Il Veggente del Mare
9 dicembre 2014 - Sardegna, Mar Mediterraneo
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Dopo oltre 20 ore di navigazione senza sosta e sempre all'erta, arrivò in Sardegna presso le Grotte di Nettuno. Percy non aveva mai visitato quei luoghi, e rimase sbalordito. Non solo erano di una rara e sublime naturale bellezza, ma avevano un qualcosa di antico, che permeava qualsiasi dettaglio. Sentì una stretta allo stomaco, come se una nuova forza si fosse risvegliata dentro di lui, più primordiale e istintiva. Quei luoghi, nel Mediterraneo, erano la sua culla ancestrale, dopotutto. Si ripromise, se mai fosse sopravvissuto, di tornarci con Annabeth per una vacanza rilassante! Quell'idea lo rinvigorì e lo rattristò allo stesso tempo, come appartenesse ad un sogno ormai poco nitido.
Gli ci volle qualche minuto per tornare concentrato sulla sua missione. Quando finalmente vi fu riuscito, seguì il percorso guidato per i turisti per entrare nelle grotte esibendo un finto biglietto creato sul momento grazie alla manipolazione della Foschia, e, appena gli fu possibile, si staccò dalla comitiva senza dare nell'occhio per seguire il proprio istinto, che lo portò ad immergersi nell'acqua cristallina presente in una delle grotte più interne; seguì una corrente fresca, che lo guidò fino ad un passaggio subacqueo segreto, celato dalla magia e lungo diverse decine di metri, molto in profondità, attraverso il quale raggiunse una grotta più interna e inesplorata, nascosta agli umani dalla Foschia e di una bellezza da togliere il fiato. Riemerse e risalì gli scogli, e proseguì a piedi verso un nuovo atrio, dal quale sentiva provenire la voce di qualcuno che canticchiava allegro.
Non seppe come, ma sapeva che era proprio lui, il profeta che stava cercando. Qualcosa lo aveva portato fin lì senza alcun intoppo, ma era sicuro che fosse tutto corretto, e non ebbe paura quando entrò in quella nuova grotta arredata come un'antica abitazione, con le pareti piene di incisioni e pitture, e una specie di piccolo trono ricavato dal legno di levigati tronchi chiari trasportati dal mare. Sopra vi sedeva un vecchio emaciato, avvolto in un patchwork di tessuti di vario colore e pesantezza. L'uomo, per quanto fosse un reperto archeologico, sembrava godere di ottima salute e sorrideva sereno mentre canticchiava il suo motivetto allegro.
<<Ti ho visto arrivare, fratello!>>
Percy rimase di stucco, e guardò il vecchio negli occhi, che erano di un verde lattiginoso e sembravano velati.
<<C-cosa...? Fratello?>> gli chiese.
Il vecchio fece un sorriso sdentato <<Sì, Perseus! Sono Proteo, figlio di Poseidone... Tuo fratello! Non lo sapevi!? Abbiamo molto più in comune di quanto credi... Anche tu puoi vedere, eh? Che dono, e che castigo.>>
Quella domanda suonò piuttosto bizzarra, soprattutto dato che il vecchio sembrava proprio cieco. Percy, seppur consapevole che si trattasse di una domanda retorica, non seppe cosa rispondere.
<<Oh metti giù Anaklusmos, non sono una minaccia, mi reggo a stento in piedi, come puoi vedere, eh eh!!>> esclamò il vecchio ridacchiando; Percy si chiese come potesse vedere la spada nelle sue mani, mentre questo ridacchiava gioviale, avvicinandosi al ragazzo sostenendosi con un bastone bitorzoluto <<Almeno tu la usi meglio di quell'altro, quel figlio del lancia fulmini là. Sei più aggraziato ed educato, e lei ti adora!>> disse indicando prima il cielo, poi la spada. Il ragazzo si accigliò, e dovette ammettere che quel vecchio ne aveva di fegato!
Proteo gli andò incontro, lo scrutò in volto, e gli pizzicò le guance. Gli passo le dita ossute tra i morbidi capelli scuri. Poi tastò i suoi muscoli. Percy fu preso così alla sprovvista, da non sapere nemmeno come reagire.
<<Ah sì, gli somigli molto, sì... Hai i suoi occhi... E non solo, e molto di più... Tanto simile, eppure anche così diverso, sì... un destino unico, incerto... incredibile...>> borbottò tra sé e sé continuando a studiare il giovane con smania, come fosse uno stallone di rara bellezza da valutare per un'asta.
Percy sbatté veloce le palpebre, cercando di fare il punto della situazione e allontanandosi da quelle attenzioni imbarazzanti <<Ehm... scusami ma... Cosa diavolo stai facendo!?>>
Proteo si bloccò, e sembrò destarsi all'improvviso, cambiando del tutto umore ed espressione <<Chi? Cosa? Che dici, ragazzo!? Perché sei qui!? Che vuoi!?>> e si allontanò a passo svelto e barcollante, tornando a sedersi sulla sua poltrocina di legno.
Percy, più confuso che mai, andò dritto al punto <<Sono qui per chiederti di schierarti dalla parte di Poseidone nella guerra, e visto che a quanto pare è tuo padre... Sarebbe la scelta giusta... no?>> non suonò molto convinto, ma del resto quel vecchio lo destabilizzava: c'era qualcosa di antico e potente, in lui, e sembrava scrutare l'anima di chi aveva di fronte.
<<Oh, lo è davvero? Mmm...>> il vecchio rimuginò grattandosi la barba. Seguirono alcuni minuti di silenzio, durante il quale l'anziano sembrò soppesare la possibilità di prendere parte alla guerra, continuando a mugugnare piano, mentre Percy lo osservava in trepidante attesa <<Quindi?>> si azzardò a chiedere dopo 5 minuti buoni.
<<Mmm? Quindi cosa? Che ci fai qui? Cosa vuoi?>> chiese Proteo brusco. Di nuovo, il vecchio sembrava aver perso il filo del discorso, come se si fosse assentato per un lungo periodo.
<<Ma... quello di cui abbiamo parlato poco fa! Schierarti dalla parte di nostro padre, Poseidone! Sta per essere detronizzato e svanirà nel nulla prima o poi! E con lui cadrà il suo regno e tutto ciò che ha costruito... Abbiamo poco tempo e poche risorse! Ha bisogno di tutto l'aiuto possibile! Soprattutto dei suoi figli, come te!>>
<<Ah ah!! I suoi figli, dici, eh? No. Grazie. Ah sì, gli somigli proprio così tanto... mmmh...>>
Percy sbuffò e scosse la testa spazientito <<Proteo, forse non vorrai schierarti apertamente o combattere in prima persona, ma puoi dirmi qualcosa che ci aiuti a vincere? Sei un veggente, giusto? Hai visto qualcosa nelle tue visioni che possa tornarmi utile per capire come salvare il regno e sconfiggere i nostri nemici!?>>
<<Forse. Ma anche tu l'hai visto, no? Anche tu puoi vedere, a volte... che tortura, questo dono. Lo ignoravi.>> disse mestamente.
<<Visto cosa? Ignoravo cosa? Di cosa stai parlando? Non capisco...>> disse frustrato il ragazzo.
<<Oh non capisci perché sei giovane, così giovane... e con un tale fardello... oh sì... Ma ora hai capito, no? La lezione ti è servita. Una vita mortale è bastata, per quanto breve. Avresti meritato di più, fratello... Quanti sprechi... Quanto dolore... Giovani promettenti, spezzati...>> continuò a farfugliare.
<<Proteo, cosa pensi che possa aver visto di utile? Come posso sconfiggere Ponto e i suoi figli?>> cercò di attirare la sua attenzione e farlo focalizzare su ciò che voleva sapere.
<<Ma lo sai già! Eppure ancora non lo sai, perché non pensi mai male, tu, vero? No, non è nella tua natura, non ancora... Sei così giovane, ora... e ingenuo. Tra mille anni, forse, avrai imparato a leggere i segnali come me, fratello... e allora sarai potente, oh oh! Dimmi... Sei convinto delle tue scelte? È stata ardua, lo so. Quanto ti è costato? Non avresti desiderato di più, hai detto. Ma ti sei pentito, poi? Sei molto saggio, ora...>>
Percy continuava a non capire: il vecchio sembrava parlare a momenti con lui, nel presente, e in altri aveva tutta l'aria di riferirsi ad un'altra persona.
Proteo lo guardò, facendosi finalmente serio e concentrato <<Perseus. Hai già la risposta alla tua domanda. Hai già visto tutto. Ti manca la visione d'insieme. Pensa, e dubita di tutto ciò che dai per certo. Solo così le tue visioni ti potranno aiutare. Sei quasi alla fine, fratello, manca poco alla vittoria, o alla sconfitta. È tutto nelle tue mani. Il mare è così grande. È immenso, fratello.>> e sorrise, quel ghigno sdentato ma beffardo ricordava proprio quello di Poseidone, e di Percy.
Il giovane semidio sospirò, ma continuò a non comprendere quelle parole. Ripensò ai suoi sogni, alle sue visioni. Erano così offuscate da quando era arrivato nel Regno di suo padre, che non avevano assolutamente senso, e quasi mai ricordava i sogni nitidamente.
Si rabbuiò e capì che lì, in quella grotta, non aveva altro da fare. Proteo non si sarebbe schierato, né gli avrebbe rivelato qualcosa di più dettagliato, ne era certo. Tutto quel viaggio era servito a ben poco.
<<Se perderemo la guerra, non posso garantirti che sarai al sicuro, Proteo. Potrebbero venire a cercarti e punirti per non esserti schierato con loro. E non sarà rimasto nessuno della corte di Poseidone per proteggerti. Stai attento, sei pur sempre uno dei suoi figli. Questa è una condanna certa.>>
Il vecchio sorrise ancora <<Oh ma io starò bene! Arrivederci, fratello.>>
Autrice: ehilà! Scusate per l'assenza, sono rientrata ieri, ho provato a pubblicare ma Wattpad non funzionava, stranamente! Questo capitolo è più corto del solito, ma non temete! Aggiornerò presto col prossimo! Come sempre attendo i vostri commenti! Buona lettura! 😉
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