Capitolo 1
Londra, oggi
L'animale sta camminando a passi venti lungo una via poco frequentata della periferia di Dallas, una popolosa città dello Stato del Texas.
L'ora è tarda e i dati negozi che punteggiano la strada sono chiusi.
Il dinosauro è lungo otto metri all'incirca, è alto quasi tre metri e peserà una decina di tonnellate. Si tratta di una creatura robusta e tarchiata, possiede quattro forti zampe e una potente coda, ma la sua peculiarità è rappresentata senza ombra di dubbio dal cranio, molto grande rispetto alle dimensioni del suo corpo. La parte anteriore della testa è dotata di un becco ricurvo e sdentato mentre, in alto, presenta due lunghe corna, ognuna sopra ogni occhio.
«Triceratops.» Il suo nome abbandona le mie labbra schiuse e il dinosauro scrolla la testa come se mi avesse udita.
«Liv. Sveglia. Dobbiamo alzarci.» Una voce, roca e maschile, sguscia nei miei sogni, facendomi rabbrividire.
Mugugno e mi giro nel letto caldo, scalciando via le coperte. Una mano giocherellona mi sfiora il fianco fino a raggiungere il collo, dove dita leggere e delicate mi scostano ciocche di capelli dalla pelle nuda. Un sorriso incurva le mie labbra mentre mi distendo lentamente sulla schiena. Sollevo le palpebre e mi perdo in due pozze chiare e limpide, colme di calore e amore.
«Liam» sussurro, sfiorandogli il volto con l'indice.
Un velo di barba gli copre il mento, però devo ammettere che gli dona molto. Stento ancora a credere che questo uomo meraviglioso, e alle volte irritante, sia diventato mio marito. Il secondo marito, a dire la verità. Il primo è morto in un luogo remoto, dopo essersi rivelato un pazzo omicida il cui desidero era sterminare la razza umana.
«A cosa stai pensando?» chiede Liam, dandomi un dolce bacio sulla fronte «Hai un'espressione accigliata.»
«Veramente, sto pensando a te» gli rivelo, posandogli le mani sulle spalle nude «Beh, a te, a Kevin, alla piega che ha preso la mia vita, soprattutto dopo quest'ultimo periodo.»
Le labbra di Liam si assottigliano e il suo volto si incupisce un poco, però non muove un muscolo per allontanarsi da me.
«Non mi hai ancora raccontato nulla del tempo che hai trascorso... lontano da casa» osserva lui, fissandomi negli occhi in maniera così intensa da non lasciarmi scampo.
Mio marito ha pienamente ragione.
Da quando sono tornato al tempo cui appartengo, più di tre mesi fa ormai, mi sono concentrata sul mio presente, ossia la mia famiglia, e ho fatto tutto il possibile per rimuovere dalla mente il periodo passato con Ian, nell'altra Londra.
«Scusami. Io... non era mia intenzione tagliarti fuori dalla mia vita, ma è stato scioccante, per non dire traumatico, all'inizio» esordisco con voce tremante, ripensando al mio arrivo in quel mondo parallelo «Quando i varchi si sono chiusi e io sono rimasta intrappolata dall'altra parte, ho dovuto vivere un anno fra i dinosauri, senza possibilità di tornare alla civiltà. Durante una battuta di caccia, ho ritrovato il congegno di Connor, che poi mi ha condotto a una grotta. Credo che sia stato lì che il fungo preistorico mi ha infettata. Comunque sia, all'interno dell'antro ho trovato un varco. Speravo mi conducesse da te, invece sono stata trasportata in un mondo parallelo, dove mi hanno curata.»
Liam sussulta in modo impercettibile nell'udire le mie parole. Penso che se mi ascoltasse qualcun altro, all'oscuro dei buchi dimensionali, mi farebbe internare immediatamente. Mio marito, invece, non distoglie mai lo sguardo da me, trasmettendomi calma e tranquillità. Così prendo fiato prima di continuare a raccontargli la mia fantascientifica storia.
«Mondo parallelo vuol dire una Londra parallela quindi anche un Centro parallelo.» Il mio tono di voce si affievolisce sempre più mentre i ricordi mi sommergono con ferocia inaudita «Lì ho incontrato un'altra versione di te e di Connor e del signor Smith. Beh, si trattava di una signora Smith, però era ugualmente irritante. E ho trovato Ian.»
«Amico o nemico?» domanda Liam, sdraiandosi su un fianco e posando la testa sul mio stesso cuscino.
«Amico» rispondo subito, senza alcuna incertezza «Si era perso. Esattamente come me. Non apparteneva a quel mondo più di quanto non vi appartenessi io. Ma è stato un ottimo alleato. In effetti, si trattava del tuo migliore amico. O meglio, era il migliore amico di quella versione di te.»
Mi interrompo un attimo per riordinare le idee: le mie spiegazioni sono confuse, però non saprei in quale altra maniera raccontare ciò che ho vissuto. Da quando ho trovato quella busta nella mia cassetta della posta, tutta la mia vita è stata stravolta senza alcun rimedio. Per fortuna, Liam è un tipo sveglio e riesce a riempire i buchi della storia che gli sto narrando.
«Non sono tipo da avere migliori amici» commenta l'uomo al mio fianco, inarcando un sopracciglio «Ma chiuderò un occhio, visto che, a quanto ho capito, ti ha aiutata in quella... situazione.»
«Ian è stato davvero di enorme aiuto» annuisco, accennando un sorriso malinconico.
In realtà, quando l'ho conosciuto, Ian mi è parso un tipo sfuggente, misterioso e molto astuto. Tuttora mi accorgo di sapere poco o nulla sul suo conto. Effettivamente non so nemmeno se Ian Worton è il suo vero nome.
«Mi sta venendo mal di testa» brontolo, serrando gli occhi e bloccando il flusso di ricordi riguardanti quell'uomo e il mio viaggio in un mondo parallelo.
«Mi stai dicendo che ho avuto un rivale?» chiede scherzosamente Liam, facendomi sollevare le palpebre di scatto.
Volto la testa verso mio marito e lo trovo intento a fissarmi, con il mento appoggiato sul palmo della mano e il viso imperscrutabile.
«No. Certo che no. Cioè, lui avrebbe voluto, però nel mio cuore ci sei solamente tu. E la cosa non cambia in qualsiasi epoca io mi trovi. Non posso negare che mi sono affezionata a quell'uomo enigmatico e divertente. La solitudine che emanava era quasi palpabile. Un anno lontana dalla civiltà mi ha quasi distrutta e non oso immaginare cosa si possa provare a stare lontani da casa per più tempo.»
«Sei così dolce, Liv» mormora Liam per poi avvicinare il suo volto al mio e baciarmi delicatamente come se io fossi qualcosa di prezioso da preservare «Comunque, ti stavo soltanto prendendo un po' in giro. Lo so che ami solo me. Così come io amo solo te.»
«Brutto...» Non finisco nemmeno la frase e gli rifilo uno spintone per allontanarlo da me.
Mio marito cade sulla schiena e ride gioiosamente, davvero divertito dalla sua burla.
«Sei un idiota» borbotto a denti stretti, abbandonando il letto caldo e comodo «Se continui così, penso proprio che divorzieró.»
Nell'udire le mie parole, le risate scemano immediatamente, ma io non mi fermo e, con un sorriso soddisfatto in volto, recupero biancheria e vestiti puliti per poi chiudermi in bagno a fare una doccia.
Chiacchierare con Liam, però, ha sbloccato qualcosa dentro di me e ora mi ritrovo sommersa di domande a cui prima non avevo mai pensato.
Chi è davvero Ian?
Qual è la sua missione?
E cosa starà facendo in questo momento?
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