La Festa di Bellona
3 giugno 2015
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Dopo una primavera a dir poco frizzante e ricca di nuove esperienze, si avvicinava con le prime calde giornate un'estate promettente.
I due Consoli iniziarono a stabilire il nuovo assetto della Città, prodigandosi contemporaneamente per intensificare i rapporti con gli altri Stati in modo da avere influenza internazionale e da poter controllare il flusso di semidei in arrivo a Nuova Roma.
Il 3 giugno era la festa dedicata a Bellona, dea della guerra, e madre di Reyna. Quindi, in città venne organizzata una grande parata in onore della dea e della sua progenie. Reyna, in quanto Console, era la protagonista indiscussa della festa, e fu al centro dell'attenzione durante tutta la manifestazione.
Percy ne approfittò per svagarsi un po' senza avere i riflettori addosso, camminando in mezzo alla folla senza nemmeno i propri littori (che aveva eluso e seminato da qualche parte!).
La gente lo riconosceva comunque, e lui non poteva esimersi dall'indossare il suo mantello da Console, ma riuscì comunque a godersi un po' di "libertà" dopo più di 4 mesi quasi sempre sotto scorta, e passò del tempo in compagnia di Frank.
<<Ehi, dopodomani è il tuo compleanno!!>> gli ricordò Percy ad un certo punto.
<<Eh già, sono arrivato anche io ai 21, incredibilmente!>> ridacchiarono entrambi, ma entrambi smisero dopo qualche istante, pensando per un momento a chi 21 anni non li avrebbe compiuti mai.
<<Beh, ovviamente bisogna festeggiare! Puoi usare il Palazzo se ti va!! È a tua completa disposizione!>> propose gioviale Percy.
<<Nah, pensavo a qualcosa di più intimo... Solo amici, i soliti... Nico, Reyna, Leo... Ma io ed Hazel ancora non sappiamo bene dove e come...>>
Ci fu un altro silenzio sconcertante, e Percy intuì quale fosse il problema <<Non sapete come cavarvela con me e Annabeth, vero? Vorreste invitare entrambi, ma temete che il clima si guasti...>>
Frank fece una smorfia dispiaciuta <<Non è facile, siete entrambi nostri amici e non vogliamo fare un torto a nessuno. Avevo pensato di non festeggiare affatto per evitare il problema, sai...>>
<<Ah non dire cazzate! Bisogna festeggiare eccome! Senti... se vuoi invitare Annabeth, fai pure. Io e te possiamo berci una birra in un altro momento...>> disse in tono leggero.
<<Beh, non è la soluzione al problema... Io speravo poteste venire entrambi e convivere nella stessa stanza per un paio d'ore. Evitare che tu venga creerebbe solo un vuoto che tutti noterebbero!>>
<<Lo so, ma... non me la sento di venire se c'è anche lei, visto che sarà una cosa tra pochi sarà piuttosto imbarazzante, soprattutto se dovesse esserci Lacroix... e con Reyna poi...!>> e sospirò con sarcasmo.
<<Perché Reyna sarebbe un problema?>> chiese Frank non capendo il nesso.
<<Oh, niente... niente... ma sai, non sono mai state proprio amicone...>> per un soffio non si era tradito, e sperò che l'amico, poco malizioso, non intuisse più del dovuto.
<<Beh, non so, Percy, ci rifletterò...>>
<<Non voglio che tu debba scegliere! E non puoi escludere Annabeth, se la prenderebbe a morte, la conosco! Mi faccio da parte più che volentieri, davvero! Festeggeremo comunque, vedrai!>> gli diede una gran pacca sulle possenti spalle, e gli sorrise.
Nemmeno Frank era immune a quel sorriso genuino, e ridacchiando si arrese all'amico.
<<Frank!! Frank, vieni!!! Devi assaggiare questi spiedini di pesce!!>> lo chiamò Hazel a circa 30 metri di distanza sbracciandosi per farsi notare e sventolando uno spiedino con la mano.
Frank guardò Percy quasi chiedendo il permesso per allontanarsi: dopotutto, era pur sempre il Console in un'occasione formale, e lui era un fedele funzionario romano.
Percy rise <<Corri dalla tua fidanzata, Censore! Devi temere lei ben più di me!! E mi preoccuperei se fossi più interessato alla mia compagnia che alla sua...!>>
Frank si allontanò imbarazzato, e Percy proseguì la sua passeggiata curiosando tra le varie bancarelle.
Ad un certo punto, il suo sguardo fu attirato da una ragazza di spalle: aveva dei lunghi capelli lisci color caramello, e la pelle di un'abbronzatura dorata. Indossava un semplice chitone greco con dei sandali allacciati al polpaccio e stava comprando delle essenze e dei semi di fiore da una delle bancarelle della festa.
Percy non la vedeva da un pezzo e rimase piacevolmente sorpreso di trovarla a Nuova Roma, quindi decise di avvicinarsi per salutare la sua vecchia amica:
<<A cosa ti servono tutti quei profumi?!>> le chiese curioso da dietro le spalle.
Calypso sobbalzò <<Oh per Poseidone, Percy! Mi hai spaventato!!>>
<<L'idea era quella...! Come stai? Non ti vedo da...>>
<<... Capodanno... già... ricordo bene...>> mormorò imbarazzata.
Percy strinse le labbra <<Mi dispiace che abbiate lavorato tanto per aiutarmi... per niente... E mi dispiace anche di non essermi più fatto vivo, ma... è stato un periodo... strano...>> socchiuse gli occhi e fece una smorfia, chiedendosi se "strano" fosse il termine più adatto per descrivere quegli ultimi mesi passati tra impegni mondani, pianti disperati e sesso sfrenato.
<<Oh tranquillo... ho aiutato con piacere. E non ti preoccupare... ti capisco, anche io ho sentito il bisogno di sparire per un po', non è stato facile...>>
Percy la guardò, e si rese conto che anche lei aveva avuto una brutta rottura a Capodanno, a quanto aveva saputo da Frank e Hazel, e si sentì in colpa per non essersene preoccupato e per non aver nemmeno cercato i suoi amici per confortarli <<Oh... scusami, io... ne ho sentito parlare ma non pensavo fosse vero. Mi dispiace. Avrei dovuto chiederti come stavi... ma non sapevo nemmeno dove fossi. Ma immagino non sia una scusa dato che ho il tuo numero di telefono... Beh, da quanto sei qui a proposito!? E... è proprio finita con Leo?>>
Calypso fece una smorfia e distolse lo sguardo, in imbarazzo <<Sì... credo di sì. Non sapevo dove andare, quindi sono stata al Campo Mezzosangue per un po', ma lì... sono tutti amici di Leo, e lui non poteva venirci serenamente se io ero lì. Quindi, ho chiesto di poter vivere qui; dopotutto, sono una divinità minore, figlia di Atlante, e non ho per forza bisogno della cittadinanza romana; Reyna ha velocizzato il tutto assegnandomi un vecchio cottage sulle colline, è stata molto gentile.>> e fece spallucce.
Lui la guardava sorridendo, e si sorprese infine quando sentì del cottage <<Reyna sapeva che sei qui!? Davvero!? Non mi ha mai detto nulla a riguardo...>> mormorò infastidito.
<<Oh non prendertela, le ho fatto giurare io di non dirlo a nessuno! È solo stata di parola...>>
<<Non volevi che i tuoi amici sapessero dov'eri!?>> chiese dubbioso.
<<Beh... a dire il vero... voi siete amici di Leo, non miei...>> ammise tristemente.
<<Scherzi, vero? Non mi ritieni tuo amico?>> chiese offeso.
<<Ma sì, certo che sì... però... è stato un periodo strano per tutti, e preferivo stare da sola...>> ammise infine sperando che questo attenuasse il proprio senso di colpa per essere sparita.
<<Beh, non dire più una cosa del genere! Sono contento che tu sia venuta qui, avresti potuto e dovuto dirmelo ma sorvolerò su questo dettaglio se mi prometti che ci vedremo qualche volta, non devi isolarti! E magari mi racconterai meglio cosa è successo, se ti va... Vuoi venire a trovarmi a Palazzo?>> suonò presuntuoso, ma non sapeva come altro chiederle di andare a casa sua!
Lei sorrise forzatamente e agitata <<Ti ringrazio per l'invito, ma no, grazie... preferirei di no...>>.
Lui annuì deluso, interpretando la sua risposta come la richiesta di essere lasciata sola, quindi la salutò <<Va bene... Non insisto... D'altronde, se in più di 5 mesi non mi hai mai detto di essere qui, non devi sentirti obbligata a vedermi ora solo perché ti ho scoperto... Beh, buona fortuna, Calypso.>>
La ragazza rimase a bocca aperta e capì di averlo offeso. Quando Percy fu a una decina di metri da lei, ormai tra la folla, Calypso alzò gli occhi al cielo e sospirò <<Ma magari un po' di compagnia mi farà bene! Potresti venire tu a trovarmi dove abito...>>. Lui si voltò e la guardò stupito, ma contento.
<<Non è un palazzo ma... sto sistemando come meglio riesco. È un piccolo cottage a sud-est, fuori città sui colli in campagna, come ti accennavo. Ti va... di venire a trovarmi?>>
Lui sorrise <<Volentieri, quando vuoi...>>
Calypso alzò le spalle e si buttò <<Domani sera a cena, magari?>>
Percy si toccò il mento pensieroso <<Va bene, ci sarò!>> le sorrise di nuovo. Poi guardò il venditore della bancarella di essenze e gli disse <<La Signorina è mia amica, trattala bene per favore...>>.
Il venditore fece un inchino in segno di rispetto. Il Console salutò Calypso con un occhiolino, e si allontanò.
Nel suo curiosare, Percy si fermò anche ad una bancarella di frutta, dove una dolce vecchietta discendente di Cerere gli regalò una succosa pesca, e poi si incamminò per tornare verso il centro del Forum, dove all'ombra di un'enorme statua di Bellona era rimasta Reyna, intenta a parlare e ad accettare doni dai cittadini che volevano renderle omaggio.
Poi, un boom sonico. Un frastuono. Un tonfo.
Molte persone iniziarono a gridare; dopo un istante, la folla iniziò a correre per disperdersi allontanandosi dal centro del Forum, dal quale si sentì qualcuno urlare <<PROTEGGETE LA CONSOLE!! PROTEGGETE LA CONSOLE RAMIREZ-ARELLANO!!>> mentre un'enorme aquila si alzava in aria proprio da quel punto, diretta verso le cime degli edifici più alti.
Preso dal panico, Percy lasciò cadere a terra il frutto, sguainò Anaklusmos, e corse nella direzione opposta al flusso della gente spaventata.
Riuscì a farsi largo facendo leva sul proprio ruolo <<LARGO AL CONSOLE!! FATE PASSARE!!>> e in pochi secondi raggiunse il palco allestito per la parata.
Nel frattempo, i littori si erano già disposti intorno alla Console ergendo una barriera protettiva con gli scudi, ma lo lasciarono passare al suo arrivo.
Oltre la barriera vi trovò Reyna, coricata a terra in una strana posizione, come fosse caduta rovinosamente, e Hazel al suo fianco, preoccupata e concentrata <<Oh Reyna! Mi dispiace!!!>>
<<Tranquilla, sto bene! Mi hai salvato la vita!!>> la rassicurò lei gemendo.
Percy non capì subito, ma vide la candida toga di Reyna insanguinata, con la macchia scarlatta che si espandeva a macchia d'olio; Hazel scostò il tessuto a rivelare un grande foro sul polpaccio. Poi il ragazzo alzò lo sguardo verso Frank, che volava sui tetti della città scrutando indagatore.
<<Un attentato?>> chiese preoccupato. Reyna lo fulminò con lo sguardo, come se quella parola fosse un tabù.
Hazel annuì con la testa <<Io e Frank eravamo proprio qui, non so come ma ho percepito il proiettile in arrivo e ho avuto solo qualche millesimo di secondo per provare a rallentare e deviare il colpo col mio potere, ma le ha comunque colpito la gamba!!>> concluse mortificata e in preda al panico.
Mentre Hazel faceva il resoconto dell'accaduto, Percy aveva unito due dita alle labbra per fischiare più forte che poteva, e subito dopo si era sfilato la cintura e ora la stava stringendo forte poco sotto il ginocchio di Reyna.
<<Smettila di scusarti, Hazel! Se non ci fossi stata tu probabilmente sarei morta! AHU! Percy, mi hai fatto male!!!>> si lamentò la Console.
<<Non sei al sicuro qui.>> disse il ragazzo in tono serio, e si avvicinò a Reyna con decisione. Le passò un braccio sotto alle ginocchia e con l'altro la strinse in vita, e la sollevò di peso.
<<Che fai!? Lascia! Sto bene!!>> disse la ragazza trattenendo dei gemiti di dolore.
<<No che non stai bene, ti manca mezzo polpaccio! Ora ti porto a Palazzo.>> disse lui perentorio, e Reyna non riuscì ad opporsi alla sua fermezza.
Intanto in cielo si stava avvicinando una sagoma nera e alata, veloce come un razzo.
Percy si voltò verso la piazza, dove le alte cariche dello stato erano rimaste in trepidante attesa <<La Console sta bene!>> urlò rassicurandoli. Poi si voltò verso Hazel <<Puoi estrarre la pallottola col tuo potere?>>
Lei annuì poco convinta.
<<Sì o no, Hazel?!>>
<<Sì!>>
<<Bene, allora ti attendo a Palazzo tra 5 minuti insieme al miglior guaritore.>> ordinò in tono risoluto, e andò veloce verso Blackjack che aveva appena toccato il palco con gli zoccoli.
Il pegaso nitrì forte "Che diavolo è successo, Capo!?" ma Percy non rispose. Lo stallone capì che la situazione era grave, quindi non insistette e si mise in ginocchio, così da permettere al ragazzo di salire in groppa tenendo Reyna in braccio.
<<Non c'è bisogno di tutto questo! Sto bene!!>> si lamentò Reyna provando a divincolarsi.
Ma Percy non rispose nemmeno a lei e mantenne un'espressione glaciale ordinando a Blackjack di partire.
La tenne stretta a sé durante tutto il viaggio, in un abbraccio protettivo, forse temendo che potesse perdere i sensi e cadere, o forse temendo che fosse ancora sotto tiro... e lei smise di opporsi ora che non erano più in pubblico.
Ma quando toccarono terra davanti al Palazzo, lei si impuntò e provò a scendere da sola da Blackjack, spingendo via Percy con un pugno sul petto <<SMETTILA DI FARE COSÌ! NON HO BISOGNO DEL TUO AIUTO!>> gridò nervosa, e si incamminò verso l'ingresso.
Lui alzò le braccia in segno di resa e la lasciò fare, solo per godersi la scena di lei che cadeva di nuovo dopo aver messo il peso sulla gamba ferita.
Rimase a terra qualche istante, ringhiando dalla frustrazione e gemendo dal dolore. Lui rimase a guardarla a braccia conserte e con espressione di rimprovero.
Dopo un minuto buono, lei si voltò verso il collega e in tono acido chiese <<Mi aiuteresti?>>
<<No.>>
<<No!?>>
<<No se continui a comportarti così!>>
Lei picchiò i pugni a terra sbuffando e cercò di addolcire i toni <<Mi aiuteresti, per favore, Percy?>>
Lui annuì benché poco soddisfatto, e si chinò per aiutarla ad alzarsi. Poi, di nuovo, la sollevò di peso per prenderla in braccio.
<<No! Non così! Posso camminare!!!>>
<<Sì sì, ho visto! Adesso TACI!>> lei continuò a picchiarlo sul petto e sulla schiena, mentre lui la portava verso i suoi appartamenti.
La adagiò sul letto, ignorando le sue continue lamentele, e iniziò a toglierle lo schiniere del polpaccio ferito.
<<LASCIA! SO FARE DA SOLA! STO BENE!!>>
A quel punto, Percy rispose urlando spazientito <<SMETTI DI DIRE CHE STAI BENE!! TI VOLEVANO AMMAZZARE!!>>
Lei tacque di colpo, e le tremarono le labbra mentre sul suo volto un'espressione spaventata prendeva il sopravvento.
<<Puoi mentire a chi vuoi, ma a me no! Non puoi non aver avuto paura!>> le disse guardandola negli occhi, a pochi centimetri dalla sua faccia.
Lei si portò una mano alla bocca per trattenere un improvviso singulto, e delle lacrime iniziarono a solcarle le guance <<Volevano uccidermi!?>> realizzò.
Percy si sedette al suo fianco e fece l'unica cosa sensata, benché lei detestasse quelle dimostrazioni d'affetto: l'abbracciò forte, e Reyna nascose il viso contro il suo petto per non farsi vedere mentre piangeva.
Rimasero così qualche minuto, fino a quando non si udirono delle porte sbattere e dei passi tumultuosi in avvicinamento.
E il ragazzo seppe che era il momento di tornare ai propri ruoli, quindi smise di abbracciarla, si alzò dal letto, e lei si asciugò le lacrime per ricomporsi.
Poco dopo entrarono in stanza Hazel e Frank, seguiti dai Questori, da Annabeth, e da Nico.
Percy rimase stupito per la presenza di Nico, e guardò Hazel interrogativo <<Mi hai detto di portare il miglior guaritore! Ti ho portato il miglior medico che conosca, ti basta?!>> esclamò la ragazza.
Il console annuì soddisfatto, e Nico gli fece l'occhiolino <<Meno male che so viaggiare nell'ombra, eh?>>, poi tornò subito serio e si avvicinò all'amica sul letto per controllare la ferita <<Accidenti, un bel foro, mhh... Meno male che l'impatto è stato attutito da Hazel, o non avresti più la gamba... Però, temo che abbia colpito l'osso e che ti sia fratturata il perone...>> spiegò.
Percy vagava per la stanza con un braccio sul petto a sollevare l'altro mentre si grattava il mento, pensieroso e turbato. Bloccò la sua marcia quando notò l'ex fidanzata, e la salutò con un cenno, per poi tornare a girovagare intorno al letto.
Reyna soffriva molto, ma in silenzio; ora le sue lacrime erano di dolore fisico, ma al suo solito cercò di mostrarsi forte e coraggiosa di fronte a tutta quella gente.
Nel frattempo, Nico aprì la propria valigetta da medico e dosò un farmaco in una siringa <<Da quanto ha questo torniquet?>>
<<Poco più di 5 minuti.>> rispose Percy.
<<Ok... adesso ti faccio un'anestesia locale, poi estraiamo la pallottola, ok Reyna? Dobbiamo fare alla svelta perché il foro si sta già rimarginando, gli inconvenienti di essere un semidio...!>>
La ragazza annuì coraggiosa, ed Hazel si avvicinò al letto per aiutare con l'estrazione del proiettile.
<<Pensi di poter estrarre la pallottola senza fare ulteriori danni?>> chiese Percy in un tono che sembrò quasi accusatore, ma era solo molto preoccupato per la sua amante.
Hazel annuì piano <<Lo spero.>>
<<Ma lo hai già fatto altre volte?>> insistette il ragazzo.
<<Mi stai chiedendo se con il mio influsso sui metalli ho mai estratto proiettili dalla gamba di un'amica!? Oh certo Percy, tutti i giorni!!>> rispose Hazel con un sarcasmo pungente.
Percy rimase basito e il suo sguardo dovette sembrare molto offeso e cattivo, perché la ragazza rispose con un'espressione altrettanto inviperita.
<<SMETTETELA!! Hazel, tesoro, so che farai del tuo meglio, non preoccuparti... Hai già fatto moltissimo! Mi basta che tu riesca a lasciarmi la mia gamba, ok!?>> la rassicurò Reyna, e le infuse un po' di coraggio col suo potere, tanto che la figlia di Plutone annuì risoluta e si avvicinò subito alla gamba per iniziare.
Nel mentre, i Questori parlottavano tra loro, e Frank si era avvicinato a Percy per aggiornarlo.
<<Ho perlustrato tutti i tetti, le strade e gli edifici della zona da cui è arrivato il proiettile, ma non ho trovato nulla Percy, niente di niente, mi dispiace...>> gli disse a bassa voce.
Il ragazzo ascoltò con attenzione, e mormorò acido <<E lei che ci fa qui?>> indicando appena Annabeth, che era l'unica che sembrava fuori posto, rimasta sola e immobile in mezzo alla stanza.
<<Mi ha aiutato con le ricerche, ha calcolato la traiettoria del proiettile e la distanza approssimativa da cui può essere stato sparato, e con un pegaso ha coperto la zona insieme a me e ai littori per velocizzare la procedura...>> spiegò il Censore.
Percy annuì e smise di preoccuparsi per la presenza dell'ex fidanzata. Anzi, le andò vicino, e in tono gentile le chiese <<Hai qualche idea?>>
Lei trasalì per l'improvvisa domanda, visto che non si parlavano da mesi. Scosse la testa <<No, di sicuro un cecchino piuttosto abile, era a circa un kilometro e mezzo di distanza secondo i miei calcoli, ma potrò dirti di più quando vedrò il proiettile, magari.>>
<<I figli di Apollo sono ottimi tiratori...>> sottolineò il Questore Flavo con la sua semplicità mentale.
<<Anche un comune mortale ben addestrato può aver sparato da quella distanza, non era esagerata. Essere un discendente di Apollo non è un indizio, a mio avviso...>> disse Damien stroncando l'ipotesi del collega.
<<ECCOLO!!>> il proiettile volò piano nella mano aperta di Hazel, ancora insanguinato. Lo lavò subito e lo portò di corsa ad Annabeth, mentre Nico medicava e disinfettava la ferita di Reyna definitivamente applicando anche una steccatura.
<<Come immaginavo, un .300 Winchester Magnum, può essere stato sparato da vari modelli, ma considerando il boom sonico e il tempo di impatto, seppur dilatato da Hazel, punterei su un L96A1 ad un kilometro e mezzo di distanza, non di più. Probabilmente il cecchino era sul tetto di un edificio all'inizio del colle Palatinum. Magari se continuiamo a cercare troveremo il bossolo, e con un po' di fortuna qualche impronta digitale nei dintorni...>> propose Annabeth acuta.
Sia Damien che Percy la guardarono con un mezzo sorriso, esterrefatti e orgogliosi.
<<Mi sembra fin troppo informata sulla questione, Signorina!>> sottolineò Ascoriati col suo solito tono misogino.
Percy stava per aprir bocca, ma Damien fu più veloce <<Beh, è l'eletta figlia di Athena, la dea greca della strategia militare, se non lei, chi è più indicato per fornirci tutti questi utili indizi!?>>
Il figlio di Poseidone chiuse la bocca come un pesce che boccheggia: non avrebbe usato termini e toni così diplomatici, ma per Bacco, quel francese gli aveva rubato le parole di bocca! Ma volle comunque avere l'ultima parola <<Esatto. Grazie, Annabeth. Sarei felice se guidassi le ricerche insieme ad Hazel e Frank.>>
Annabeth annuì, fiera e felice di poter essere d'aiuto, e di poter ancora collaborare con il compagno di mille avventure in modo costruttivo.
<<La Signorina non ricopre una carica che le permetta di impartire qualsivoglia ordine all'interno della città di Nuova Roma!>> rincarò Ascoriati acido, con Flavo che sosteneva la sua tesi.
Percy lo guardò accigliandosi, e con sarcasmo rispose <<Caspita! Ha proprio ragione, Questore! Che scemo... Annabeth?>>
<<Sì?>> pigolò la ragazza.
<<Da questo momento sei Edile di Nuova Roma... e Consigliere Fidata nell'unità di crisi che ho pensato di creare proprio ora, guarda caso!>>
Ascoriati iniziò ad aprire e chiudere convulsamente la bocca, diventando paonazzo e preparandosi ad un'invettiva, ma Percy stroncò le sue rimostranze sul nascere <<Se non erro spetta ai Consoli eleggere gli Edili a propria scelta in base a competenze e meriti, giusto? Chi meglio di un architetto e stratega militare!? Console Ramirez-Arellano, vuoi porre il tuo veto?>>
<<No... concordo.>> mormorò flebilmente dal letto Reyna con la fronte imperlata di sudore.
<<Concordo anche io!!>> esclamò Damien con entusiasmo.
Annabeth diventò paonazza, mentre i Questori iniziavano ad esprimere il proprio parere ad alta voce, ricalcandosi a vicenda e sovrapponendosi in un gran baccano, con Percy che ribatteva ad ogni lamentela con decisione.
<<SILENZIO!>> tuonò Nico <<Qui c'è una persona che, per quanto forte, è appena stata operata e ha perso molto sangue e necessita di riposo! Ora, come suo medico, vi ordino di andarvene!>>
Percy si rese conto solo in quel momento che Reyna era bianca come un cencio, sudava e stava per perdere i sensi nel suo sforzarsi di restare vigile per ascoltare il dibattito. Tornò di colpo serio e si avvicinò a lei mentre gli ospiti lasciavano la stanza.
Si mise seduto sul letto al suo fianco, e le prese una mano per tenerle compagnia mentre Nico finiva di steccarla, e qualcuno si soffermò ad osservare quella scena con muta malinconia.
<<Ti fa male?>> le chiese dolcemente.
<<Un po'...>> rispose lei intontita mentre Emone l'aiutava a spogliarsi dagli abiti insanguinati.
<<Ah vedrai, tra l'anestesia e questa bella dose di antidolorifico che le ho appena fatto, sarà rilassata per qualche ora e si farà una bella dormita!>> esclamò Nico.
Percy le accarezzò la testa in un gesto molto premuroso, noncurante che l'amico potesse notarlo. E Nico finse di non notare, mentre sistemava i propri strumenti. Poi, fece un cenno con la testa a Percy, indicando l'uscita della stanza.
Percy annuì, carezzò un'ultima volta Reyna ormai mezza addormentata, e seguì l'amico fuori dalla camera da letto, oltre al salone e fino allo studio privato della Console.
<<Quindi, un attentato...>> esordì Nico lasciandosi cadere su una poltrona.
<<Già...>> confermò mesto Percy versando due bicchieri di Whiskey <<Ci serve qualcosa di forte...>> e ne porse uno all'amico, per poi sedersi su una poltrona di fronte alla sua.
<<Pensavo foste ben voluti e amati...>>
<<Anche io. Reyna mi aveva parlato di alcuni avversari piuttosto tenaci, ma non avrei mai pensato che potessero arrivare a tanto.>>
<<E chi potrebbe arrivare a tanto?>> chiese Nico rigirando il dito nella piaga.
Percy fece spallucce <<Ho molte supposizioni, una più paranoica dell'altra... è proprio vero, a certi livelli non capisci più di chi puoi fidarti. C'è gente molto ambiziosa in questa città, in questo mondo...>> bevve un sorso di Whiskey con sguardo vacuo.
<<Già. Lo sappiamo bene noi semidei, non abbiamo avuto poi grandi esempi di virtù come genitori, eh?>> ridacchiò ironico.
Percy fece una smorfia sarcastica <<Eh già, non me ne parlare...>>
<<Dai, tuo padre non è poi così male... Sulla scala divina, intendo...>>
<<Ah! Non ne hai idea, lasciamo perdere...>>
Nico corrugò la fronte <<Ma non gli hai appena salvato la vita!?>>
Percy si strinse nelle spalle <<Sì, certo...>>
<<E siete rimasti in cattivi rapporti nonostante questo!?>>
<<Cattivi rapporti è un eufemismo. Comunque... Gli dei mi interessano ben poco ultimamente, i nostri problemi sono molto più mortali e concreti, come puoi vedere.>>
Nico sospirò <<Beh, Percy, vorrei restare qui ancora, ma domani ho un esame importante. Mi raccomando, bada che Reyna riposi e controlla che prenda gli antidolorifici! Conoscendola vorrà fare la stoica e sopportare il dolore senza medicine! Non le conviene, però... Oh, e spalmale questa sulla ferita...>> estrasse un piccolo barattolino anonimo con dentro una specie di pomata <<è una mia invenzione con nettare e ambrosia e altre erbe medicinali curative per noi semidei, dovrebbe rimarginarle la ferita e senza una brutta cicatrice, spero!>>
Percy allungò il braccio per prendere il barattolino, poi sorrise all'amico e lo salutò con un abbraccio fraterno.
Rimasto solo, portò il barattolino nella camera da letto di Reyna per poggiarlo sul suo comodino, approfittando così per controllare come stesse.
E accertatosi che dormisse serena, si coricò su un divano nel suo salone per vegliare sul suo sonno, sempre in allerta e con una mano sulla propria penna.
Buonasera, semidee e semidei! Ebbene, piaciuto il nuovo capitolo!? Mi chiedevate un po' di movimento, e vi ho accontentato!!! 😎
Che pensate?
Alla prossima!! 😘
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