Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Una Seconda Chance

Autrice: ho dovuto riutilizzare una vecchia parte che ho recuperato unendo due vecchi capitoli, quindi ha già delle letture e potreste vedere già il vostro like a questo capitolo... In tal caso, lasciatemi un commento per farmi sapere se vi è piaciuto, oppure togliete e rimettete il like così vedo la notifica! :-D

- - - - -


5 dicembre 2014

- - -

Percy, Brizo e Leucotea partirono insieme per un lungo viaggio verso le coste del Pacifico: Brizo e Leucotea avrebbero incontrato Nereo nel suo nascondiglio nella baia di Los Angeles per convincerlo a cambiare schieramento, e sarebbero state raggiunte da Percy appena avesse finito con Akhelios, che si trovava nelle acque della Bassa California.

Nel frattempo, Tyson e Briareo avrebbero provato invece a contenere Forco per evitare altri ingenti danni alle coste del Golfo del Messico, mentre Tritone, al solito, sarebbe rimasto a guardia del Palazzo.

Per arrivare nell'Oceano Pacifico, il semidio e le due luogotenenti avrebbero dovuto attraversare il canale di Panama, e prima ancora sarebbero passati nei pressi dei Caraibi, dove pochi giorni prima Percy aveva creato terremoti, maremoti e tzunami. Cercò di non pensarci, doveva restare concentrato, e accelerò per passare velocemente oltre quei luoghi.

Dopo circa 10 ore di viaggio, e dopo aver attraversato i vari sistemi di chiuse del Canale di Panama, raggiunsero lo sbocco sull'Oceano Pacifico.

A Percy sarebbero servite almeno altre 5 o 6 ore di viaggio, e alle due luogotenenti 8 o più, quindi nessuno di loro era molto ricettivo verso ciò che accadeva nell'ambiente circostante, troppo impegnati a mantenere una velocità di crociera supersonica.

Accadde tutto in un secondo: erano appena usciti dal porto, quando Percy percepì una presenza, un movimento alla loro sinistra da dietro un promontorio, e vide schizzare verso di loro qualcosa, che li puntava come un missile. Ebbe giusto il tempo di scansarsi, scontrandosi con Brizo e Leucotea per spostarle dalla traiettoria di quell'attacco, poi si bloccò per capire cosa diavolo fosse.

Vide quel mostro che rallentava, cambiando direzione per tornare verso di loro, e malgrado non lo avesse mai incontrato prima, lo riconobbe subito: aveva il busto umanoide e muscoloso, ma una lunga pinna caudale al posto delle gambe. Il volto era anch'esso umanoide, ma deforme, come quello di uno squalo martello, e con delle enormi fauci aguzze, ma gli occhi erano umani. Teneva in mano una specie di spada seghettata, che sembrava il rostro di uno squalo sega. 

Era Akhelios, li aveva intercettati per tendere loro un'imboscata.

Leucotea si ricompose, e mandò un forte getto di schiuma verso il mostro per confonderlo. I tre si guardarono, e con un unico loquace cenno del capo, si divisero per circondare Akhelios.

Il torso del mostro era grande il doppio di quello di un uomo normale, e aveva braccia possenti e robuste. Se ci fosse stato uno scontro fisico, sia Leucotea che Brizo, che avevano la struttura di due esili fanciulle ventenni, sarebbero state svantaggiate, e anche Percy era titubante: sicuramente, in un momento qualsiasi della sua vita, non lo avrebbe mai sfidato a braccio di ferro! Dovevano giocare d'astuzia.

Akhelios si era liberato dall'appiccicosa schiuma di Leucotea, e ora la stava caricando, evidentemente deciso a togliere di mezzo le ragazze per prime.

Percy lo seguì e velocemente lo afferrò per la coda per trattenerlo di forza, mentre Brizo cercò di addormentarlo col proprio potere.

Akhelios sembrò rallentare e perdere forza per un attimo, poi si voltò di colpo e provò ad azzannare la testa di Percy, che si difese piantandogli un pugno ben assestato per scansarlo, per poi farsi trasportare da una corrente e allontanarsi di svariati metri dal mostro.

L'ibrido si riprese quasi subito, ma rimase fermo nella sua postazione, scrutando i tre guerrieri che lo circondavano. Poi rise, rivelando una voce roca e profonda, che veniva emessa senza che muovesse la bocca, come un ventriloquo <<Ah ah! Non male, non avrei mai detto che avessi un gancio simile, semidio!>>

<<Akhelios! Arrenditi, sei in inferiorità...>>

Akhelios rise ancora più sprezzante <<Le vostre bollicine schiumose e le ninne nanne non mi scalfiscono nemmeno! Ah ah, che ingenui! Io ero un figlio di Zeus, più forte di Hercules e più astuto di Perseus, credi di potermi uccidere, figlio di Poseidone!? Solo mia sorella, dea della guerra, ci è riuscita!>>

<<Ma noi non vogliamo ucciderti... vogliamo parlare. Puoi unirti a noi...>>

L'ibrido continuò a ridere di gusto <<Unirmi a voi!? Stai scherzando!? Io non voglio più avere niente a che fare con gli Dei dell'Olimpo! Guarda cosa mi hanno fatto! Come mi hanno ridotto!! Io non ho fatto del male a nessuno, e sono stato trasformato in questo... mostro... per punizione, per invidia! E mio padre ha fatto qualcosa? E tuo padre? NO! Anzi, tuo padre ha preso il mio potere vitale quando Athena mi ha ucciso! Mai sosterrò un dio olimpico, una nuova generazione di dei prenderà il loro posto, e io avrò il mio personale regno!

<<Davvero!? Se non vuoi avere niente a che fare con loro, perché ti vanti ancora di essere un figlio di Zeus!? Forse cerchi ancora la sua approvazione, tutto sommato? Posso capirlo, anche io sono un semidio. Faremmo qualsiasi cosa per essere apprezzati dal nostro genitore divino...>> lo disse un po' vergognandosi, ma in fondo anche lui aveva sempre cercato di stupire il padre.

Akhelios sembrò offeso <<NO! POSSA MORIRE ZEUS E TUTTA LA SUA CORTE E DISCENDENZA!>> e si fiondò all'attacco. Percy era pronto, premette il tridente sul suo petto per rivestirsi con l'armatura, e sguainò Anaklusmos.

Ingaggiarono un duello senza esclusione di colpi, con l'ibrido che provava ad azzannare e colpire il semidio con tutta la forza che aveva in corpo, e il figlio di Poseidone che agilmente schivava e rispondeva ai colpi con altrettanta potenza.

Le due ragazze restarono in disparte, seguendo con attenzione lo scontro. Poi, all'improvviso, si allontanarono verso il largo.

Percy, combattendo, continuò a spostarsi verso il punto in cui si erano dirette, facendosi a sua volta seguire dal mostro.

<<Akhelios... non dobbiamo... combattere... per forza!>> provò a dirgli.

<<E cosa dovremmo fare? Chiacchierare? Sei proprio un debole, figlio di Poseidone! I figli di Zeus combattono!>>

Il ragazzo continuò a rispondere ai colpi per difendersi, cercando però di non ferire Akhelios: d'altronde, era stato un semidio, un giovane ragazzo pieno di speranze e responsabilità, come lui, e non pensava meritasse di morire per nulla. Aveva subito un'ingiustizia ed era in collera, ma Percy era convinto di poterlo far ragionare e persuaderlo ad allearsi con loro. Non voleva considerarlo un mostro.

Lo scontro proseguiva ormai da un quarto d'ora, e Akhelios non dava segni di resa: continuava ad inferire sul figlio di Poseidone, che, tuttavia, continuava a difendersi e a sostenere il combattimento magistralmente.

<<Sei bravo, lo ammetto, ma sono molto più forte di te, ti stancherai, prima o poi! Arrenditi, sei rimasto solo e non puoi battermi!>>

Il semidio fece il suo solito beffardo sorriso, e gridò <<ORA!!!>>. Rifilò un calcio con entrambe le gambe all'ibrido per stordirlo e spingerlo lontano da sé, mentre un'enorme rete calava in acqua trasportata per due estremità da Brizo e Leucotea; Percy prese una terza estremità, e girò velocemente attorno ad Akhelios per avvolgerlo più volte e immobilizzarlo, poi puntò verso l'alto insieme alle due luogotenenti, e tutti e tre si slanciarono fuori dall'acqua e atterrarono con un gran balzo su di un peschereccio, trascinando con sé l'involto che era il mostro catturato nella rete. I marinai erano accasciati in più punti dell'imbarcazione, addormentati da Brizo.

<<NO NO!! MI AVETE INGANNATO!! COME!?>>

Percy rubò subito la spada all'avversario, poi sorrise <<Vedi, io non sono solo, non lo sono mai! E le divinità marine possono comunicare con me senza bisogno di parole, se lo desiderano!>>

<<Avete... pianificato tutto!?>>

Percy fece spallucce <<Quasi, ma tu hai reso le cose facili, troppo impegnato a dimostrare quanto fossi forte...>>

Akhelios ringhiò di frustrazione. Poi, incredibilmente, rilassò i muscoli, si arrese, e mestamente disse: <<Bene... hai vinto, dunque... uccidimi, figlio di Poseidone, e ridai la mia energia a tuo padre! È questo che vuoi, no?>>

Percy si inginocchiò pericolosamente vicino al mostro, e lo guardò negli occhi, quegli occhi blu, terribilmente simili a quelli del suo compianto amico Jason <<No. Non voglio ucciderti, te l'ho detto. Vieni con noi. Passa dalla nostra parte! Avrai un posto alla corte di mio padre, avrai... una nuova famiglia... che saprà apprezzarti... non devi serbare rancore. Credi che la vendetta ti farebbe sentire meglio? Non è così...>>

<<Bah! Tuo padre, è esattamente come tutti gli altri! Infido e meschino, pensa solo a sé stesso... Non mi accetterebbe mai alla sua corte...>>

Percy scosse la testa <<No... non il Poseidone che conosco io, almeno... Capirà, e ti accoglierà...>>

Akhelios si agitò e gridò <<NON MI FIDERÒ MAI PIÙ DI UN DIO OLIMPICO!! TE L'HO DETTO!! NON CREDO IN LORO!>>

Il ragazzo non si scompose, e con molta gentilezza disse <<Beh credi in me, allora. Fidati di me... sarai ben accolto, da eroe quale sei, e troverai la pace che cerchi...>>

Akhelios si placò, e guardò Percy dritto negli occhi <<Dicono che di te ci si possa fidare. Dicono che mantieni le promesse, figlio di Poseidone...>>

Percy allungò la mano sorridendo <<Chiamami Percy. Allora, ci stai?>>

Akhelios studiò la mano del ragazzo, e i suoi occhi verdi; poi sospirò <<Va bene. Ma solo perché mi hai fatto una promessa, Percy Jackson. Non lo faccio per salvare tuo padre.>>

Percy fece spallucce, e aiutò l'ibrido a districarsi da quella rete <<Ognuno ha i propri motivi. Sono sicuro che ti impegnerai per ottenere ciò che vuoi, Akhelios, e credo che tu voglia solo una seconda possibilità...>>

Era difficile interpretare le espressioni facciali di quello squalo umanoide, ma Percy giurò che stesse sorridendo mentre erano in procinto di stringersi la mano in quel patto di alleanza...

Un crepitio. Odore di ozono.

Leucotea gridò <<PERSEUS, NO!>> e lei e Brizo fecero giusto in tempo a prendere il ragazzo rispettivamente per un braccio, e si tuffarono in mare trascinandolo con sé, mentre un fulmine piombava dal cielo.

Dopo qualche secondo di smarrimento e sgomento, erano già tornati sulla barca che stava prendendo fuoco per portare in salvo i marinai. Di Akhelios non vi era traccia.

Trasportarono gli uomini velocemente a riva, ancora addormentati, e li adagiarono sulla battigia, mentre il relitto affondava.

<<NO! COSA CAZZO...!?>>

Brizo si fece seria <<Per quanto Akhelios fosse diventato un mostro, non credo che al Re degli Dei vada a genio che un proprio figlio stringa un tale patto con un discendente di Poseidone... per salvarne il regno... Il Re degli Dei è stato chiaro mesi fa, nessuna ingerenza nei nostri affari da parte di estranei alla nostra corte.>>

Percy si voltò, e guardò le due dee orripilato e spaventato <<Ha ucciso... suo figlio? Pur di non vederlo alleato a noi!? CHE DIAMINE DI GIUSTIZIA È QUESTA!? LUI VOLEVA SOLO... UNA SECONDA POSSIBILITÀ! SENTIRSI ACCETTATO! ESSERE FELICE!>> era furente: imprecava e gesticolava, con le lacrime agli occhi, mentre cercava una risposta sensata a quel che era successo.

Le due ragazze non ebbero coraggio di sostenere il suo sguardo, e Leucotea parlò in tono pragmatico <<Perseus, non chiederti perché il Re degli Dei agisca come agisce. Non ti conviene, e non ti darà soddisfazione.>>

Guardarono in silenzio per qualche altro minuto il relitto inabissarsi, poi Brizo propose di riprendere il viaggio. Ridestò i marinai coricati sulla spiaggia dal suo incantesimo, mentre loro tre si reimmergevano nelle onde del mare.

Dopo 8 ore di viaggio, capirono di essere quasi nei pressi del nascondiglio di Nereo, perché iniziarono a percepire un terribile fetore: Percy lo ricordava bene, gli era bastato quell'odore, molti anni prima, per riconoscere il Vecchio del Mare.

Arrivarono allo stesso molo in cui Percy aveva in passato trovato Nereo a vivere come senzatetto, e lo cercarono per oltre un'ora. Non riuscendo a trovarlo, il fiducioso Percy tentò di avvicinare alcuni degli altri senzatetto per chiedere loro informazioni. Ovviamente, nessuno sembrava sapere qualcosa, tranne uno strano tizio allampanato con gli occhi allucinati e i capelli arruffati, che andò incontro al ragazzo gridando <<Andato!! Se n'è andato!! Si è gettato in mare e... e... si è trasformato in balena!! Devi credermi!! NON SONO PAZZO!!!>>.

Ovviamente, Percy sapeva che non lo era affatto: probabilmente quel soggetto bislacco poteva vedere oltre la Foschia, e aveva davvero visto il mutaforma Nereo mentre nuotava via come balena <<Ehm sì, amico, io ti credo! E... e da che parte è andato?>> gli altri li guardavano come fossero due pazzi della stessa specie, ma al ragazzo importava solo la propria missione.

Lo strambo indicò con teatralità un punto indistinto nel mare, verso nord/nord-ovest. Percy ringraziò, e senza tanti fronzoli si tuffò dal molo e raggiunse le dee che lo attendevano a 3 metri sott'acqua. Dal molo, il tizio lo osservò e continuò a fissarlo intravedendolo in conversazione sott'acqua con altre due figure, e iniziò a gesticolare e a gridare <<ANCHE LUI!! ANCHE LUI!! RESPIRA SOTT'ACQUA!!>> venendo ignorato da tutti.

I tre si concentrarono per provare a percepire l'odore lasciato da Nereo, che, sottoforma di balena, puzzava molto meno che non da vecchio! Seguirono quella flebile scia per circa un paio d'ore, proseguendo sempre più verso nord-ovest.

Ormai, in linea d'aria, avevano superato il confine col Canada, e la traccia sembrava portarli verso l'Alaska.

Percy rallentò, e fece cenno alle due compagne di fermarsi.

<<Hai percepito qualcosa?>>

<<No... ma nuotiamo così da ore, non sono sicuro dell'utilità di tutto questo... Voi che pensate?>>

<<Hai ragione. Nereo è fuggito, deve aver saputo del nostro arrivo...>>

<<Infatti. Non credo voglia farsi trovare, e noi non possiamo certo seguirlo fino in capo al mondo! Però... ormai siamo arrivati fin qui, dopotutto...>>

Brizo sospirò:<<Forse dovremmo considerare l'idea di rientrare comunque...>>

Percy rifletté. Tornare indietro in quel momento sarebbe significato tornare sconfitti: non avevano avuto successo con Akhelios, non avevano nemmeno trovato Nereo, e avrebbero potuto vagare per giorni nell'Oceano Pacifico in cerca di quel vecchio mutaforma. Il loro lungo viaggio era stato totalmente inutile.

<<Brizo ha ragione. Ci allontaniamo sempre di più, e potrebbe essere una trappola o un diversivo per tenerci occupati...>>

A quelle parole, i tre compagni si scambiarono degli sguardi allarmati. Akhelios li aveva già rallentati, intercettandoli tutti e tre al porto di Panama anziché attendere solo l'arrivo di Percy, e ora Nereo giocava a nascondino con loro.

<<Percy, sei tu l'ufficiale in comando. La scelta sta a te.>>

Percy inspirò, e per niente soddisfatto disse <<Torniamo a Palazzo.>>

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro