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Una "spensierata" festa di compleanno

Nei giorni seguenti, Percy cercò di evitare Reyna per non essere messo di nuovo alle strette con il discorso spinoso delle elezioni.

Tuttavia, Reyna lo invitò ad unirsi a lei per ogni pasto, e ad un certo punto il ragazzo non poté più declinare l'invito senza sembrare proprio maleducato.

Iniziò quindi a pranzare e cenare in sua compagnia, con riluttanza, e le prime 2 o 3 volte tenne il broncio e rimase distaccato.

Ma non era affatto facile, perché lei, ora conosciuta meglio in privato, lontano dagli altri cittadini e politici di cui temeva il severo giudizio, era davvero simpatica e alla mano: si lasciava andare agli scherzi e alle battute, dimostrandosi parecchio meno rigida per quanto comunque regale nei modi; ed era molto, molto intelligente.

Questo Percy già lo sapeva, ma aveva temuto ci sarebbero stati lunghi silenzi imbarazzanti, o che si sarebbe sentito in soggezione per i suoi modi così composti e trattenuti; ma la ragazza, invece, si rivelò una compagnia gioviale e piacevole, e aveva sempre qualcosa di interessante di cui parlare.

E poi, come se non bastasse, il figlio di Poseidone non poté non notare che era molto bella. Aveva un sorriso radioso (e Percy si rese conto di averla vista sorridere davvero poche volte prima di allora) e degli occhi così scuri e profondi da essere magnetici. La pelle era olivastra ma chiara, le ciglia lunghe e scure, le labbra carnose, i capelli lunghi, corvini e setosi.

Quando l'aveva conosciuta da sedicenne l'aveva trovata carina, ma un po' dura e "androgina", e non particolarmente attraente, e col passare degli anni non l'aveva mai vista sotto ad un punto di vista puramente estetico; ma ora lei era cresciuta, diventando una donna femminile e seducente, e da uomo lui notava tutti questi dettagli per nulla spiacevoli.

Dopo qualche giorno, Percy era talmente a proprio agio in sua compagnia e la incontrava così volentieri, che iniziò a raggiungerla anche per la colazione, seppur non invitato.

Stava ancora molto male per la separazione con la sua Annabeth, ma ogni giorno sembrava andare un po' meglio, proprio come gli aveva detto Reyna, e, quando stava in sua compagnia, riusciva anche a ridere.

Spesso dopo cena si trattenevano fino quasi a notte fonda a parlare, sorseggiando del vino in un salottino. In un paio di occasioni, Percy l'aveva anche raggiunta nei suoi appartamenti e avevano guardato un po' di TV insieme, lui su una poltrona e lei coricata sul divano.

Ma quando tornava nella sua camera, da solo, i brutti pensieri lo tormentavano, e si faceva di nuovo prendere dallo sconforto e dal malumore, e restava in quello stato depressivo fino al pasto seguente.

Una sera di fine gennaio dopo cena si trattennero come al solito per parlare. Faceva molto freddo, quindi si ritirarono in un piccolo salottino più raccolto e col camino, lo stesso in cui Percy qualche settimana prima le aveva chiesto di aiutarla con il piano per la proposta ad Annabeth.

Si distesero su due triclini e continuarono a conversare bevendo vino e gustandosi frutta esotica e cioccolata. Percy fece una battuta su qualcosa, e dopo una risata di gusto da parte di entrambi, calò un breve silenzio.

Reyna lo ruppe, riportando la chiacchierata ad un livello più serio <<Manca un mese esatto alle elezioni... Pensi... pensi che verrò eletta come Console?>> chiese con un filo di preoccupazione nella voce.

Percy l'aveva vista preoccupata e insicura pochissime volte da quando la conosceva. La guardò e la schernì con sarcasmo <<Oh oh, Reyna Avila Ramirez-Arellano è veramente preoccupata, o è solo un modo per intavolare questo discorso in modo totalmente disinvolto!?>>

Reyna sorrise <<Beh... entrambi... Sono convinta circa al 90% che sarò eletta... ma non c'è nulla di certo. La fazione che mi vorrebbe fuori dalla politica è accanita, ho ben 2 questori contro... e parte del Senato più conservatore e a loro fedele.>>

<<Beh, anche loro devono essere rieletti, no? Cambieranno tutte le teste ai vertici delle magistrature, sono tutti in bilico quanto te...>> sottolineò Percy.

<<Infatti, e i miei oppositori potrebbero anche candidarsi direttamente come Consoli... ma, conoscendoli, non lo faranno; piuttosto cercheranno di far eleggere un fantoccio da poter controllare dietro le quinte, in modo da essere sempre al riparo dai riflettori ... sono furbi, e subdoli...>>

<<Nessuno eleggerebbe un fantoccio anziché te. Sei conosciuta e rispettata, non c'è paragone...>>

<<Sì... ma loro cercano di screditarmi da oltre 3 anni... E non so quanto effettivamente ci siano riusciti. Sono discendenti di famiglie molto facoltose e con membri a Nuova Roma da decenni... Negli anni hanno fatto molti favori a chi conta... e ora sono loro quelli che contano...>> concluse molto preoccupata.

Percy sapeva bene come funzionava tra i Romani: alcune famiglie cercavano di mantenere il proprio status semidivino per generazioni. Quindi, pregavano gli dei, affinché decidessero di unirsi di nuovo con un membro della loro famiglia, e spesso venivano accontentati, dato che gli dei erano attratti da esseri umani con doti speciali, magari proprio con ascendenze semidivine.

Quindi, le famiglie più facoltose di Nuova Roma potevano vantare vari legami divini ed avere sempre qualche membro presente a Nuova Roma con la cittadinanza. Inoltre, sovente queste famiglie si univano, creando delle alleanze rafforzate dal legame matrimoniale, fino quasi a ritenersi di stirpe reale.

In questo ambiente non era perciò accettabile che una semidea come Reyna, una donna così giovane, forte e capace, comparsa dal nulla e con un passato oscuro, fosse al potere. Era praticamente un insulto, una falla nel sistema impenetrabile e prevedibile che avevano creato.

<<Credo che non avrai problemi, i cittadini sanno che sei la migliore, e ti voteranno senz'ombra di dubbio...>> la rassicurò sincero versandole dell'altro vino.

<<Sperando che non siano stati corrotti...>> e bevve un bel sorso per non pensarci.

Percy le sorrise <<Se vuoi... Posso candidarti io durante l'assemblea... I candidati possono essere presentati da qualcuno, no? Posso farlo io, per te. Se può aiutarti...>>

Reyna gli sorrise, grata e colpita <<Lo faresti davvero? Potresti... potresti portarmi molti consensi... Nemmeno ti rendi conto di quanto la gente si fidi di te e ti ammiri...>>

<<Ma certo, Ra-ra, lo farò volentieri!!>> esclamò lui con tono dolce e caldo.

La ragazza sorrise nervosamente quando si sentì chiamare così; in genere, i nomignoli non le piacevano affatto, ma ormai lui la chiamava così da settimane, e nonostante l'avesse rimproverato scherzosamente più volte, lui insisteva nel chiamarla "Ra-ra" quando erano soli, e, in fondo, a lei non dispiaceva davvero...

<<Tu invece presenterai Frank, allora?>> le chiese Percy ora curioso.

Reyna lo guardò negli occhi <<Sì. Certo, lo abbiamo concordato. Sempre che tu... ancora non sia disponibile...>>

Il ragazzo sospirò, esasperato, bevve e ribatté <<No, lo sai, non mi interessa. E hai promesso a Frank di presentarlo, saresti veramente meschina a rimangiarti la parola, Ra-ra!>>

<<Oh Percy, se ti rendessi disponibile, lo farei senza remore... saresti un grande Console...>> disse lei con un luccichio negli occhi.

Percy si arrabbiò <<No. Basta. Non insistere, Reyna.>> si incupì e assunse un tono distaccato e definitivo. Poi appoggiò il proprio calice, si alzò e si ritirò per andare a letto dicendo di essere stanco.

La verità era che, da quando viveva a stretto contatto con Reyna, aveva iniziato a respirare la politica, e non gli dispiaceva poi più di tanto.

Lo trovava un mondo subdolo e difficile, ma intrigante, e scorgeva anche degli spiragli per realizzare opere di bene per tutti i semidei; e l'idea lo stuzzicava parecchio.

Reyna era nata per quel mondo, Percy ne era certo, e restava affascinato dal suo modo di fare e di rapportarsi così spontaneamente con le altre personalità importanti, l'ammirava molto.

E lui, per quanto più ingenuo, era sicuro che avrebbe potuto cavarsela e farsi rispettare quanto lei, se avesse voluto.

Aveva quindi iniziato a fantasticare davvero sull'idea di essere Console insieme alla figlia di Bellona. Ma aveva paura di ammetterlo a sé stesso, perché sarebbe significato ammettere che era veramente finita con Annabeth, e che il futuro con lei non esisteva più.

Quindi, restava in quel limbo, senza sapere bene cosa fare del proprio futuro, ma continuando ad evitare di programmare qualsiasi cosa.

Per quanto attratto dall'idea, non riusciva ad accettare una vita diversa da quella che aveva sognato con la ragazza che amava, perciò persisteva nel dire di non essere interessato a qualcosa di alternativo.

Cercò di non farsi più tentare da quella possibilità che gli solleticava la fantasia, e si addormentò sperando, per una buona volta, di non sognare nulla. 


Il giorno seguente, 28 gennaio, non scese a colazione, ma Reyna lo fece chiamare per pranzo perché qualcuno lo voleva salutare.

<<Ma buongiorno, fuggitivo! Quindi è qui che ti rintanavi!?>> un ammiccante ragazzo moro seduto a gambe incrociate e vestito rigorosamente in nero lo attendeva al tavolo insieme a Reyna.

<<NICO!!>> sinceramente felice, Percy andò incontro all'amico a braccia aperte, e il figlio di Ade ricambiò l'abbraccio.

<<Credevi che non ti avrei trovato!? Meno male che Reyna mi ha detto dov'eri!>>

Percy lanciò un'occhiata a Reyna, che sorrise imbarazzata e colpevole <<Scusa, pensavo che ti avrebbe fatto piacere vedere almeno Nico!>>

<<Soprattutto oggi...>> aggiunse il figlio di Ade squadrando l'amico come per metterlo alla prova.

Percy rimase qualche secondo interdetto, poi capì e si batté una mano sulla fronte chiudendo gli occhi <<Cazzo, che scemo! Auguri, fratello! Finalmente sei maggiorenne, eh!?>>

<<Vorrei ricordarti che tecnicamente avrei 83 anni...>>

<<Sì, beh, te li porti abbastanza bene!>> ammiccò, e si sedette al tavolo per pranzare insieme ai due amici.


Il ragazzo, riluttante, si abbandonò di peso sulla propria sedia lamentandosi di essere troppo pieno per fare alcunché, ma il figlio di Ade lo prese per un braccio e tirò di peso per farlo alzare <<Non rompere le palle, hai bisogno di stare all'aria aperta, sei più pallido di me!!!>>

Reyna, che li osservava divertita, annuì totalmente d'accordo.

<<Ok ok mi hai convinto!!!>> esclamò Percy ridacchiando dopo essersi fatto trascinare fino all'ingresso, dove indossarono i propri cappotti appena portati da delle ninfe di servizio.

Ma appena ebbe messo piede fuori dalla porta, si bloccò guardandosi intorno poco convinto.

<<Che c'è??>>

<<Uhm... non fa un po' freddino!?>> chiese stringendosi nel proprio bomber in pelle.

<<Dici?! Ma tu non eri quello che subisce poco gli sbalzi di temperatura, figlio di Poseidone!?>>

Touché. Percy sbuffò, e smise di fingere di morire dal freddo.

<<Hai paura di incontrarla?>> chiese il figlio di Ade mettendo da parte il sarcasmo e andando subito al punto.

Percy sussultò per l'improvvisa e precisa domanda. Cercò di reggere lo sguardo indagatore dell'amico, e si strinse nelle spalle <<Non so, non è paura... ma... non saprei come comportarmi...>> e si rabbuiò.

Nico sospirò <<Beh, ascolta, puoi sempre nasconderti dietro di me, anche se sei quasi 10 centimetri più alto... oppure... oppure possiamo andarcene da qui, fare un giro fuori città e bere qualcosa per locali... Lontano da Nuova Roma sicuramente non correrai il rischio di incontrarla, no?>>

Percy strinse le labbra poco convinto: la logica c'era, ma lui non aveva proprio voglia di andare per locali, non era dell'umore.

Il figlio di Ade dovette indovinare subito il suo stato d'animo, perché prima ancora che Percy rifiutasse l'invito, lo canzonò <<Dai su, non puoi tirarti indietro, è il mio compleanno, e il mio moroso non può essere qui... voglio almeno stare con i miei amici! E poi io per il tuo ti ho seguito come un fedele braccio destro, anche se mi hai fatto finire dietro le sbarre per una notte!!>>

Re-touché. Percy era incastrato <<E va bene, hai vinto! Andiamo a Frisco o dovunque tu voglia...>>

<<OTTIMO! Vado a chiamare Reyna!>>

<<Reyna!?>> chiese esterrefatto, e aggiunse <<Nah, non verrà mai a fare baldoria...>>

<<Ma certo che sì! Non sta ricoprendo una carica politica, e non può dire di no al compleanno del suo migliore amico!>>

<<Se lo dici tu...>> ribatté poco convinto.

La ragazza non accettò subito la proposta, preoccupata che fosse un azzardo per la propria immagine pubblica, ma si fece convincere dal festeggiato, e dalla promessa che sarebbero stati fuori da Nuova Roma cercando di mantenere un profilo basso.

Proprio per non attirare l'attenzione, Percy propose di andare con la sua macchina... O meglio, una delle sue macchine...

Durante l'ultimo mese, era stato contattato ben 5 volte da diverse cause automobilistiche, che, stando a quanto dicevano, dovevano consegnargli la vettura da lui ordinata.

Percy non capì subito, ma la prima ad essergli consegnata fu una Porsche 911 nuovissima e, incredibilmente, blu. Provò a rifiutarla, convinto che ci fosse un errore, ma non ci fu verso, perché chi la portò lo prese per pazzo <<Vuoi rifiutare una Porsche pagata e intestata a nome tuo, ragazzo?!? Ma che problemi hai!?>> e se ne andò insultandolo.

La seconda fu una Ferrari FF, questa rigorosamente rossa però. Ma, vedendo il cavallino rampante dello stemma, finalmente capì <<Papà... pensi forse di rabbonirmi così!?>> commentò ad alta voce tra sé e sé quando vide che scaricavano la supercar nel Forum di fronte al Campidoglio.

<<Beh, tuo padre ha buon gusto...>> commentò Reyna a braccia conserte.

<<La vuoi? Io non la voglio... E poi, è rossa...>> borbottò.

<<Cosa!? Sei pazzo!?! Non prendermi in giro...>> e se ne andò, offendendolo in spagnolo.

Quindi, dovette per forza accettare anche quell'automobile regalatagli dal paparino che cercava di farsi perdonare. Nel giro di altre tre settimane, arrivarono anche una Mustang Mach 1 del '69 (anche questa di un piacevole blu!), una Lamborghini Aventador verde lime, e, infine ma non meno importante, una Maserati Quattroporte di un magnetico blu notte, che Percy ammise di apprezzare parecchio.

Ma, per quanto potessero valere, non ringraziò il padre, né fu entusiasta di quei regali materiali; anzi, fu piuttosto infastidito e si ripromise di non usarli...

Tuttavia, sarebbe stato un po' stupido lasciare tutti quei cavalli a riposo per sempre, no?! E il compleanno di un amico sembrava proprio una buona occasione per venire meno ai propri voti...

I tre andarono nell'autorimessa del Campidoglio, che ospitava mezzi di trasporto vari che potevano essere usati per motivi governativi, e le 5 automobili di Percy.

<<Ffffiùùùùù>> Nico fece un luuuungo e acuto fischio in segno di approvazione mentre osservava ad occhi sbarrati le automobili dell'amico.

<<Percy, chi hai ucciso per queste!?>>

<<Ah... un paio di mostri o tre... Storia lunga...>> rispose ridacchiando.

<<Pensa che nemmeno le voleva questo pazzo di un Gringo!! Voleva che le portassero indietro perché gliele ha regalate suo padre...>> esclamò Reyna canzonandolo.

Percy strinse le labbra senza sapere cosa dire e Nico lo guardò torvo <<Ehi, la prossima volta ricordati del tuo caro amico Nico se proprio ti avanza una supercar eh...>>

<<Lo terrò a mente! Quindi... Andiamo? Dai, festeggiato! Scegli tu quella che preferisci...>>

<<Beh, e me lo chiedi pure!?!>> esclamò con la faccia di un bimbo che entra al parco giochi, e andò senza indugio verso la Ferrari...

<<Proprio questa!? Sei sicuro!? È... è rossa...>> commentò Percy poco entusiasta. Nico lo guardò accigliato.

<<Te l'ho detto che è pazzo...>> sottolineò Reyna scuotendo la testa.

<<Vabé, tieni...>> lanciò le chiavi al figlio di Ade, che le prese con lo stesso entusiasmo con cui si prendono le code dei peluche alle giostre di paese!!

Percy si incamminò verso la parte del passeggero, e aprì la portiera <<Prego...>> disse educatamente esortando Reyna ad entrare.

La ragazza, che non era affatto abituata a certe premure, rimase un attimo interdetta e batté velocemente le palpebre <<Oh! Grazie!!>> e si accomodò imbarazzata. Percy le chiuse la porta, e salì dietro, mentre Nico sobbalzava eccitato sul sedile del conducente <<Sì sì sì sì!!!>>.

<<Ah, mi raccomando... stai sotto i 200, grazie...>> si raccomandò Percy sarcastico mentre Nico metteva in moto <<Ufff ma così togli tutto il divertimento...>>.

I tre amici partirono, e finché attraversavano Nuova Roma, Reyna restò accovacciata per non farsi vedere dal finestrino per paura delle malelingue, mentre invece Nico guidava appositamente piano, e sia lui che Percy salutavano tutti i passanti come fosse una parata di paese.

<<Meno male che mi avevate promesso un basso profilo!!!>> sussurrò indignata da – praticamente – sotto al cruscotto.

<<Dai Ra-ra, cerca di rilassarti per una volta!!>> le suggerì Percy deridendola.

Lei sbuffò e commentò qualcosa di indecifrabile in spagnolo stretto. Nico, che aveva osservato i due amici punzecchiarsi, si lasciò sfuggire una smorfia divertita.

Quando finalmente furono fuori dai confini di Nuova Roma, la ragazza tornò seduta composta sul proprio sedile e rilassò i muscoli del corpo, e anche il suo tono di voce diventò più gioviale e amichevole.

<<Quindi, festeggiato, che ti va di fare!?>> chiese Percy, che stava appoggiato coi gomiti ai due sedili davanti sporgendosi con il busto per restare partecipe.

<<Uhmmmm non saprei! Già il fatto di guidare una Ferrari è di per sé una cosa che mi va mooolto di fare, e mi dispiacerebbe raggiungere presto la nostra meta!! Ma immagino che non possiamo girare tutto il giorno in macchina...>>

<<Oh!! Potremmo andare al Museo Exploratorium!! Non ci sono mai stata ma ci sono un sacco di attrazioni scientifiche e dimostrazioni di...>> ma Reyna, che stava proponendo entusiasticamente questa attrazione, non ebbe mai modo di finire la frase, perché i due ragazzi si voltarono molto lentamente e all'unisono verso di lei, fulminandola con lo sguardo.

<<Scusa, di tutte le cose che potremmo fare... ma proprio TUTTE... proponi una visita ad un museo!? Sul serio!?>> sottolineò Percy.

<<Oooookay... allora... che ne dite di un giro nella Napa Valley? Potremmo fare qualche degustazione di vino e...>> propose in alternativa.

<<AGGIUDICATO!!>> urlò Nico senza nemmeno lasciarla finire, pigiando sull'acceleratore e imboccando l'uscita per prendere la direzione verso la valle dei vigneti, felice come non mai di avere quasi un'ora e mezzo di strada.

Passarono l'intero pomeriggio facendo un tour delle cantine più gettonate della Napa Valley, dalla cui ultima uscirono ridendo come matti e reggendosi a vicenda per non ruzzolare a terra.

<<Oh cazzo ragazzi se non mangio qualcosa svengo...>> esordì Percy reggendosi a stento in piedi.

Reyna e Nico lo guardavano ridendo e bisbigliandosi a vicenda.

<<Ehiii non prendetemi in giro!! Ho fame!!!>>

<<Sarò meglio nutrirlo, non sai di cosa è capace quando è affamato!!>> disse Nico a Reyna.

<<Ah lo so, diventa a dir poco isterico...!!>> rispose lei continuando a ridere, noncurante di un indignato Percy che gesticolava per attirare l'attenzione <<Ohhh!! Sono qui! Smettetela!!!>>

Continuando a prenderlo in giro, decisero di portare il povero affamato da qualche parte per concedergli di rifocillarsi prima di vederlo deperire.

Andarono in un locale molto in voga ed esclusivo nella zona, dove si poteva sia cenare con un menù all'avanguardia, sia stuzzicare al banco degustando dell'ottimo vino.

Ovviamente, quando si presentarono con una Ferrari, il buttafuori li fece entrare subito senza problemi lasciando che saltassero la fila, neanche fossero dei famosi attori hollywoodiani.

Il locale era gremito, e decisero di sedersi al bancone per non dover attendere un tavolo; Percy ordinò una doppia porzione di tartare di Black Angus con tartufo.

<<Wow, hai dei gusti proprio raffinati, eh? Io penso prenderò il filetto... al sangue...>>

<<Una tartare anche per me, ma normale grazie...>> disse Reyna chiudendo il menù <<Direi che proseguiamo con del vino rosso, quindi...>>

Percy annuì, mentre osservava ogni portata che usciva dalla cucina come sul punto di saltare addosso al malaugurato cameriere.

Quando ebbero finito la cena e un altro paio di bottiglie di vino, ordinarono anche il dolce, perché qualcuno stava ancora morendo di fame... e mangiò anche la porzione di Reyna.

<<Io mi chiedo dove lo metti tutto questo cibo...>> si chiese la ragazza piuttosto turbata.

<<Uhmpf... confumo dando!! Mmmmm buoniffimo!>> rispose Percy a bocca piena ingozzandosi di tiramisù, mentre Reyna continuava ad osservarlo accigliata.

<<Bene, ragazzi, credo ci serva un'altra bottiglia di vino...>> propose Nico.

<<Vado in bagno.>> annunciò il figlio di Poseidone con tono solenne, e si alzò dallo sgabello reggendosi poco sicuro sulle proprie gambe.

Tornando dal bagno, mentre raggiungeva l'angolo del bancone a cui si trovavano gli amici, fu però bloccato...

<<Ehi... è tutta sera che ti osservo... sembri un tipo simpatico!>> annunciò una ragazza sulla ventina parandoglisi davanti. Era molto attraente, con lunghi capelli biondi, occhi nocciola e un bel sorriso, che sfoggiò senza timori.

Percy le sorrise di rimando <<Non solo lo sembro, lo sono!>> confermò spavaldo. La ragazza rise di gusto.

<<Sei di qui?>> gli chiese curiosa facendo gli occhioni da cerbiatta.

<<Nah, non proprio... abito tra Berkley e Oakland...>> rispose restando vago.

<<Zona molto bella, anche se qui... beh abbiamo il vino! Ti piace il vino!?>>

<<Oh sì molto! Ne vuoi un po'?>> per quanto non si stesse sforzando affatto di flirtare, gli stava riuscendo molto bene e in modo totalmente disinvolto e naturale. I due amici avevano notato la scenetta in corso, e lo osservavano ridacchiando sotto i baffi e incitandolo a continuare.

<<Certo! Che gentile!! Io comunque sono Jenny!>>

<<Piacere Jenny! Mi chiamo Percy...>> rispose lui ordinando due bicchieri di vino dal barista.

<<Che nome particolare... Diminutivo di...?>>

<<Ehm, che tu ci creda o no, Perseus...>> rispose a disagio. Non era affatto abituato ad usare il suo nome completo nel mondo "normale".

<<Perseus!? Non era un tizio... qualcuno dell'antica Grecia o qualcosa del genere!?>>

<<Sì, sì... qualcosa del genere...>> tagliò corto lui porgendole il bicchiere di vino e brindando con lei.

<<Beh che strano! Incredibile quante cose assurde si inventavano una volta, no!?>>

<<Oh oh, non sai quanto...!>> rispose sarcastico bevendo un sorso di vino.

La ragazza continuò a fargli gli occhioni dolci e a mettere in evidenza i propri punti di forza sperando di attirare il bel ragazzo, che, tuttavia, sembrava più interessato a conversare soltanto.

<<Dimmi, Percy... studi in qualche college della zona?>>

<<Più o meno... studiare è un parolone! Tu?>>

La ragazza raccontò di sé, e si dimostrò piuttosto frivola, ma piacevole. E verso la fine, diventò anche piuttosto procace <<Hai degli occhi bellissimi, te l'hanno mai detto!?>>

<<Uhm, sì... Mi è capitato...>> ammise in imbarazzo.

<<E da chi hai preso questi occhi unici?!>>

<<Dicono da mia nonna paterna, ma non saprei, non l'ho mai incontrata...>> rispose lui francamente (ed evitando di dire che anche suo padre aveva gli stessi occhi!).

<<Oh... Poverino, mi dispiace...>> mormorò lei mal interpretando quelle parole, e ne approfittò per allungare una mano e toccare l'avambraccio del ragazzo, che rimase piuttosto perplesso.

Quando il bicchiere di vino in mano a Percy fu ormai finito, il ragazzo sorrise ed esclamò <<Beh, Jenny, è stato un piacere... buona serata!>> e fece per andarsene come se niente fosse.

La ragazza, alquanto sconvolta da quel poco interesse, lo bloccò <<Ehi! Ma... ma non mi chiedi nemmeno il numero di telefono?!?>>

<<Oh... Oh no, scusa, vedi, io sono f-....>> ma si bloccò di colpo, non potendo concludere la frase. Rimase qualche secondo con la parola bloccata sulle labbra, e lo sguardo vacuo.

<<Sei cosa!?>> chiese lei seccata.

<<Ehm. Io...>> non riusciva a parlare. Aggrottò la fronte e iniziò a sudare freddo, mentre la ragazza lo inchiodava con lo sguardo <<Beh, abbiamo parlato per oltre mezzora, mi offri da bere, e neanche mi vuoi risentire!?>>

Percy la guardò esterrefatto, sempre muto con la bocca mezza aperta. Poi, sentì una pressione sul braccio – una mano che lo stringeva amichevolmente, per poi accarezzargli tutto il bicipite fino alla spalla <<Percy! Tesoro! Eccoti qui, dove ti eri cacciato!? Ti stavo aspettando là nell'angolo del bancone, non arrivavi più...!!>>.

Percy si voltò a guardare la ragazza, sconvolto ma grato.

<<Oh, piacere, sono Reyna, la sua fidanzata... e tu?>> chiese porgendo la mano alla bionda con un gran sorriso sarcastico.

<<Una stupida, ecco cosa sono!>> la ragazza si voltò e se ne andò indispettita.

Reyna ridacchiò appena, poi tornò seria e preoccupata e si voltò verso l'amico, continuando ad accarezzargli il braccio affettuosamente <<Ehi, tutto bene? Ti ho visto... in difficoltà...>>

<<Sì. Sì. Solo che... devo prendere una boccata d'aria...>> Percy si alzò di scatto, con la faccia sconvolta e verdognola, e scappò fuori dal locale sgomitando per passare.

Reyna lo lasciò andare, ma Nico si alzò dal suo sgabello, le passò vicino sussurrandole ironico <<Ti piacerebbe...!!>> e seguì l'amico fuori dal locale per controllare come stesse.

Lo trovò vicino alla strada, lontano dalla ressa che attendeva in grazia di poter entrare. Stava iperventilando e si teneva poggiato ad un lampione nel vano tentativo di non accartocciarsi su sé stesso.

Nico capì che stava avendo un attacco di panico, e lo lasciò stare per qualche secondo, consapevole che il suo intervento sarebbe stato del tutto inutile.

Dopo qualche minuto, il figlio di Poseidone tornò a respirare quasi normalmente, e riprese una posizione eretta.

Nico lo osservava, muto ma con sguardo compassionevole.

<<Non compatirmi...>> disse acidamente Percy con una smorfia infastidita.

<<Non lo faccio. Ma non posso fare a meno di capirti, amico mio... Il tuo dolore è evidente. Mi dispiace molto. Avrei voluto dirti "te l'avevo detto", quando è successo il fattaccio. Ma quando ti ho incontrato stamattina e ho visto in che stato eri – e sì, sei in un pessimo stato se vuoi saperlo – non ho avuto il coraggio.>>

<<Sto benissimo.>>

<<No non è vero. Non devi nasconderti con me... Capisco bene le pene d'amore, e il rifiuto. E il sentirsi inadeguati e colpevoli. Per quel che vale, se vuoi un consiglio, l'unica cosa che puoi fare è ammettere che stai male, chiedere aiuto a qualche amico per parlare e divertirti, e pensare a come essere felice in una maniera alternativa a quella che desidereresti. E fidati, si può!>> sorrise sinceramente, si avvicinò all'amico e gli mise una mano sulla spalla <<Ti suoneranno strane queste parole da un figlio di Ade, ma... la vita è bella, e non sai mai cos'abbia in serbo per te! Hai un sacco di possibilità per essere felice, se solo lo desideri... E beh, per dei ragazzi come noi, specialmente per noi, l'importante è afferrare le occasioni al volo, sai? Carpe diem, amico mio. Non possiamo mai sapere se domani avremo un'altra occasione di essere felici...>> concluse mestamente pensando per un attimo a Jason.

Percy lo aveva osservato per tutto il tempo, con lo sguardo torvo e spento. Poi strinse gli occhi e inspirò a fondo, e con voce tremante sussurrò <<È finita. Non me ne ero reso conto finora. Ma... è tutto vero. Mi ha lasciato, Nico... Come può essere accaduto!? Cosa ho sbagliato!? Lei era tutto...>> delle lacrime iniziarono imperlargli le guance, e Nico lo abbracciò forte, cercando di rassicurarlo <<Non hai sbagliato niente. Si vede che doveva andare così, smettila di pensarci e di incolparti.>>

Percy annuì, ancora tra le braccia dell'amico, e si asciugò le lacrime con la manica del maglioncino che indossava. Quando alzò gli occhi, vide davanti a sé un calice di vino rosso stracolmo, offerto da una mano delicata ma forte.

<<Forse tu non puoi annegare, ma puoi sempre affogare i tuoi dispiaceri nel vino!!>> esclamò sorridendo Reyna con un'espressione dolce ma furba dipinta in volto.

Percy ridacchiò, e prese il calice di vino, lo levò verso gli amici, che lo imitarono con i propri – portati da Reyna anche per Nico – e brindò <<Grazie, Ra-ra. Alla mia, allora!>>

<<Alla nostra!!>> corresse Nico.

Dopo quel breve intermezzo, rientrarono nel locale, che era ancora più gremito di quando erano arrivati, e Reyna fece strada tra la ressa per tornare al bancone con Percy e Nico al seguito.

E proprio mentre la ragazza si muoveva tra la gente accalcata, Percy, dietro di lei di mezzo metro, notò una mano brigante che si allungava in direzione del suo fondoschiena. Che, diciamocelo, era proprio un bel fondoschiena da donna latina, e ora era messo in evidenza da dei leggings piuttosto attillati.

Senza nemmeno pensarci, a Percy venne istintivo bloccare quel gesto volgare, e in una frazione di secondo stava già stritolando il polso del molestatore, che gridò di dolore.

Lo fulminò con lo sguardo alzando la sua mano per portarla in evidenza <<Che cazzo credevi di fare!?>>

<<Ma che vuoi!? Sei il suo ragazzo!?>>

<<No, ma...>>

<<...Allora fatti gli affari tuoi, rompipalle!>> sbottò quel porco.

<<Tranquillo, Percy, qui ci penso io...>> disse Reyna con tono sicuro, e assunse un'espressione lupesca, che il ragazzo ben conosceva; e la lasciò fare godendosi la scena...

<<Dimmi, vuoi toccarmi il culo!? Dai! Toccamelo!! E poi!? Cos'altro pensi di fare!? Vuoi toccarmi le tette!? E poi!? Sarai soddisfatto? O vuoi scoparmi?! Dai, allora, se hai il coraggio di toccarmi il culo qui così, tiratelo fuori e scopiamo qui, davanti a tutti! Ti va bene!? Poi per non lamentarti se sarò crudele col giudizio! Visto che mi tratti come un oggetto, posso fare lo stesso con te, no!?!?>>

Il tipo rimase a dir poco perplesso, e diventò paonazzo <<Ma... ma... tu sei pazza!!>>

Percy e Nico ridevano sotto i baffi. Le persone intorno si erano ritratte per lasciare spazio ai due litiganti.

Reyna lo fulminò con lo sguardo, e gli voltò le spalle non degnandolo più della propria attenzione e proseguendo verso il bancone. I due ragazzi si guardarono a vicenda, soddisfatti di lei e pensando fosse assolutamente fantastica.

Ma, mentre riprendevano a camminare per raggiungere Reyna, il tipo, non contento, mormorò una parola che i due amici distinsero fin troppo bene...

<<Troia...>>

Percy strinse gli occhi sospirando, come per mantenere la calma prima di esplodere, poi li riaprì e osservò Nico con espressione dispiaciuta, per scusarsi in anticipo di qualcosa <<Mi dispiace davvero di rovinarti il compleanno...>>

Nico fece spallucce e annuì sereno e concorde <<Ti capisco, e ti perdono...>>

Il figlio di Poseidone si voltò, agguantò quel tizio per la collottola e lo trascinò di peso fuori dal locale gridando <<SCUSATE!! SCUSATE!!! DEVO GETTARE LA SPAZZATURA!! PERMESSO, FATE LARGOOO!! ATTENZIONE!!!>>

<<AIUTO!! AIUTO!!!! È PAZZO!!!!>>

Tutt'intorno la gente lo lasciò passare, qualcuno ridendo, qualcuno battendogli le mani, qualcuno indignandosi.

Fatto sta che, in meno di 30 secondi, lo portò fin all'uscita sul retro, e lo buttò fuori dal locale facendogli fare, senza alcun problema, un volo di almeno 3 metri.

Il tipo provò a rialzarsi piagnucolando dolorante, ma Percy lo schiacciò a terra <<Forse nessuno ti ha insegnato l'educazione, lascia che ti faccia un corso accelerato! Prima lezione...>> e gli mollò un pugno dritto in faccia.

<<NO NO!! TI PREGO!! BASTA!!>>

<<Oh oh, sei uno scansafatiche! Avrai bisogno anche delle ripetizioni!!!>> e via con un secondo e un terzo pugno.

Nico, al suo solito, si godeva la scena con una nonchalance invidiabile.

<<PERCY!! SMETTILA!! BASTA!!>> Reyna era arrivata di corsa, e staccò le mani del ragazzo dalla faccia del malcapitato.

<<Deve chiederti scusa!!!>> ringhiò Percy con rabbia.

<<SCUSA SCUSA SCUSA!!! MI DISPIACE!!!>> urlò il tizio tra i singhiozzi.

<<Dai, basta così! Andiamocene, abbiamo attirato fin troppo l'attenzione.>> disse seria e preoccupata. Le elezioni erano troppo importanti per bruciarsi la reputazione per una rissa da bar.

<<Ma lui...>> provò a giustificarsi.

<<ANDIAMO.>> suonò perentoria e definitiva, e i due ragazzi la seguirono senza fiatare fino alla macchina.

Nico fece per salire dal lato del conducente, ma Percy gli si parò davanti <<No no, sei ubriaco, guido io!>>

<<Ma ti sei visto!? E hai pure le mani sporche di sangue, sporcheresti il volante in pelle!!>>

<<Spostati. È la mia macchina!>>

<<No dai! È il mio compleanno!!>>

<<Voglio guidare io! Devo sfogarmi!!>>

<<BASTA. GUIDO IO.>> rubò le chiavi dalle mani dei due contendenti, che senza fiatare si guardarono in faccia e si trasmisero lo stesso messaggio "ok, guida lei..."; e si diressero verso il sedile del passeggero senza controbattere.

Dopo essersi spintonati per decidere chi si sarebbe aggiudicato quel posto, Nico si sedette sconsolato nel sedile sul retro <<Bell'amico...!>>

Mentre Percy saliva, una ragazza bionda lo raggiunse correndo <<Ciao Percy!!>> lo guardò con gli occhi spiritati.

<<Oh, ciao Jenny...>>

<<Ti ricordi come mi chiamo!?>> chiese in brodo di giuggiole.

<<Beh... sì...? Ci siamo parlati meno di un'ora fa... non sono così tanto ubriaco!>>

<<AHAHAH>> la ragazza rise di gusto, forse un po' troppo; e si lasciò sfuggire un'occhiata sognante verso la Ferrari.

Percy, ingenuo ma non stupido, capì al volo.

<<Beh, allora... Se ricapiti a Napa, fatti vivo...>> prese una penna dalla sua borsa, e si avvicinò al ragazzo; gli prese la mano, e gli scrisse il proprio numero sul palmo della mano.

Lui la lasciò fare senza ribellarsi, e lei non commentò il fatto che la mano fosse sporca di sangue.

Poi, la ragazza gli sorrise ammiccando, e se ne andò ondeggiando, forse eccessivamente per essere del tutto disinvolta.

<<Allora, Playboy, andiamo!?!>> gridò Nico indispettito, e Percy salì in macchina.

Per venti minuti buoni i tre rimasero in assoluto silenzio, con Reyna concentrata sulla guida. Quel silenzio fu interrotto da un rumore molesto proveniente dal sedile sul retro: Nico stava russando.

Percy e Reyna si voltarono lentamente per osservare il loro amico addormentato come un bimbo, e si lasciarono sfuggire una risatina divertita che alleggerì un po' quel clima teso; così Reyna ne approfittò...

<<Non dovevi intercedere per me, so benissimo difendermi da sola, Percy!>>

<<Oh oh, potresti anche solo dirmi grazie eh!>> fece lui sarcastico. Ma lei era molto seria, invece.

<<Grazie di che!? Di aver attirato l'attenzione di duecento persone su di noi!? E se ci fosse stato un semidio tra loro!? La mia reputazione sarebbe a rischio...>> spiegò in tono pragmatico.

<<Ma... ma non potevo lasciarlo impunito!! Ti ha dato della...>>

<<Non mi interessa, Percy! Queste cose mi scivolano addosso, ho obiettivi troppo importanti per farmi distrarre da queste sciocchezze! Tu te la prendi troppo, per tutto. Per questo soffri così tanto...>> sottolineò lei, forse andando un po' oltre.

Percy si rabbuiò, e borbottò <<Volevo solo difenderti...>>

<<Difendere cosa? Non ero in pericolo di vita. Volevi difendere il mio onore?! Non è con un epiteto offensivo detto da un Mr. Nessuno che mi sento minacciata... Non ho bisogno che un uomo mi difenda...>> sbottò.

<<Oh ma andiamo!! Non ti ho difesa perché sei una donna!>>

<<Sì invece! Se fossi un uomo non ti saresti sentito in dovere di intervenire!>>

<<Se tu fossi un uomo non ti darebbero della troia! Ci sono uomini che trattano le donne da schifo...!>> insistette cercando di prevalere.

<<Vedi che allora ho ragione!? Percy, sei molto buono, un ragazzo d'oro, e sei un cavaliere che corre in soccorso delle donzelle in difficoltà! Beh, fallo pure, ma io non sono una di quelle, e mai lo sarò! Anzi, mi infastidisce che un uomo mi tratti come se fossi inferiore!!>>

<<Ma io non l'ho fatto perché ti ritengo inferiore!!!>> si offese e alzò la voce. Dietro Nico sembrava dormire ancora beatamente.

<<Sì, perché hai pensato che non potessi difendermi da sola! Bado a me stessa da sempre, so per cosa vale la pena combattere, e sono in grado di difendermi da uomini come... come quello...>> disse queste ultime parole con la voce incrinata, e Percy percepì che c'era molto di più dietro a quel discorso, quindi non insistette e rimase muto, seppur parecchio scocciato.

Passarono il resto del viaggio in silenzio, e una volta arrivati svegliarono Nico dal suo coma etilico.

Nico propose il bicchiere della staffa, ma i due amici, dopo quel battibecco, non erano più dell'umore e dissero all'unisono di essere stanchi.

Reyna si sporse e diede un bacio sulla guancia a Nico, ricordandogli che aveva una stanza per gli ospiti pronta e facendogli gli ultimi auguri. Poi si voltò per guardare Percy, e lo liquidò con un semplice <<Buonanotte>> piuttosto freddo.

Percy inarcò un sopracciglio guardandola andar via, e poi sbuffò. Quindi si incamminò verso la propria stanza con Nico a fianco per andare nella sua.

<<Beh, buonanotte e... ancora auguri... mi dispiace che la serata sia finita un po' male...>>

<<Naaah tranquillo! È stato divertente... e almeno stavolta non siamo finiti in prigione!>> rise, e fece per entrare in camera, ma si voltò di nuovo all'ultimo <<Ah! E comunque fossi in te le chiederei scusa... è molto orgogliosa sai...>>

<<Non ti ci mettere anche tu! Ho difeso anche te quando sei stato offeso per il mio compleanno!!>> si giustificò.

<<Sì, lo so... Ma lei no... Non è abituata a ricevere certe premure, specialmente da parte degli uomini, anzi... Quindi, non te la prendere, hai messo il dito in una piaga!>>

Percy scosse la testa infastidito, e dopo l'ennesimo sbuffo salutò l'amico e si ritirò in camera. Si svestì per andare a letto, anche se era ancora troppo nervoso e arrabbiato con Reyna per prendere sonno serenamente.

Ma prima di coricarsi, comunque, si lavò bene le mani dal sangue... e dall'inchiostro.



Eccoci qui. Capitolo più lungo del solito e ricco di dialoghi per far emergere i caratteri dei personaggi e i loro legami complessi. Spero vi sia piaciuto! Scusate per il linguaggio forte, ma sono dialoghi il più realistici possibile...

Attendo i vostri commenti!!! Alla prossima!! 😘😘

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