La mattina mi svegliai verso le 8, Doris era pallido, sembrava morto. Lanciai un piccolo gridolino e urlai sottovoce:- Doris, Doris, oddio stai male?- -No. Solo che le previsioni sono sbagliate. Morirò ora, ma l'importante è che tu ci sia stata per tutto il tempo. Sai, è dalla 2° superiore che ho cominciato a vederti come più di un'amica.- arrossii e lui mi prese la mano. La sua era gelida, e mi fece ribollire il sangue dalla rabbia che dovesse morire in un modo così silenzioso, con me al fianco. Cercò di dire qualcosa, ma sembrava si stesse strozzando. Gli feci il segno di stare muto, così lo baciai sulle labbra. -Un bacio vale molto di più di mille parole d'addio.- le mie lacrime erano cascate e lui sorrise. Si spense così, col sorriso. Gli accarezzai il braccio e lo baciai di nuovo, prima che la dottoressa chiamasse i suoi genitori. Ripartii verso casa. Volevo solo morire dentro un buco nero per la perdita di qualcuno che mia aveva sostenuto per così tanto tempo. Addio Doris, per sempre.