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Ritorno alle Regole

Venerdì 19 dicembre – domenica 20 dicembre

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L'allenamento era finito. Dorothea iniziò a sistemare le dotazioni del campo, poiché la sua punizione non era terminata. Del resto, lui gliel'aveva detto, che l'avrebbe messa sotto torchio se fosse restata alla Settima.

Quando fu rimasta ormai sola, sentì qualcuno chiamarla <<Dora!>>. Come non riconoscere quella voce?

Si voltò piano verso il proprio interlocutore, e lo salutò con rispetto <<Buonasera, Console.>>

Lui le sorrise <<Console? Dai su... Chiamami Percy.>> le disse dolcemente.

Lei, confusa, sentì un moto di speranza nascere nel petto, e senza trattenere un sorriso chiese per conferma <<Davvero??>>

<<Ma certo.>> annuì lui allungando una mano per accarezzarla e sorridendole con calore.

Lei, nel sentire quel tocco, socchiuse gli occhi e piegò la testa per lasciare che quella mano avvolgesse tutta la sua guancia.

<<Vieni.>> le mormorò, e, tenendola per mano, la condusse nei boschi sulle colline, dove si allenavano di nascosto.

C'era una piccola capanna da guardiacaccia abbandonata, che veniva usata solo come appoggio durante ricognizioni speciali e come deposito per le armi.

Percy la condusse proprio lì.

Una volta entrata, Dorothea rimase piacevolmente stupita: era una semplice stanza con un letto ben allestito, un piano cottura con un tavolo, e un camino nel quale già il fuoco scoppiettava.

La stanza era buia, ma un centinaio di candele di vario genere erano sparse ovunque, creando un'atmosfera soffusa e romantica.

Percy, dietro di lei, le si avvicinò mettendole le mani sui fianchi, e le sussurrò ad un orecchio <<Non era questo che speravi?>>

Lei, inebriata, annuì, e si lasciò accompagnare verso il letto.

Si voltò verso il proprio compagno, che le sorrideva ammagliante mentre le accarezzava tutto il corpo. Lei lo fissava negli occhi, incredula, eccitata e spaventata.

Lui le mise le mani dietro la nuca, tra i capelli, e la baciò con trasporto, mentre lei gli stringeva le braccia intorno al collo.

Percy l'alzò di peso, e la posò cautamente sul letto, continuando a baciarla.

Dopodiché, staccatosi dal bacio, iniziò a spogliarla con calma, mentre lei, ancora sconvolta, lo fissava imbarazzata.

<<Non ti devi vergognare, sei bellissima.>> le sussurrò lui dolcemente, e la baciò ancora, mentre con una mano le sfiorava il basso ventre.

La ragazza ansimò di piacere, e cercò di rilassarsi.

Lui iniziò a baciarla su tutto il corpo, con delicatezza e guardandola negli occhi quando poteva.

Infine, quando lei fu pronta, Percy si mise in ginocchio e si spogliò del tutto.

Dorothea rimase estasiata nel vedere il corpo nudo del suo amante, e non si trattenne dall'accarezzarlo.

Lui le fece aprire le gambe, e si coricò sopra di lei, con cautela, e ricominciò a baciarla con passione.

<<Sei pronta?>> le chiese con voce seducente.

Lei, per quanto spaventata, annuì e lo strinse forte a sé, mentre lui iniziava a...

<<Dora!! DORA!! Dai svegliati, non vorrai fare tardi al primo giorno del tuo rientro?!>>

Dorothea aprì gli occhi a fatica, e si mise a sedere sul letto, confusa e corrucciata, senza capire dove si trovasse.

<<Dai Dora! L'adunata è tra 10 minuti! Hai giusto il tempo per vestirti e lavarti i denti!!>> esclamò Nadia.

Dorothea lanciò uno sguardo d'odio alla sua amica, e con un tono infastidito le disse <<Non potevi lasciarmi dormire... solo altri... 5 minuti, magari!?>> e si mise le mani nei capelli dal nervoso.

Nadia non capì il perché di quel commento, e fece spallucce mentre usciva dal dormitorio.

Dorothea poi alzò lo sguardo al cielo, e con altrettanto rancore mormorò a denti stretti <<Questa non dovevi farmela, mamma!>>

Scese dal letto e si preparò il più velocemente possibile, riuscendo ad arrivare all'adunata con ben 30 secondi di anticipo. Un record, per lei.

Percy era già lì, bello come non mai, nonostante l'espressione seria che aveva sempre davanti alla sua Coorte.

Dorothea lo guardò giusto qualche secondo, poi distolse lo sguardo temendo di diventare paonazza davanti a tutti i suoi compagni, e a lui.

Percy si fermò proprio in linea d'aria davanti a lei, e con un sorriso sarcastico esclamò <<Bene bene. La Bell'Addormentata si è risvegliata. Bentornata tra noi, Rivers.>>

Dorothea deglutì, annuì, e rispose <Grazie, Console.>>

Percy schioccò la lingua mettendo le mani dietro la schiena, e proseguì in tono pratico <<Spero che tu abbia sistemato i tuoi affari fuori città. Tuttavia, devo rammentarti che sei in punizione fino a data da destinarsi, come ti avevo annunciato. Servirai anche la cena a tutti i tuoi compagni ogni sera. E farai più turni di guardia notturni. Tutto questo se vuoi restare alla Settima. Ti sta bene?>>

<<Sissignore!>> confermò lei con fierezza. Almeno su una cosa il suo sogno era stato veritiero...

Percy fece un mezzo sorriso <<Ottimo. Proseguiamo...>>

Ovviamente, per il resto del giorno, il Console la ignorò totalmente, e nemmeno la degnò di un commento quando sbagliava qualcosa, né uno sguardo prima di andarsene quando l'allenamento fu finito.

Certo, non aveva degnato nessuno di uno sguardo, ma forse, visto ciò che c'era stato tra loro, si aspettava qualcosa... magari non proprio un saluto... ma un piccolo cenno della testa? O una furtiva occhiata eloquente?

Invece, nulla. E questo totale disinteresse era anche peggio che essere trattata male o rimproverata, come accadeva prima della sua fuga.

L'allenamento, inoltre, sembrò a Dorothea 10 volte più pesante. Forse perché, nelle 3 settimane che era mancata, non aveva toccato armi né combattuto, e aveva anche mangiato pochissimo e male, perdendo parte della massa muscolare che era riuscita ad accumulare.

Si sentì molto abbattuta nel pensare che aveva fatto un balzo indietro rispetto ai propri progressi, e ora era decisamente la recluta meno in gamba della Coorte.

Passò il weekend allenandosi ore e ore per riprendere il ritmo, e riprese a mangiare ad ogni pasto, con particolare attenzione per le proteine, come Percy le aveva insegnato.

Non sarebbe stato facile rimettersi in pari, e sapeva bene che in un weekend non avrebbe risolto nulla. Ma di certo non si sarebbe arresa.

Lunedì 21 dicembre 2015

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<<Dai Dora! Non fare storie!! Oggi è un giorno speciale!!>> disse Markus trascinando l'amica a forza.

<<Oh ma dai, non mi va! E abbiamo appena finito allenamento, sono stanca! Devo riprendere il ritmo!!>> si lamentò lei provando a resistere.

<<Ecco, tirarsi su dopo un allenamento è un ottimo motivo per andare al pub!! Su su!!>> la incitò Tony aiutando Markus a trascinarla.

<<Nadia aiuto!!>> supplicò Dorothea.

<<Nah, hanno ragione loro! Oggi si festeggia!! Ci aspetta anche Vlad!!>>

I quattro amici entrarono al Tipsy Legionnaire ridacchiando, e raggiunsero il bancone, dove l'amico Vlad, tornato alla Quinta Coorte, li attendeva.

<<Auguriiii!!!>> esclamò Vlad baciando la festeggiata sulle guance.

Lei rispose con una smorfia non molto felice.

<<Allora, cosa vuole bere la festeggiata!? Birra!? Vino!?>>

<<Vino, direi...>> propose Dorothea con un mezzo sorriso.

<<Prosecco per tutti!!>> esultò Nadia su di giri.

<<Che succede qui?!>>. Percy, in attesa di Frank, si era avvicinato alla combriccola di amici quando li aveva sentiti esultare, curioso di sapere quale fosse l'evento festeggiato. Sorrideva amichevole, e aveva in mano una pinta di birra già mezza bevuta. Si appoggiò con un fianco al bancone, in attesa di una risposta esaustiva.

<<Buonasera Console! Stiamo festeggiando Dorothea...>> rispose Markus con serietà, in soggezione per la presenza del suo istruttore.

Nadia intervenne in tono meno serio <<Sììì la nostra piccola Dora! Festeggiamo il suo ritorno alla Legione... e anche il suo compleanno!!>>

Dorothea ridacchiò con una smorfia, in totale imbarazzo, <<Mi hanno costretta...>> pigolò.

<<Ma hanno ragione! È giusto festeggiare gli eventi importanti, e tu ne hai ben due!>> le disse Percy sorridendole, e aggiunse <<Cosa volete bere? Questo giro ve lo offro io!>> propose gioviale facendo un cenno eloquente al barista.

<<Vuole unirsi a noi per il festeggiamento, Console!?>> propose Nadia, scaltra e ammiccante come al suo solito.

<<No no, grazie, non mi intrometto... Ma volevo contribuire con una specie di regalo, data la situazione.>> spiegò.

<<Faccia un brindisi con noi, almeno!>> propose Tony con più coraggio di quanto credesse di avere.

<<Ma sì, perché no? Un brindisi non si nega mai...>> confermò Percy sorridendo. Dorothea sorrise in risposta, ancora più imbarazzata.

Venne stappata una bottiglia di prosecco, e la festeggiata iniziò a versarlo nei bicchieri che l'oste aveva posato sul bancone. Ognuno prese il proprio, e tutti li alzarono in alto esclamando <<AUGURI!!>>

<<Grazie, grazie...>> rispose Dorothea con le gote arrossate mentre beveva dal proprio calice.

<<... e finalmente puoi bere anche tu nei luoghi pubblici di Nuova Roma!!>> commentò Tony canzonandola.

Quel riferimento non passò inosservato a Percy, che bloccò il proprio bicchiere a mezzaria prima di portarlo alle labbra. Si accigliò strizzando le labbra e guardando la ragazza con una strana espressione in volto. Lei arrossì allo sguardo, e deglutì.

<<Ma davvero? Quanti... quanti anni compi?>> chiese poi cautamente Percy alla festeggiata. Lei aprì le labbra per rispondere, ma la risposta le si mozzò in gola mentre guardava il suo istruttore negli occhi.

<<La nostra piccolina sembra tanto grande, ma ha solo 16 anni! È la più piccola del nostro gruppo! Ma è così tosta, che nemmeno ci facciamo più caso!>> rispose Nadia per lei abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.

<<Già... sembri molto più grande...>> commentò Percy assente, assorto nei propri pensieri, continuando a fissare la ragazza.

<<Eh sì, questo torna piuttosto utile quando andiamo a Frisco per qualche serata con documenti falsi! Con un po' di trucco, nessuno dubita che lei possa non avere 21 anni!... forse questo non dovevo dirlo...>> concluse Tony sentendosi un perfetto idiota, mentre gli amici lo rimproveravano per aver spifferato una cosa illegale davanti al Console.

Ma Percy non ascoltava quel battibecco. I suoi occhi erano ancora puntati su Dorothea, come a inchiodarla, mentre lei reggeva a stento quello sguardo glaciale.

<<Bene. Credo di essermi intromesso fin troppo. Buon proseguimento per la festa. Ancora auguri, e bentornata.>> concluse in tono neutro mentre posava il proprio calice di vino, nemmeno assaggiato, e si infilava il mantello per andarsene da quel locale il più velocemente possibile.

Dorothea si scusò con gli amici e rincorse il Console fuori dal locale con il pretesto di non averlo ringraziato per la bottiglia offerta.

All'esterno del locale si poteva ancora udire il brusio delle voci gaudenti dei clienti nonostante il sibilo del vento invernale. Dorothea seguì il Console, che già era ad una ventina di metri dal pub, e lo chiamò quando fu a portata di voce <<Percy! Percy... aspetta...!>>

Il ragazzo si bloccò, e si voltò piano verso di lei. Il suo sguardo sconvolto e deluso la fecero vergognare.

<<Sedici anni. Tu hai compiuto oggi sedici anni.>> dichiarò lui in tono serio e incredulo, scuotendo la testa. Poi esplose in una risata sarcastica, e stropicciandosi le labbra con una mano esclamò <<Non mi avevi detto di avere solo quindici anni!!>>

Dorothea si strinse nelle braccia e si imbronciò <<Tu non mi hai mai chiesto quanti anni avessi. Ti andava bene credere che fossi più grande!>>

<<Perché tu mi hai dato ad intendere di esserlo! Quando si accennava all'età, dicevi sempre "2 o 3 anni di differenza, che vuoi che siano!". E negli hotel, hai fornito documenti falsi! E poi, sembri davvero più grande, almeno 18 o 19 anni!>> si giustificò lui gesticolando nervoso e indicandola.

<<Infatti! Sono cresciuta in fretta, e mi sento a tutti gli effetti adulta! Bado a me stessa da così tanto tempo... che la mia età anagrafica non ha significato per me! È solo un numero inutile!>>

<<Ma non lo è per me!>> sbottò lui, e si zittì subito guardandosi intorno preoccupato che qualcuno potesse udirli.

Si avvicinò velocemente alla ragazza e le parlò a denti stretti, guardandola negli occhi <<Ti rendi conto di... di cosa... di cosa stavamo per fare!? Noi stavamo per fare...>>

<<Niente!>> lo interruppe lei fulminandolo <<Non abbiamo fatto niente, non è successo niente tra noi. Ricordi? Di che ti preoccupi!?>> lo rimproverò con acidità.

Percy rimase a bocca aperta, sbalordito, poi ridacchiò <<Sei solo una ragazzina. Nemmeno capisci. Stavo per fare qualcosa di disgustoso! E illegale, per giunta!>>

La ragazza si offese <<Non mi pare ti sembrasse poi tanto disgustoso! Hai solo qualche anno più di me! E cosa cambia, ora che sai quanti anni ho!? Non cambia proprio niente, Percy! Tu resti il Console Istruttore, e io una tua recluta. E tra noi non c'è e non ci sarà niente, nemmeno amicizia, come hai più volte sottolineato.>> sentenziò lei cupa.

Percy annuì piano squadrandola con sguardo severo dall'alto al basso, e in tono acido sentenziò <<Hai ragione. Tra noi non c'è e non ci sarà proprio niente. Buonanotte, Rivers.>> e se ne andò a grandi passi.

La ragazza rimase sola, sferzata da folate di vento gelide. Ma nemmeno le sentiva. Ora sapeva di non aver più davvero nessuna speranza, con lui.

Tornò nel locale alla propria festa di compleanno improvvisata, per nulla di buonumore, ma si sforzò di sorridere per non destare sospetti.

<<Certo che è stato proprio un bel gesto offrirci da bere! Chi l'avrebbe mai detto che il Console fosse così gentile, eh?>> commentò Markus stupito.

Dorothea fece una smorfia <<Già, molto gentile... Beh, festeggiamo!?>>

Percy attraversò la città senza nemmeno rendersi conto di dove stesse andando. Camminava come una furia, con lo sguardo fisso nel vuoto e la mente che vagava.

Quella rivelazione lo aveva sconvolto. Scoprire che Dorothea stava compiendo 16 anni, e che quindi ne aveva soltanto 15 nei giorni precedenti in cui erano stati insieme, era stato un pugno allo stomaco.

Perché lui, se mai avesse anche solo avuto il dubbio che lei fosse così giovane, non avrebbe mai osato avvicinarsi, in alcun senso. 

Non avrebbe mai dovuto farlo comunque, data la sua posizione, ed era riuscito a trattenersi. Ma questo non gli aveva impedito di fantasticare un po' e di vederla sotto ad un punto di vista meno casto...

Punto di vista che ora gli sembrava assurdo e rivoltante. Sciocca, testarda, irriverente ragazzina! Nemmeno si rendeva conto di quanto avessero rischiato, di quanti guai avrebbe potuto causare! Non l'avrebbe mai nemmeno più degnata di uno sguardo!

Sentì squillare il telefono, e rispose sovrappensiero.

<<Ehi! Ma dove diavolo sei?! Ti aspetto al Tipsy da un quarto d'ora!!>>

Percy si fermò e si batté una mano sulla fronte <<Scusami Frank, mi sono proprio scordato... sono quasi a casa...>>

<<Ah, fa niente... Meglio così, torno a casa presto e mi riposo! Tanto ci vediamo nei prossimi giorni, e alla festa di Natale, no?>>

<<Sì, sì... certo... a domani.>> riagganciò, e solo in quel momento, guardandosi intorno, si rese conto che il suo subconscio, mentre rifletteva, lo aveva portato davvero fino a casa.

Ma non la sua attuale casa.

Si ritrovò di fronte ad una staccionata scolorita, con un cancelletto che, ne era sicuro, avrebbe cigolato se l'avesse aperto. E rimase qualche istante a fissare la casetta di mattoni dal tetto rosso, dal cui comignolo uscivano riccioli di fumo.

Chissà se Annabeth, dato il clima rigido invernale, stava preparando la cioccolata calda, come era abituata a fare quando vivevano insieme, per poi accovacciarsi sulla propria poltrona a leggere un libro, assorta e concentrata come solo lei poteva essere.

Sospirò, e tornò sui propri passi, diretto a Palazzo.

25 dicembre 2015

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Quel Natale, mentre le alte cariche dello Stato e altri invitati eletti festeggiavano nel lussuoso Palazzo Consolare sul Colle Quirinale, i ragazzi delle Legione, quelli che non avevano una famiglia residente a Nuova Roma, si riunirono tutti insieme nel salone delle cene per passare la giornata in compagnia.

Visto che era giorno di festa e non sarebbero stati serviti, chiunque di loro volesse poteva cucinare e condividere con gli altri le proprie ricette di famiglia.

Vennero preparate pietanze di ogni genere e tradizione: dal messicano al cinese, dall'indiano al medio-orientale, e anche italiano, irlandese, russo... Tanti erano i ragazzi presenti e tanto variegate le etnie.

Anche Nadia contribuì con un piccantissimo Pollo Tikka Masala; Dorothea, invece, non aveva né alcuna voglia di festeggiare, né alcuna felice ricetta di famiglia da condividere.

<<Oh mamma! Devi provare questo hummus, è fantastico!!>> esclamò Nadia in estasi cercando di attirare l'attenzione dell'amica.

Dorothea sospirò e si prese una cucchiaiata di hummus di mala voglia <<Almeno sono proteine...>> mormorò a bassa voce.

<<Dai su, non ti preoccupare così oggi! Vedrai che rimetterai su muscoli, l'importante è che non salti i pasti come al tuo solito...>> la rimproverò l'amica.

Erano rimaste solo loro due e Vlad. Tony e Markus, invece, avevano i genitori, semidei, che vivevano a Nuova Roma, pertanto potevano tornare a casa quando volevano, dopo gli allenamenti al Campo Giove e le lezioni.

Le lezioni di qualsiasi tipo e grado, impartite con orari flessibili in base agli orari dei ben più importanti allenamenti, erano ovviamente sospese durante i periodi festivi e l'estate. Gli allenamenti, invece, non si fermavano mai, se non nei veri e propri giorni di festa dell'Urbe, durante i quali tutte le attività erano sospese.

Per quanto Natale non fosse una festività Romana, veniva comunque festeggiata con trasporto; era comunque il compleanno del dio Mitra, quindi, tutto sommato, stavano rendendo omaggio ad un dio romano.

I tre amici passarono il resto del pomeriggio insieme agli altri ragazzi con classici giochi di società, musica e chiacchierate.

Verso sera, Vlad propose qualcosa di alternativo <<Ehi, andiamo in centro a berci una cioccolata calda!? Ci sono anche tutti i banchetti natalizi... e quest'anno le luminarie e le decorazioni in città sono favolose!>>

<<Sì dai, sembra un programma molto natalizio! Dai andiamo!!>> accettò Nadia esaltata dall'idea.

<<Andate pure, io credo tornerò al dormitorio...>> rispose Dorothea svogliata.

<<No no, dai! Una bella cioccolata calda con la panna farà sorridere anche te!>>ribatté Nadia.

<<Ne dubito...>> ma la ragazza fu infine "convinta" a seguire gli amici in centro. Quindi, ben imbacuccati per far fronte al freddo di Nuova Roma, più rigido rispetto a quello del resto della Bay Area in quel periodo, i tre amici si incamminarono verso il Forum.

Già dal Campo Giove, si potevano ammirare le varie decorazioni luminose appese tra un edificio e l'altro. Arrivati in piazza, poi, furono travolti da un tripudio di luci, colori, musiche e profumi, con tutta la città in festa tra i banchetti.

Nonostante il malumore, Dorothea fu rapita da quell'atmosfera, e Nadia riuscì a trascinarla con sé per curiosare tra le varie bancarelle.

Dopo mezz'ora buona, le due ragazze furono raggiunte da Tony e da Markus, arrivati in centro con le famiglie; entrambi i ragazzi portavano in mano due bicchieri di cioccolata fumante.

<<Ohhh che carini!! Grazie tesoro!>> esclamò Nadia prendendo il bicchiere offertole da Tony, e stampandogli un bacio sulla guancia. Il ragazzo ridacchiò e apprezzò il gesto, nonostante non provasse alcun tipo di attrazione per la figlia di Voluptas, o per qualsiasi altra ragazza in generale...

Markus invece porse la propria cioccolata in più a Dorothea, che l'accettò ringraziando. Al che il ragazzo con un sorriso sarcastico le chiese <<E a me niente bacio?!>>

Lei lo guardò torva e presa alla sprovvista da quella strana richiesta, e Nadia le corse in aiuto <<Ma certo! Ecco anche a te un bel bacione!>> e accontentò il ragazzo. I quattro amici si misero a ridere, e Dorothea iniziò a bere la propria cioccolata senza più far caso all'accaduto.

<<Oh, guardate! Arrivano i Consoli!!>> esclamò Tony indicando convulsamente verso la parte est del Forum, dalla cui strada principale arrivava un'elegante carrozza, non proprio in stile romano, ma che sicuramente faceva la sua figura!

La carrozza si fermò di fronte all'Anfiteatro, dove iniziava la zona pedonale. La porta si aprì e ne uscì il Console Jackson. Indossava un'armatura decorativa con rifiniture dorate e un ampio mantello porpora con i bordi in pelliccia bianca, chiuso sul davanti da dei fermagli d'oro con inciso il tridente.

Dorothea quasi si strozzò con la cioccolata nel notare quanto fosse bello, ed era sicura che Tony e Nadia, di fianco a lei, fecero lo stesso.

Il Console si voltò verso i cittadini e li salutò con un rapido cenno della mano e un sorriso genuino. Poi si girò subito verso la carrozza e porse una mano alla Console Ramirez-Arellano per aiutarla a scendere. Non sembrava il tipo di donna che necessitava di un uomo per uscire da una carrozza, ma accettò il gesto cavalleresco del collega dandogli la mano.

Anche lei, vestita allo stesso modo di Percy ma in versione femminile, era mozzafiato, e stavolta fu Markus ad apprezzare la vista.

<<Sembrano degli dei...>> mormorò Nadia sognante mentre i Consoli salutavano e giravano tra i cittadini con naturalezza e disinvoltura per porgere i loro auguri.

<<Già... e che coraggio... dopo l'attentato della scorsa estate non hanno comunque smesso di farsi vedere in pubblico...>>

<<Sono intoccabili, e invincibili. Per questo sono dove sono.>> disse Markus annuendo con convinzione.

Dorothea distolse lo sguardo sospirando. Avrebbe voluto andare incontro a Percy, fargli gli auguri di Natale e chiacchierare con lui amichevolmente gustandosi la cioccolata cada. Invece, cercò di concentrarsi sui peluche e i dolcetti di pan di zenzero delle bancarelle.




Ciao a tutti!!! Eccovi il nuovo capitolo... è ormai finito il 2015 nella nostra storia! Chissà cosa il 2016 porterà ai nostri eroi... Continuate a leggere per scoprirlo!! 😘

E... beh... abbiamo scoperto l'età di Dora! Già qualcuno negli scorsi capitoli aveva intuito che fosse piuttosto giovane... ebbene, confermato! Che ne pensate?

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