Un'Idea alla Percy
[ultimo paragrafo del precedente capitolo...]
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo preoccupato, ma dovettero entrambe ammettere di essere troppo disfattiste. Quindi, Annabeth prese il proprio walkie talkie <<Hazel, preparati. Tra venti minuti si va in scena.>>
...
<<Ok, grazie.>>
Hazel rispose in automatico, gentile come al solito. Ma era nel panico. Si sentiva debole e per nulla in grado di sconfiggere un mostro del genere.
Era una semidea potente, certo, ma come poteva farcela da sola?
Mangiò un altro pezzetto di barretta al cioccolato e nettare, e sospirò per scaricare la vampata di caldo e l'ansia.
La porta dell'appartamento si aprì di colpo, facendola sussultare...
<<Hazel! Bao-bei! Come stai?!>> chiese Frank trafelato e raggiungendo la fidanzata.
Lei non gli rispose subito, ma rimase qualche istante ad occhi chiusi, concentrata. Lui si preoccupò, andò a sedersi sul letto vicino a lei, e la chiamò ancora dolcemente <<Bao-bei...>>
<<No! Bao-bei un bel niente! Se ti comporti ancora così, come prima...>> non finì la frase, ma sbuffò dalla frustrazione.
Frank deglutì, mentre i tonfi del mostro si facevano meno remoti, <<Mi dispiace... ero preoccupato per te...>> mugugnò.
<<Questo non ti dà il diritto di impartirmi ordini e trattarmi come una bambina! Ho compiuto vent'anni, ricordi!?>>
<<Oh no, io non mi permetterei mai... davvero! Volevo solo proteggerti...>>
<<Non è questo il modo!>> ribadì seria. Raramente si arrabbiava o alzava a tal punto la voce, e il figlio di Marte decisamente non sapeva come comportarsi. Cercò di rimpicciolirsi, con scarsi risultati...
<<Va bene. Perdonami.>> e si alzò per tornare dai soldati, <<Behemoth sarà in città entro 30 minuti, nonostante siamo riusciti a deviare la sua avanzata per avere più tempo...>> aggiunse serio.
<<Lo so. Annabeth mi ha chiamata. Tra qualche minuto vi raggiungo.>> disse atona.
Frank si preoccupò ancor di più, ma cercò di restare lucido e positivo <<Non ha scampo contro i tuoi poteri!>>
La ragazza fece una smorfia <<Vorrei ci fosse Percy... o Nico...>> ammise mestamente. Il fidanzato pensava la stessa cosa. Confidava nella forza della propria amata, ma sicuramente avrebbe preferito ci fosse un altro pezzo grosso al suo fianco per avere la certezza della vittoria e una garanzia di incolumità! E Percy già aveva sconfitto uno di quei mostri da solo, chi meglio di lui quindi!? Ma dove diavolo era finito!?
Per un momento, da Romano, trovò inappropriato che il Console di Nuova Roma fosse assente proprio quando la città era in un tale pericolo! Poi, si vergognò per quel pensiero così cinico verso l'amico.
Inspirò, <<Te la caverai benissimo anche da sola. Ora, riposa questi ultimi minuti e raccogli le forze.>> disse in tono solenne, e uscì per tornare sul campo di battaglia.
Appena fu uscito, Hazel si pentì di averlo trattato male e non averlo nemmeno salutato come si doveva. D'altronde, come semidei, non avrebbero dovuto sottovalutare un addio.
Appena in strada, Frank fu travolto dal pandemonio di gente in fuga. Quando era entrato in casa, la situazione era ancora sotto controllo, ma più Behemoth si avvicinava, meno facile era mantenere calma la popolazione.
L'evacuazione procedeva da oltre 40 minuti, e le zone più vicine al mostro erano già sgombere. Tuttavia, in centro si concentrava la vera ressa. Intravide Damien e Richard che, seppur vestiti non ufficialmente, davano ordini per coordinare i cittadini.
Il ragazzo gli fece un cenno col capo, e i due annuirono in risposta, a confermare di avere tutto sotto controllo. Dopodiché, inspirò a si librò in aria come falco, agile e veloce, per raggiungere Behemoth.
Vide la soldatessa Rivers cavalcare Blackjack e scoccare frecce all'impazzata, e si chiese come mai quel pegaso stesse ficcanasando ovunque quel giorno... Ma poco importava, finché si rendeva utile alla causa, andava bene!
Vide poi Reyna e Annabeth riavvicinarsi con altri due pegasi, e andò diretto da loro. Indeciso su quale delle due raggiungere, pensò fosse meglio dare precedenza alla gerarchia militare, e si posò quindi cautamente sul braccio della Console, in attesa di aggiornamenti.
<<Attento con quegli artigli! Comunque, forse abbiamo trovato qualcosa. Spero che Hazel si sia ripresa, dovrà impegnarsi parecchio, se abbiamo ragione...>> e gli spiegò brevemente i passaggi della Bibbia su cui si basava la loro tattica di attacco.
Frank, per nulla convinto, si lamentò con un verso stridulo, e riprese il volo per aiutare a infastidire Behemoth e rallentarlo. Ma davvero tutta la loro strategia si basava su una supposizione così debole!? E la sua fidanzata avrebbe dovuto rischiare la pelle per questo!? Bah!
Dopo aver chiamato Hazel, con espressione seria Annabeth rivolse uno sguardo a tutti i presenti <<Percy, resta qui. Reyna, Leo, andiamo.>>, disse risoluta dirigendosi verso l'uscita di casa.
<<Non posso starmene qui ad aspettare!>> brontolò il suo ex.
<<Beh, non hai scelta. Se non resti di tua spontanea volontà, ti metto ko con un pugno. Preferisci?>> gli propose minacciosa fermandosi a guardarlo e incrociando le braccia.
<<Lascialo perdere, se vuole venire a farsi ammazzare e non capisce che così ci mette in difficoltà, non lo faremo di certo ragionare noi, le persone più importanti della sua vita.>> sbuffò la figlia di Bellona con quella frase passivo-aggressiva scagliata come un pugnale, e incamminandosi a sua volta.
Il figlio di Poseidone sospirò. Doveva proprio darsi una regolata, ne era consapevole. Era debole, già stanco, e dolorante. Si guardò la spalla pulsante e intravide dal braccio una scottatura che si irradiava verso l'alto. E ancora sentiva il battito irregolare per lo sforzo della corsa di pochi minuti prima. Sarebbe stato solo d'intralcio, era ovvio.
Contro ogni fibra del proprio essere, si sforzò di accettare quelle condizioni, e a denti stretti sbottò <<E va bene! Va bene! Ma mi tengo un walkie talkie per seguire l'azione, tenetemi informato! Okay?>>
Le due ragazze annuirono, mentre Leo gli porgeva il proprio walkie talkie <<Tu non trasmettere nulla, ti sentirebbe anche Hazel... e non farti venire strane idee sul più bello, eh!>>
I tre si affrettarono, un pegaso a testa, e decollarono. In un minuto furono nell'orbita di Behemoth. Altri soldati erano già in volo nel disperato tentativo di rallentare il mostro e provare a ferirlo, tra cui Reyna riconobbe la caparbia Dorothea Rivers, che non si era fermata ancora un attimo da quando aveva salvato l'amico dal crollo delle mura. Tutto sommato, provò stima per lei.
Dopo qualche minuto, un falco si avvicinò deciso alla Console e le si posò sul braccio il più delicatamente possibile, ma non abbastanza da evitare di farle male con gli artigli. Lo riconobbe come Frank, lo rimproverò, poi lo aggiornò in merito a quanto avevano scoperto dalla Bibbia.
Non ne sembrò soddisfatto, anzi, se ne andò con un battito d'ali proprio stizzito. La ragazza cercò di non darci peso e trasmise un messaggio dal walkie talkie <<Tra meno di 20 minuti sarà in centro... Hazel, dove sei? Hazel?>>
Ma la trasmissione era disturbata. Reyna ripeté il messaggio altre due volte. Fortunatamente, la figlia di Plutone rispose <<Sono q- giù, v-ino alle tr- -la Se- e la -rza, s- --ando un pe-so lib- p- raggiungervi!>>
Nonostante le interferenze, gli amici capirono, e Annabeth rispose <<Sc-amo n-. Ripeto. -endiamo noi.>>
Fecero un cenno a Leo che era rimasto senza walkie talkie, e i 3 planarono verso la ragazza, che si trovava appunto vicino alle truppe della Seconda e Terza coorte.
Appena gli zoccoli toccarono terra, anche il falco Frank arrivò ritrasformandosi in uomo, e si avvicinò ai compagni con passo deciso ed espressione feroce <<Se pensate davvero di spedire Hazel contro a quel bestione basandovi solo su due righe che avete letto su un libro scritto oltre 2 mila anni fa, siete pazzi quanto chi li ha scritti, quei libri!>>
<<Frank, piantala!>> lo rimproverò stizzita la fidanzata.
<<Non abbiamo altro a cui affidarci, solo questa supposizione. Se Hazel non se la sente, la capiremo.>> disse Reyna in tono pacato e comprensivo, ma affranto.
La ragazza deglutì, ma confermò coraggiosa <<Certo che me la sento! Non dovete nemmeno chiederlo!>>
<<Ma forse... forse la nostra, non è solo una supposizione...>> intervenne d'un tratto Leo con un luccichio negli occhi, e aggiunse <<Annie, le interferenze!>>
La ragazza imprecò in greco e schioccò le dita <<Ma certo! Perché non ci ho fatto caso!? Allora deve essere vero, le sue ossa devono essere di metallo!>>
Frank scosse la testa confuso, e anche Reyna sembrò aspettare uno spiegone, che arrivò dalla figlia di Athena <<Quando uno di noi vola vicino a Behemoth, le trasmissioni radio del walkie talkie hanno interferenze! Significa che quel bestione ha davvero un bel po' di metallo dentro di sé, non c'è altra spiegazione! Hazel, tu lo percepisci?>>
La figlia di Plutone si concentrò, ma la pelle coriacea del mostro la confondeva <<Può essere, ma non so di preciso quanto e se questo possa influenzarlo coi miei poteri... Cosa dovrei fare? Provare a bloccarlo? O estrargli il metallo dalle ossa e lasciarlo disossato!?>> propose poi incerta e con una risata nervosa.
Gli altri si guardarono dubbiosi, e Leo esclamò <<Beh, l'ultima idea sarebbe figa, ma credo sarà dura. Intanto prova ad influenzarlo e bloccarlo, eh?>>
Hazel convenne con l'amico. Reyna le fece un cenno risoluto <<Ti porterò io lassù, starò al tuo fianco. Ti donerò tutta la forza e il coraggio possibili.>> dichiarò solennemente.
Hazel sorrise di gratitudine, e insieme salirono in groppa a Guido. Frank le guardò allontanarsi preoccupato, e le seguì in forma di falco.
Si avvicinarono al punto da essere a meno di 10 metri e iniziarono ad aggirarlo. La semidea concentrò ogni fibra del proprio corpo, ogni singola molecola impiegata in quell'immane impresa, mentre imponeva le mani verso il mostro per indirizzare il proprio potere. Lo sentiva, c'era del metallo, molto metallo, dentro di lui.
Cercò di visualizzarlo. La sua intera ossatura, ogni articolazione, era tutto sotto il suo controllo, poteva farcela!
E per un immenso istante, sembrò che Behemoth stesse davvero rallentando la propria avanzata.
Era stata lei? Stava cercando di bloccarlo, e ci stava riuscendo! Si concesse un attimo di esultanza dentro di sé, ma dopo quei pochi istanti in cui sembrò immobilizzarsi, Behemoth riprese poi la propria avanzata, come liberandosi da invisibili catene.
<<No...>> mormorò Hazel delusa, e un'ondata di stanchezza la invase.
Reyna la sentì afflosciarsi un poco davanti a sé, e allungò una mano per abbracciarla e infonderle forza. Si rinvigorì subito, e tornò salda sulla propria seduta, ma si trattenne dal provare ulteriormente <<Reyna... Non funziona, non posso farcela da sola!>> ammise mestamente.
Purtroppo, la Console fu d'accordo con lei, ma non disse nulla. Avviò una trasmissione sul walkie talkie invece <<Annabeth, ci sentite? Così non funziona. Non funziona.>> ripeté sconsolata per un paio di volte, e lanciò un'occhiata preoccupata verso la città. Behemoth era arrivato alla periferia, e stava iniziando a calpestare le prime case sperdute, che si accartocciavano come fossero di cartapesta. Almeno erano sgombere.
Annabeth e Leo erano rimasti a terra per supportare le truppe guidate da Lavinia e dai centurioni. Sentita la trasmissione, la ragazza si voltò verso Leo, e lo squadrò con espressione meditabonda.
Lui le lanciò un'occhiata curiosa <<Che c'è?>>
Lei fece una smorfia, e pigolò <<Ho un'idea. Ma non so se ti piacerà...>>
<<Perché no!?>>
La figlia di Athena storse il naso, e con un tono più acuto del normale esclamò <<Beh, diciamo che è una di quelle idee alla Percy...>>
<<Oh no...>> mormorò lui sconsolato, e lei fece spallucce <<Quanto pensi di poter tenere il fiato!?>>
La figlia di Athena parlò nel walkie talkie e spiegò brevemente il piano per tenere tutti aggiornati e coordinati, senza fornire tuttavia dettagli e limitandosi a dire che Leo avrebbe supportato Hazel.
Dopodiché, prese il volo col ragazzo sullo stesso pegaso, e una volta nell'orbita del mostro aggiunse <<Dunque, sorvoliamo Behemoth. Cercate di attirare la sua attenzione verso l'alto, dobbiamo riuscire a vedergli la bocca...>> ripeté il messaggio due volte per essere sicura che arrivasse abbastanza chiaramente.
<<Ma... La proboscide... La nasconde...>> sottolineò Reyna.
<<Lo so. Deve alzare la proboscide!>> ribadì l'altra.
La figlia di Bellona soppesò quell'ordine. Intuì il piano. Si fidava di Annabeth. <<Dobbiamo fare da esca e fargli caricare una soffiata verso l'alto...>> mormorò ad Hazel, che annuì confusa. Poi trasmise <<Ci pensiamo noi. Buona fortuna, Leo.>>
<<Annabeth... non mi piace...>> piagnucolò il figlio di Efesto.
<<Penso che l'altro ingresso disponibile ti piacerebbe anche meno...>>
Leo fece una smorfia disgustata, e chiuse gli occhi per concentrarsi. Era un po' come saltare in un cerchio di fuoco, solo che il cerchio aveva zanne affilatissime e continuava ad aprirsi e chiudersi per tranciarlo in due.
La ragazza spronò il pegaso ad avvicinarsi ancor di più al mostro, mentre Reyna ne attirava l'attenzione cercando di fargli alzare la testa per rendere la bocca più accessibile. Anche altri soldati imitarono la Console, e lo sorvolarono dall'alto.
Fortunatamente, Behemoth era prevedibile. Iniziò ad inspirare dalla proboscide, guardando in alto per prendere la mira.
E quando le fauci furono abbastanza visibili, Leo si lanciò giù dal pegaso, diritto verso quell'oscuro destino.
Tuttavia, non erano abbastanza aperte, e il ragazzo piombò sul muso del mostro, rischiando di scivolare a terra. Si aggrappò con la mano in titanio ad un lembo di pelle coriacea, quella che poteva essere definita come un labbro del mostro.
Hazel sbiancò, mentre Reyna chiamava Annabeth per chiedere urgenti aggiornamenti <<Ma che diavolo sta facendo!? Qual è il piano di preciso!?>>
<<Sentite, dobbiamo rendere il metallo più malleabile così Hazel potrà plasmarlo più facilmente! E l'unico modo per farlo data la sua pelle così resistente, è che Leo lo scaldi dall'interno... per quanto disgustoso!>> spiegò. E ritrasmise una seconda volta per sicurezza.
<<Sta cercando di entrare... nel suo stomaco!?>> chiese Hazel schifata e spaventata per quanto stava accadendo. Ora le stava venendo richiesto qualcosa di molto più urgente. Certo, la città in pericolo era un problema tangibile, ma stava venendo evacuata... mentre vedere un amico rischiare la vita così, in modo deliberato e certo, era tutt'altra cosa!
E se lei non fosse stata in grado? Se lui avesse tentato tutto questo per niente? Se fosse rimasto bloccato e fosse... morto dentro al mostro?
Non poteva nemmeno pensarci! Strinse gli occhi e cercò di scacciare quel pensiero, ma chiese <<Come farà ad uscire?>>
Non ottenne risposta da Reyna, la quale volutamente non chiese nulla ad Annabeth <<Stiamo provando il tutto per tutto, Hazel. Ti darò tutta la mia energia quando sarà il momento. Non avremo molto margine di tempo.>>
Nel frattempo, Leo era ancora penzoloni e cercava di arrampicarsi. Il mostro soffiò, e tutti i pegasi in volo si dispersero per evitare di finire arrosto con i propri cavalieri.
Dorothea, che aveva assistito al rocambolesco tuffo del bodyguard di Percy, intuì le sue intenzioni, e si avvicinò fino ad essere a meno di 10 metri da lui. Incoccò tre frecce, e le scoccò insieme verso la guancia del mostro, dove immaginò si trovasse la giuntura della mandibola.
Non lo ferì particolarmente, ma lo infastidì abbastanza da fargli fare una specie di smorfia con la bocca semiaperta.
Leo sfruttò quel breve arco di tempo concessogli, e con un agile scatto si slanciò dentro le fauci.
Hazel sussultò. Annabeth trasmise dal walkie talkie, solo per aggiornare Percy <<Okay, è dentro. Leo è dentro.>>
La figlia di Plutone attese qualche secondo, non sapendo quando entrare in azione. Immaginò che Behemoth avrebbe percepito una meteora incandescente nel suo stomaco, quindi attese impaziente.
Era un'agonia. Comunque, come poteva capire quando il metallo si sarebbe scaldato abbastanza? E se Leo fosse stato impossibilitato nel suo compito?
<<Forse dovrei provare a...>>
La ragazza al suo fianco la interruppe <<No. Abbiamo una sola possibilità. Se inizi a sprecare energie troppo presto, sarà tutto inutile...>>
<<Ma come capiremo quando sarà il momento giusto?>>
Reyna sospirò. Non lo sapeva nemmeno lei, ma decise di essere rincuorante <<Lo capiremo, stanne certa.>>
Nel frattempo, l'esercito continuava a fare quel che aveva fatto fino a quel momento, e Behemoth proseguiva nella sua avanzata. Sembrava puntare al colle dei templi, e avrebbe attraversato mezza città per raggiungerlo.
Ma d'un tratto, dopo almeno 3 minuti da quando Leo era sparito nelle sue fauci, il mostro rallentò. Anzi, si fermò. E sembrò confuso. Mosse passi incerti. Poi, brontolò. Sembrò sofferente, e iniziò a dimenarsi, scuotendo la testa e frustando la proboscide in aria senza obiettivo.
Dopodiché, emise dei versi di lamento, e fu ben evidente che del vapore ardente gli usciva dalla bocca, dalle orecchie, e da qualsiasi altro orifizio in realtà.
Annabeth si eccitò, e trasmise un paio di volte <<Sta ribollendo dall'interno! È una fornace ambulante! Hazel, ancora un minuto per essere sicuri!>>
Era un'attesa snervante! Fu il minuto più lungo della sua vita, con un milione di dubbi e paure.
<<Dai, Hazel, ora tocca a te!>> la spronò finalmente Reyna.
Impose le mani verso il mostro e ritentò ad usare il proprio potere su di lui.
Stavolta fu effettivamente più semplice. Percepiva il metallo, ma appunto più malleabile, meglio controllabile. Reyna l'abbracciò da dietro, donandole tutta la propria forza.
La figlia di Plutone tentò con il piano più ambizioso, quello di tirargli fuori tutto il metallo e renderlo totalmente inerme. Ma l'energia richiesta era immane. Si stava stancando troppo velocemente e non stava ottenendo alcun risultato, non sentiva il metallo venire verso di sé, benché il mostro continuasse a dimenarsi e contorcersi dal dolore.
Cercò quindi per lo meno di bloccarlo deformando alcuni punti peculiari, come le giunture e la spina dorsale. Stava funzionando?
Non lo seppe mai, perché qualcosa la distrasse.
Qualcosa di terribile, a cui non era pronta.
In quello sfogo di dolore, Behemoth continuava a cercare di attaccare tutte quelle fastidiose cose volanti intorno a lui. Molti dovettero ritirarsi e allontanarsi per non essere colpiti o urtati dai vapori ardenti emanati dal colosso.
Ma un falco non riuscì. Fu colpito da un soffio rovente della proboscide di Behemoth, e cadde in picchiata come un sasso dopo aver emesso un guaito, sparendo poi dalla visuale.
La ragazza sentì un tuffo al cuore, totalmente impotente verso ciò che aveva appena visto.
Con un singulto mormorò <<No...>> mentre l'amica l'abbracciava ancora più forte per confortarla.
Dopodiché, si voltò verso Behemoth, e con un impeto di rabbia a lei del tutto nuova, urlò di nuovo <<NOOOO!!!>>
Se sentì un boato, e iniziò un terribile terremoto.
Ma Behemoth non se ne accorse nemmeno. Il metallo delle sue ossa esplose dall'interno, schizzando verso l'esterno, e portandosi con sé ogni tessuto del corpo sulla propria via.
Una carcassa informe e scorticata si afflosciò a terra con un tonfo sordo, mentre l'intera Legione osservava sbigottita e spaventata.
Hazel svenne, e Reyna la tenne salda tra le proprie braccia, nonostante fosse esausta quasi quanto lei, e volò verso terra, che ancora non aveva smesso di tremare.
Schifo.
Schifo. Schifo. Schifo.
Fu l'unica cosa che pensò Leo una volta all'interno di quell'enorme cavità orale, che sembrava una caverna maleodorante.
Prese fiato, non sapendo se raggiunto lo stomaco avrebbe trovato di che sopravvivere, e si lasciò deglutire.
Era di certo l'idea più stupida a cui aveva mai preso parte, non per niente solo ad uno come Percy sarebbe potuta venire in mente, come giustamente Annabeth aveva sottolineato.
Che poi, ci si era buttato senza nemmeno riflettere... e se quell'ambiente fosse stato velenoso e fosse morto in pochi secondi?! O se ci fosse stato un succo gastrico così acido da scioglierlo come un marshmallow?! O se il mostro avesse avuto delle specie di denti affilatissimi lungo tutto l'esofago?!
Meglio non pensarci mentre scivolava verso l'ignoto. Entrò nello stomaco con un tuffo. Si ritrovò immerso fino al petto in un liquido nauseabondo e urticante, decisamente acido. Ed era caldo, molto caldo. Un qualsiasi altro semidio sarebbe rimasto subito ustionato e sarebbe morto di lì a breve.
Non aveva tempo da perdere, avrebbe tenuto il fiato finché riusciva, però alla fine avrebbe dovuto respirare e non sapeva se questo lo avrebbe messo ko prima di rendere il metallo abbastanza malleabile per Hazel.
Si concentrò subito, e prese fuoco. L'acido gastrico iniziò a ribollire, probabilmente avrebbe creato meteorismo a Behemoth, pensò!
Cercò di non ridere di quello sciocco pensiero, e si scaldò sempre di più. Sicuramente, un qualche fastidio doveva provocarglielo! E intensificò sempre di più, consapevole che fondere il metallo non era una passeggiata.
Sperò solo che, dall'esterno, le ragazze capissero quando fosse stata ora di agire... Ma era stranamente tranquillo. Erano le migliori semidee in circolazione, in qualche modo si sentiva al sicuro anche in quel piano pazzoide, se pilotato da loro!
Capì che stava raggiungendo un punto critico quando anche le sue braccia in titanio iniziarono ad essere meno solide. Non poteva spingersi oltre, ma significava aver raggiunto già una temperatura sufficiente a fondere gran parte dei metalli più comuni.
Dovette anche respirare infine, e non fu affatto piacevole. Sentì subito un terribile bruciore e pochissimo ossigeno.
Dopo un altro minuto, iniziò a sentirsi annebbiato e stanco, e piano piano si spense. Stava esaurendo le energie. L'ossigeno era finito del tutto, bruciato anche dalla sua stessa combustione.
Si sentì mancare. Sperò che Hazel riuscisse almeno a usare il proprio potere, e di essere stato utile almeno a quello.
Chissà se questo bastava a redimersi e se gli sarebbe stato concesso l'ingresso nei Campi Elisi, nonostante il suo terribile atto contro un amico. Magari anche gli altri lo avrebbero perdonato, dopo questo sacrificio. Sarebbe stato sufficiente a tornare il buon vecchio Leo?
E caspita, non lo avrebbe più rivisto, quell'odioso ragazzo... che poi, forse, così odioso non era. Peccato non essere stato suo amico prima, magari la vita di entrambi sarebbe stata migliore, con la reciproca compagnia.
Ebbe un ultimo pensiero anche per Calypso, e si stupì nel rendersi conto che fu un pensiero di indifferenza.
Chiuse gli occhi e non pensò più.
...
...
...
<<Leo! Leo! Ehi! Dai, apri gli occhi! LEO!!!>> chiamò Annabeth in tono urgente.
Col proprio pugnale, aveva squarciato ciò che restava delle interiora di Behemoth, in cerca dell'amico. E l'aveva trovato, privo di sensi, ed estratto da quella poltiglia.
Dei Legionari avevano prontamente portato dell'acqua fresca e gliel'avevano gettata addosso per ripulirlo, ma nessuno osava toccarlo poiché era ancora rovente.
Annabeth era a meno di un metro da lui, inginocchiata, e cercava di richiamarlo alla coscienza. Esasperata, rubò uno scudo dalle braccia di un soldato e lo uso per toccare l'amico e scuoterlo da quel torpore.
Il figlio di Efesto aprì gli occhi lentamente, riprendendo consapevolezza di sé. Si mise a sedere con qualche lamento, mentre l'amica gli offriva dell'ambrosia da una scatolina di tic tac facendogli aprire la bocca e lasciandogli cadere dentro alcuni pezzetti.
<<Meno male, appena in tempo! Come ti senti?>>
<<Accaldato.>> disse pigramente e con un mezzo sorriso.
Lei si lasciò sfuggire una risata nervosa, e le si imperlarono gli occhi di lacrime <<Scotti ancora?>>
<<Mi sono termoregolato, sono sotto i 50 gradi ora...>> e appena finito di parlare si ritrovò una massa di capelli biondi e ricci in faccia, mentre la ragazza lo abbracciava <<Sei stato fantastico!>>
Non abituato ai complimenti, cercò di sdrammatizzare come al suo solito <<Oh, solo per aver dato bruciore di stomaco ad un mostro...>>
La figlia di Athena rise ancora. Poi, si staccò dall'abbraccio, e con espressione d'un tratto seria disse <<Dai, andiamo... Dobbiamo vedere Frank.>>
<<Perché? Che ha Frank?>> chiese curioso alzandosi in piedi.
La ragazza non rispose, ma si avviarono velocemente verso il resto delle truppe. Leo si guardò intorno, e vide molti soldati spaesati, ma quasi tutti illesi.
Vide poi Dorothea, svenuta a terra con il pegaso Blackjack che nitriva lì vicino, mentre Markus Bauer la prendeva in braccio per portarla in ospedale, e lo sentì dire <<Ha un taglio in testa! Deve essersi fatta male al crollo delle mura ma ha resistito fino ad ora!>>
La sua attenzione fu poi attirata da un pianto sommesso, e riconobbe Hazel. Si voltò e vide l'amica china su un corpo, con Reyna accovacciata poco distante con espressione spenta dalla stanchezza.
Avvicinandosi veloce, lo vide meglio. Era Frank.
Rallentò, sentendosi improvvisamente debole, mentre Annabeth già aveva raggiunto gli amici e iniziava ad ispezionare l'amico.
<<Hazel... Stai tranquilla, è vivo, si riprenderà.>>
<<Ma è caduto da così in alto! È gravemente ferito!>> piagnucolò accarezzando l'amato ma temendo di fargli del male al solo muoverlo.
<<Lo portiamo in ospedale. Vedrai che si prenderanno cura di lui. È forte, ce la farà!>> intervenne Reyna in tono serio, mentre dei Legionari si avvicinavano veloci con una barella.
Annabeth aiutò l'amica figlia di Plutone ad alzarsi, ancora troppo debole per reggersi da sola. La Console si rimise in piedi con l'aiuto della propria lancia.
E fecero per avviarsi tutti verso la città e l'ospedale, quando dai loro walkie talkie arrivò una trasmissione, stavolta molto chiara.
<<Ragazzi, mi sentite? Siete tutti ancora lì?>>
Hazel si aprì in un'espressione stupita <<Ma è Percy!>>
Annabeth strinse gli occhi con una smorfia stizzita. Proprio ora, alla fine di tutto, doveva farsi scoprire?! Certo, non gli avevano ancora trasmesso un messaggio per dirgli che avevano vinto, ma non poteva resistere qualche minuto in più!?
E rispose <<Siamo alla periferia della città, tutti vivi. Behemoth è stato sconfitto.>>
<<Sapevo ce l'avreste fatta! E non vorrei rovinare questo momento di gloria, ma... il terremoto è stato fortissimo...>>
<<È stata Hazel. È stata fantastica.>> aggiunse la figlia di Athena mentre Leo lanciava un'occhiata curiosa all'amica per essersi perso quella dimostrazione di potere.
<<Immaginavo, ma... qualcosa non va con la diga, Annie. Credo stia per cedere!>> aggiunse in tono allarmato.
Annabeth imprecò senza nemmeno dubitarne, come se sapesse che quell'opera era un fallimento assicurato.
Si guardò intorno. Frank era ko, così come Hazel. E Reyna era esausta.
Incrociò poi lo sguardo di Leo, che incredibilmente risoluto si sgranchì le membra e disse <<Vado io con Blackjack. Tu resta con loro. Ma ehi, meglio se mi dai le tue tic tac divine!>>
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