La Giusta Prospettiva
Dopo le elezioni, i saluti e i ringraziamenti sembrarono durare ore. La gente smaniava per salutare e augurare buona fortuna ai due neoeletti Consoli.
Nel frattempo, il Forum vicino all'anfiteatro era stato allestito con stand enogastronomici per intrattenere la popolazione: Reyna aveva organizzato tutto in anticipo, dando indicazioni di restare pronti e di iniziare a preparare tutto nel caso lei fosse stata eletta. E così era stato.
Percy intravide tra la folla Annabeth, a circa cinque metri di distanza, e per un secondo ebbe l'impulso di correre da lei per parlare di tutto quello appena successo e chiedere cosa ne pensasse, e anche festeggiare insieme, magari... Poi si ricordò che ora erano come estranei. Anzi, peggio, perché cercavano di ignorarsi il più possibile. E in quel momento si rese conto che aveva perso anche la sua migliore amica.
Si aprì un varco tra la folla, e vide che al suo fianco c'era Damien, sorridente e spavaldo, con un calice in mano e tutta l'aria di chi ha vinto comunque.
Percy sentì una stretta allo stomaco. Damien dovette percepire uno sguardo di odio, perché si voltò verso il ragazzo e alzò il calice verso di lui, come a dire "Congratulazioni! Bel colpo... Sei Console! Ma io mi prendo la ragazza!".
Annabeth si voltò e incrociò lo sguardo di Percy solo per un secondo, poi tornò a dargli le spalle per parlare con Damien.
Il ragazzo si chiese chi lei avesse votato tra loro due, e avrebbe voluto andare a spaccare la faccia a quel pallone gonfiato francese; invece, si dimostrò già un perfetto politico: sorrise sardonico e levò anche lui di rimando il proprio calice verso il caro Damien - "Fottiti", diceva.
Riuscì a resistere circa un'ora o poco più in mezzo a quella folla, fingendo sorrisi, stringendo mani, e ignorando Reyna con tutto sé stesso, ma la rabbia continuava a montare anziché diminuire, finché non poté più resistere <<Io me ne vado, non mi interessa tutto questo>> le ringhiò ad un orecchio, e tornò verso il Campidoglio, che era a pochi minuti di distanza.
Quando fu entrato, le ninfe di servizio si chinarono al suo cospetto <<Buonasera, Console!!>>
Fu la goccia di troppo. Le fulminò con lo sguardo e andò dritto negli appartamenti di Reyna per aspettarla e affrontarla faccia a faccia.
Questa volta non l'avrebbe passata liscia: l'aveva abbindolato troppo spesso e lui si era fidato di lei sempre e comunque, abbassando la guardia.
E in tutto ciò, lei non aveva nemmeno mantenuto la parola con Frank, e aveva aspettato fino all'ultimo per alzarsi, consapevole che Percy, amico leale, non vedendola prendere parola, avrebbe candidato Frank al posto suo.
Aveva sfruttato la lealtà del ragazzo per sollevarsi dall'incarico di candidare Frank, e aveva poi candidato Percy, avvalendosi della regola secondo cui un candidato non può tirarsi indietro se viene chiamato a candidarsi per servire l'Urbe.
Si versò un bicchiere di Whisky e lo bevve tutto d'un sorso. E un secondo. E pure un terzo. Poi sbatté il bicchiere sul tavolo, poggiandocisi di peso con le mani, a capo chino.
<<Vacci piano con quello, non sei abituato...>> Reyna era entrata in stanza, alle sue spalle.
Percy si voltò di scatto e furioso gridò <<TU! COME CAZZO HAI POTUTO!? COME TI SEI PERMESSA!? SAPEVI BENISSIMO CHE NON VOLEVO ESSERE CANDIDATO!!>>
Reyna si sedette su un divanetto, calma ma con sguardo stanco <<E invece sei stato candidato, e hai vinto, come immaginavo. Senza campagna politica e senza Cursus Honorum, oltretutto. Hai avuto quasi tanti voti quanto me. Congratulazioni.>> disse in tono saggio. Era tranquilla, ma evidentemente soddisfatta.
<<Mi prendi per il culo!? Ti avevo detto di NO! NO!!!>> ribatté lui infervorato.
<<Ho dovuto seguire le mie convinzioni. Ho fatto ciò che ritenevo giusto, ciò che ritenevo il meglio per Nuova Roma. Non potevo, in tutta onestà, fare altrimenti. Questo è ciò che fa un buon leader.>> rispose lei pacata.
<<... E Frank!? A lui non ci hai pensato, vero!? Hai visto il suo sguardo di delusione quando hai fatto il mio nome? Gli avevi promesso di candidarlo e appoggiarlo! Quanto poco vale la tua parola!? Anche questo è ciò che fa un buon leader!?>> abbaiò lui.
<<Frank è stato... un danno collaterale. Ma anche lui è una persona razionale ed onesta, e sono sicura che capirà il perché delle mie azioni e sarà d'accordo con me nel ritenerti più adatto di lui per il ruolo. Lui era un'ottima scelta, certo. Ma non la migliore possibile. E un buon cittadino romano deve fare ciò che ritiene il meglio per la collettività.>> rispose impassibile e tranquilla, come se stesse spiegando la tabellina del 2.
Percy, invece, sembrava un mare in tempesta, camminava e gesticolava nervoso <<Non ci posso credere... Mi hai deluso! Non posso fidarmi di te... e tu ti aspetti che io lavori al tuo fianco? NO... NO NO. Non ci penso minimamente, non mi fiderò MAI PIÙ di te!>>
<<Ok. Non fidarti. Metti in dubbio quello che faccio. D'altronde, è a questo che servono due consoli, a controllare l'operato l'uno dell'altro. Lavoreremo comunque bene insieme, siamo i migliori!>> esclamò convinta e con fierezza.
Percy scosse la testa e la guardò con sguardo di sfida <<Oh no no, no no... Io rinuncio! Andrò al Senato e dirò che mi tiro fuori! E avrai fatto tutto questo teatrino per nulla, tutto il tuo fantastico piano andrà in fumo!>> esclamò mimando con le dita un marionettista.
<<Io non avevo alcun PIANO! Non ti ho tratto in inganno! Ero tormentata da settimane, e ho dovuto seguire la mia coscienza!>> rispose lei alzando la voce.
<<No, nessun piano, certo... e farti presentare da Nico? Che mossa astuta! Anche quello è successo per caso!? Ma pensi che sia proprio un coglione!?>>
<<Di preciso cosa stai insinuando, Console? Corruzione? Nico è un mio caro amico e crede in me e nel mio operato. Le sue parole erano sincere ed è stata una sua iniziativa proporsi per presentarmi, voleva fare qualcosa di carino per me, una sua amica! E sì, ho pensato che fosse un'ottima idea e ho accettato! Puoi biasimarmi?>> iniziava a scaldarsi anche lei per le accuse infondate mossele contro.
Percy continuava a guardala scuotendo la testa, e rise dal nervoso per schernirla <<Ahaha! Non posso credere di esserci cascato così. Che stupido! Ma domani sarà tutto finito, vedrai...>> la minacciò.
<<Ma certo! Vai, Percy, vai dal Senato a dire che ti tiri indietro! Fai saltare questo governo dopo soli cinque minuti, buttando Nuova Roma in una nuova crisi! Distruggeresti davvero tutto il mio operato degli ultimi anni? Solo per un capriccio egoistico!? Lasceresti la città a quegli sciacalli che mi preferirebbero morta!?>> si stava agitando e gesticolava anche lei.
<<Tu non hai idea... di cosa sarei capace. NON MI INTERESSA PIÙ NIENTE. NON HO NIENTE DA PERDERE! NON SAI NEMMENO QUANTO ABBIA PERSO PER I TUOI PIANI E PER AIUTARTI!! NON SAI QUELLO CHE HO PASSATO, I SACRIFICI CHE HO FATTO!!!>> gridò battendo i pugni sul tavolino e facendo tremare tutte le bottiglie di alcol pregiato.
Lei lo fulminò con lo sguardo, e acida disse <<Ma davvero?? Vogliamo davvero parlare di sacrifici e del passato??>> si alzò di scatto dalla poltrona con gli occhi sbarrati e lo sguardo folle, avvicinandosi minacciosa al ragazzo <<Vuoi che parliamo di te, come sempre, egocentrico Yankee viziato e cresciuto con una madre amorevole che l'ha sempre amato e protetto?! ...
... O possiamo parlare di qualcun altro, per una volta?? Possiamo parlare di Leo, lo conosci, no? Era un bambino innocente... quando ha appiccato il fuoco che ha ucciso la madre per colpa di Era, senza rendersi conto di cosa stesse facendo, e vivrà con quel rimorso per tutta la vita!
... O Hazel, magari? Che ha ucciso la madre e sé stessa a soli 13 anni per evitare che Gea si risvegliasse...
... O suo fratello, e nostro comune amico, Nico? La cui madre è stata uccisa da Zeus davanti ai suoi occhi... dimenticato poi per oltre 70 anni in un casinò nel deserto... e tornato alla realtà ha visto portarsi via anche la sorella?!
... E che mi dici di Jason?? Lo ricordi? Abbandonato a 2 anni in un bosco da una madre pazza che sperava fosse sbranato dai lupi pur di riconquistare il favore degli dei... E che destino ha avuto lui!? Tu sei qui e ti lamenti, lui è cibo per vermi!!>> si fermò un secondo per deglutire, e riprese...
<<Devo continuare? Luke? Talia? Meg? La tua stessa ex, Annabeth!? Posso continuare all'infinito... Hanno tutti una storia terribile, molto peggiore della tua, perché il mondo fa schifo per tutti noi semidei, da sempre! Siamo fortunati ad arrivare vivi all'adolescenza, ricordi!?>> si era avvicinata pian piano a Percy, arrabbiata e minacciosa, sputandogli addosso quel terribile elenco.
Lui era rimasto immobile con le mani sui fianchi ad ascoltare, incredulo e imbarazzato, mordendosi le labbra dal nervoso.
<<...O vuoi che ti racconti come è stato crescere insieme alla propria sorella con un padre... così violento da costringerti ad ucciderlo con le tue stesse mani per salvarvi? E vuoi che ti dica come è stato dopo, due bambine vagabonde senza casa? O al servizio di quella folle di Circe?! O ancora dopo? Quando i pirati che avevamo imprigionato sono stati liberati da uno stupido ragazzino viziato interessato solo alla propria missione... e siamo state rapite, imprigionate come schiave e... e...>> le si mozzò la voce in gola mentre lo fissava con gli occhi lucidi e ricolmi di terrore al solo ricordo di ciò che tacque. Percy rimase sconvolto.
Lei deglutì, e proseguì <<... Ma vai, Perseus, grande eroe, vattene allora! Se pensi di aver sacrificato più di tutti. Avresti le doti e la possibilità di fare qualcosa di veramente utile e buono per tanti semidei affinché certe cose... non capitino più... e rendere il mondo un posto migliore per l'umanità da una posizione di rilievo come quella che sei chiamato a ricoprire, senza profezie o stupide missioni fini a sé stesse. Ma preferisci restare nella tua cupola di sofferenza a piangerti addosso per una ragazza che non ti ama, pensando che sia la cosa peggiore che possa mai capitarti... beh, allora VAI, Percy Jackson, perché non sei l'uomo che pensavo, e sono io a non volerti al mio fianco!>> lo disse con tale disprezzo, che Percy si sentì sporco, inutile e meschino, e sperò di rimpicciolirsi all'istante.
Reyna gli voltò le spalle e si riempì un bicchiere di Whisky, versandone metà sul tavolo per le mani tremanti dalla rabbia, poi si mise su una poltrona nella penombra, dando le spalle a Percy, che era ancora in piedi immobile dopo aver ascoltato quell'invettiva.
Il ragazzo non sapeva cosa dire. Forse si era talmente raggomitolato nel proprio mondo, da non aver mai davvero considerato le esperienze altrui. Aveva sacrificato molto, era vero, e aveva dato molto.
Ma aveva anche ricevuto molto. Nonostante fosse stato bersagliato fin da bambino, se l'era sempre cavata senza troppe conseguenze, e aveva avuto tanti momenti belli, ben oltre quelli brutti.
Aveva avuto una madre fantastica e premurosa, che si era sacrificata in una relazione abusiva con un uomo terribile pur di difendere il figlio, e gli aveva donato una bella infanzia, nonostante tutto.
Aveva trovato un porto sicuro al Campo Mezzosangue, con amici e mentori con cui crescere.
E aveva avuto un grande e profondo amore, seppur finito. Molti semidei non potevano dire tutto questo, non erano stati altrettanto fortunati.
Lo aveva sempre saputo, eppure non aveva mai messo le cose nella giusta prospettiva. Si sentì un ragazzino viziato ed egoista, ed uscì dalla camera di Reyna senza dire un'altra sola parola.
Quella notte, Percy ebbe molto su cui rimuginare: aveva subito lo schiaffo morale peggiore della sua vita.
Si sentì un mostro. Pensò e ripensò a quello che aveva detto Reyna. Forse aveva davvero avuto un piano fin dall'inizio, e forse lo aveva messo all'angolo e fatto eleggere con l'inganno. Eppure, aveva comunque ragione su tutta la linea.
La rabbia che aveva nei suoi confronti per le elezioni non era sparita, ma provava un misto di emozioni a cui non sapeva nemmeno dare un nome.
Poi, ripensò a quando Reyna aveva parlato della propria vita. Lui non sapeva niente di lei prima di Nuova Roma.
Sapeva sì che era stata sull'isola di Circe, e sapeva che proprio a causa sua e di Annabeth i pirati che erano prigionieri si erano poi ribellati... Ma non si era mai posto il problema di cosa fosse successo dopo. Ancora una volta, non aveva pensato alle conseguenze delle proprie azioni. Era davvero così egoista?
Quegli uomini, pirati criminali senza onore, imprigionati per anni come animali, cosa potevano aver fatto a quelle ragazzine una volta liberati? Il solo pensiero gli fece venire la nausea.
Si sentì colpevole anche per quello, complice quasi. Ormai, non faceva altro che sentirsi in colpa per ogni cosa.
Forse, l'unico modo per riscattarsi e cambiare quel mondo meschino, o almeno provarci, era accettare il ruolo per il quale era stato eletto, e dedicarsi totalmente al raggiungimento di un bene superiore, proprio come diceva lei.
Il giorno seguente non aveva il coraggio di presentarsi a colazione.
Era sicuro che lei fosse infuriata. Probabilmente lo odiava, si disse.
Come biasimarla? Ora che aveva intuito cosa le fosse capitato a causa sua, se fosse stato in lei, lo avrebbe ucciso appena rivisto spuntare a Nuova Roma quel giorno di ben cinque anni prima, quando aveva attraversato il Piccolo Tevere con in spalle quella isterica di Giunone.
Invece, lei lo aveva accolto e gli aveva dato il beneficio del dubbio e la possibilità di dimostrare quanto valesse, senza nemmeno giudicarlo. Come ci era riuscita? Ammirava sempre di più lo stoicismo della ragazza.
Ad ogni modo, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarla: dovevano essere ufficialmente insigniti della propria carica, trasferirsi nella nuova residenza consolare (un palazzo di nuova costruzione sul colle Quirinale, da cui il palazzo prendeva anche il nome, più ampio, appartato e rialzato rispetto al Campidoglio nel Forum).
Ah, e, ovviamente, dovevano lavorare insieme nei successivi quattro anni. Facile!
Dopo aver percorso la propria stanza avanti e indietro un milione di volte, Percy si fece coraggio e scese per fare colazione con la ragazza. La trovò già al tavolo, intenta a leggere delle carte mentre beveva un cappuccino.
Lui si avvicinò titubante, e prese posto di fronte a lei.
<<Buongiorno>> gli disse Reyna con tono neutro riponendo le carte, ma comunque senza guardarlo.
<<Buongiorno>> pigolò lui, ancora preoccupato che lei lo potesse sbranare.
<<Vuoi delle uova strapazzate?>> chiese lei, come se niente fosse. Era la regina di Passivo-aggressivolandia, pensò Percy.
<<S...sì, certo. Grazie>> e lasciò che lei gliele ponesse nel piatto. Si aspettava che poi avrebbe usato il cucchiaio per strappargli il cuore, ma incredibilmente prese solo della marmellata!
Mangiarono in silenzio per qualche minuto, poi lei posò la forchetta, incrociò le mani appoggiandovi sopra il mento, e guardandolo finalmente in volto gli chiese <<... Quindi?>>
Percy resse quello sguardo inquisitore; inspirò, e parlò <<Quindi... penso che tra le prime manovre... dovremmo intensificare la rete di ricerca di bambini e adolescenti semidei in tutto il Paese, siano essi romani o greci, collaborando anche con il Campo Mezzosangue... e dando degli incarichi ai fauni, che potrebbero rendersi utili e imparare molto dai satiri greci...>> disse cercando di sembrare disinvolto, serio e convinto.
Reyna colse il ramoscello di ulivo, e gli sorrise genuinamente <<Beh... è un'ottima idea, bisogna studiarla bene ma... sì, sono d'accordo, dobbiamo coprire meglio il territorio nazionale, e non solo...>>
Il clima si distese, e iniziarono a parlare di proposte e progetti di miglioramento.
<<Devo dedurre che hai deciso di accettare il tuo incarico... Mi fa piacere...>> disse infine lei durante una pausa tra un discorso e un altro.
Lui non commentò; provava ancora del risentimento, ma non voleva più litigare. Avrebbe cercato un confronto più profondo in un altro momento. Le fece un sorriso, e continuò a mangiare.
<<Domani a ora di pranzo verremo insigniti dell'incarico nel Forum, non prima di aver interrogato gli auguri ovviamente... stanno già preparando tutto, ci sarà una grande festa cittadina in nostro onore, approfittando del Capodanno Romano. Non è un'usanza dell'antica Roma, ma conferirà solennità al nostro ruolo. La sera andremo dritti al nuovo palazzo Quirinale, la nostra nuova dimora da consoli. Poi, domenica 15 marzo daremo anche la festa di insediamento, in occasione dei Bacchanalia.>>
<<Ok. Programma ben definito, quindi... bene...>> commentò lui senza obiettare.
<<Percy... alla festa verranno anche gli altri candidati, tra i quali Lacroix...>> sottolineò la ragazza.
Percy cercò di non dare peso a quelle parole <<Mhh mhh... quindi?>>
<<Quindi... quindi ha già riferito che verrà accompagnato. Ora, io non avevo invitato Annabeth alla festa per evitarti di vederla, anche se sarebbe stato un gesto poco carino... Però... temo che verrà comunque con l'invito di Lacroix... volevo avvisarti...>>
<<Va bene. Non mi interessa.>> sorrise forzatamente, e continuarono la colazione senza più toccare l'argomento.
Percy passò quel giorno prima dell'investitura a pensare al proprio passato, alle proprie decisioni e speranze, e provando ad immaginarsi come questo grande cambiamento avrebbe influenzato il suo futuro.
Ma prima di preoccuparsi troppo per tutto questo, prese ben due pacchi di birra e andò a bussare a casa di un amico per mantenere una promessa, godendosi quegli ultimi momenti da comune cittadino.
Il ragazzone asiatico aprì la porta, e rimase piacevolmente sorpreso.
Percy si nascondeva dietro alle birre fresche che teneva alte di fronte a sé come pegno. Poi spostò le birre, rivelando la sua faccia da spaccone con quel sorriso che avrebbe sciolto chiunque <<Beh, te l'avevo promesso...>> esordì.
Frank ridacchiò e lasciò entrare in casa l'amico. Sul divano era accomodata Hazel, intenta a guardare la tv.
Appena vide entrare l'ospite, si alzò di scatto dal divano <<PERCY!! Ma che bella sorpresa!!>> gli corse incontro e gli si gettò al collo per abbracciarlo amichevolmente, e questo significava saltare da terra di quasi 30 centimetri vista la differenza di altezza.
<<Non ti sei fatto vedere per due mesi! Mascalzone! Sei ricomparso solo per le elezioni, ti sembra carino!?>> smise di abbracciarlo, si fece seria, e gli mollò un pugno sul bicipite.
<<Ahu!! Sì, lo so... Mi dispiace. Stavo male... e... mi vergognavo...>> ammise amaramente con un'espressione colpevole in volto.
Hazel lo guardò a braccia incrociate, e non poté tenergli il muso <<Ohhhh va bene... Ti perdono!>> e gli accarezzò una guancia in un gesto molto materno, e aggiunse <<Ma non hai proprio nulla di cui vergognarti...>>
Frank era ancora in piedi vicino alla porta, con un'espressione molto strana in volto.
Hazel gli lanciò un'occhiataccia di rimprovero, e continuò a parlare all'ospite <<Beh, tu hai portato le birre... io vado a vedere se c'è qualche stuzzichino!>> e trotterellò via verso la cucina.
Frank si avvicinò al divano, e Percy lo imitò porgendogli una birra. Stapparono il tappo a mani nude senza problemi, e brindarono.
<<Beh... al Console!>> esclamò il figlio di Marte.
<<Oh dai, Frank...>> protestò l'altro imbarazzato.
<<No no, è giusto! Una vittoria schiacciante...>> ribadì con un tono non del tutto entusiasta, e Percy lo percepì.
<<Frank... lo sai che mi dispiace un sacco, e Reyna ha fatto una gran stronzata, non si è comportata affatto bene...>>
Frank fece una smorfia mentre beveva la propria birra <<Oh, non ti preoccupare... Reyna è venuta qualche ora fa per scusarsi e spiegare le sue azioni. E ti dico, come politico e militare, la capisco... davvero. Sono d'accordo con lei...>> ma sembrava celare un altro pensiero.
Percy fu sicuro che dalla cucina Hazel li ascoltasse e lanciasse altre occhiatacce al fidanzato, perché Frank di tanto in tanto guardava in quella direzione con nervosismo.
<<Quindi si è scusata?>> chiese Percy impressionato.
<<Certo. E mi fido di Reyna, è una persona onesta e so che quel che fa lo fa per il meglio. Solo che...>>
<<...Ecco qui qualcosa da sgranocchiare!!>> esordì Hazel interrompendo la conversazione, e non sembrò un caso.
La serata passò più spensierata e leggera, e si bevvero tutto il primo pacco di birre in meno di un'ora.
Percy raccontò meglio i dettagli del rapporto tra lui e Annabeth e i motivi che avevano portato alla rottura – tralasciando comunque l'incidente del Labirinto – e si sfogò con loro per tutto quel che aveva sopportato negli ultimi mesi, cosa che ancora non aveva fatto con nessuno, se non sporadicamente con Reyna quando si intrattenevano troppo a bere.
Poi, senza più riuscire a resistere, inspirò profondamente dopo una sorsata di birra <<E... e Annabeth?>> si schiarì la voce perché pronunciare il suo nome gli fece venire il magone.
<<Oh, Annie... Annie sta bene, tutto sommato... Beh, ovviamente sta passando un brutto periodo anche lei, non credere che stia vivendo la rottura a cuor leggero, Percy! Però... è molto concentrata sul suo lavoro e sul finire gli studi, si tiene impegnata diciamo...>> rispose Hazel tergiversando un po'. Forse non stava raccontando proprio tutto tutto... Ma Percy se lo fece bastare, non troppo desideroso di conoscere certi dettagli...
Dopo la terza birra, ad Hazel iniziò a calare la palpebra, e si accoccolò ad un cuscino sul divano per rilassarsi.
I due ragazzi, invece, proseguirono oltre la terza, la quarta, la quinta e anche la sesta birra, dimostrando una tempra decisamente semidivina.
Quando ormai i discorsi furono sconclusionati e le parole biascicate, Percy, con la poca lucidità che gli restava, decise di capire come mai l'amico si fosse comportato in modo strano tutta la sera <<Sei arrabbiato con me... Vero?>>
Frank, preso alla sprovvista, lo guardò e sbuffò ridacchiando <<No. Certo che no... Non potrei mai... Solo che...>> si voltò a guardare Hazel per accertarsi che stesse dormendo e non essere interrotto nuovamente.
<<Solo che!?>>
<<Solo che... sai, sarebbe stato bello, per una volta, essere la prima scelta...>> ammise amaramente, e poi bevve un gran sorso di birra <<Beh, non lo sarei stato comunque, con Reyna, ma sai... insieme a lei, intendo...>>
Percy aggrottò la fronte e sbottò <<Ma che cazzo stai dicendo!? Frank...!? Tu SEI fantastico, sei un grande guerriero, sei stato Pretore e sei un Eroe dell'Olimpo, e un uomo onesto e buono, un amico fedele... e...>>
<<... Ma non sono te.>> lo interruppe, e gli sorrise tristemente. Percy scosse la testa, confuso e senza sapere cosa dire.
<<Vedi... TU sei... sei PERCY JACKSON. Voglio dire... non c'è semidio che non conosca il tuo nome e non racconti le tue gesta...>>
<<...Questo vale anche per te!>>
<<Ma tu sei unico. Uno come te nasce una volta ogni... 2 o 3 mila anni?! O forse nemmeno è mai nato prima... C'è poco da fare, non c'è storia, e non avrei mai potuto vincere con te come candidato. Ed è vero, sai... che sia io che Hazel abbiamo votato per voi due. Era l'unica cosa giusta da fare... Tu e Reyna come consoli, insieme, siete la scelta migliore.>> concluse annuendo piano e cupo.
Percy rimase in silenzio con un'espressione triste in volto, senza sapere cosa rispondere, ma sentendosi tremendamente in colpa.
Frank capì di averlo turbato, e alleggerì il tono <<Non fraintendere. Sono felice che tu sia console, e con Reyna... vi completate alla perfezione. Sono solo un po'... invidioso... Ma mi passerà.>> ammise sorridendo all'amico, e gli batté una pacca sulla spalla.
<<Avete litigato a causa mia?>> chiese Percy all'improvviso indicando Hazel col mento.
Frank ridacchiò <<Nah... solo che... sai... avrebbe voluto votarmi insieme a te, ma l'avrebbe fatto per pietà. E sapeva che non l'avrei sopportato. Quindi ha fatto la cosa più logica, votando Reyna e te... ma non è comunque bello rendersi conto che anche la tua fidanzata pensa che tu sia la seconda scelta... per quanto abbia ragione.>>
Percy si sentì ancora peggio <<Oh Frank, io...>>
<<Tranquillo. È solo un discorso relativo alla politica, e, ripeto, ha ragione. Ma... guardala...>> indicò Hazel che dormiva beatamente sul divano raggomitolata come un gatto, e sorrise amorevolmente <<Non riesco a tenerle il muso per più di 5 minuti, non ti preoccupare per noi. Però... non dirle che ti ho detto la verità! Non voleva mi aprissi con te per non darti un peso in questo periodo così delicato, mi ucciderebbe se sapesse che mi sono tolto questo sassolino...!>> disse quasi impaurito, ed entrambi i ragazzi risero stappandosi l'ennesima birra.
Ebbene, Percy e Reyna sono i primi Consoli eletti di Nuova Roma, non senza malumori e imprevisti. Che ne pensate!? Vi piacciono questi intrecci tra i personaggi!?
E cosa pensate di ciò che Reyna ha detto a Percy?? 🤔🤔
Fatemi sapere e votate se vi piace quel che leggete!!! 🥰
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro