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Un Tuffo nel Buio

<<Ehi, che si dice?>> il figlio di Efesto prese una sedia da un tavolo vicino e si sedette insieme al gruppo di amici, che gli fecero posto di fianco a Frank, di fronte a Percy.

<<Leo! Oh ciao! Come stai? Non ti vedo da...>>

<<Dal tuo compleanno, giusto Frank. Sono sempre più rare le occasioni per vedersi. Ma pensavo sarei stato invitato al compleanno di un altro amico, almeno...>> sottolineò con l'intento di lanciare una frecciatina.

Percy, che fino a quel momento era rimasto come pietrificato, si giustificò mantenendo un tono neutro <<Non pensavo saresti riuscito a venire... e comunque non ho organizzato niente di che, una birra e un hamburger...>>

<<Oh, vuoi scherzare!? Adoro birra e hamburger! Sarei venuto più che volentieri... già l'anno scorso sono stato escluso dalla vostra piccola avventura a Frisco! Non mi sarei perso un'altra tua festa di compleanno per niente al mondo!>> commentò canzonatorio con una risatina.

L'anno precedente Percy non aveva assolutamente voglia di festeggiare, ma era uscito di casa in preda all'esasperazione dopo aver capito che Annabeth non era interessata a festeggiare né il suo compleanno, né il loro 5° anniversario; quindi, aveva improvvisato una gita a San Francisco con Frank e Nico, e Leo, che viveva a quasi 6 ore di distanza, non era ovviamente stato invitato.

Ciononostante, Percy non sprecò fiato in altre inutili giustificazioni, e sorrise al ragazzo mentre lui gli dava un'amichevole pacca sul braccio.

<<Beh, ad ogni modo... Leo, come stai?>> chiese Nico curioso sviando l'attenzione da Percy, che, per come lo vedeva lui, sembrava sull'orlo di una crisi di nervi.

<<Oh... beh... bene... bene...>> rispose poco convinto ordinando una birra.

<<E che ci fai qui a Nuova Roma?! Potevi dirci che saresti venuto! Quando sei arrivato?>> proseguì Frank.

<<Ieri mattina...>> rispose cauto.

<<Ieri mattina?! Ma se lo avessimo saputo ti avremmo invitato a cena! Hazel andrà su tutte le furie quando lo saprà!>> esclamò il figlio di Marte scuotendo la testa.

<<Come mai sei qui?>> chiese Nico molto più interessato al motivo dell'inaspettata visita del ragazzo, mentre Percy dissimulava la curiosità spiluccando le proprie patatine.

<<Beh, ecco... io... ho scoperto che Calypso vive qui...>> ammise senza troppi giri di parole e in tono mesto.

A quella rivelazione, Nico fu l'unico a continuare a reggere lo sguardo di Leo, mentre Percy e Frank si dimostrarono molto più interessati al proprio piatto, o alla birra, o all'arredamento del pub...

<<... E dalle vostre reazioni, e visto il vostro ruolo qui in città, immagino che voi lo sapeste...>> intuì Leo con rammarico rivolgendosi ai due colpevoli.

Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Frank fu il primo a scusarsi <<Beh, ecco, sì... come Censore, dopo la mia investitura sono venuto a sapere che Calypso viveva qui... ma è una cosa di lavoro, cioè, voglio dire, devo rispettare le regole... e tenere le informazioni dei cittadini private... non avrei potuto riferirtelo... è-è il mio ruolo che lo impedisce.>> pigolò.

<<Certo... certo... capisco...>> mormorò cauto il figlio di Efesto, fissando la propria birra appena portatagli dalla cameriera. Poi, alzò lo sguardo <<E tu, Percy, lo sapevi... vero?>> chiese diretto.

Percy, che lo sapeva eccome, resse lo sguardo dell'amico per qualche secondo, poi inspirò e parlò con calma <<Sì. L'ho scoperto per caso...>>

<<Beh, anche il tuo ruolo prevede delle regole ferree riguardo alla privacy dei cittadini, o avresti potuto dirmelo!?>> chiese l'altro un po' acido.

<<Sono il Console, posso fare quel che voglio, in linea di massima... ma Reyna mi ha detto che Calypso voleva restasse un segreto... quindi ho rispettato le volontà di un'amica, tutto qui.>>

Leo annuì, e bevve un sorso di birra <<Sei stato fedele ad un'amica, lo capisco. Ma potevi essere anche fedele ad un amico. Tu più di tutti dovresti capire come mi sento... Che avresti fatto se Annabeth dopo averti lasciato fosse sparita nascondendosi da te?>> infierì.

Percy fece spallucce e rispose con una smorfia e senza alcuna pietà <<Probabilmente avrei intuito che non voleva più saperne di me, e le avrei lasciato i suoi spazi... come ho fatto, del resto.>>

<<Nah, non credo... Se lei se ne fosse andata senza neanche salutarti, l'avresti cercata ovunque, come ho fatto io...>> insistette Leo.

A quel punto, Percy ripensò al loro precedente incontro, e a tutte le volte che Calypso si era opposta all'idea di rivelare a Leo la verità riguardo la loro nuova storia amorosa, e più confuso che mai chiese <<Ma... scusa, tu la cerchi da mesi? Ma non eri felice e spensierato, dedito solo allo studio!? E... e non ti stai vedendo con quella ragazza del corso di robotica o qualcosa del genere...?>>

Leo ridacchiò, e spronato da un nuovo sorso di birra riuscì a rivelare la verità, ma con gli occhi lucidi <<Felice? Ah. Certo. Peccato che non ci sia nessuna ragazza del corso di robotica. Non c'è nemmeno un corso di robotica! Ho mollato l'università a febbraio, non riuscivo a concentrarmi e continuavo a saltare i corsi per cercare Calypso. È andato tutto a rotoli da quando è scappata...>>

Sentendo quel resoconto, Percy deglutì in preda ai sensi di colpa, mentre Frank scuoteva la testa mostrando dispiacere e vicinanza all'amico. Ma Nico fu il più lucido, e indagò ciò che era appena stato detto <<Un momento... scappata? Che intendi!?>>

Leo sospirò, e si asciugò gli occhi prima di proseguire <<Ragazzi... Non... non ne vado affatto fiero, mi vergogno a dirlo... Ma... quando abbiamo litigato a Capodanno... io... l'ho scottata... involontariamente...>>

Frank rimase a bocca aperta, Nico si rabbuiò stringendo le labbra e mostrando dissenso, mentre Percy sbottò iracondo <<COSA!? Stai scherzando!?>>

<<Ma-ma ero arrabbiato! Abbiamo avuto una stupida discussione... e-e mi sono alterato! Non me ne sono reso conto! La stavo solo toccando!>> pigolò il ragazzo spaventato dallo sguardo dell'amico.

<<Questa non ci voleva...>> commentò mesto Frank cercando di non ferire l'amico, mentre Percy, con la mascella irrigidita, tratteneva la rabbia scuotendo appena la testa, e Nico cercava di farlo restare lucido dandogli dei calci sotto al tavolo.

Leo ridacchiò nervoso <<... che poi, se ci penso ora... mi sento proprio uno stupido! Abbiamo litigato perché tu hai rinfacciato ad Annabeth di aver rinunciato all'eternità con Calypso su Ogigia! Che cavolata! Mi sono arrabbiato per niente, la mia fottuta gelosia... sono sempre stato così geloso... di qualcosa che non c'è mai stato!>> mormorò amareggiato e nascondendosi la faccia.

Percy si calmò, ma la sua espressione, se possibile, si fece ancora più confusa <<Leo... io... non avevo idea... vi siete lasciati per questo?>>

<<Beh, avevamo molti problemi, non andavamo molto d'accordo... ma questa litigata è stata la proverbiale goccia di troppo... E da allora lei se n'è andata... Ho provato a parlarle quando l'ho trovata al Campo Mezzosangue, ma non ha voluto sentire ragioni e il giorno dopo era sparita di nuovo!>>

Percy avrebbe voluto inveire contro il ragazzo, dirgli che era stato orribile a ferire fisicamente la ragazza che diceva di amare, e che lei aveva fatto benissimo a sparire! E avrebbe voluto mollargli un cazzotto, giusto per rendere meglio il concetto...

Poi, però, si chiese cosa avrebbe fatto al suo posto... Anche a lui era capitato di perdere il controllo in preda ad attacchi di collera, con conseguenze devastanti. Come poteva giudicare Leo in base a questo avvenimento?

Tuttavia, lui non aveva mai ferito qualcuno che amava... no?

Ed era a questo che si riferiva Reyna quando l'aveva ammonito sul motivo per cui la ragazza aveva voluto nascondersi a Nuova Roma? Era scappata da un fidanzato violento che aveva lasciato dopo una litigata nata per una cosa detta proprio da lui!?

Calypso non gli aveva mai riferito la verità, e se lui l'avesse saputa, pensandoci ora, si sarebbe tenuto a chilometri di distanza dalla ragazza; come, in fin dei conti, avrebbe dovuto fare comunque, ad essere onesto...

Se le cose stavano così, considerando gli ultimi avvenimenti di cui Leo non era a conoscenza, si trattava di una situazione drammatica, una bomba pronta ad esplodere.

<<Devi lasciarla stare, Leo. Se non ti vuole vedere, avrà i suoi motivi, dovresti rispettare la sua volontà.>> intervenne Nico saggiamente, facendo il gioco di Percy.

Leo annuì velocemente <<Sì... sì, lo so...! Ma volevo almeno dirle addio, e chiederle scusa! E quando ho saputo dove fosse, sono impazzito per provare a resistere dal venire... ma non ce l'ho fatta! Io dovevo vederla! Dovevo scusarmi! Non mi importava altro...>> ammise sinceramente con le lacrime agli occhi.

<<Sei venuto per questo? Volevi solo fare ammenda?>> chiese Frank intristito dal racconto. La rabbia di Percy si era placata, lasciando il posto alla compassione. Nico, invece, era vigile e riflessivo, come se temesse ci fosse altro sotto.

<<Sì. Volevo solo fare ammenda. Ma...>> riprese a dire Leo con un filo di voce <<... ma quando sono arrivato al posto in cui vive, sulle colline, ci ho messo ore prima di avere il coraggio di bussare alla porta, e ho gironzolato per i campi a lungo, quasi convinto ad andarmene. Poi... poi ho sentito un grido venire dalla sua casa... sono corso per vedere cosa succedesse temendo il peggio... e invece...>> il suo sguardo si fece truce, e la voce prima tremolante sembrò trasformarsi in un ringhio.

Anche solo guardandolo non era difficile capire che la sua temperatura fosse ben sopra la media in quel momento. E infine, sbottò di rabbia <<... Li ho visti!! Era a letto con un altro uomo! Si stava... facendo scopare da un altro e gridava di piacere! Vi rendete conto!?>>

Frank scosse la testa <<Oh no...>>

Nico si accigliò, preoccupato, e Percy socchiuse gli occhi sospirando, lasciando cadere la testa verso il basso. Poteva sembrare un gesto di commiserazione, ma stava solo cercando di nascondere la propria espressione imbarazzata all'amico...

<<E li hai visti bene? Voglio dire, sei sicuro che fosse Calypso... e con... hai visto con chi?>> indagò Nico furbo.

<<Sì, era lei, ne sono certo. L'ho vista in volto mentre gemeva! Ma lui... no, lui era di spalle sopra di lei. Non ho visto nulla se non il suo dannato corpo sulla mia donna! Però... il tipo aveva un tatuaggio sulla schiena, che sfigato! Che genere di uomo si fa tatuare tutta la schiena!? Coglione...>>

<<Già, che coglione...>> concordò Nico lanciando un'occhiataccia di sottecchi al colpevole, che continuava a scuotere la testa fissando il tavolo.

<<Non è tua.>> commentò infine Percy non potendo proprio trattenersi.

<<Cosa?>> chiese Leo sorpreso.

<<Ho detto che non è tua. Non è un oggetto di cui puoi reclamare la proprietà! Ti ha lasciato oltre 8 mesi fa, si sta rifacendo una vita, non puoi biasimarla!>>

Leo, scioccato sia dalle parole che dal tono usato, sembrò dapprima farsi piccolo e insignificante, poi però eruppe come un vulcano <<Pensavo che tu più di tutti mi avresti capito, Percy! Anche tu sei stato lasciato 8 mesi fa! Come staresti se vedessi Annabeth a letto con un altro!?>>

Percy socchiuse gli occhi per scacciare quell'improvviso e nefasto pensiero, e cercò di concentrarsi sul momento <<Io sono andato avanti, Leo. Dovresti farlo anche tu, per il tuo bene, e anche per Calypso. Devi accettare le sue scelte.>> ribatté in tono più cauto.

<<Ha ragione, Leo. Cerca di non pensarci. Non avresti mai dovuto vedere quella scena! Ma non fa differenza, devi voltare pagina...>> esclamò Frank poggiando una mano sulla spalla dell'amico, e aggiungendo <<... noi siamo tutti qui per aiutarti, siamo tuoi amici! Non abbiamo potuto dirti dove fosse Calypso, ma questo non significa che ci siamo schierati o qualcosa del genere. Vogliamo che tu stia bene! Dai!>> prese la propria birra e la alzò in direzione dell'amico, che con gli occhi lucidi rispose al gesto.

<<Giusto. Andiamo avanti e non pensiamoci più. Cin a Leo!>> rinsaldò Nico imitando Frank e alzando la propria birra.

<<Cin.>> confermò Percy a bassa voce e muovendo appena la propria pinta.

<<Grazie ragazzi, grazie davvero. Avete ragione, tutti. Non volevo autocommiserarmi, ma non sto affatto bene... Forse ho davvero bisogno di aiuto per risollevarmi.>> ammise mestamente.

<<E noi ti aiuteremo! Hai ordinato un hamburger? Ti ci vuole proprio!!>> lo incitò Frank.

I quattro amici continuarono a bere in compagnia, lasciando modo a Leo di sfogarsi, con Nico che cercava di dirigere la conversazione portando l'amico verso delle conclusioni positive "Vedrai che starai meglio, devi solo guarire... Datti tempo!" o "Hai tutte le carte in regola per essere felice, non lasciare che la tua felicità dipenda da una donna!" e altre frasi del genere per rincuorare il ragazzo, ed evitare la catastrofe nel caso qualcosa fosse trapelata.

Frank, ignaro del teatrino che Nico stava sostenendo, gli dava comunque man forte ribadendo gli stessi legittimi concetti.

Percy, invece, per quanto a fatica, taceva e si limitava ad annuire, anche per evitare di prendere altri calci da Nico sotto al tavolo. Era decisamente la persona meno indicata ad ascoltare Leo e dargli consigli, in quel momento. Soprattutto quando il ragazzo sfogava la frustrazione verso Calypso, magari con qualche parola più colorita.

La soluzione? Ogni volta che avrebbe voluto ribattere a tono a Leo, Percy beveva un gran sorso di birra per tenere la bocca occupata.

Risultato? Alla sesta pinta di birra trangugiata, la cameriera, quella gentile e maliziosa, gli si avvicinò cauta <<Tesoro, sicuro di volere un'altra bionda? Ci sono altri modi in cui puoi rilassarti...>> gli sussurrò.

<<Hai ragione. Allora la prossima pinta, portamela rossa!>> ribatté ironico.

Non era quello che la ragazza intendeva, ma strinse le labbra e prese il boccale vuoto per andare a riempirlo.

<<Ecco, vedete? A lui basta ordinare una birra per rimorchiare! La vita è ingiusta...>> esclamò Leo in tono scherzoso.

Percy sorrise appena sbattendo piano le palpebre, mezzo ubriaco, e si strinse nelle spalle.

<<Ah lo so, non sono al tuo livello, non me lo ricordare...>> commentò Leo meno divertito.

Nico lanciò un'altra occhiataccia a Percy, come a dire "Non vanificare i miei sforzi dell'ultima ora!" e Percy stavolta rispose ad alta voce <<Non ho detto niente!! Io sto solo bevendo!!>>

Frank, che aveva bevuto la metà di Percy ma sembrava ubriaco il doppio, fece una smorfia strana e propose <<Ragazzi, che ne dite di farci una passeggiata? Inizia a girarmi tutto, qua dentro...>>

<<Ma sì dai, un po' di aria fresca mi schiarirà le idee!>> rispose Leo.

<<Ok, andiamo...>> Nico si alzò insieme agli altri due, mentre Percy protestava per la birra appena arrivata <<Ma-ma la mia rossa!?>>

Nico gli lanciò un'altra occhiata eloquente mentre Frank e Leo già stavano uscendo, al che il festeggiato imprecò in latino misto a greco e si bevve la pinta tutta d'un sorso. Poi, barcollando appena, si alzò dal tavolo sostenendosi con le mani, e salutò la cameriera dandole la mancia <<Il resto metti tutto a nome mio, saldo a fine mese come sempre...>>

<<Ma certo, grazie per la mancia... Io stacco tra mezzora, comunque...>> aggiunse avvicinandosi al petto del ragazzo sottintendendo altro.

Percy sorrise sardonico al suo solito, e leggero rispose <Buon per te, buonanotte!>> e seguì un divertito Nico fuori dal locale lasciando la cameriera piuttosto insoddisfatta.

Passeggiarono per un po' lungo le vie della città, che brulicava di vita nonostante fosse quasi mezzanotte di un giorno feriale, e finirono verso una zona più esterna, dove il Piccolo Tevere concludeva il proprio percorso raccogliendosi in un lago, ai piedi della Collina dei Templi.

In questa zona erano presenti alcuni locali giovanili e un piccolo lido, dove i ragazzi del Campo Giove andavano a svagarsi durante le ore libere nel weekend, ma non era raro trovare dei gruppetti di amici anche durante la settimana durante la bella stagione.

Difatti, anche quel giorno c'era un capannello di ragazzi che trovava ristoro dall'afosa serata estiva da tipico clima romano bevendo qualcosa di fresco, o tuffandosi nel laghetto da una rupe rocciosa, che sporgeva verso un punto più scosceso e profondo del lago, e che era stata creata artificialmente dai ragazzi proprio per quello scopo ludico.

I quattro amici si avvicinarono alla rupe per osservare le acrobazie dei giovani trovando posto a sedere su degli sdrai pubblici.

Frank e Percy, normalmente, non potevano mai osservare le reclute del Campo senza incutere soggezione e alterare il loro comportamento; ma quella sera, vestiti casual con semplici jeans e t-shirt e con complice il buio, potevano osservare i giovani soldati nel loro habitat naturale senza essere riconosciuti come Censore e Console.

<<Chi scommette con me che qualcuno si spezza l'osso del collo?>> propose Leo scherzando.

<<Oh ma dai Leo!>> lo rimproverò Frank ancora mezzo brillo.

<<Io ci sto, e rilancio con un femore rotto e un trauma cranico...>> ribatté Nico mentre Percy ridacchiava affondando comodo nel proprio sdraio.

Era il turno di un gruppetto di cinque amici, due ragazze e tre ragazzi, che ridendo e prendendosi in giro si sfidavano a tuffarsi dal punto più alto della rupe.

I tre ragazzi si tuffarono per primi, pavoneggiandosi, e convinsero una delle due ragazze a seguirli, non senza qualche gridolino nervoso. L'altra ragazza, invece, sedeva sulla rupe senza alcuna intenzione di volersi tuffare.

<<Dai su! L'acqua è fantastica!!>> la incitò uno degli amici.

<<Sì sì, ti credo... Ma sto meglio qui!!>> rispose lei sarcastica.

<<Oh, fifona! Hai paura dell'altezza!?>> fece un altro.

<<No no... affatto!>> pigolò la ragazza, ma di qualcosa aveva di certo paura.

Uno dei ragazzi, più spavaldo, ritornò alla base della rupe e risalì la stessa tramite degli scalini intagliati proprio nella roccia, e arrivò fino a dove sedeva la ragazza per provare a convincerla, mentre gli altri tornavano a riva per asciugarsi.

<<Dai su, solo un tuffo! Vedrai che ti piacerà!>> la incitò provando a farla alzare.

<<No, Markus! Ti ho detto di no!>> ribatté lei seccata.

<<Lasciala stare, Markus, non sa nuotare!>> ammise l'altra ragazza ridacchiando e sperando di convincere il ragazzo a desistere.

<<Ahahah! Davvero!? Dai su! Vedrai che è facile!!>> insistette invece lui forzando la ragazza.

Lei si alzò per scendere dalla rupe, ma l'amico, molto più alto di lei e ben piazzato, la bloccò ridendo <<No no! Prova di coraggio!! Se vuoi essere ammessa nella nuova Coorte non puoi rifiutarti!>> la canzonò.

Gli altri amici dalla riva incitavano la ragazza a lasciarsi andare, ma lei si oppose con ferocia e provò a scappare dalla rupe. Fu a quel punto che il ragazzone chiamato Markus provò a trattenerla, ma così facendo la sbilanciò, facendola cadere in acqua da oltre 10 metri di altezza in una posizione scomposta.

Il gruppetto di amici scoppiò a ridere nel vedere quel tuffo così poco aggraziato, e Markus, rimasto sulla rupe, si affacciò per guardare in basso beffandosi della ragazza sprofondata in acqua.

<<Ed ecco la nostra vincitrice! Cosa si sarà rotta?>> chiese Leo ridacchiando.

Frank, suo malgrado, si lasciò sfuggire una risatina brilla; ma Nico e Percy invece, dopo un'iniziale risata, si fecero seri e si misero in una posa vigile, osservando il punto in cui la ragazza era sparita nelle acque profonde e buie da una ventina di secondi.

Il gruppetto continuava a ridere giulivo; ma la risata si fece via via meno convinta, mentre i secondi passavano e l'amica non riemergeva. Passato quasi un minuto, l'altra ragazza iniziò a preoccuparsi <<Dora!! DORA!!>> gridò tornando verso l'acqua e immergendosi insieme ai due ragazzi che erano a riva con lei.

Markus, dalla rupe, scrutava in basso in cerca di un segnale <<Non la vedo! È troppo buio!>>

A quel punto, Nico lanciò uno sguardo d'intesa a Percy <<La sento svanire.>> disse, mentre l'amico già si era alzato dallo sdraio e correva verso la rupe.

<<MARKUS! NON LA TROVIAMO!! AIUTACI!!>> gridarono i ragazzi in acqua mentre provavano ad immergersi in cerca dell'amica. Ma l'acqua in quel punto arrivava già ad oltre 10 metri di profondità, e al buio sembrava di immergersi nel catrame.

Markus stava per tuffarsi, ma si sentì spostare da qualcuno che, arrivatogli alle spalle molto rapidamente, si lanciò verso l'acqua con una velocità e un'eleganza eccezionali.

Mentre Percy si tuffava, Frank, Nico e Leo accorsero alla base della rupe, e Frank, recuperata un po' di lucidità, gridò in tono autoritario <<Tornate a riva al sicuro, voi!>>

I ragazzi in acqua, ormai stremati dai tentativi di ricerca, si opposero, ma una corrente molto forte, del tutto innaturale per un lago, li spinse velocemente a riva contro la loro volontà.

E dopo poco, videro il ragazzo che si era tuffato riemergere dalla superficie e tornare a riva in un batter d'occhio, con la loro amica tra le braccia.

<<Oh per Giove!!>> esclamò la ragazza guardando l'amica inerme.

Nico raggiunse la riva, facendosi largo tra tutti i curiosi accorsi a vedere, e provò a sentire il polso della ragazza svenuta. In mezzo secondo, lanciò un'occhiata eloquente a Percy, che quasi istantaneamente posò la propria mano sul petto della ragazza e chiuse gli occhi.

A quel semplice tocco, la giovane espulse tutta l'acqua dai polmoni e riprese a respirare ritmicamente.

<<Molto più efficace delle compressioni toraciche, Percy, bravo...>> mormorò Nico soddisfatto dall'utilizzo che l'amico aveva appena fatto del proprio potere. Percy annuì, leggermente compiaciuto, ma guardò la ragazza preoccupato <<Stai bene?>> le chiese.

Lei scosse appena la testa per confermare, tremando e battendo i denti. A quel punto, Percy, che era rimasto del tutto asciutto, posò ancora una mano sulla ragazza, permettendo alla sua pelle di asciugarsi in pochi secondi; poi, visto che la ragazza era in costume e l'indumento più pesante che indossava erano degli shorts, si tolse la propria t-shirt e l'aiutò ad infilarsela a mo' di vestaglia <<Cerca di scaldarti, torna subito al tuo dormitorio...>> le consigliò premuroso.

<<Un momento... Io so chi sei!>> annunciò ad alta voce un amico della sventurata notando tutti gli indizi.

<<Percy Jackson!>> fece un altro con voce acuta.

<<Console Jackson!>> esclamò qualcun altro ancora dal capannello riunitosi a riva per l'accaduto.

E tra un mormorio stupito generale, Percy si rialzò e sbuffò ironico verso Nico <<Addio alla serata in borghese...>>, che gli rispose facendo spallucce, come a dire "che vuoi farci, non puoi pensare di tuffarti in un lago di notte per salvare una ragazza riemergendone asciutto e pensare di passare inosservato..."

<<Ma... ma... cos'hai sulla schiena??>> chiese ad un certo punto Frank curioso.

Percy si sentì mancare il terreno sotto i piedi, e si toccò convulsamente la base della nuca, rendendosi conto di essersi esposto.

<<... sembra... sembra un tatuaggio a tridente! Figo! Quando te lo sei fatto?>> continuò Frank ingenuamente. Poi la sua espressione si fece meditativa, e guardando dapprima Percy e poi Nico, che fissava la schiena dell'amico, fece 2+2 e farfugliò <<Aspetta un momento...>>

Percy si guardò intorno allarmato, cercando qualcuno tra la folla curiosa <<Dov'è Leo!?>>

Anche Nico cercò con lo sguardo <<Non lo vedo più, c'era fino a qualche minuto fa...>>

<<... ma... ma... aspetta...>> proseguì Frank più confuso che mai, mentre Percy e Nico si lanciarono uno sguardo d'intesa e iniziarono ad allontanarsi dalla ressa.

Percy unì indice e medio di ogni mano e lanciò un fischio poderoso e prolungato; poi si voltò verso il figlio di Ade <<Vai a Palazzo e avverti Reyna, io corro subito da Calypso, devo portarla al sicuro!>>

Nico annuì, mentre Frank trottava dietro ai due amici <<Un momento... ma quindi... quindi...>>

<<Storia lunga, Frank, vieni con me!>> disse Nico posandogli una mano sulla spalla per dirigerlo e sparire co lui nell'ombra, mentre Percy montava in groppa a Blackjack per volare verso le colline.



Buon weekend, cari lettori! Spero il capitolo via sia piaciuto...

Curiosi!? 🙄


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