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Deroga

premessa: questo capitolo è strano ed esplicito, e non dico altro! 😶


Primavera 2015

- - -

In seguito a quella prima notte insieme, Reyna lo invitò nelle proprie stanze ogni sera per divertirsi insieme.

Dopo qualche giorno, Percy iniziò a sentirsi talmente a suo agio, che anche durante il giorno provava ad approcciare la ragazza con atteggiamenti piuttosto espansivi mentre pranzavano, o mentre lavoravano; ma Reyna, per quanto disponibile nei suoi confronti, scoraggiava alcuni comportamenti del ragazzo...

<<Ehi ehi, vacci piano... dai!>> gli disse dolcemente. Ormai andavano a letto insieme da due settimane, e il ragazzo, nonostante la notte già passata insieme, durante la colazione iniziò ad accarezzarla e a baciarle il collo, e stava provando ad arrivare alle sue labbra.

<<Tranquilla, voglio solo baciarti...>> le sussurrò lui.

Ed era proprio questo il problema. Reyna lo allontanò ponendogli un dito sulle labbra, sorridente ma decisa <<Eh no, così no, Percy! Sai che la nostra relazione è speciale, e ci sono delle regole...>>

<<Regole?>> chiese lui stupito.

<<Sì, regole. Tra di noi c'è solo sesso. Perciò, evitiamo certe smancerie totalmente inutili...>> esclamò quasi fossero cose ripugnanti, ed elencò <<Baci, abbracci, carezze... Coccole in generale... e superflui apprezzamenti...>>.

Percy la guardò, accigliato e confuso, e con sarcasmo chiese <<Quindi... spiegami... posso scoparti tutta notte, ma non posso baciarti!?>>

<<Beh, durante l'atto in sé tutto è concesso, in deroga diciamo...>>

<<Deroga!?>> chiese ancora più stupito.

<<Sì, Percy, ti concedo delle deroghe durante il sesso, o se si tratta di preliminari al sesso stesso... Se i tuoi baci e le tue carezze sono solo un invito ad altro, allora ben venga! Altrimenti... no.>> concluse in tono pratico.

Percy rimase a fissarla qualche secondo, perplesso, poi si strinse nelle spalle <<Ok. Come vuoi. Gioco tuo, regole tue, suppongo...>> e bevve un sorso di succo di frutta sospirando scocciato <<Allora, andiamo a lavorare?>>

<<Sì, sarà meglio andare...>> confermò lei contenta di non ricevere altre proteste riguardo a quei paletti.

Dopo aver concordato i termini della loro relazione, i due iniziarono a divertirsi insieme in ogni occasione, sopra le scrivanie o i divanetti di tutto il palazzo, ovunque si trovassero in quel momento, pur sempre attenti a non essere scoperti dalla servitù, ed era tutto così incredibilmente naturale e appagante, che Percy si sentì stupido per essersi fatto tutti quei problemi e non essersi lasciato andare prima.

Inoltre, il ragazzo era piacevolmente sorpreso del fatto che la sua cara collega e coinquilina Reyna, tanto era composta e seria in pubblico, quanto più era lussuriosa e disinibita nell'intimità sessuale.

Stavano imparando a conoscere i propri corpi e i propri gusti, e ogni giorno era meglio. La carica sessuale era tale che, talvolta, a Percy bastava vederla mordersi le labbra mentre era pensierosa, o vederla accavallare le gambe sulla sedia, per sentire l'impulso di unirsi a lei. E lei, non si tirava mai indietro, anzi, sembrava non aspettare altro.

Ormai era passato quasi un mese dall'inizio della loro relazione sessuale, e ogni notte, dopo essersi divertiti, a seconda dell'appartamento in cui si trovavano, Percy o Reyna sgattaiolavano via per tornare nella propria stanza tramite il passaggio segreto, prima che la servitù del palazzo si alzasse per aprire la casa.

Tuttavia, i toni molesti durante i loro incontri non davano adito a troppe interpretazioni!

Fortunatamente, le ninfe e le nereidi di servizio erano molto fedeli ai Consoli e non avrebbero mai rivelato ciò che sapevano al di fuori del palazzo, ma all'interno...

<<Anche stanotte non ho chiuso occhio! Vanno avanti sempre per ore! Avere la camera troppo vicino agli appartamenti dei Consoli non è proprio positivo quando non fanno che gridare o gemere tutto il tempo! Ma quando dormono!?>> disse ridendo Emone, la ninfa che serviva Reyna personalmente, suscitando le risate di altre 3 ninfe insieme a lei mentre erano nelle cucine. Xanto fu l'unica a non ridere.

<<L'altro ieri stavo per entrare nella sala di Marte per chiedere loro se desiderassero qualcosa da bere, e li ho sorpresi sul tavolo di marmo!! Erano talmente impegnati che fortunatamente non mi hanno vista e sono scappata via!!>> aggiunse una ninfa provocando altre risatine. Xanto sbuffò.

<<Ah Xanto smettila, anche a te darà fastidio quando sono nella camera del figlio di Nettuno e ti tengono sveglia tuuutta la notte!!>> la canzonò una collega.

Emone, che sembrava la capetta del gruppo, ridacchiò <<No, a lei no... Stravede per il suo Console e non si può dire niente contro la sua persona! Le ha anche permesso una riduzione di ore!!!>>

<<Ma non lo stiamo offendendo, anzi! Tanti complimenti a lui, deve essere proprio bravo per farla urlare così!>> sottolineò giuliva un'altra ninfa che spolverava i lampadari.

<<Ah ah ah! Puoi dirlo, da un mese a questa parte la Console non mi ha più rimproverata per nulla, le va tutto splendidamente bene ed è sempre di ottimo umore, guarda caso!!>> sottolineò Emone sarcastica.

<<Ah ma dai smettetela... State mancando di rispetto ai nostri Consoli... Vergognati, Emone, la Console si fida di te!>> sbottò infine la pudica Xanto rimproverando le colleghe.

Emone ignorò la ramanzina e aggiunse <<La cosa che più mi fa ridere è che ogni notte, alla fine, tornano nelle rispettive stanze... come se non avessi mai visto il figlio di Nettuno sgattaiolare di sera nella camera della figlia di Bellona...!!>>

Xanto sbuffò di nuovo e se ne andò indispettita.

<<Dai Xanto non prendertela, magari un giorno anche tu proverai quanto è bravo il tuo Console!!>> e risero ancora più di gusto.

Nonostante si divertisse molto, Percy, abituato ad essere un fidanzato dolce e premuroso, faticava a rispettare le cosiddette "regole", e chiedeva spesso delle "deroghe" per poter dimostrare il proprio affetto alla ragazza con carezze e veloci baci durante le normali attività giornaliere. Deroghe che lei non sempre concedeva.

Una notte, dopo il consueto incontro carnale, il ragazzo approfittò della stanchezza della compagna, che si addormentò profondamente ancora tra le sue braccia.

E lui si trattenne fino a mattina per accarezzarla e dormire con lei, sentendo quel calore umano che tanto gli mancava, quasi sperando di poter riempire il vuoto che lo opprimeva.

Al suo risveglio, Reyna riuscì a cacciarlo via attraverso il passaggio segreto solo 1 minuto prima che la sua ninfa, Emone, entrasse per aprire le tende e svegliarla all'ora da lei stabilita, le 7:30.

Reyna fece finta di niente, come se si fosse appena svegliata, si mise la vestaglia e iniziò a pettinarsi i capelli alla toeletta, con uno spontaneo sorriso stampato sulle labbra.

Emone la guardava di nascosto, con un sorrisetto sardonico. Reyna la notò e si fece seria <<Perché sorridi così?>>

La ninfa si tolse il sorrisetto dalle labbra e si agitò <<Oh niente... niente... solo... notavo che anche stamattina è di ottimo umore...>> fu piuttosto ironica.

Reyna smise di pettinarsi e si voltò a guardarla seria <<Ci conosciamo da tanti anni, sai che non mi piace quando giri intorno alle cose...>>

Emone fece spallucce mentre cambiava le lenzuola, fingendo di non notare che fossero totalmente sgualcite, e non proprio candide...

Reyna sospirò <<Ok, lo sai. Mi raccomando però, non si deve sapere in giro... come ogni mia relazione, rimane all'interno della camera da letto, Emone...>>

La ninfa le sorrise <<Ma certo, non la metterei mai in difficoltà, Signora. Solo mi chiedo... che senso abbia sgattaiolare via ogni notte per tornare nei rispettivi letti? Qui nel palazzo siete liberi e al sicuro dal resto del mondo... e noi della servitù, lo sappiamo tutti... Penso che in fondo l'abbiate capito, non siete proprio... discreti...>>

Reyna ridacchiò <<No, non lo siamo affatto... Ma sai, un conto è fare sesso con un ragazzo. Un altro è svegliarsi la mattina al suo fianco abbracciata a lui dopo averci anche dormito insieme. Non va bene, si superano dei limiti pericolosi...>> mormorò mordendosi le labbra, pensierosa e preoccupata per la notte appena trascorsa.

La figlia di Bellona era davvero convinta che le sue regole l'avrebbero protetta dal soffrire. L'amore, si diceva, non era cosa per lei, e nemmeno sapeva cos'era, forse. Ciò che aveva conosciuto da parte degli uomini, erano violenza e disinteresse. Molto meglio usarli solo per divertirsi sessualmente...

Emone si avvicinò a Reyna per aiutarla con la sua solita treccia <<Ma a lei... piacerebbe svegliarsi la mattina abbracciata al Console... dopo aver dormito?>> chiese curiosa. Aveva esagerato.

Reyna la guardò con gli occhi a fessura <<Ci sono limiti anche per quello che si può o no chiedere ad un Console, Emone...>> non fu cattiva nel dirlo, ma mise in chiaro quali fossero i confini del loro rapporto personale.

Alle 8 Reyna andò nel giardino d'inverno per la colazione. Attese l'arrivo di Percy, che la raggiunse alle 8:30, visibilmente mezzo addormentato e con i capelli arruffati.

Pensò che fosse bellissimo, e sentì lo stomaco fare una capriola.

<<Buongiorno...>> bofonchiò il ragazzo.

Lei trasalì, e smise di fissarlo <<Buongiorno a te! Dormito bene?>>

Percy sorrise <<Benissimo, ma poco...! Credo che 45 minuti a notte non siano sufficienti per riprendermi...>> e si stiracchiò.

<<Oggi abbiamo molto di cui occuparci... abbiamo rimandato un po' troppo lavoro nei giorni scorsi...>> disse in tono pratico inarcando un sopracciglio.

<<Ma certo... certo... Ma aspetta che il caffè faccia effetto prima, per favore...>> disse assonnato.

Passarono tutto il giorno a parlare dell'economia dello stato, fermandosi solo 1 ora per pranzare, ma, verso le 16, Percy aveva più occhiaie che attenzione e continuava a stiracchiarsi e sbadigliare, quindi si arresero alla stanchezza e decisero di ritirarsi e di cenare nelle proprie stanze per riposarsi.

Dopo la sua solitaria cena, Reyna si chiuse nel proprio studio e continuò ad analizzare alcuni dati.

Verso le 22 e 15, decise di approfittare di quella notte di tregua per farsi una bella dormita, ma arrivata in camera trovò Percy che sonnecchiava sul suo letto.

Lo fissò per qualche minuto: era così bello e sereno... e non le sembrava vero che, dopo averlo desiderato così tanto per anni, ora era lì, nel suo letto, per lei.

Adorava ogni dettaglio della sua persona, anche se a volte le faceva perdere la pazienza... E sentire ogni sera il suo corpo nudo e caldo contro al suo, e le sue labbra su ogni centimetro della sua pelle... E poterlo finalmente accarezzare tutto... i suoi i capelli, il viso, il petto, la schiena... Ne era valsa la pena, di aspettare.

Ma non doveva perdere il controllo, non con lui. Tornò lucida e lo svegliò in malo modo.

<<Ehi... eccoti... volevo farti una sorpresa!>> e si mise su un fianco imitando una specie di posa sexy e facendole l'occhiolino con gli occhi ancora cisposi.

Lei non riuscì ad evitare di ridere <<Pensavo volessimo riposare, stasera!>>

<<Oh ho dormito dalle 16 appena messo piede in camera fino alle 21:30, ed eccomi qui, in perfetta forma! – sbadigliò- ... Ma mi sono appisolato aspettandoti...>> ammise.

<<Ma non hai cenato? Proprio tu!?>> chiese scioccata.

Percy le fece il proprio sorriso più beffardo <<Mmmmh avevo fame di te!>> e si avvicinò mettendole un braccio intorno alla vita e mordicchiandole il collo.

Reyna alzò gli occhi al cielo: la faceva morire dal ridere <<Ma quanto sei scemo!? Dai, alzati, io voglio riposare stasera, non sto molto bene... torna nella tua stanza...>> si alzò di scatto, districandosi dal suo abbraccio e respingendolo.

Percy si finse offeso <<Non mi vuoi? E mi cacci via così?!?>>

<<Non è che non ti voglio... è che stasera... e magari anche domani e dopodomani, preferirei riposarmi>> e sorrise un po' in imbarazzo.

Percy corrugò la fronte, e capì subito. D'altronde, aveva convissuto per due anni e mezzo con una ragazza. <<Oh. Hai il ciclo, chiaro. Ffffiù, meno male. Non offenderti, ma avevo proprio bisogno di riposare anche io!! Hai dei pop corn? Possiamo guardare un film...>> si mise comodo con la schiena contro la spalliera del letto e prese il telecomando.

Lei lo guardò incredula a braccia incrociate <<Ma cosa fai?>>

Percy la guardò confuso <<Guardiamo un film, no? Vuoi fare altro? Parlare? Ascoltare musica? Posso suonarti qualcosa... sono un discreto pianista!>> propose allegro.

Lei scosse la testa <<No, Percy, vorrei stare da sola... È meglio se torni nella tua stanza...>> cercò di sembrare gentile ma decisa. In realtà, avrebbe voluto fare tutto quello che lui aveva proposto, e anche di più. Ma ne aveva paura.

Lui stavolta ci rimase davvero male <<Ah. Giusto, le regole. Ok... come vuoi>> e si alzò dal letto.

Lei vide la delusione sul suo volto e si sentì male <<Ma... magari... un film possiamo vederlo. Penso di poter resistere sveglia un paio d'ore ancora...>>

Lui sorrise e si ributtò sul letto. Lei si mise all'altro lato, ad una bracciata di distanza da lui, cercando di definire i propri spazi.

Ma lui era invadente, si voltava verso di lei, la faceva ridere, e si avvicinava centimetro dopo centimetro.

Lei cercava di resistere, ma dopo mezzora si trovarono a parlare del più e del meno coricati l'uno di fronte all'altra, mentre il film in sottofondo era stato ormai dimenticato.

Reyna si svegliò alle 7 passate di mattina, sentendo il profumo della brezza marina, così rilassante.

Aprì gli occhi e si rese conto di essere con la testa sul petto di Percy. Dovevano essersi addormentati, si erano abbracciati, e avevano dormito così tutta la notte, lei nelle braccia di lui. Di nuovo.

Si staccò dall'abbraccio e svegliò Percy bruscamente <<Percy, è tardissimo, tra poco arriverà Emone. Su, torna di là!!>>

Lui borbottò qualcosa <<Ma dai, lascia stare... vieni qui... Tanto lo saprà già...>> Ma lei lo strattonò e lo svegliò del tutto.

<<Ok ok, sono sveglio, vado!>> si alzò sbuffando.

Lo cacciò fuori dalla propria stanza senza troppe cerimonie, e gli chiuse la porta alle spalle. Si maledisse, per essersi permessa di guardare quel film, per aver accettato la sua proposta, e per essersi resa vulnerabile. E si odiò, pensando di non aver mai dormito così bene come in quelle due notti tra le sue braccia.

Da quel momento, Reyna fece il modo di anticipare le visite di Percy ogni volta, per essere lei ad andare da lui e avere modo poi di tornarsene nella propria stanza senza rischiare più di dormire insieme.

Era terribile, ma necessario. Non doveva lasciarsi ammorbidire e abbassare la guardia, non con lui. Con altri, non avrebbe avuto problemi, ma lasciarsi andare con lui, sarebbe stato pericoloso, sarebbe significato qualcosa. Qualcosa che non sapeva controllare.

Cercò anche di allontanarlo un po' da sé, spronandolo ad avere anche altre "amiche", con la scusa che gli avrebbe fatto bene fare nuove esperienze visto che non era stato con altre donne al di fuori di Annabeth e lei stessa.

Lui sembrò recepire, ma non fece mai davvero qualcosa per cercare la compagnia di altre donne. Che ironico, pensò Reyna, che proprio lui fosse l'unico uomo monogamo che avesse mai conosciuto!

Comunque, avrebbe capito presto cosa lei intendesse: Carlos Alvarez, un semidio romano che aveva scelto di tornare a vivere nel suo paese di origine in Argentina per provare a migliorarvi la situazione, sarebbe venuto a Nuova Roma il 19 aprile e sarebbe rimasto fino al 22, così da festeggiare il 21 aprile i Natali di Roma.

E questo giocò a favore di Reyna, dato che era uno dei suoi amanti abituali quando passava in città.

Quindi, lo invitò al nuovo palazzo sul Quirinale per ogni sera che avrebbe passato in città, con l'intenzione di intrattenersi con lui anche oltre la cena. Doveva solo avvisare Percy del loro ospite, sperando che finalmente recepisse il messaggio.

<<Stasera verrà un mio amico per cena>> esordì dal nulla durante il pranzo.

<<Ah sì? Bene, chi è?>> chiese lui ingenuamente.

<<Solo un mio caro amico... ci incontriamo sempre quando viene in città, verrà per i Natali di Roma, quindi resterà qualche giorno e gli ho chiesto di cenare con me in queste sere, spero non ti dispiaccia...>>

<<Ma no, certo che no... Mi fa piacere conoscere gente nuova, siamo spesso soli qui...>> continuava a non afferrare.

Reyna si fece più seria <<Percy, cenerà solo con me, nei miei appartamenti...>> e lo guardò alzando le sopracciglia.

Percy sembrò finalmente cogliere il sottinteso <<Oh... OH!! ... certo, capisco... Quindi... Resterai con lui stasera?>> chiese fingendo disinteresse.

<<Sì sì, ormai è un appuntamento fisso quando viene...>> e ridacchiò.

Lui si accigliò, e fece spallucce <<Ok... bene... beh, divertitevi allora...>>.

Percy era perplesso. Sapeva che Reyna aveva altri compagni sessuali, però non aveva mai pensato di essere messo da parte da uno di loro, perché, data l'intesa sessuale che avevano raggiunto, pensava di essere decisamente il suo preferito.

A dirla tutta, per la prima volta si sentiva in competizione, ed era proprio curioso di vedere questo tizio.

Sapeva che sarebbe arrivato alle 19, quindi fece il modo di trovarsi nella sala di Giove o Giunone intorno a quell'orario... casualmente, ovvio!

Lo vide entrare alle 19 in punto, accolto da una delle ninfe. Reyna uscì dal suo appartamento, incrociando quindi anche Percy e lanciandogli un'occhiata del tipo "sei curioso eh!?", e andò dritta verso l'entrata per salutare il suo ospite:

<< Cariño, bienvenido a casa!!>> e la Console aprì le braccia a mostrare la sfarzosa e imponente sala di Giove.

<<Querida... qué gusto verte!>> le prese la mano e gliela baciò. Tra lo spagnolo sdolcinato e i gesti plateali, Percy avrebbe voluto vomitare.

Carlos era un bel ragazzo, non altissimo ma atletico, occhi e capelli castani da tipico latino americano, carnagione abbronzata e sorriso bianchissimo.

Quindi, era un ragazzo molto, molto brutto davvero! O almeno, Percy cercò di convincersi di questo.

Parlottarono un altro po' in spagnolo ridacchiando, fino a quando Carlos vide Percy, che stava per svignarsela:

<<Oh, Dios mío, Perseus Jackson?>> chiese estasiato.

<<Sì, è proprio lui...>> confermò orgogliosa lei.

Percy sorrise e gli strinse la mano, suo malgrado <<Piacere... Carlos, vero?>>

<<Sì esatto, il piacere è mio...>> e continuò a stringergli la mano ben oltre la consuetudine, guardandolo negli occhi.

Percy si sentì molto a disagio, quel ragazzo sembrava più interessato a lui che a Reyna, in quel momento.

<<Bene, Carlos... vieni? Andiamo a cena...>> Reyna lo prese per mano sorridendogli dolcemente. E a Percy quel gesto non passò inosservato.

<<Buona serata allora...>> il Console fece per andarsene, sollevato ma irritato.

<<... ¿Qué? Non ceni con noi??>> Carlos sembrava sinceramente dispiaciuto.

<<...ehhhhmm...>> Percy guardò Reyna dietro a Carlos cercando una risposta, lei sgranò gli occhi e fece spallucce come a dire "Boh! Vedi tu!" - <<....ehmmm ma sì, certo. Volentieri.>> perché l'aveva detto?! si era fregato.

Carlos sorrise <<Magnifico!! Qué bueno!!!>> era entusiasta.

La cena fu alquanto bizzarra, con Carlos che sembrava flirtare con entrambi i Consoli senza troppi problemi.

Percy restò al gioco, gli sembrava maleducato ignorarlo. Ma quel ragazzo sembrava proprio incantato da lui.

Reyna, in tutto ciò, non era affatto offesa né si opponeva, e sorrideva allusiva a Percy quando Carlos non le prestava la benché minima attenzione.

<<Beh, si è fatto tardi... Carlos, che dici se andiamo a rilassarci in camera...?>> Reyna si alzò dal tavolo invitando Carlo a seguirla.

<<Ma certo, hermosa... Percy, è stato un vero piacere, spero tanto di rivederti.>> disse il ragazzo con trasporto, portando una mano sul polso del Console.

<<Sì... certo... altrettanto... contaci!>> fu sarcastico, ma velato, e Carlos non sembrò coglierlo e gli sorrise felice. Bello ma non sveglissimo, pensò Percy.

Reyna lanciò un'ultima occhiata strana a Percy, e portò Carlos nelle proprie stanze.

Lui si sentì un perfetto idiota in un mondo per stupidi. La sua amante lo piantava lì mentre si portava in stanza un belloccio spagnolo e, con tutta probabilità, bisessuale, dopo che questo ci aveva spudoratamente provato con lui. Quante volte può capitare in una vita!? Forse è più comune quando sei un semidio greco-romano...

Decise di andarsene in stanza, un po' risentito per essere rimasto solo, ma si sentì molto peggio quando si accorse che le tende della camera di Reyna erano infaustamente aperte, e lasciavano intravedere il rendez-vous dei due amanti.

Curioso, guardò per un paio di minuti cosa stesse succedendo, poi si sentì troppo in imbarazzo e chiuse le proprie tende, sforzandosi di non pensarci più.

La mattina seguente a colazione Reyna fece finta che fosse tutto perfettamente normale, e Percy fece altrettanto, all'inizio, ma non riuscì a trattenersi a lungo.

<<Quindi... quello era Carlos... Tipo bizzarro eh?>>

<<Se ti stai chiedendo se sia bisessuale, la risposta è sì, non si fa problemi in base al genere, se una persona gli piace, gli piace.>> e lo guardò negli occhi <<E se ti stai chiedendo sei tu gli piaccia, la risposta è sì, davvero tanto.>>

<<Ma va? Chi l'avrebbe mai detto...>> scosse la testa ironico, e un po' lusingato. <<Beh, ti sei divertita, almeno... o il tuo amico pensava troppo a me?!>>

<<Oh è stato all'altezza, decisamente>> e sorrise. Percy si sentì stranamente geloso.

Si avvicinò a lei e iniziò ad accarezzarle una coscia, andando sempre più su, e sussurrò <<Comunque, mi sei mancata... Pensi di riuscire a vedermi, stasera?>>. Erano molto vicini e lui si sporgeva verso di lei sempre di più.

<<Mmm... chissà... sì, forse riuscirò a dedicarti un po' di attenzione stasera... Vieni da me a mezzanotte.>> rispose lei stuzzicata.

Percy sorrise e le prese il mento il pollice e l'indice, avvicinandole il viso al suo per baciarla <<Deroga -disse prima di baciarla. Bene, ci sarò.>>

La sera, Percy cenò in stanza da solo bevendosi anche 2 bei bicchieri di Chianti, e quando fu mezzanotte, andò nell'appartamento di Reyna come da accordi, passando dal tunnel.

Restò quindi sorpreso quando, una volta entrato nella camera da letto, vide Reyna e Carlos sul letto, vestiti in intimo, mentre lui le baciava il collo.

Fece per andarsene dopo qualche istante di perplessità, ma Reyna lo vide e gli corse incontro, con un altro bicchiere di vino <<Ehi, eccoti, finalmente... Non riuscivamo più ad aspettare...>>

Percy, confuso, sottolineò <<Non... riuscivaTE?>>

<<Sì! Dai, vieni...>> lo prese per una mano e provò a trascinarlo verso il letto, dove un eccitato Carlos gli sorrideva, ma lui si impuntò coi piedi <<Ehm... io... non avevo capito... Pensavo saresti stata con me... da sola...>> le sussurrò, con uno sguardo molto eloquente.

<<Ti ho solo detto che sarei riuscita a dedicarti attenzioni, e lo farò... Dai, lasciati andare...>> riuscì a trascinarlo sul letto. Lei si mise tra lui e Carlos, e iniziò a baciare prima uno, e poi l'altro. Percy era sempre più confuso, ma dovette ammettere di essere curioso ed eccitato.

Quindi, restò al gioco, anche quando il ragazzo si mostrò affettuoso... E passarono una notte molto piacevole e particolare, tutti e tre insieme.

Si divertirono insieme anche la notte seguente, dopo la festa in onore dei Natali della Città.

Durante la colazione del 22 aprile, dopo la partenza dell'ospite, Reyna stuzzicò Percy riguardo a quell'esperienza...

<<Allora... Ti mancherà?>>

<<?!?>> la guardò inarcando un sopracciglio.

<<Non fare il finto tonto... Carlos! Mi sembrava andaste piuttosto d'accordo...>> gli sorrise ironica.

<<Mmm...>> posò la propria tazza di caffè e inspirò <<... è stata un'esperienza particolare... un po' strana... ma mi ha fatto capire che preferisco le donne, decisamente...>>

<<Ah sì? Davvero?>>

<<Perché così stupita?! Io non l'ho incoraggiato affatto...>>

<<No no, è vero... Non ti sei lasciato andare del tutto... è un peccato, magari ti sarebbe piaciuto...>>

<<No, non credo. Ero eccitato, ed è stato un piacevole diversivo, ma solo perché c'eri tu come attrazione principale! Lui era... un accessorio non fondamentale.>> e riprese a sorseggiare il proprio caffè con un'espressione furba.

Lei ridacchiò, compiaciuta, e continuò a prenderlo in giro per qualche giorno, nominando ogni tanto "le calde labbra di Carlos" o "le sue delicate mani", suscitando delle occhiatacce assassine.

Quell'esperienza, come auspicato da Reyna, fece finalmente capire a Percy che doveva divertirsi e non precludersi alcuna possibilità.

E non si fece più problemi per le avances di altre ragazze, anzi, iniziò ad assecondare le attenzioni di alcune di loro che già in passato aveva trovato piacevoli: una commessa di un negozio... una ragazza che studiava con lui ad un corso universitario, e che incontrava ogni tanto con la scusa di farsi prestare degli appunti per le lezioni saltate a causa degli impegni politici... una barista che si ricordava sempre a memoria la sua ordinazione, e gli portava sempre un dolcetto extra e gli decorava il cappuccino con del cacao a formare una faccina sorridente...

Perché mai rinunciare a divertirsi, ora che poteva? Quella, per Percy, fu una primavera decisamente molto interessante.

Inoltre, il ragazzo smise di chiedere così tante deroghe alla compagna di sesso, limitandosi a fare ciò che Reyna gli aveva chiesto di fare fin dall'inizio, in modo distaccato e disinteressato, senza più premurose attenzioni da dolce fidanzato.

Ma questo non le piacque affatto.



Che vi dicevo? Capitolo strano. Spero vi sia piaciuto! A presto, cari lettori!!! 

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