggiorare.

Difatti, quando ho raggiunto la sala principale del Centro, ho scoperto che il capo si è portato la moglie al lavoro: non ho nulla contro quella donna, ma immaginavo che non avrebbe più fatto parte del team dopo la sua "esperienza".

Pensavo di trovare una persona indifesa e traumatizzata mentre Liv, nome che mi ha tenuto compagnia per molto tempo durante le estenuanti ricerche, si è rivelata un peperino pronto a tornare in pista.

Quando si è allontanata da me dopo avermi riempito di domande, ho intuito il motivo per cui il capitano ha voluto legarla a sé col vincolo del matrimonio: la professoressa è una donna unica al mondo.

Comunque sia, il momento più brutto della giornata è giunto quando siamo arrivati al centro commerciale. Ci siamo divisi per raggiungere la palestra da diversi punti e, così, per fare anche un sopralluogo del posto.

Al secondo piano, ho beccato il nemico giurato del capitano: Scorpion. Si aggirava con nonchalance fra la gente senza temere di essere arrestato da noi, nonostante ci avesse notati.

Ho ordinato a Trent e Aaron, due soldati fidati anche se giovani, di recarsi alla palestra per dare supporto alla squadra del capitano mentre io seguivo quel tipo e cercavo di capire cosa stava tramando.

Quel maledetto Scorpion mi ha fatto girare come un idiota per tutto il centro commerciale prima di scomparire nel nulla. Mi sono ritrovato al quarto piano in un vicolo cieco senza comprendere come poteva essermi sfuggito.

Si è praticamente volatilizzato.

«Dannazione» brontolo proprio quando il capitano mi chiama tramite la piccola trasmittente che abbiamo in dotazione.

Si tratta di un aggeggio molto utile: si infila in un orecchio e, premendo il minuscolo pulsante, si può interagire con ogni membro della squadra e il dispositivo copre una distanza enorme.

«Maddox devi venire subito in palestra.» È l'ordine perentorio del capo, nonostante tenga la voce bassa.

«Ricevuto» rispondo, per poi mettermi a correre, ritornando sui miei passi.

Raggiunto l'ultimo piano, scorgo Trent che piantona la porta della palestra affinché nessun civile entri. Mi slaccio i primi due bottoni della divisa perché sto morendo di caldo e saluto con un cenno del soldato prima di varcare la soglia.

Entro e sorpasso la reception. La sala è macchiata di sangue e dall'area dei tapis roulant proviene uno strano rumore su cui non ci tengo a investigare. Volgo lo sguardo verso la mia sinistra e scorgo la porta dello spogliatoio aperta: il capitano e gli altri devono trovarsi lì dentro.

Mi avvicino e sporgo la testa all'interno. Fa un caldo micidiale che mi incolla la divisa al corpo. Un odore di carne marcia mi giunge alle narici, facendomi fare una smorfia schifata.

Esco dal locale e provo a cercare un altro ingresso. Percorro tutta la sala peso fino a giungere dall'altra parte dove trovo una seconda porta: probabilmente le docce hanno due entrate separate.

Tentar non nuoce...

Sfodero la pistola e faccio un respiro profondo. Dopodiché apro la porta, che non emette alcun rumore, e mi muovo adagio, con circospezione. Le file gemelle di armadietti sono scardinate e rotte da qualcosa dotato di unghie affilate e molta forza.

Continuo a muovermi con passo felpato finché non odo un lieve suono, come un brusio lieve, seguito da un paio di ringhi che mi fanno accapponare la pelle.

«Capo. Credo di essere alle vostre spalle» sussurro, cercando di non attirare l'attenzione del dinosauro celato fra le volute di vapore.

«L'ombra che vedi è Raja. Secondo Liv, tu dovresti fare da esca per fargli attraversare il varco» mi spiega il capitano mentre faccio un paio di passi avanti.

«Ehm... mi sa che Raja si è fatto un amico» bisbiglio, non appena vedo una seconda ombra ergersi poco lontano dalla prima.

Becker utilizza una colorita imprecazione per farmi notare il suo punto di vista e i dinosauri si innervosiscono un poco come se non tollerassero le parolacce, il che è veramente spassoso.

«Capo. Piccolo cambio di programma. Appena vedete che le bestiole sono distratte, dirigetevi alla vostra sinistra e aspettate che siano passati prima di muovervi» aggiungo, mettendo via la pistola, arma inutile in questo caso.

Mi sbottono il resto della divisa e me la tolgo, gettandola a terra. Rimango così in canottiera. Un piccolo miglioramento anche se l'aria è sempre più irrespirabile.

Diamoci da fare!

Avanzo di un paio di metri, camminando rasente al varco. Il calore che sprigiona mi avvolge e le sue luci mi accecano momentaneamente. Un sorriso sornione mi accentua le labbra mentre afferro a mezz'aria la coda di Raja. La stringo per un breve attimo per poi ritrarre la mano, certo di aver attirato la sua attenzione.

Infatti mi abbasso appena in tempo: il dinosauro si volta repentinamente e spalanca le fauci, provando a mangiarmi.

Simpatico...

«Dai, piccoletto. Vieni con me» grido al suo indirizzo, sperando che mi segua anche il suo amico.

Dopodiché giro le spalle a entrambi e attraverso il buco dimensionale. Quando riapro gli occhi mi ritrovo nel bel mezzo di un'umida foresta preistorica, circondato da alberi altissimi e bassi arbusti dalle foglie scure. Il caldo, se possibile, si è fatto ancora più asfissiante, ma non perdo tempo e cerco un riparo.

Scruto l'ambiente sconosciuto e trovo un cespuglio abbastanza grande da riuscire a nascondermi così non ci penso due volte a correre verso destra per poi accucciarmi dietro alla vegetazione. Il tempo di un respiro e dal varco sbuca un arrabbiato Raja seguito a ruota dal suo compagno, forse il fratello: entrambi sono destabilizzati dal cambio di ambiente, però si riprendono nel giro di momento e scompaiono nel folto della foresta, in cerca di prede.

Fatto!

Il mio incarico sarebbe finito. Nel migliore dei modi, fra l'altro. Ma quando mi alzo e abbandono il mio provvisorio nascondiglio, mi viene l'impellente bisogno di cercare la ragazza che ho visto qualche tempo fa all'interno di un altro varco.

Giusto una rapida occhiata...

Volto le spalle al buco dimensionale, che rappresenta l'unica ancora di salvezza, dopodiché mi incammino nella direzione opposta a quella scelta da Raja. Dopo una decina di minuti, il panorama non accenna a cambiare: sembra che la foresta si estenda a perdita d'occhio.

Monotono...

Mi passo una mano fra i capelli arruffati e decisamente fuori taglio e sospiro. Sono indeciso se continuare e andare avanti nella vana speranza che quella ragazza si faccia viva oppure se tornare indietro e dimenticarmi di tutto.

Però lei esiste...

«Maledizione» brontolo, irritato, ritornando sui miei passi.

Sto per oltrepassare il varco quando sento un fruscio: mi blocco e mi giro per controllare l'origine di quel rumore, ma non vedo nulla di sospetto.

Scrollo le spalle e compio il passo decisivo per tornare a casa, all'epoca a cui appartengo.





Nota dell'autrice:

Benvenuti nella nuova avventura di Liv&Co 😄

Molte domande avranno una risposta, molti misteri rimarranno misteriosi, ma spero che vi piaccia 😂  almeno quanto a me piace scriverlo!! 😁

Quello di Maddox non sarà l'unico nuovo punto di vista 🙄

Buona lettura! 🤗

Alla prossima 🌟

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