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Un Addio Dolceamaro

Reyna cambiò drasticamente rotta con una terribile inversione di marcia per andare verso il centro, tanto che Percy si spaventò e si aggrappò al sedile e alla maniglia di sicurezza, mentre la sentiva mormorare in spagnolo qualcosa del tipo "finalmente deja a esa perra!!" in tono trionfante.

Dopo 5 minuti, erano già arrivati nel Forum, e Reyna parcheggiò al limite dell'inizio della zona pedonale.

<<La trovi lì, stanza numero 7. Non ti faranno problemi a salire...>> indicò col dito un imponente palazzo in stile greco-romano, come quasi tutti quelli presenti nel Forum, ma questo Percy lo ricordava bene: era il Campidoglio, ex sede amministrativa di Nuova Roma, dove aveva vissuto Reyna come Dittatrice, e anche lui stesso dopo la rottura con Annabeth e prima delle elezioni.

Ora, il palazzo era stato convertito a Grand Hotel con una trentina di suites, e vi soggiornavano gli ambasciatori in visita da altri stati, e tutti coloro che per qualche motivo erano di passaggio e non avevano la cittadinanza.

<<Come mai sta qui!?>> chiese curioso mentre si slacciava la cintura prima di scendere dall'auto.

<<Beh, non ha più una casa... Nonostante tutto, non potevo lasciarla dormire per strada, no?>> rispose sarcastica.

<<Avresti potuto lasciarla dormire al nostro Palazzo, al mio fianco...>> suggerì con altrettanto sarcasmo e inarcando un sopracciglio.

In tutta risposta, Reyna fece spallucce e alzò il volume della radio. Discorso chiuso. Percy si allontanò scuotendo la testa, ma ridacchiando sotto i baffi.

Entrò deciso nell'ampia hall, ora decorata con statue greco-romane e divanetti dall'aria lussuosa ma poco comoda sparsi in giro.

Era stata anche aggiunta una reception coi fiocchi, e il signore dietro al bancone fece un cenno di rispetto verso il Console, indicandogli la direzione delle scale con un gesto di invito.

Percy ringraziò e andò dritto al primo piano, si fermò davanti alla porta su cui era apposto il numero VII, inspirò, e bussò.

Dopo una decina di secondi, sentì i passi avvicinarsi, e la porta si aprì.

Nel vederlo, sul volto della ragazza sembrarono passare sorpresa, sollievo, felicità, paura e tristezza nel giro di un secondo. Infine sorrise appena, e si scansò per lasciare entrare il fidanzato.

Percy forse si sarebbe aspettato una reazione più calorosa da parte sua nel rivederlo dopo due giorni e dopo essere quasi morto, tipo un abbraccio e un bacio, ma in realtà non era sicuro che avrebbe apprezzato.

Entrò cautamente nella stanza, che era praticamente un appartamento di 50 metri quadri senza cucina, e gironzolò nella zona giorno, mentre la ragazza alle sue spalle chiudeva la porta. Poi si voltò per guardarla, e i due si fissarono negli occhi per qualche secondo, in silenzio.

<<Sono felice che tu stia bene, Percy.>> disse infine Calypso per prima.

Il ragazzo sorrise, ma era un sorriso tirato, e un po' ironico <<Beh, non certo grazie a te.>> rispose. Non aveva programmato una frase tanto pungente, ma gli venne spontanea.

La ragazza aprì la bocca per ribattere a tono, ma la sua risposta le rimase bloccata in gola, mentre in senso di colpa prendeva il sopravvento.

Percy scosse la testa, deluso <<Speravo almeno che ti avrei trovata al mio fianco al mio risveglio...>>

<<Ma io sono venuta a Palazzo, ho chiesto di vederti e poter stare con te! Ma Reyna mi ha cacciata via ogni volta...>> rispose un po' offesa.

<<Sì, me l'ha detto... ti ha cacciata... quelle 3 volte che sei venuta... Pensavo avresti potuto insistere un pochino di più per sederti al capezzale del tuo fidanzato morente...>> la ammonì con sarcasmo.

La ragazza tacque, distolse lo sguardo, e incrociò le braccia <<Mi dispiace.>>

<<Lo so, lo hai già detto parecchie volte l'altra sera!>> ribatté subito lui scaldandosi.

<<E cos'altro posso dire!? Cosa posso fare!? È andata come è andata! Mi dispiace!>>

Percy alzò lo sguardo al cielo, incredulo ed esasperato <<Avresti, magari eh, potuto dirmi la verità fin dal principio! "Ehi ciao Percy! Come stai? Senti, vieni a cena da me? Sappi però che Leo ti odia, è geloso e invidioso di te, e ci siamo lasciati con una litigata in cui tu eri il protagonista!!" non era tanto difficile, e forse ci avrei pensato due volte prima di accettare l'invito!>>

<<Ecco! Vedi? Proprio per questo non te l'ho detto! Ero stufa di essere sola, e stufa che Leo condizionasse ogni singolo aspetto della mia vita e delle mie relazioni sociali! Se ti avessi detto la verità sarei diventata intoccabile ai tuoi occhi! E non è giusto, io non sono una proprietà di Leo! Se avessi saputo che essere salvata da lui comportava restarne legata a vita, sarei rimasta su Ogigia!!>>

Percy stava per rispondere, ma si rese conto che la ragazza aveva ragione su questo aspetto <<Vero. Non sei una sua proprietà. Ma se io avessi saputo la verità, sarei stato più cauto, sarei stato al corrente dei sentimenti di Leo, e avremmo trattato la cosa con la giusta importanza! Avrei potuto comunque decidere di venire da te e vedere come andava tra di noi... Però sarei stato io il primo ad andare da Leo e dirgli come stavano le cose, senza attendere che lo scoprisse da sé...>>

<<Oh ma smettila, non saresti mai venuto a letto con me sapendo la verità! Ed è proprio quello che volevo evitare...>> rispose lei seccata passando davanti al ragazzo per andare a sedersi sul divano.

<<Questo non puoi saperlo. Fatto sta che mi hai mentito. Non mi hai nemmeno detto il vero motivo per cui vivevi qui!>>

<<Io non ti ho mentito! Ho solo... evitato di raccontarti... tutti i dettagli...>> pigolò lei stropicciandosi le mani dal nervoso.

<<Ah beh! Questo è rincuorante proprio!>> esclamò ridacchiando. Poi scosse di nuovo la testa, e con una smorfia dispiaciuta chiese <<Come posso fidarmi di te?>> guardandola negli occhi.

La ragazza ricambiò lo sguardo, ma non rispose. Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Percy sbuffò, e decise di sedersi sull'altro divano, di fronte a Calypso.

<<Perché stiamo insieme?>> le chiese in tono serio.

Lei lo guardò quasi incredula, e rispose <<Perché ti amo!>>

Percy scosse di nuovo la testa, poco convinto <<Tu non mi ami. Tu eri attratta da me, dall'eroe Percy Jackson, da quello che rappresento, dal mio personaggio. Ma non credo che ti piaccia davvero Percy. Nemmeno mi conosci bene, se ci pensi... Anzi!>>

La ragazza corrugò la fronte in un'espressione confusa <<Ma che stai dicendo!? Ti conosco da più di 8 anni!>>

<<No. Mi hai conosciuto più di 8 anni fa. È diverso. Non abbiamo condiviso nulla insieme, prima di questa estate. Non avevamo passato tempo insieme. Come puoi amarmi?>>

La ragazza rimase in silenzio, in riflessione, e in procinto di piangere <<Se fai un discorso del genere... significa... che tu non mi ami...>> e guardò il ragazzo negli occhi, quei bellissimi occhi verde mare che adorava, e che non potevano mentirle.

Ma lui nemmeno ci provò. Sostenne lo sguardo, senza rispondere, ma la risposta era chiara.

Percy sospirò, e batté le mani sulle gambe in un gesto di smania <<Sai che ti dico? No. Non ti amo. Non ancora. Quel che ti ho detto è vero, noi non ci conosciamo bene. Su Ogigia era tutto diverso, era una situazione surreale, e ci siamo infatuati. Ma io ero un ragazzino bisognoso di cure e riposo e impaurito dal destino che lo attendeva, e tu una divinità in esilio in cerca di compagnia. Quello... non fa testo. Questa è la vita vera! Noi due, ora, adulti. Siamo finiti a letto insieme quasi subito, senza aver modo di conoscerci davvero. Ma questo non significa che non possiamo farlo comunque...>> spiegò in tono pratico.

La ragazza taceva, con le lacrime che le rigavano il viso, e ascoltava quelle parole come assorta. Percy interpretò quel silenzio come un invito a proseguire, e aggiunse <<Calypso, abbiamo sbagliato entrambi, e le conseguenze dei nostri errori sono state gravi. Ma possiamo affrontarle insieme...>> si sporse verso la ragazza e le prese una mano per rincuorarla <<... possiamo andare oltre. E possiamo continuare a frequentarci e conoscerci meglio... e vedere come va... se lo vuoi davvero.>> concluse in tono dolce.

Era la migliore offerta che potesse farle. Non la amava, ma voleva dare un'altra possibilità alla loro storia. Non sapeva nemmeno lui perché, ma forse, dopo Annabeth, semplicemente non aveva voglia di un altro fallimento amoroso.

Lei non rispose, ma annuì piano con la testa guardando in basso. Lui sorrise e le accarezzò una guancia, poi la baciò sulla fronte. Si alzò dal divano, diretto alla porta <<Allora, puoi venire a Palazzo quando vuoi, ovviamente. Reyna non si opporrà...>>

Calypso sbuffò appena, poco convinta di quelle parole, e Percy ignorò volutamente quel gesto, proseguendo <<... Ti troveremo un altro alloggio. Magari posso sistemare il cottage... E... beh, una cosa per volta. Ok? Intanto... ci diamo appuntamento a domani? Ti va?>>

Lei annuì, ma senza guardarlo. Stava fissando la finestra, da cui entrava la luce del sole, che le imperlava le guance bagnate.

Percy la guardò, e pensò che fosse molto bella anche da triste. Eppure, per quanto bella, non gli suscitò alcuna emozione particolare. Si spaventò un attimo per questa rivelazione, e si mosse per non pensarci più <<Ok, ottimo. Allora... io vado... passo a prenderti domani alle 18.>> e si diresse verso la porta.

Mentre stava per uscire, la voce di Calypso lo bloccò <<Sono felice che tu stia bene, e mi dispiace davvero molto per ciò che le mie scelte hanno causato. Sia a te, che a Leo.>> disse con rammarico.

Percy la guardò mestamente, annuì, e uscì.


<<Allora!? Hai chiuso la questione?!>> chiese Reyna trepidante nel vederlo tornare. Lo attendeva fuori dal suv, appoggiata al cofano.

<<Non capisco a cosa ti riferisca.>> rispose lui neutro.

<<Oh dai su! Sai bene a cosa mi riferisco! Hai lasciato Calypso o no!?>>

<<Lasciarla?! Perché avrei dovuto lasciarla?>> chiese lui in tono curioso mentre stava per salire in macchina.

<<Cosa!? Stai scherzando!? Ci sono un milione di motivi, Percy! E...>>

Ma Percy non la lasciò finire. Richiuse la portiera della macchina con uno scatto repentino, e in tono di sfida interruppe l'amica <<Sai che ti dico? Magari la prossima volta delegherò te per le mie questioni private! Sembri sapere molto meglio di me cosa dovrei fare!>>

La ragazza si accigliò e incrociò le braccia <<Non usare questo tono con me, Jackson! E forse sì, io so meglio di te cosa dovresti fare perché non ragiono con l'uccello!>>

Ma lui la fulminò con lo sguardò <<Torna pure a casa, io ho altro da fare ora, e stavolta vado da solo così non ti avrò col fiato sul collo!>>. Non sapeva nemmeno lui perché si era arrabbiato tanto, ma era facile sfogarsi con Reyna.

Tanto sapeva che, la sera, l'avrebbe trovata di nuovo a Palazzo, e avrebbero bevuto insieme un bicchiere di vino, ridacchiando e programmando il futuro di Nuova Roma, come se nulla fosse.

Lei non rispose, ma salì in macchina e partì sgommando.

<<Occhio! Non è tua la macchina!!!>> le gridò dietro, e tutto ciò che ottenne fu un dito medio dal finestrino. Fin troppo diplomatico.

Percy attraversò il Forum a piedi, rispondendo ai saluti di chi lo riconosceva per strada. Si incamminò poi verso una stradina in salita, che portava sulle colline a nord-est. Una stradina che conosceva bene.

Camminò per circa un quarto d'ora, con calma, godendosi quel tragitto che non percorreva da molto tempo, e ricordando con nostalgia come si era sentito le prime volte che aveva imparato quel percorso che lo avrebbe portato a casa.

Giunse infine verso i campi, dove una graziosa casetta in muratura dal tetto rosso spuntava come un fungo in mezzo alle coltivazioni estive. Prese il sentiero che conduceva alla casetta, e arrivato davanti al cancelletto, rimase qualche minuto fermo, contemplando ciò che era stato, e che poteva di nuovo essere...

Inspirò per darsi coraggio, e aprì il cancelletto cigolante, pensando tra sé e sé "devo metterci l'olio!"; poi, però, si ricordò che quello non era più il suo cancello, e non avrebbe dovuto preoccuparsene. Ma l'idea lo intristì.

Si avvicinò alla porta, pronto per bussare, ma non ce ne fu bisogno. La porta si aprì mentre lui era ancora a due metri di distanza, e una sorridente Annabeth ne uscì ridacchiando, con lo sguardo ancora rivolto verso l'interno di casa.

Appena colpita dal sole, i suoi capelli splendettero d'oro, e l'incarnato mediterraneo si accese. Si voltò di scatto quando ebbe notato che qualcuno era davanti casa, e i suoi occhi grigi si incupirono all'istante, come nuvole tempestose che arrivino all'improvviso in una giornata di sole.

Percy rimase rapito da quella vista, con la bocca semiaperta, e si sentì tremare dalla punta dei piedi a quella dei capelli.

<<Percy! Stai... stai bene?>> chiese sorpresa e preoccupata.

Percy si ridestò dalla sua paresi momentanea, e annuì con un lieve sorriso <<Sì... sto bene...>>

<<Beh, incredibile... Eri ridotto davvero male...>> mormorò lei squadrandolo dalla testa ai piedi e rabbrividendo per le immagini che ben ricordava. Lo aveva visto spesso ferito ed esausto, ma quel ragazzo si cacciava in guai sempre peggiori, pensò.

<<E invece, eccomi qui... A tal proposito... tu... tu eri là? Come...?>> chiese curioso.

<<Tesoro! Che combini? Dove sei finita!?>> una voce proveniva da dentro casa.

Percy si paralizzò, di nuovo, ma le emozioni che stava provando erano tutt'altro che positive.

<<Arrivo subito! Dammi 2 minuti...>> e la ragazza si chiuse la porta alle spalle, uscendo definitivamente di casa e incrociando le braccia quasi per nascondersi.

<<È lui?>> chiese in tono cupo. Lei annuì. Percy cercò di non mostrare alcuna reazione, e proseguì <<Dicevo... come mai ti trovavi lì?>>

Annabeth fece spallucce <<Sapevo che Leo era in città perché era passato a salutarmi. E sapevo anche di Calypso. Non avrei dovuto... Ma quando ho studiato i documenti del catasto come Edile, ho scoperto di un cottage che veniva chiamato "Ogigia 2", non proprio il nome più furbo esistente...>>

Percy strizzò gli occhi, maledicendo per un attimo l'ingenuità di Frank, e non disse nulla.

Annabeth proseguì <<Così, quando l'altra sera ho visto l'incendio sulle colline, che da qui si vedono piuttosto bene... beh ho fatto due più due, Percy. Siamo venuti subito. Quando siamo arrivati, Leo era stato sottomesso da poco, e tu stavi per essere trasportato a Palazzo, quindi sì, ti ho visto... e già che ero lì, Reyna mi ha chiesto di distrarre la gente che, incuriosita dall'incendio, stava arrivando dalla città, mentre lei e gli altri portavano via te e Leo di nascosto...>> spiegò in tono pratico, sforzandosi a sua volta di non tradire alcuna emozione. Non gli avrebbe mai detto quanto era rimasta spaventata dal vederlo ridotto così male.

<<E immagino che quando parli al plurale, tu stia includendo nella storia Lacroix. Quindi lui sa?>> chiese seccato.

<<Sì, certo. Non ti ha visto, ma ho dovuto raccontargli la verità.>> rispose con candore.

<<Hai dovuto!? E perché, scusa!? Non hai pensato che potrebbe usare questa storia per fini politici!? Che potrebbe tradirmi rivelando cosa è successo!?>> si scaldò.

Annabeth ridacchiò serena <<Ma no, non lo farà, tranquillo.>>

Percy si infuriò <<E come puoi esserne certa!? Quel tipo è ambiguo! È una serpe! Non sai di cosa è in grado! Sicuramente ti sta solo usando per...>> ma si bloccò quando vide lo sguardo d'odio di Annabeth.

<<Per cosa, Percy? Per ferire te? Ti stupirà scoprirlo, ma non tutto il mondo ruota attorno a te, e non tutti sono interessati a me perché avevo un legame con il Grande Figlio di Poseidone!>> ribatté in tono deciso e acido.

Percy tacque e si vergognò di sé stesso, e lasciò modo ad Annabeth di concludere <<Damien non dirà niente a nessuno, perché IO gli ho chiesto di non farlo, quindi sì, Percy, sono sicura che rispetterà la mia richiesta. E immagino che sia questo il motivo per cui sei qui. Essere sicuro che non diremo niente in giro...>> ipotizzò la ragazza, acuta come sempre.

Percy deglutì, in imbarazzo, e guardò in basso. Annabeth scosse la testa, delusa <<Il tuo segreto è al sicuro. Potrai continuare ad essere il Console senza macchia che tutti desiderano, ok?>>

<<Grazie.>> mormorò, sempre senza affrontare lo sguardo della ragazza. Era pronto a strisciare via, ma Annabeth gli fece un'ulteriore domanda <<E Leo?>>

Percy sospirò <<Lo abbiamo rinchiuso. Sconterà una pena per incendio doloso, poi gli daremo modo di redimersi lavorando per Nuova Roma... speriamo che riesca a reinserirsi in società senza problemi...>> spiegò, e finalmente alzò di nuovo lo sguardo.

<<Mi sembra un gesto molto altruista, da parte tua, dopo quello che ti ha fatto passare. Forse un po' azzardato, data la gravità, ma credo che sia la cosa giusta.>> ammise lei in tono di rispetto.

Avere l'approvazione di Annabeth per la sua decisione, era la cosa che più lo convinceva di aver fatto la scelta migliore, e si sentì rincuorato. Si gonfiò il petto, orgoglioso, e sperò che le cose potessero andare meglio tra loro due.

E stava per ringraziarla per i pancake, quando lei parlò per prima in tono di rimprovero <<Certo che... non è stato molto corretto da parte tua, andare con Calypso. Non me lo sarei aspettato da te...>>

<<Cosa?>> chiese colto alla sprovvista.

Annabeth si scaldò, pur non volendo <<Beh! Mi hai sempre rassicurato, dicendo che non c'era assolutamente nulla, e che mai ti sarebbe interessata, e poi, appena resti solo, vai a letto proprio con lei... e con l'altra ragazza di cui ero gelosa!>> esclamò acida.

<<Come fai a sapere di Reyna!?>> chiese lui stupito e confuso.

Annabeth sorrise sardonica <<Non lo sapevo. Me lo hai confermato tu ora! Io avevo solo dei dubbi dopo aver visto il vostro linguaggio del corpo ad una riunione del Senato, e quando lei è stata ferita durante l'attentato...>> ammise.

Ancora una volta, la ragazza aveva fregato l'ex fidanzato con la sua astuzia. Percy scosse la testa, incredulo della propria stupidità, e si irritò <<Questi non sono affari tuoi, comunque! Mi hai lasciato, e stai con quel damerino francese! Sei l'ultima che può giudicarmi!>>

<<Oh posso eccome, invece! Se non io, chi!? Hai fatto un torto terribile a Leo... ma anche a me! Avresti almeno potuto essere onesto e dirmi che avevi un interesse per lei e Reyna, anziché negare per anni per poi darti alla pazza gioia appena single!>>

<<Ma io non ho mai avuto interessi per altre donne quando stavo con te!>> sbottò lui perdendo la pazienza.

Annabeth stava per ribattere, ma si rese conto che le sue parole erano sincere, e per un attimo i due ragazzi si guardarono negli occhi, tristi e nostalgici. Poi, rabbia e rancore presero il sopravvento, e l'espressione di entrambi si indurì.

<<Beh, comunque, sei vivo. Come sempre! Fortuna che hai la pellaccia dura. Buon proseguimento! E cerca di scegliere con maggiore cura con chi andare a letto, magari!>> disse lei aprendo la porta per rientrare.

<<Contaci! Grazie per i pancake, ma non disturbarti più, me ne fanno di buonissimi a Palazzo!>> ribatté lui acido.

<<Buon per te, Console!>> e sbatté la porta.

Percy si voltò per andarsene, e prese a calci il cancelletto dalla frustrazione. Non era così che voleva andasse quella conversazione. Per niente.

Ci mise un'ora per tornare a Palazzo a piedi attraverso campagna e colline, ma quel tempo gli fu utile per sbollire la rabbia accumulata durante quella breve ma intensa conversazione con Annabeth. Era stato più difficile parlare con lei, che affrontare Leo in carcere dopo lo scontro!

Quando arrivò, entrato nell'atrio, sentì delle voci provenire dall'ingresso del suo appartamento. Vi si avvicinò e distinse meglio le parole...

<<... assicurata che prendesse tutte le medicine? E gli hai tenuto controllato i valori di monossido nel sangue come ti ho insegnato!?>> chiedeva un ragazzo preoccupato in tono concitato.

<<Sì, certo...>> rispose Xanto intimorita.

<<E le scottature? Hai passato l'unguento? Si è rigenerato del tutto?>>

<<Nico!>> lo chiamò Percy avvicinandosi.

Sia Nico che Xanto si voltarono a guardarlo. Xanto voltò le spalle e se ne andò, imbarazzata per aver parlato della salute del suo Signore ed essere stata scoperta.

Nico, invece, lanciò un'occhiataccia all'amico. La sua mascella si irrigidì e strinse le labbra. Poi si mise in marcia come una furia, diretto verso l'uscita del Palazzo, passando davanti a Percy e senza degnarlo di uno sguardo.

Percy, confuso e offeso, cercò di bloccarlo <<Ehi! Ma che fai, chiedi alla mia ninfa come sto, e poi neanche mi saluti!?>>

Nico si scansò per evitare il tocco dell'amico, e alzò le braccia come in segno di resa <<Sono solo venuto ad assicurarmi che un mio paziente stesse guarendo, tutto qui!>> e cercò di svicolare e arrivare all'ingresso.

<<No dai, aspetta!>> allungò una mano per trattenerlo.

<<No Percy! NON TOCCARMI!>> sbottò rabbioso liberandosi da quella presa.

Percy lo guardò, triste e preoccupato <<Ma che hai?>>

<<Che ho!? MI CHIEDI CHE HO!?>> alzò la voce, e si avvicinò al ragazzo per guardarlo negli occhi e affrontarlo faccia a faccia, e sussurrò come una serpe <<Io... io ho fatto una cosa ORRIBILE per te! Per salvarti! Perché ti sei messo in una situazione di merda! NON OSARE MAI PIÙ FARMI FARE UNA COSA DEL GENERE!>> e gli occhi gli si riempirono di lacrime <<TI ODIO PER QUEL CHE MI HAI FATTO FARE!>> disse infine.

Percy fissò l'amico con dispiacere, capendo il suo senso di colpa, e il suo dilemma. Sapeva che Nico, tra tutti sulla faccia della Terra, era la persona che più gli voleva bene, secondo solo a sua madre, forse. E capiva come dovesse sentirsi male per aver fatto qualcosa di così brutto ad un altro amico pur di salvare lui.

<<Oh, non sei il primo a dire di odiarmi, oggi. Comunque, la prossima volta lasciami pure morire, tranquillo. Forse lo merito.>> rispose in tono neutro, come se lo intendesse davvero.

<<Sai che non lo farei mai!>> ribatté Nico con rabbia.

<<Lo so...>> ammise, e si avvicinò al figlio di Ade. Nico lo lasciò fare, ma tremava dal nervoso. Percy allargò le braccia e lo avvolse fraternamente <<Lo so...>> sussurrò.

Nico si lasciò andare, e rispose all'abbraccio sfogandosi in un pianto liberatorio <<Non sapevo cos'altro fare! Ti ho sentito morire! Non avevo tempo per fare altro!>> disse tra un singhiozzo e l'altro. Percy annuì, e continuò ad abbracciarlo per qualche minuto per trasmettergli tutta la sua gratitudine.

Il giorno seguente, Percy si recò al Grand Hotel per passare a prendere Calypso per il loro appuntamento.

Ma già dalla mattina al suo risveglio si sentiva strano, aveva una sorta di presentimento.

Quella notte, come ogni notte, i suoi sogni erano stati particolari, e forse, come spesso avveniva, non erano semplici sogni, ma qualcosa di più. Tuttavia, non ne aveva ricordo. Solo una sensazione.

Restò in auto fuori dal Grand Hotel per qualche minuto oltre l'orario stabilito con la fidanzata, come convinto che fosse inutile recarsi all'appuntamento. Dopo una decina di minuti, inspirò a fondo ed entrò nell'edificio.

Vi trovò lo stesso receptionist del giorno precedente, che lo salutò con un cenno. Percy ricambiò e fece per dirigersi verso le scale.

Ma non si stupì quando il receptionist lo chiamò per fermarlo <<Console, mi scusi... sta andando alla suite VII, vero?>>

<<Sì, perché?>>

<<Beh... la suite VII è vuota, l'ospite se n'è andata stamattina...>> disse dispiaciuto, forse sapendo che quell'ospite era speciale per il ragazzo.

Percy si accigliò <<Ha detto per caso dove andava?>> chiese educatamente, ma conosceva già la risposta.

<<No, mi dispiace... sembrava avere molta fretta di lasciare la città. Però, ha detto che sarebbe venuto qui stasera, e ha lasciato qualcosa per lei...>> disse frugando sotto al bancone.

Percy si avvicinò, curioso, e si lasciò sfuggire una risata incredula quando il receptionist rivelò un barattolo di conserva con all'interno una Trina di Luna. Sorrise, quasi sollevato, e si voltò per andarsene.

<<Aspetti, non vuole il barattolo col fiore?>> chiese il signore confuso.

Percy si voltò un attimo, e in tono leggero rispose <<No no, lo tenga pure lei, lo deve interrare quando c'è luna piena.>>

<<Davvero? È un fiore molto bello! Non ne ho mai visto uno simile... è raro?>>

<<Oh sì, molto. E sì, è molto bello.>> ammise Percy con leggero rammarico.

<<Ed è sicuro di non volerlo?>> chiese di nuovo il receptionist poco convinto di poter accettare un tale dono.

<<Sicuro. Credo di esserne diventato allergico. Buona serata.>> e se ne andò con un mezzo sorriso.





Buongiorno, cari lettori!

Non sono riuscita a pubblicare ieri sera, ma eccoci qua! Si conclude così la travagliata storia tra Percy e Calypso. Dispiaciuti? 🙄

Non temete, nuove avventure ci aspettano! Come sempre, like e commenti sono ben accetti e, anzi, desiderati!! Alla prossima!  🤩

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