Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Una Strategia a Lungo Termine

Autrice: ho dovuto riutilizzare una vecchia parte che ho recuperato unendo due vecchi capitoli, quindi ha già delle letture e potreste vedere già il vostro like a questo capitolo... In tal caso, lasciatemi un commento per farmi sapere se vi è piaciuto, oppure togliete e rimettete il like così vedo la notifica! :-D

- - - - -


3-4 Dicembre 2014

- - - 

La mattina del 3 dicembre al risveglio, Percy andò nella sala del consiglio di guerra e studiò tutta la mattina il mosaico e i cambiamenti avvenuti nei due giorni in cui era mancato.

Leucotea stava facendo ritorno trionfante, sarebbe arrivata la seguente mattina. Delfino era già rientrato e disponibile. Tyson e Briareo, invece, erano ancora in battaglia insieme ad altri 10 ciclopi, e non sapeva come stesse andando.

Akheilos, un demone marino dalle fattezze da squalo, stava seminando il panico sulla costa pacifica del Messico, nella Bassa California. Nato umano, semidio figlio di Zeus, in vita il giovane era stato di una tale bellezza da suscitare l'ira di Afrodite, che lo trasformò in un orribile mostro ibrido come condanna. Nell'antichità era poi stato ucciso da Athena, che nel farlo aveva donato il potere della vittima a Poseidone. E ora che il Dio dei Mari era così debole, anche Akheilos aveva trovato il modo di risorgere.

Fortunatamente, avevano del tempo prima che Taumante arrivasse nelle vicinanze del palazzo, ma a Percy insospettì che procedesse così a rilento, quando avrebbe potuto già essere lì da giorni. Cosa, o chi, stava aspettando?

Nereo, il vecchio saggio che Percy aveva catturato molti anni prima per ottenere informazioni riguardo l'Ofiotauro durante un'impresa, sembrava anch'egli schierato contro Poseidone. Era incredibile pensare che quel tizio potesse scendere in battaglia, ma le sue doti mutaforma non erano da sottovalutare.

Ma la nuova minaccia imminente era Forco, che si era tenuto in disparte fino a quel momento, ma aveva iniziato a scatenarsi nel Golfo del Messico appena saputo della tremenda fine capitata a sua sorella, nonché moglie, Ceto.

Come se non bastasse, il padre di Forco, Ceto, Taumante e Nereo (e anche di Briareo, ma lui non voleva parlarne!) la divinità primordiale Ponto, aveva deciso di appoggiare la causa dei figli e aveva iniziato a risvegliarsi nelle profondità del vulcano Kīlauea, alle Hawaii. Ponto sarebbe stato davvero un grande problema, non dovevano permettergli di riunirsi ai figli, o insieme avrebbero spodestato Poseidone e la sua dinastia senza difficoltà.

In tutto ciò, erano rimasti anche isolati alle comunicazioni, poiché Iride, figlia di Taumante stesso, aveva deciso di non offrire più i servigi alla corte di Poseidone.

<<Era ovvio che altre divinità avrebbero preso posizione nel momento in cui avessimo agito. Ora abbiamo più nemici di quanti ne avevamo prima del tuo arrivo. Complimenti, Fratello.>> esordì Tritone durante il pranzo.

Eppure, molte nereidi continuavano ad appoggiare Poseidone, e cercavano di salvaguardare le loro riserve naturali come potevano, e continuavano a mantenere aggiornata la corte del dio anche senza i messaggi-iride. Inoltre, una divinità minore del sonno, Brizo, aveva deciso di unirsi ai combattimenti in prima linea, ed era diventata una dei nuovi luogotenenti...

<<Un'altra donna, ma certo, che utilità...>> esclamò Tritone alla sola presenza di Percy, Delfino, e Bentesicima, che aveva portato loro il pranzo.

<<Non puoi averlo detto sul serio. Ti rendi conto della grande stronzata che hai detto?>>

<<Forse nel tuo mondo le femmine iniziano ad avere un qualche ruolo di importanza, ma nel mio mondo e nel mio regno, sanno bene qual è il loro posto e il loro valore, ed è molto meglio così. Quando sarò re, riporterò un po' di ordine in questo senso.>>

Percy guardò Bentesicima, che li stava servendo nonostante lui l'avesse invitata a sedersi al tavolo con loro, e si sentì male per lei, quindi disse <<Ti sorprenderesti di quanto possano stupirti le donne che tanto denigri... ed è ironico che la maggior parte dei guerrieri che ti stanno sostenendo ora, comprese le tue spie, siano donne e nereidi... Senza di loro saresti già stato spodestato.>>

Percy non sapeva se i delfini sorridessero, ma fu sicuro che Delfino, al suo fianco, stesse sorridendo soddisfatto. L'espressione di Bentesicima, invece, era imperscrutabile.

Tritone fece spallucce e continuò a mangiare come un maiale, noncurante di quella verità. Percy si chiese come potessero essere fratelli, e come avesse fatto suo padre, Poseidone, a crescere un figlio del genere. Qualcosa doveva aver sbagliato, come genitore.

<<Quindi, il mio brillante fratellino mortale ha una nuova strategia per questa seconda ondata di azioni militari con il nostro esercito rosa?>> disse sbeffeggiandolo.

Percy sorrise al suo solito <<Certo. Ho molte idee, ma ne parleremo quando tutto il Consiglio sarà riunito, e stabiliremo i nuovi incarichi.>>

<<Bene. Ottimo. Non vedo l'ora.>> disse con sarcasmo.

Percy passò la restante parte del giorno facendo di nuovo visita al padre, sperando di vederlo migliorare, ma a quanto pareva non aveva più ripreso conoscenza da quando aveva parlato con lui al suo arrivo a corte. Poi tornò nelle sue stanze, e cercò di definire una strategia militare dettagliata e a lungo termine.

A ora di cena, il ragazzo era appisolato su una poltrona, e Bentesicima arrivò con il vassoio per lui, lo lasciò con garbo sulla scrivania, vicino alle carte e ai suoi appunti, che sistemò con calma e cura, e poi fece per andarsene, ma Percy si svegliò.

<<Bentesicima... aspetta...>>

La ragazza si voltò e gli sorrise <<Sì?>>

<<Mi... mi dispiace che tu abbia dovuto sentire quelle cose da Tritone. Non darci peso...>>

<<Tranquillo. Sono abituata, non me la prendo.>> e riprese a nuotare verso la porta.

<<Intendo solo dire che... non sa apprezzare le persone che ha intorno, è un idiota. Quello che dice non ha davvero valore.>>

<<Attento, potrebbe essere considerato alto tradimento.>>

Percy rise sprezzante <<Se c'è una cosa che ti posso giurare, è che quel cafone non salirà mai sul trono di mio padre.>>

Bentesicima sorrise in modo strano <<Chissà. Si vedrà...>>

<<Ti va di farmi compagnia? La cena è sempre abbondante...>>. Percy avrebbe tanto voluto che lei restasse; lei non lo trattava come un intruso, e gli rivolgeva la parola anche fuori dal consiglio di guerra, e si era dimostrata molto sensibile e perspicace nel dare il proprio parere quando erano soli. Ma la ragazza scosse la testa <<Mi dispiace, ho già cenato.>> e se ne andò, lasciando il semidio solo e deluso.

Quella notte, Percy sognò di trovarsi ancora nella grotta che era stata il nascondiglio di Ceto, che lo teneva incatenato nudo ad uno scoglio e lo torturava, per poi lasciargli il tempo di rigenerarsi, e dopodiché torturarlo ancora, mentre un uomo osservava la scena ridendo. Riconobbe quella risata: era del suo fratellastro, Tritone, e lo vide, mentre si godeva lo spettacolo della tortura circondato da altre figure sotto forma di ombre, che non poté riconoscere.

Il giorno seguente, non aveva ricordo di quel sogno, ma gli rimase la sensazione negativa che questo aveva suscitato.

Leucotea e la sua armata fecero ritorno in mattinata. Aveva subito ingenti perdite, ma il mostro era stato sconfitto e disintegrato. Poi, con grande sorpresa e gioia di Percy, nel pomeriggio fecero ritorno anche Briareo e Tyson, insieme a 7 ciclopi. A quanto pareva, 3 non ce l'avevano fatta, erano finiti in un'imboscata ancora prima di raggiungere Cimopolea, e l'umore dei due comandanti era nero.

<<Ci dispiace Percy, non abbiamo sconfitto del tutto Cimopolea, ma l'abbiamo almeno convinta a non prendere posizione. Smetterà di opporsi a noi e resterà in disparte fino a quando non le sarà chiaro chi avrà la vittoria in pugno...>>

<<Ok. Beh, vuol dire che c'è ancora speranza, no? Se Cimopolea non sa da che parte schierarsi, tutto è ancora in gioco...>>

<<Sì, e poi si è spaventata quando ha saputo che Ceto era stata uccisa. Ha deciso di fare una tregua quando ha saputo quello.>>

<<Ok. Bene, per il momento allora Cimopolea può essere ignorata. Non possiamo fidarci di lei, ma se riuscissimo a guadagnare credibilità e lei decidesse di appoggiarci sarebbe un buon alleato...>>

Tritone fece una risatina sprezzante, ma nessuno gli prestò attenzione.

<<Quindi quali sono i nuovi ordini, Generale?>>

Tritone si voltò a guardare Delfino, pensando che si riferisse a lui in quanto subentrato al comando dopo il padre, ma si rese conto che stava guardando il fratellastro semidivino, e, come lui, anche tutti gli altri nella stanza. Sentì l'odio per quel mortale scuotergli l'anima.

Percy prese parola, diede il benvenuto a Brizo, chiese a tutti un parere riguardo alla strategia che spiegò, e poi assegnò i nuovi incarichi, stabilendo l'inizio di questa seconda ondata di azioni per il giorno seguente, e congedò il consiglio, spronando tutti a divertirsi e a passare le ore che restavano con gli affetti personali.

Lui, dal canto suo, avrebbe tanto voluto contattare Annabeth e poterle parlare, ma non era possibile. Quindi passò del tempo con Tyson, che però aveva molto da fare alle fucine ora che era disponibile; per il resto, si chiuse nelle sue stanze, continuando a studiare e ristudiare il proprio piano militare, cercando di prevedere ogni possibile imprevisto e scenario.

sera del 4 - mattina del 5 Dicembre 2014

- - -

Dopo quel consiglio di guerra alla mattina, Tritone andò subito nella camera del padre, dove la madre Anfitrite vegliava il morente marito.

Tritone era alterato e nervoso <<Non è ancora morto?>>

<<No.>> rispose con delusione.

L'uomo sbuffò <<Se non fosse arrivato quel mortale avrebbe cessato di esistere giorni fa. Invece ora il regno sta recuperando speranza. Sia maledetto...>>

<<Devi pazientare, non manca molto...>

<<Pazientare!? Aspetto da oltre tremila anni, madre! Sono stufo di pazientare! Voglio ciò che mi spetta!>>

Anfitrite lanciò al figlio uno sguardo di rimprovero <<Hai aspettato migliaia di anni, puoi aspettare altre 2 settimane, no? L'arrivo del semidio ha solo rallentato l'inevitabile conclusione dell'era di tuo padre...>>

Tritone sembrò preoccupato <<È potente. Molto. E imprevedibile. Nessun'altro dei suoi figli mortali è mai stato così... minaccioso...>>

Anfitrite rispose calma <<Il ragazzo è un mortale, e nemmeno conosce il proprio potere, quindi non saprà come sfruttarlo. Tu sei l'erede di Poseidone, un futuro dio... davvero ti senti minacciato da un semidio di 21 anni?>>

<<Non è solo per lui, ma per il rispetto che suscita. Tenerlo all'oscuro non è stato sufficiente, non sono sostenuto come vorrei a corte e hanno disubbidito ad un mio ordine diretto quando l'hanno chiamato! Dobbiamo sbarazzarci di lui. Il prima possibile.>>

<<Troveremo un modo, tutti i tasselli si incastreranno. Ma dobbiamo seguire il piano. Avete raccolto le informazioni necessarie?>>

<<Lo stiamo facendo. È un ingenuo, per nostra fortuna. Non capirà nemmeno cosa sta succedendo finché non sarà troppo tardi.>>

La sera precedente a quella nuova ondata di attacchi, Bentesicima portò in stanza l'ennesima cena solitaria per il ragazzo accompagnata a una bottiglia di sidro. Percy era sconsolato e giù di morale, e continuava a scarabocchiare idee sul proprio taccuino. Si rese conto della presenza della ragazza solo quando fu di fianco a lui, vicino al tavolo pronta per appoggiare il vassoio.

<<Oh... Bentesicima... grazie...>>. Sistemarono insieme le carte per fare spazio, senza parlare, e Percy eliminò l'acqua dalla stanza per restare all'asciutto.

<<Mi sembri cupo. Va tutto bene?>>

<Mmmh? Oh, scusami. Sono solo pensieroso...>>

<<Preoccupato per domani?>>

Percy fece spallucce <<Come sempre. Ma ho fiducia nei luogotenenti...>>

<<E in te stesso? Hai fiducia?>>

Percy si bloccò, sorpreso da quella domanda, e le sorrise appena <<Ci provo. Pensi che potrei?>>

La ragazza gli sorrise sinceramente e annuì decisa in risposta, poi cambiò discorso <<Stasera non ho ancora cenato... posso farti compagnia stavolta?>>

Percy ne fu felice, e finalmente passò una serata con qualcuno che dimostrasse apprezzamento e simpatia nei suoi confronti senza pensare solo al suo apporto bellico.

Finita la cena, si erano accomodati sul letto usandolo come un divano, continuando a conversare. Lei gli raccontò di antichi miti e tradizioni, e lui la aggiornò sul mondo emerso e sugli avvenimenti salienti degli ultimi duemila anni.

<<... In sostanza, il Medioevo non è stato proprio un bel periodo...>> e ridacchiò bevendo un sorso di sidro.

<<Beh, per fortuna almeno c'erano i cavalieri. Uomini giusti e dai buon intenti, no? Ne ho letto in alcuni libri...>>

Percy avrebbe dovuto correggerla e dirle che era una versione piuttosto romanzata, ma non volle darle una delusione <<Sì... certo... l'eterna lotta contro le ingiustizie, già...>>

<<Un po' come gli eroi, come te...>>.

Percy era molto rilassato grazie al sidro di mele, e non aveva percepito nulla di male nel stare seduto sul proprio letto a parlare con una ragazza... fino a quel momento, in cui notò che non erano più seduti compostamente ma leggermente coricati, lui a pancia in su, con il suo bicchiere in mano appoggiato su una coscia; lei, invece, era coricata su un fianco, rivolta verso di lui con interesse, e si era avvicinata al punto che le bastò sporgere appena il braccio per toccargli il petto con la mano e accarezzarlo.

<<... Sei un cavaliere, no? E domani vincerai. Sono sicura che avrai un piano vittorioso...>>

Lei lo guardava negli occhi, e lui rimase bloccato per qualche secondo, senza sapere cosa dire o fare e sentendosi un totale idiota. <<Ehm... sì certo, certo...>> e si alzò di scatto dal letto <<Ho... un piano... sì...>>

Si sedette al tavolo, imbarazzato, mentre lei coricata continuava a guardarlo intensamente <<Vuoi parlarmene? Posso consigliarti se vuoi...>>

<<Mmmh certo, certo...>> iniziò a frugare nervosamente tra tutte le sue carte, alla ricerca di alcuni appunti particolari, felice di interrompere quel momento imbarazzante. Le spiegò come erano stati assegnati i compiti per il giorno seguente e dove erano diretti, e lei si dimostrò molto interessata ai motivi che lo avevano portato a quelle scelte e alle sue previsioni riguardo futuri attacchi.

<<Bene, molto interessante. Forse è meglio se ti lascio riposare ora, non vorrei mai sentirmi responsabile per averti fatto arrivare stanco in battaglia>> si alzò dal letto con eleganza, e si avvicinò a lui leggiadra, lo baciò velocemente su una guancia prima che lui potesse scostarsi, e poi uscì dalla stanza e la sua coda di sirena ricomparve al contatto con l'acqua. Percy si toccò la guancia e si sentì confuso, e colpevole.

Dormì poco quella notte, preoccupato e ansioso per gli scontri in programma, e si alzò presto la mattina del 5 dicembre, approfittandone per prepararsi e per salutare il padre; anche se non era certo che lui percepisse la sua presenza, lo sperava, e sperava anche che questa sua dedizione ridesse un po' di forza al dio.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro