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Debolezze

Settembre – Inizio ottobre 2015

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Per tutto il mese di settembre, la settima coorte si allenò per intensificare muscolatura, flessibilità e resistenza fisica e mentale, senza mai toccare un'arma.

Ben 5 ragazzi ritennero l'addestramento troppo intenso già dopo la prima settimana, e decisero di tornare alle coorti originarie. Ad altri 5, invece, fu Percy a suggerire di tornare alla propria coorte di origine a fine mese. Tra questi, vi era anche Vlad, amico di Markus, Tony, Nadia e Dorothea.

Da ottobre, Percy iniziò ad aggiungere sessioni con le armi per testare i ragazzi e capire quali fossero i loro punti di forza e debolezza, ma con grande delusione dei ragazzi, dopo una settimana di test, creò delle squadre separate, e ad ognuna assegnò una sola arma con cui allenarsi, ed era proprio l'arma con cui i ragazzi si trovavano più in difficoltà.

Markus, abile spadaccino, fu costretto ad allenarsi con un pugnale, visto che era lento e poco agile nei movimenti.

Tony, al contrario, era veloce ma aveva poca forza fisica, quindi lo fece allenare con una pesante ascia.

Nadia non era male in nessuna disciplina, ma nemmeno eccelleva, ma per un allenamento più completo, Percy la fece combattere con la spada.

Dorothea, invece, ragazza sveglia ma irrequieta, era micidiale con i pugnali; Percy la osservava, e pensava di non aver mai visto nessuno di più abile con quell'arma, ad eccezione di Annabeth forse.

Ma la giovane recluta non riusciva a concentrarsi nemmeno un secondo per prendere mira e scoccare una freccia decente, quindi passò l'intera settimana al poligono di tiro con l'arco, rischiando di ammazzare qualche compagno ad ogni scoccata.

Provava e riprovava, ma era proprio negata. A volte le sembrava di riuscire a tirare meglio, ma era puro caso.

Non riusciva a trovare una posizione comoda con cui tirare, ma soprattutto non riusciva a calmarsi abbastanza da tirare con precisione.

Dopo una settimana di quella che le sembrò una tortura, aveva i nervi a fior di pelle, e in seguito all'ennesimo fiasco, gettò a terrà arco e faretra con frustrazione, pestò i piedi come era solita fare quando perdeva la pazienza, e sbuffò con un mezzo ringhio.

A Percy, che si trovava a circa 20 metri, non sfuggì quel gesto indisciplinato, e si avvicinò alla ragazza con decisione.

<<Rivers! Ti sembra il modo di trattare le dotazioni del campo? Cosa ti ha fatto di male quel povero arco? Sei tu ad essere scarsa!>> la canzonò.

Lei lo guardò con disprezzo, e non riuscì a trattenersi <<Appunto! Tiro con l'arco non è la mia disciplina! Perché devo perdere tempo con questa cosa quando potrei allenarmi in ciò per cui sono portata!? Tanto non arriverei mai ai livelli di un figlio di Apollo!>>

<<Forse, ma se non ci provi nemmeno, non ci arriverai mai di sicuro! Raccogli quell'arco!>> le ordinò con fermezza.

Lei si impuntò, incrociò le braccia e col broncio esclamò <<No! Mi rifiuto!>>

Ormai ogni membro della coorte aveva smesso di fare qualsiasi cosa stesse facendo, troppo curioso da quel battibecco improvvisato, uno dei soliti che avvenivano tra l'istruttore e Dorothea, la recluta più indisciplinata di tutte.

Percy fulminò la ragazza, incredulo per quell'ennesima dimostrazione di impudenza. Fin dal primo giorno non aveva fatto altro che ribattere a tono e comportarsi male, arrivando spesso in ritardo all'adunata, e Percy stava davvero perdendo la pazienza con lei.

Con serietà e a denti stretti le intimò <<Raccoglilo. Subito.>>

Lei socchiuse gli occhi, e ancora più sprezzante rispose <<No. È una cosa stupida. Voglio usare i pugnali. Anche lei non usa mai l'arco perché non è capace!>> ma un secondo dopo aver detto così, si rese conto di essere stata forse troppo ardita con il suo istruttore, nonché Console.

Percy si accigliò e chiese offeso <<Come scusa?>>

Dorothea, testarda e orgogliosa, non si scusò, ma moderò un po' i termini <<Sì, beh... Tutti sanno che lei è un grande spadaccino, ma non è proprio in grado di tirare con l'arco... Cioè, si racconta di come lei abbia ucciso Gerione con una sola freccia, certo! Ma era stato aiutato da un dio in quel caso... no? Lei non sa tirare con l'arco!>> insistette.

Percy rimase immobile, imperscrutabile, per qualche secondo. Poi si mosse, si tolse il mantello, e con molta calma raccolse l'arco da terra e indossò la faretra. Dopodiché, con freddezza e senza guardarla in faccia le disse <<Vai al bersaglio.>>

<<Cosa!?>> chiese confusa.

<<Vai al bersaglio. E non ti muovere, se ci tieni alla pelle.>> ribadì calmo.

<<Ma...>>

<<Vai.>>. Lo disse con una tale intensità, che la ragazza non poté disubbidire, e andò veloce, ma pur sempre stizzita, al bersaglio che si trovava a 50 metri di distanza.

Si appoggiò alla superficie con la schiena tenendo le braccia incrociate, dissimulando la preoccupazione.

Percy, non soddisfatto, si allontanò di un'altra ventina di metri o più. Poi si voltò verso il bersaglio, inspirò, e velocemente incoccò con forza ed eleganza la prima freccia. E tirò. Una. Due. Tre. Quattro. Cinque frecce in meno di 10 secondi, quasi senza mirare. E sorrise soddisfatto.

Dorothea, stupefatta, si trovò le 5 frecce conficcate nel bersaglio alle sue spalle, e tutte le avevano sfiorato la pelle intorno al corpo, al collo e alla testa, delineando la sua silhouette... ad eccezione di una, che le aveva fatto anche un leggero taglio di 2 cm ad un orecchio.

Nel campo di addestramento regnava il silenzio. Tutti avevano osservato la scena senza fiatare o battere ciglio.

Percy andò deciso verso la ragazza con sguardo severo, e le rimise in mano arco e faretra con veemenza <<Quel che si dice è vero. Sono sempre stato negato per il tiro con l'arco. Proprio per questo è la disciplina in cui mi sono allenato di più negli ultimi anni. Non male per un incapace, no? Allenati, Rivers, e magari migliorerai anche tu! E visto che hai mancato di rispetto alle dotazioni del campo, sei in punizione per un mese. Dovrai sistemare tutte le armi e le dotazioni ogni sera, di tutta la coorte, e accertarti che siano in stato ottimale.>> poi si voltò a guardare gli altri soldati, ancora pietrificati dalla scena <<... e voi cosa avete da guardare?! Tornate alle vostre attività!>> sbottò.

Dorothea era a bocca aperta, fissava il ragazzo ad occhi sbarrati senza più riuscire a ribattere. Percy la guardò di nuovo e la sua espressione prima dura si addolcì un poco, e a bassa voce le disse <<Mi dispiace per il taglio. Nemmeno io sono perfetto, dopotutto. Vai a medicarti.>>.

Ma lei era talmente scioccata, che non badò a quella lieve ferita e si rimise subito in posizione per tirare frecce, decisa più che mai a migliorare.


Quando finì l'allenamento, i ragazzi si diressero esausti al dormitorio per una bella doccia prima di cenare tutti insieme.

Ma Dorothea, come da punizione, iniziò a raccogliere tutte le dotazioni e le armi per sistemarle nella rimessa.

Nadia, preoccupata che l'amica fosse offesa e arrabbiata, si offrì di aiutarla <<Ehi, dai ti do una mano!>>

<<No Nadia, sono io in punizione.>> rispose la ragazza seria.

<<Dai su, l'istruttore Jackson se n'è già andato, non vedrà che ti sto aiutando...>> la rassicurò.

<<Non è questo il punto! Lasciami sola, Nadia. Per favore...>>

La figlia di Voluptas percepì l'orgoglio dell'amica che cercava di risollevarsi, e rispettò la sua richiesta.

Tuttavia, la figlia di Spes non riuscì a tornare al dormitorio nemmeno quando ebbe finito.

L'istruttore l'aveva umiliata, e lei era così testarda e caparbia, che non voleva andarsene a dormire finché non fosse riuscita a fare almeno un centro preciso.

Quella sera, Percy e Frank rimasero al Tipsy Legionnaire per bere qualcosa insieme ad un tavolo un po' appartato, così da poter parlare liberamente senza essere sentiti, e si trattennero anche per la cena...

<<... hai veramente tirato delle frecce verso una delle tue reclute!?>> chiese il Censore ridendo.

<<Ebbene sì!>> confermò l'altro soddisfatto masticando un boccone di hamburger.

<<Wow. Una lezione memorabile, immagino...>>

<<Memorabile!>> confermò allegro.

<<Ma non ti sembra di essere stato un po' avventato?!>> chiese Frank canzonandolo.

<<Può darsi... ma... ti giuro che quella ragazzina mi fa proprio saltare i nervi!>> disse sibilando e strizzando gli occhi.

<<Ah ecco, credo di sapere di chi parli...>>

<<... Beh è assurda. Testarda. Maleducata. Sconsiderata. Non ascolta, non si concentra, non segue le regole, fa quello che le pare e non rispetta l'autorità...!>> disse spazientito Percy gettando il resto del proprio hamburger nel piatto e sbuffando.

<<... ahh beh mi ricorda qualcuno...>> ridacchiò Frank sorseggiando la sua birra.

Percy guardò il proprio amico con gli occhi a fessura <<Mi prendi in giro? Sono serio, è un problema...>>

<<Sì beh, tu eri così quando ti ho conosciuto, ma non te la sei cavata poi male, alla fine... Guardati... Console!>>

<<Ho avuto fortuna, molta... Ma crescendo ho anche capito quanto abbia rischiato e quanto fossi sciocco! La disciplina è importante... in certi casi! E ora lo so bene...>>

Frank scosse la testa <<Quel che è successo al cottage è tragico, Percy...>> sussurrò, <<... e capisco che tu ora voglia pensare solo alla disciplina, come fosse un modo per rimediare...>>

<<Sì ma, non è solo questo... è che quei ragazzi devono imparare a rispettare le regole per sopravvivere!>>

<<Parli come un vero Romano!! Ma tu non sei comunque disciplinato come credi... Però è ammirevole il tuo tentativo di autocontrollo, lo ammetto...>> lo sbeffeggiò.

Percy alzò la birra verso di lui in segno di brindisi, e bevve un gran sorso.

<<... Comunque, lanciarle addosso delle frecce non mi sembra il modo migliore per risolvere la questione e insegnarle la disciplina... Forse con lei serve un altro metodo... Come è servito a te alla sua età...>>

Percy rifletté <<Beh può darsi. Non tutti sono inclini ad accettare lo stesso metodo di insegnamento...>> e si grattò il mento, pensieroso. Poi proseguì <<Quel Markus invece, è proprio un pallone gonfiato...>>

<<Sì ho notato. Che fastidio che discenda da mio padre. Anche nella sua coorte di origine se la tirava un po', però sembra abile nel combattimento...>>

<<Mah, io credo sia tutto fumo... Vorrei vederlo di fronte al vero pericolo... Credo se la darebbe a gambe!>>

<<Beh, speriamo non sia mai necessario... Io spererei di non dover più combattere in vita mia, davvero... Ne abbiamo passate abbastanza, no?>> commentò speranzoso.

Percy fece una smorfia, dubbioso <<Non so. Anche io vorrei non ci fossero più problemi e poter vivere in pace... Ma... siamo semidei... La pace non dura mai a lungo. E sento una sorta di elettricità nell'aria... come... come la calma prima della tempesta...>> disse Percy; si era incupito e sembrava sovrappensiero.

Frank si preoccupò e lo scosse per vedere se reagisse, temendo fosse già troppo ubriaco.

Percy si ridestò e sospirò <<Massì, chissà. Forse è solo un temporale in arrivo! Comunque... Quella Nadia invece...>> fischiò piano.

<<Oh Percy!! Ma cosa dici!>> lo rimproverò sibilando.

<<Ehi, ho gli occhi! E anche tu...>>

Frank fece una smorfia, e a bassa voce ammise <<Non me lo dire. Mi vergogno solo a guardarla... Se Hazel lo sapesse...>> fece il segno di venire decapitato.

<<Già... ma è proprio... sensuale...>> aggiunse il Console.

<<Beh è figlia di Voluptas, sai... credo sia intrinseco nella sua natura... Ma... Vorrei ricordati che ha... solo 17 anni suppergiù!>>

Percy si accigliò, alzando le mani in segno di resa <<Ma certo lo so! Stavo solo valutando un dato di fatto, no!?>> esclamò, e Frank non poté trattenersi dal ridere.

<<Meno male, in fondo in fondo sei ancora tu, Percy! Temevo fossi diventato davvero serio!>>

Quando verso le 11 si salutarono, Percy decise di non passare dal centro ma di prendere una strada attraverso i boschi e le campagne, approfittandone per riflettere.

Forse aveva davvero esagerato con quella ragazza, Dorothea, ma lei lo mandava proprio fuori di testa con il suo atteggiamento indisponente. Magari rivedeva davvero sé stesso ragazzino in alcuni dei suoi modi, e questo lo innervosiva ancora di più.

Mentre si incamminava verso i boschi, passò vicino al campo di addestramento della settima coorte, ed in lontananza sentì qualcuno imprecare in latino, sbuffare... e pestare i piedi.

Nella zona dedicata al tiro con l'arco, a circa 200 metri da dove si trovava lui, delle fiaccole erano ancora accese, e vide la figura di una giovane donna che andava spazientita verso uno dei bersagli, estraeva le frecce e teneva quelle ancora utilizzabili per poi tornare in posizione di tiro.

Percy si avvicinò nel buio, da dietro, e la osservò mentre si metteva in posa, incoccava, e scoccava. La trovava fastidiosa, ma perseverante, doveva ammetterlo.

Dopo una decina di minuti, all'ennesimo tiro sbagliato, Percy si fece avanti uscendo dall'ombra.

<<Stai sprecando un sacco di frecce. Domani gli altri con cosa si alleneranno?>> non sapeva perché le avesse detto questo, ma ogni occasione era buona per rimproverarla.

Lei sobbalzò per lo spavento, e quando vide che era lui, la sua espressione si indurì <<Ne fabbricherò altre durante la notte, se è un problema!>>

<<Devi sempre rispondere a tono tu, vero? Non puoi farne a meno...>> sottolineò Percy.

<<Potrei farne a meno se lei non fosse così...>> si morse la lingua per taciere, e continuò a tirare frecce, voltandogli le spalle.

Ora che lei non poteva vederlo, Percy sogghignò immaginando quale epiteto lei si fosse trattenuta dal pronunciare! Dopotutto, era uno spasso battibeccare con lei: finalmente qualcuno che non lo trattasse con riverenza e soggezione solo perché era il Grande Console Percy Jackson. Finalmente, qualcuno di totalmente onesto e diretto.

<<Stai sbagliando... Non riuscirai mai a fare un centro così...>> disse saccente.

Lei sbuffò <<Cioè!?>>

Percy si avvicinò <<Lo sapresti se avessi prestato attenzione mentre mostravo come fare, ma non mi ascolti mai...>> la rimproverò.

La ragazza sospirò <<Ok. Mi dispiace. Può... farmi vedere come si fa, di nuovo? Per favore...>> le costò molta fatica.

Lui le andò dietro e le mise le mani sui fianchi per correggere la posizione del bacino e delle gambe. Poi fece lo stesso con le spalle e il busto <<Vedi, così... Sei troppo tesa... Devi rilassarti. Inspira ed espira, rallenta il battito...>> e le corresse anche la schiena percorrendole tutta la spina dorsale con la mano. Poi, le si portò di fianco e le alzò il mento per farle vedere come prendere mira <<... segui bene la punta della tua freccia, e alzala un poco per compensare la traiettoria. Presta attenzione al vento, capisci se possa influire e deviare la freccia, e correggi... Ora, quando sei pronta, tendi la corda e scocca subito, non attendere o perderai precisione, non hai abbastanza muscoli per restare precisa con la corda tesa a lungo. E comunque non ne avresti tempo in battaglia...>>

Percy si sporse un po' verso di lei, avvicinando il viso al suo per vedere come mirava <<... alza ancora un po', appena appena...>> poi le premette una mano sull'addome <<... respira col diaframma, piano, altrimenti muoverai le spalle e l'arco...>>. Lei seguì tutte le indicazioni, un po' imbarazzata dall'essere toccata dalle mani di un uomo, e non fu affatto facile rallentare il battito.

Percy si allontanò di un paio di passi per lasciarle tempo. E quando lei fu pronta, tese la corda e scoccò la freccia. Si voltò verso il ragazzo e si aprì in un raggiante sorriso spontaneo, il primo che lui le avesse mai visto.

<<Beh, non è un centro, ma quasi! Molto meglio, no?>> sorrise anche lui. <<Dai, riprova!>>

Rimasero lì continuando ad allenarsi, e man mano che riprovava, Dorothea necessitava di meno impegno e attenzione per tirare discretamente. Alla fine, dopo un'ora buona, riuscì a fare un centro perfetto, ed esultò come una pazza saltando sul posto e abbracciando il suo istruttore <<Sì! Grazie grazie grazie ce l'ho fatta!>> era entusiasta.

Percy si mise a ridere <<Visto? Adesso che sai di potercela fare, sarà ancora più facile! E più proverai, più ti verrà naturale... La memoria muscolare poi ti aiuterà...>> spiegò.

Rimasero qualche istante in silenzio, sorridendosi, poi Percy si congedò <<Bene. Ora non ti servo più. Torno a Palazzo... mi raccomando, mi aspetto tutte le frecce nelle faretre, domattina!!>>

Lei annuì, e continuò ad allenarsi mentre lui si allontanava.

L'indomani Dorothea si presentò in ritardo di un paio di minuti all'adunata, con gli occhi ancora cisposi, le occhiaie ben visibili e i capelli un po' arruffati.

Percy ovviamente lo notò, la rimproverò come sempre, ma un po' meno severamente e sogghignando sotto i baffi; e lei si imbronciò, ma non stizzita come al solito. 




Come promesso, doppio regalo di Natale!!

Che dite di questa nuova parte della storia!? Vi sta piacendo? 😮

Attendo come sempre i vostri commenti!! Buon Natale!! ⛄ 🎄

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