Confidenze
SBAM! Vi sono mancata!? Spero di sì, perdonatemi! Buona lettura... grazie già per commenti e like! Cia' cia'!! 😎
Dopo due ore di borbottii e insinuazioni bisbigliate abbastanza forte da poter essere udite, finalmente la seduta finì.
Reyna e Annabeth, ancora calate nella parte, si scambiarono un'occhiata d'intesa, e con molta calma e compostezza si alzarono e si diressero verso l'uscita.
Tuttavia, prima che potessero vedere la luce del sole, proprio Damien si parò davanti alle due ragazze col suo miglior sorriso stampato in volto e uno sguardo furbo.
Reyna socchiuse gli occhi fulminandolo, ma Annabeth le fece un cenno loquace, facendole capire di lasciarla sola con l'ex amante.
Una volta allontanatasi Reyna, Damien proferì parola <<Bene bene, complimenti alla nuova Console!>> esclamò con un ghigno.
Annabeth, orgogliosa come non mai, annuì compiaciuta <<Grazie, Questore. Mi fa piacere che si sia convinto della mia nomina, anche se non sembrava molto d'accordo, inizialmente...>> concluse con rammarico.
<<Beh, ma la mia opposizione non ti ha fermato, eh? Ammetto che sei stata più brava di me... Me l'hai proprio messa in quel posto, eh? Che strano, i nostri ruoli si sono invertiti rispetto a pochi mesi fa...>> bofonchiò ironico con uno sfacciato riferimento sessuale.
Annabeth si trattenne dal schiaffeggiarlo di fronte a tutti, e smorzando a stento la rabbia si avvicinò ancor di più al proprio interlocutore per far sì che nessuno sentisse i toni e le parole di quel discorso <<Perché fai così!? Perché cerchi di mettermi in cattiva luce e di crearmi problemi!? È perché ti ho lasciato? Non ti facevo così infantile!>>
<<Oh no, mia cara... non oserei mai sabotarti!>> ribatté con tono premuroso. <<Non sono arrabbiato con te, né sto cercando di metterti i bastoni tra le ruote. Ma il tuo ex, Percy Jackson, non merita altrettanto rispetto, è lui che voglio danneggiare.>> ammise con tutto il candore del mondo.
Lei corrugò la fronte, scuotendo la testa per lo sconcerto <<Assurdo! Non capisco, non ti ha fatto nulla di male per meritarsi questo trattamento da parte tua!>>
<<Tu dici? Mhh-hmm... beh, ho le mie buone ragioni... Però, se ti va, possiamo discutere dei nostri diversi punti di vista, insieme, in privato...>> propose con tono dolce, fin troppo dolce, e per nulla consono alla situazione e ai loro ruoli.
Annabeth socchiuse gli occhi e si trattenne dal mollargli un calcio nelle parti basse, e passò oltre per raggiungere Reyna fuori dall'edificio.
<<Oh-mio-Dio! È stato qualcosa di E-P-I-C-O!>> esclamò Reyna su di giri, gesticolando e lasciandosi totalmente andare come mai riusciva.
Annabeth sorrise soddisfatta.
La seduta in Senato era finita da meno di 5 minuti, e le due ragazze, finalmente sole in macchina, dopo tutta quella pressione potevano finalmente abbandonare ogni pudore e iniziare a sfogare la frustrazione senza alcun ritegno.
<<Ah!! Gliel'hai proprio fatta vedere a quel mangia-baguette! Sei stata fenomenale!>> aggiunse con gli occhi spiritati.
<<Oh guarda, me la sono proprio goduta, una grande soddisfazione!!>> ammise la figlia di Athena con ancora le vene ricolme di rabbia.
<<E ci credo che te la sei goduta! Meglio di un orgasmo!>> esclamò la portoricana con enfasi.
<<Dici!? Eppure mi ricordo che Percy fosse piuttosto bravo...!>> la punzecchiò Annabeth con sguardo furbo e un ghigno sotto i baffi. Era talmente soddisfatta, da riuscire a fare battute del genere sul proprio ex fidanzato.
Reyna, altrettanto euforica, rispose prima di potersi rendere conto <<Oh sì eccome... ehm, cioè, intendo... io suppongo che... volevo dire...>> balbettò imbarazzata tornando in sé.
Ma Annabeth rise gioviale, tranquillizzandola <<Dai su! Ti prendo in giro! Ammetto che è stato piacevole umiliare Damien, ma non esageriamo coi paragoni, no!?>>
Un sopracciglio di Reyna schizzò in aria mentre, ancora paonazza, cercava di non pensare a Percy e alle piacevoli notti passate con lui. Non era il momento di lasciarsi distrarre, erano ancora in una situazione drammatica e dovevano far fronte ad una crisi.
Annabeth capì di averla messa in imbarazzo, e cambiò discorso <<Comunque... sono stati terribili, oggi in Senato. Non pesavo che alcuni di loro potessero essere capaci di tanta cattiveria.>>
Reyna, lieta di non dover più pensare a Percy, annuì <<Sì, sono meschini. Mi odiano da quando ho iniziato a scalare la gerarchia militare... sono diventata una minaccia per loro...>>
Annabeth, sempre più incredula, scosse la testa <<Assurdo. Minaccia per cosa!? Vuoi solo proteggere la Città e far sì che prosperi insieme ai suoi cittadini!>>
Reyna si strinse nelle spalle <<Sono una donna di potere, che mina alle fondamenta del loro patriarcato. E tu, cara mia, ora sei sulla barca insieme a me, e ti odieranno quanto odiano me. Benvenuta nel mio club!>> esclamò sorridendo.
Annabeth le sorrise di rimando, e con sguardo furbo le disse <<Ottimo! Credo proprio che io e te ci divertiremo molto, insieme, a distruggere il patriarcato!>>
Will non riposò affatto.
Si era ritirato nella propria camera almeno 5 ore prima dichiarando di voler riposare, ma non aveva chiuso occhio nemmeno un secondo.
Se n'era andato solo per evitare Nico e le sue morbose attenzioni verso il suo idolo d'infanzia nonché amore proibito: Percy Jackson, il grande eroe.
"Che palle!" pensò sbuffando e spiumacciando il cuscino con veemenza. Odiava doverlo ammettere, ma pensava al suo ex più di quanto volesse. E gli mancava, più di quanto potesse sopportare.
Perché mai quel piccolo dark emo gli interessava così tanto!? Poteva avere tutti i ragazzi che desiderava, anche più attraenti, estroversi, solari...
Ma Nico... era Nico. Il suo Nico. Come poteva essere diversamente? Lo amava.
E perché diavolo lui invece lo ignorava?!
Dopo mesi di silenzio dalla loro rottura, si era ripresentato senza preavviso, solo perché aveva bisogno di lui... per Percy.
Ovviamente, una volta arrivato lì, non aveva potuto ignorare la situazione medica del malato, e si era impegnato per salvarlo, come era giusto che fosse. Come Nico aveva previsto fin dall'inizio.
Odiava sentirsi usato così. Eppure, per Nico, avrebbe fatto qualsiasi cosa...
Dato che non riusciva a dormire, si mise seduto sul letto e iniziò a ponderare le proprie possibilità: poteva restarsene chiuso in camera nascosto ad ossessionarsi per l'uomo che amava, o poteva rimboccarsi le maniche e fare ciò che gli riusciva meglio, senza lasciarsi influenzare dalla situazione.
Quindi si alzò, e tornò dal proprio paziente. Poteva fingere che fosse chiunque altro, e non il ragazzo che incolpava della sua separazione con Nico.
Lo trovò ancora incredibilmente stabile. Nessun miglioramento, ma nemmeno alcun peggioramento, se non altro...
Ovviamente trovò anche Nico dove lo aveva lasciato, su una poltrona della camera da letto a vegliare sul paziente come una civetta ansiosa.
Anche Leo vegetava su una poltrona rigirandosi tra le mani un aggeggio meccanico tirato fuori dalla sua cintura, ma faticava ancora a maneggiare oggetti piccoli con precisione con quelle sue nuove dita.
Almeno, quando entrò nella stanza, Will notò Nico alzare lo sguardo verso di lui, e per un istante giurò di vedere un'espressione compiaciuta, quasi eccitata, su quel volto pallido. Ma non ci sperò troppo.
<<Novità?>> chiese in tono neutro.
Il figlio di Ade si alzò per accoglierlo, scuotendo la testa in risposta.
<<Beh, controlliamo...>> propose Will, e insieme analizzarono dei nuovi campioni. Leggermente migliori di quelli di 12 ore prima. Forse, si disse il ragazzo, il potere di Reyna aveva sostenuto l'organismo di Percy più di quanto avrebbe auspicato.
Si chiese tuttavia se fosse un effetto transitorio, ma non osò riferire a Nico il proprio dubbio.
Mentre Will finiva di annotare la cartella, si sentirono delle voci avvicinarsi dal salone principale del palazzo. Due ragazze che parlottavano in tono leggero e concitato, ridacchiando di tanto in tanto.
Ma quando Annabeth e Reyna misero piede nella camera di Percy, d'un tratto il loro umore mutò. Sembrarono ricordarsi solo in quel momento la strana situazione in cui si trovavano, e che le aveva spinte così vicine.
Guardarono il ragazzo ancora addormentato nel proprio letto, poi cercarono lo sguardo degli amici in cerca di qualche aggiornamento positivo.
Will le rassicurò, ma senza esagerare. Non era raro vedere dei miglioramenti in un quadro clinico disastroso, per poi arrivare al tracollo finale. Non volle quindi illuderle.
La ninfa Emone e la naiade Xanto arrivarono per annunciare a tutti che, se lo desideravano, il pranzo sarebbe stato servito nel patio.
Annabeth, per quanto preoccupata, pensò fosse una buona idea riunirsi tutti davanti ad un vero pasto e lasciar andare un po' di tensione <<Dai ragazzi, andiamo, sono state 12 ore intense... ce lo meritiamo...>>
Ma Reyna, corrucciata, non riusciva a distogliere lo sguardo dal corpo esanime dell'amante <<Qualcuno dovrebbe restare qui, con lui.>>
Prima che chiunque altro potesse ribattere, Xanto si offrì volontaria <<Resto io, mia Signora. Non lo perderò di vista un attimo, e se dovessi notare qualsiasi cosa strana, vi chiamerò!>>
Reyna guardò la ragazzina, e, forse perché Percy per lei era una specie di principe da venerare, forse perché sospettava avesse una cotta per lui, decise di fidarsi. Annuì, e quello fu per tutti il via libera per il pranzo.
Tuttavia, mentre gli altri si avviavano, Reyna si trattenne ancora un attimo nella stanza, si avvicinò al letto del compagno, e, dopo essersi tolta il guanto consolare, gli accarezzò dolcemente la fronte.
Annabeth, trattenutasi anche lei qualche istante in più, aveva guardato quel gesto con curiosità, e sentì sentimenti contrastanti invaderla. Le sembrava così... sbagliato... che avrebbe voluto correre al letto e bloccare la mano della ragazza, prima che toccasse Percy.
Eppure, un senso di rassegnazione si fece strada nel suo petto. Non aveva più alcuna voce in capitolo. Doveva accettare la realtà.
<<Vieni, Reyna, tu più di tutti hai bisogno di metterti in forze. Suppongo che dovrai aiutarlo ancora...>> le disse cautamente. Era davvero preoccupata per la ragazza... ma, in fondo, voleva anche allontanarla da lui, e aveva trovato il giusto pretesto.
La semidea portoricana annuì, e seguì l'amica nel patio.
[venerdì sera, 24 giugno 2016]
<<Ahu!>> ma non avevi detto che questa ceretta non faceva male!?>> sbottò Annabeth chiudendo le gambe di scatto.
<<Ho detto che fa meno male di quella classica! Ma come puoi pensare che strapparti i peli dell'inguine non sia in qualche modo doloroso!?>> ribatté Reyna.
Annabeth fece una smorfia e ammise la sconfitta <<In effetti... dovevo aspettarmelo...>>
<<Allora, finisco o no!?>>
<<Beh, non puoi lasciare il lavoro a metà!>> esclamò con rassegnazione. Si fece coraggio, sospirò, e riaprì le gambe.
Reyna ridacchiò <<Dai su, non ne hai nemmeno tanti, e sono quasi del tutto biondi!! Beata te...>>
Le due ragazze erano nella camera da letto di Reyna, e si stavano godendo un venerdì sera da amiche, e da normali ventenni.
Avevano deciso di cenare con una pizza e mangiare cioccolata davanti ad un vecchio film nostalgico. Poi, tra un bicchiere di vino e una chiacchiera, Annabeth si era insanamente lasciata convincere a provare la ceretta brasiliana.
Ormai era la loro routine preferita, quella di chiudersi in camera per passare la sera e la notte insieme.
Era iniziato tutto col primo giorno di quella loro convivenza forzata, con Annabeth sostituta Console.
Senza pianificarlo, dopo quel pranzo nel patio insieme agli altri, loro due si erano ritrovate nello studio di Reyna a parlare della città e di tutti i progetti per il futuro, in corso o anche solo sognati.
E, incredibilmente, era stato facile collaborare. Erano quasi sempre sulla stessa lunghezza d'onda, o, comunque, rispettavano i diversi punti di vista.
Anzi, a volte la proposta di una piaceva all'altra più della propria stessa idea, come a dire "Oh mio dio, perché non ci ho pensato prima io!?" e potevano andare avanti per ore e ore alimentandosi a vicenda.
Intellettualmente, non avevano nulla da invidiarsi, e ne erano pienamente consapevoli. E nessuna delle due voleva prevalere sull'altra.
Dopo qualche giorno insieme, Reyna si trovò a pensare di non aver mai trovato una tale intesa lavorativa con nessuno, nemmeno Percy, con cui le capitava di scontrarsi nonostante ne nutrisse un grande rispetto.
Tuttavia, non voleva ammetterlo ad alta voce. Sapeva bene che Percy era la sua migliore scelta a livello politico... O lo era stato, almeno. Ora, nelle condizioni in cui versava, sapeva bene che sarebbe stato invece un bersaglio facile, per non dire un peso.
Non che lo fosse, per lei... Ma conosceva fin troppo bene i loro rivali e non doveva abbassare la guardia nemmeno un istante.
Quindi, doveva proteggerlo e nascondere tutta la spinosa vicenda il più a lungo possibile. E mai avrebbe pensato che la sua migliore alleata sarebbe stata proprio Annabeth.
Ormai passavano le notti insieme, addormentandosi sul letto di Reyna dopo discorsi molto intensi e filosofici.
Quel particolare venerdì sera, le due ragazze erano andate a trovare Percy per assicurarsi che la sua guarigione proseguisse. Dopodiché, si erano rintanate nell'appartamento di Reyna, e la loro routine era iniziata.
<<L'ultimo strappo e poi è finita...>>
Annabeth strinse i denti, ma non trattenne comunque un gridolino di dolore. Si portò una mano davanti alla bocca per zittirsi da sola, poi scoppiò a ridere, e Reyna la seguì a ruota.
Si ritrovarono piegate in due dagli spasmi, finché Annabeth non riuscì a prendere fiato <<Oh per Afrodite, spero che questo supplizio almeno mi sia utile per rimorchiare...>>
<<Ah ma smettila, rimorchieresti anche con la barba e i baffi!>> gracchiò l'altra.
<<Mah! La mia ultima conquista si è rivelata piuttosto fastidiosa, alla fine...>> puntualizzò.
<<Beh, non potevi sapere che razza di idiota fosse Damien, finché non si è comportato da idiota... no!?>>
Annabeth fece una smorfia <<In effetti, non hai torto... Spero di saper scegliere meglio, la prossima volta...>>
<<Ah, è solo questione di esperienza... Ad un certo punto sviluppi una specie di radar per quelli come lui... e impari a starne alla larga!!>>
<<Dici? Bah! Speriamo... d'altronde, non è che abbia tutta questa esperienza in questo campo, in effetti...>> ammise con un filo di imbarazzo.
Sapendo che ormai avevano abbastanza intimità per certi discorsi, Reyna si azzardò a chiederle <<Damien è stato l'unico... dopo Percy?>>
Annabeth annuì stringendo le labbra.
<<Beh, sei partita in quarta! Un tipo come Damien si dovrebbe affrontare almeno al quarto o quinto giro... Non al secondo! Ma immagino che dopo una storia così seria e lunga avessi voglia di un brivido...>>
<<Umpf... innanzitutto, non che i brividi mi mancassero con Percy, eh! Ho perso il conto di tutte le volte che siamo stati sull'orlo del baratro... letteralmente!! Ma... diciamo che non avevo voglia di niente, dopo di lui... in verità... Damien è capitato... è stato piuttosto insistente, e alla fine ho pensato "oh beh, perché no?" e mi son lasciata andare... grave errore! Non mi lascerò mai più andare così!>> sbuffò prendendo una manciata di pop-corn.
<<Ma no, non dire così! Solo perché hai avuto una brutta esperienza non significa che debba chiudere bottega e non divertirti più! Anche io lo pensavo, anni fa, dopo la mia prima esperienza negativa... poi invece ho trovato un modo per divertirmi senza farmi coinvolgere e soffrire...>> spiegò Reyna con tono saggio di chi la sa lunga.
<<E funziona!?>> chiese scettica Annabeth socchiudendo gli occhi.
<<Uhm, più o meno...>> rispose l'altra sospirando e prendendo una manciata di pop-corn a sua volta.
Passò qualche secondo di silenzio, durante il quale le due ragazze soppesarono i propri stessi pensieri sull'amore e il sesso. Poi, curiosa da ciò che Reyna aveva detto poco prima, Annabeth chiese <<Quindi... La tua prima esperienza... è stata così brutta da farti pensare di lasciar perdere con gli uomini?>>
Reyna sembrò colta alla sprovvista da quella domanda e non rispose subito <<Beh... diciamo che... non mi fidavo, degli uomini, per niente...>>
<<Ora sì?>> insistette la figlia di Athena.
Reyna inspirò prima di ribattere <<Insomma... ho capito che non posso incolpare e odiare tutti gli uomini del mondo, sarebbe ingiusto...>>
Annabeth annuì, e sovrappensiero esclamò <<Wow... non pensavo che Jason ti avesse fatto così tanto male...>>
Reyna sembrò sussultare a quel nome, e dall'espressione stupita sul suo volto, Annabeth capì che il figlio di Giove non era stato il primo uomo "cattivo" a cui la ragazza aveva pensato durante quella confidenza, ma capì dal tono con cui rispose di non dover indagare oltre: <<Mmmh... già... capita...>> concluse secca Reyna.
In quegli ultimi secondi l'atmosfera si era tesa. La figlia di Bellona aveva eretto un muro di difesa, e le due ragazze si rimisero comode sul letto, prestando di nuovo attenzione al loro film.
Quella sera avevano scelto Thelma e Louise.
Ormai toccava alla scena in cui Thelma, in un momento di debolezza, stava per essere violentata da un uomo che l'aveva corteggiata.
Per qualche strano motivo, tutta quella scena di violenza, conclusasi in tragedia, fece scattare qualcosa nel geniale cervello di Annabeth. Una terribile epifania, che le fece venire la nausea e dei tremendi sensi di colpa.
Si voltò di scatto verso l'amica, coricata al suo fianco, per leggere l'espressione sul suo volto. E senza potersi trattenere, spinta da un moto di insaziabile fame di verità, esordì <<Mi è venuto in mente... come ci siamo conosciute... sull'isola di Circe... ricordi?>>
<<Uhm-mmh...>> mugugnò l'altra cercando di non prestare attenzione. Era sicura di non aver dato indizi, di non essersi tradita... eppure, l'acuta figlia di Athena ci era arrivata.
<<Sai... stavo pensando... non... non è stato corretto da parte nostra... mia e di Percy... liberare i pirati... e scappare via senza aiutarvi... voi ancelle, intendo...>> pigolò con un filo di voce. Non aveva il coraggio di aggiungere o insinuare altro. Si limitò a fissare intensamente Reyna, in attesa di una qualche reazione.
La ragazza sostenne lo sguardo, e, dopo qualche secondo, si aprì in un sorriso, che parve genuino <<Sapevamo come difenderci, tranquilla.>>
Annabeth non le credette. Si fissarono qualche altro istante. Alla fine, fu Reyna a cedere, abbassando lo sguardo e mormorando <<Grazie, comunque.>> e sottintendendo molto.
La figlia di Athena sospirò, e si rimise coricata composta, ancora a disagio per ciò che, forse, aveva capito. Quella scena non era ancora finita, e si innervosì <<Che ne dici se tiriamo avanti? Oppure possiamo proprio cambiare film...>> propose prendendo il telecomando con smania.
Ma Reyna la bloccò <<No... no, va bene... è un bel film... una bella storia...>> disse con tono calmo.
Annabeth inarcò un sopracciglio, confusa <<Ehm... tu lo sai che... che alla fine... insomma, non finisce proprio bene, per loro...>> sottolineò.
Eppure, Reyna sorrise <<Dici? Alla fine restano insieme, a qualsiasi costo. È una bellissima amicizia. No?>>
Annabeth si accigliò, ma capì il punto, e lasciò il telecomando.
Non passarono nemmeno 5 minuti di silenzio, che, d'un tratto, Reyna sospirò pesantemente, prese coraggio, ed esclamò <<Ora tocca a te.>>
<<Cosa?!>> chiese l'altra intimorita da quel preambolo. Mentre lo chiedeva, Reyna si mise a sedere con decisione, guardandola in volto, e senza troppe cerimonie le chiese a bruciapelo <<Perché hai lasciato Percy? Voglio dire... una storia come la vostra... è stato... inaspettato.>>
Annabeth deglutì, imbarazzata <<Non è facile, e forse... non lo so bene nemmeno io... so solo che... non stavo più bene... non riuscivo più a stare con lui, come avrei voluto...>>
Reyna corrugò la fronte, riflettendo, e tentò <<Ti ha ferita in qualche modo?>>
La figlia di Athena ridacchiò per la tensione <<Ah! No... no... mai! Lui è la persona migliore che conosca... ma.... Stare con lui, mi feriva... e sapevo che, prima o poi, avrebbe ferito anche lui... capisci?>>
Reyna annuì, e comprese fin troppo bene quel discorso. Tanto che, non senza timore, chiese infine <<Lo ami ancora?>>
Annabeth rimase a bocca aperta. Soppesò la propria risposta, e con calma disse <<No.>> e sorrise.
Anche il suo sorriso sembrò genuino. Anche Reyna non se la bevve. Ma non volle indagare oltre. E ripresero a guardare il film.
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