La Cena
<<Ma che cazzo ti è preso!? Devi essere completamente impazzito!>>
<<Sono stato impulsivo, mi dispiace...>> mugugnò Percy ammettendo le proprie colpe.
<<Ti dispiace!? Hai dato spettacolo! Proprio quello che avremmo dovuto evitare! Incredibile!>> si lamentò la ragazza ad alta voce, ma non troppo per paura che gli ospiti in arrivo potessero sentire. Poi, iniziò a borbottare in spagnolo.
<<Se avessi sentito quel che hanno detto, l'avresti fatto anche tu!>> si giustificò lui.
<<No, non credo proprio! Perché IO so cosa il mio ruolo mi concede! Devi imparare a controllarti, ora che sei così vulnerabile è più importante che mai! Non puoi più essere sfacciato e irritante, rischi di farti ammazzare!>>
<<Ma...>>
<<Consoli, scusate. Gli ospiti sono nell'atrio.>> li interruppe Emone dopo aver provato ad attendere il momento migliore per attirare la loro attenzione, e Reyna le lanciò un'occhiataccia senza davvero voler essere malevola.
I due ragazzi annuirono, e si rimisero sul volto la maschera da perfetti politici, prima di uscire dall'appartamento e raggiungere gli invitati con un gran sorriso. Lungo il tragitto, nell'anticamera dell'appartamento di Reyna da cui stavano uscendo, incrociarono Leo, insieme a...
<<Annabeth? Che ci fai qui?>> chiese Reyna diretta e stupita, e ancora infastidita dall'alterco col collega.
<<L'ho invitata io quando eravamo alla diga... ho pensato... che avremmo avuto bisogno di rinforzi...>> chiarì subito Leo sperando di non averla irritata ulteriormente.
<<Lo dici come se stessimo andando in guerra...>> commentò Percy ridacchiando.
Reyna strizzò le labbra preoccupata, scambiandosi uno sguardo d'intesa con la figlia di Athena, che comprese quell'inquietudine e rispose <<Non sottovalutare questi individui, Percy. Questa visita potrebbe portare guai.>>
<<E tu che ne sai di loro?>> le chiese lui.
Lei fece spallucce <<Voci di corridoio. Quando stavo con Damien me ne aveva parlato, conosceva un paio di membri. Anche Richard ne sa qualcosa.>> rispose in tono di confidenza.
Percy inarcò un sopracciglio e nascose una smorfia nauseata nel sentire i nomi degli uomini della sua ex, mentre Reyna notò piuttosto un altro dettaglio <<Il fatto che due Questori conoscano questo gruppo o abbiano addirittura dei contatti, mi preoccupa.>>
<<Sì, beh, prima di fasciarci la testa, andiamo almeno a spaccarcela...>> tagliò corto Percy, stufo di quelle ipotesi e soltanto curioso di vedere i fatti. Quindi si avviò verso l'atrio d'ingresso per accogliere gli ospiti, e gli altri lo seguirono.
Piper era raggiante. Insieme a lei, c'erano un'altra ragazza e un ragazzo circa suoi coetanei, un uomo sulla quarantina, e una donna molto avvenente, che avrebbe potuto avere cinquant'anni dimostrandone meno di quaranta. Aveva lo sguardo astuto e ammaliante e i lineamenti vagamenti mediorientali, con capelli e occhi di un castano intenso; già dal modo di fare si capiva fosse una persona colta ed elegante, e da non sottovalutare. In generale, si poteva dire che tutto il gruppo fosse composto da persone particolarmente attraenti e affascinanti.
<<Benvenuti! Spero che il vostro viaggio sia andato bene e che Nuova Roma vi stia piacendo!>> li accolse Reyna.
L'attraente donna si fece subito avanti, palesandosi per la leader di quella delegazione <<Ma certo, Console Ramirez-Arellano. Alcuni di noi non sono a Nuova Roma per la prima volta...>> disse alludendo al fatto che qualcuno fosse romano, poi sorrise e proseguì <<Che piacere fare finalmente la Sua conoscenza, una donna da prendere ad esempio.>> la lusingò in tono affabile.
Ma era evidente che i suoi occhi bramassero la vista di qualcun altro. Cercò di nascondere quell'interesse finché finalmente non gli fu presentato ufficialmente <<Troppo gentile... avrete sentito parlare anche del Console Jackson, immagino.>> disse Reyna mentre Percy si faceva avanti per dare la mano all'ospite.
<<Il figlio di Poseidone. E chi non ne ha sentito parlare? Che onore. Desdemona Levi.>> si presentò porgendo la mano col dorso verso l'alto, e Percy capì di dovergliela baciare, mentre un sopracciglio gli si inarcava incuriosito dal nome.
<<Sì, è di origine greca. Ed ebraica il cognome.>> disse la semidea come rispondendo alla tacita domanda del giovane, che la squadrò sorpreso per quella perspicacia.
<<Dalla mala sorte.>> tradusse Percy commentando con audacia e un sorrisetto, <<Non molto auspicabile come nome.>>
La donna sorrise <<Alla pari del suo, Console. Il distruttore.>> sottolineò arguta. Percy si lasciò sfuggire un mezzo risolino nervoso, che lasciava trasparire come quel significato, da molti ignorato, gli desse profondamente fastidio, come fosse una profezia autoavverante.
Reyna interruppe quello strano scambio di battute presentando Leo, senza specificare le sue origini e ascendenze per non attirare troppo l'attenzione, e fece lo stesso con Annabeth.
La donna squadrò di sottecchi i due semidei inaspettati, sorrise furba, e proseguì con i convenevoli <<Vi presento Matthew Villan...>> e indicò il signore sulla quarantina, <<... Renée Durant...>> per la ragazza giovane, <<... e Thomas Trick.>> era il nome del ragazzo, <<... e per finire, la cara Piper, che già conoscete.>>
Leo la guardò con un tuffo al cuore, iniziando a porsi mille domande e ipotesi.
Percy invece le sorrise, e baciò anche la sua mano, non prima di aver baciato quella di Renée e stretto quella di Matthew e Thomas. Dopodiché, i due Consoli invitarono gli ospiti a seguirli nel giardino d'inverno per un aperitivo prima della cena.
Apprezzamenti. Lusinghe. Elogi. Questo fu pressoché il 90% del contenuto delle parole rivolte ai Consoli durante la prima mezzora. Sia Percy che Reyna se l'erano aspettati, e per quanto si mostrassero compiaciuti, erano addestrati a restare immuni a quei tentativi di corteggiamento.
Quando si furono accomodati per la cena, i due Consoli ebbero più respiro e l'occasione di parlare della città e delle prospettive di crescita.
Gli ospiti si mostrarono interessati, ma non furono altrettanto generosi nel fornire dettagli riguardo i propri progetti e affari.
Fu Leo il primo ad avere l'ardire di porre domande dirette e spiazzanti <<Quindi, in parole spicce, di cosa vi occupate, voi?>>
Ricevette qualche occhiataccia, ma nessuno degli interpellati rispose: tutti guardarono verso Desdemona, in attesa della sua risposta...
<<Politica.>> rispose semplicemente.
<<Politica?>> chiese Percy in tono pungente inarcando un sopracciglio.
<<Politica, relazioni internazionali, e sviluppo sociale.>> integrò la donna senza battere ciglio e recitando un copione perfettamente preparato.
<<Con quali nazioni collaborate?>> insistette Leo noncurante di essere sfacciato.
<<Tutte.>>
<<Cioè, avete influenza su ogni nazione? In tutto il mondo?>> chiese Annabeth forse troppo indiscreta e sarcastica, e Percy l'adorò.
Desdemona si limitò ad una smorfia soddisfatta per assenso, per poi assaporare il proprio vino <<Mmmhh, ottimo. Sassicaia?>> chiese da intenditrice.
Reyna annuì, mentre Percy notò con quale eleganza la donna avesse eluso il discorso avviato dalla figlia di Athena. Ma non si sarebbe arreso <<E cosa intendete per sviluppo sociale?>>
Desdemona lo guardò a metà tra l'ammirata e l'offesa, e gli sorrise <<Queste sono tematiche molto delicate, Console Jackson. Non so se una cena sia l'occasione giusta per parlarvene...>>
<<Ma non siete qui proprio per questo?>> rispose con quella sfacciataggine e quella faccia da piantagrane che lo contraddistinguevano.
Il tavolo ammutolì. I due semidei si fissarono per qualche istante, come in una gara a chi si arrende prima. Reyna intervenne per dissipare quella tensione <<Quello che il Console Jackson vuole dire...>>
Ma Desdemona la interruppe <<Credo che il Console Jackson si sia espresso benissimo, e ho capito cosa volesse dire...>>
Reyna le lanciò un'occhiata terrificante: quella donna non le era piaciuta dal primo istante in cui l'aveva vista, e ora le piaceva ancora meno.
Desdemona proseguì, con un sorriso magnanimo <<Facciamo esattamente quel che fate voi qui. Aiutiamo i nostri fratelli, creiamo le condizioni per poter vivere in pace e senza minacce. L'unica differenza è che voi lo fate per una città, noi vogliamo farlo in tutto il mondo. E ci impegniamo ogni giorno affinché questo si realizzi.>>
Detta in quei termini, e con quel tono calmo e rassicurante, sembrava proprio una bella favola.
D'altronde, non aveva detto niente di più di quanto i due Consoli già non sapessero, ma Percy, ascoltandola, iniziò a fantasticare su quel mondo idilliaco. E forse non solo lui, visto che, per qualche istante, anche Leo ed Annabeth si gustarono la cena in silenzio, assorti nei propri pensieri.
Anche Reyna sembrò affascinata, ma restò più distaccata <<Sembra di difficile realizzazione, un progetto così ampio.>> commentò.
<<Lo è, finché noi semidei proseguiamo ognuno per la propria strada senza collaborare davvero, senza unirci, e alimentando antiche e inutili rivalità distruttive. Se pensiamo che fino a qualche anno fa era necessario tenere semidei greci e romani gli uni all'oscuro degli altri per evitare guerre fratricide, è facile capire come mai siamo ancora così poco influenti e al sicuro in questo mondo. Siamo i peggiori nemici di noi stessi!>>
Ancora una volta, la misteriosa semidea aveva descritto qualcosa di veritiero e molto comprensibile a tutti, e in cuor loro nessuno si sentì di darle torto. Anzi, dato il battibecco avvenuto qualche ora prima, Percy, Annabeth e Leo si sentirono particolarmente coinvolti da quelle parole.
Reyna, tuttavia, trovò la donna ancora più insopportabile <<Non mi sembra che ora vada così male. Nuova Roma e Campo Mezzosangue collaborano a stretto contatto, ci aiutiamo a vicenda, e le rivalità sono superate.>>
Desdemona guardò la ragazza, e sembrò sfidarla <<Lei dice, Console? Non vedo tutta questa collaborazione.>>
Reyna accettò la sfida <<Ah no? Beh. Abbiamo un Console greco, sarebbe stato impensabile fino a qualche anno fa, un'eresia! Abbiamo un'Edile greco, che siede a questo tavolo, e che è la miglior architetta che entrambe le nature divine potrebbero desiderare e che ha aiutato ricostruire nientemeno che l'Olimpo dopo la sconfitta di Crono...>> e indicò con orgoglio Annabeth, per poi proseguire con fervore <<...E abbiamo il miglior ingegnere vivente, anch'egli greco, come nostro consigliere personale...>> disse inventandosi sul momento un ruolo per Leo, che non poté evitare una faccia piuttosto stupita da quelle lusinghe.
L'ospite sembrò registrare ogni informazione mentalmente, come tessendo qualcosa nella propria testa, e spostando lo sguardo tra quei 4 ragazzi. E Reyna, ora lucida, sentì la strana sensazione di aver abboccato un amo ben camuffato e di aver scoperto le proprie carte prima che la partita fosse finita.
Gli altri ospiti non mostrarono alcun tipo di reazione, al contrario di Piper, che sembrava leggermente preoccupata dalla piega che quel discorso stava assumendo, e dai toni usati da Reyna.
Ci fu qualche istante di impasse e imbarazzo generale, poi fu Renée a rompere il silenzio, ponendo domande con una nonchalance tale da farla sembrare una bimba innocente e ingenua <<Ma quindi, voi 3 siete tutti greci?>> chiese indicando Percy, Leo ed Annabeth.
<<Sì, esatto. Anche se sulla natura di Percy c'è qualche dubbio da tempo... sembra ci sia una parte romana in lui, dato che alcune divinità lo hanno riconosciuto come figlio di Nettuno...>>
<<E tu invece di chi sei figlia?>> chiese poi, sempre con quella leggerezza che non faceva sembrare minimamente la domanda fuori luogo.
<<Io? Sono figlia di Athena...>> rispose con semplicità, chiedendosi cosa quella ragazza così naïve apportasse a quel gruppo.
<<Ohhh ora ricordo...>> dichiarò evidentemente stupita, <<Stavate insieme voi due, vero? E avete combattuto contro Crono insieme, e attraversato il Tartaro, e...>>
<<Sì, esatto.>> la interruppe Percy tagliando corto quel doloroso elenco e sorridendole per indorare la pillola.
<<E tu, invece?>> continuò Renée indicando Leo, ancora curiosa.
Lui, a bocca piena, fu colto alla sprovvista <<Io? Umpf...>> inghiottì, e poi rispose <<Sono figlio di... Efesto...>> disse poco entusiasta, dato il recente confronto avuto col padre.
<<Ohhh ricordo anche te, eri uno della Profezia dei 7, vero!? Tu hai sconfitto Gea!>> esclamò eccitata.
Leo annuì <<Sì, esatto. Anche Percy ed Annabeth erano nei 7. E Piper.>> aggiunse poi con rammarico, lanciando un'occhiata alla semidea, che continuava ad ignorarlo totalmente.
<<Ma tu hai proprio combattuto Gea, di persona, no?>> insistette lei.
Leo annuì, non troppo felice di rivangare quei ricordi <<Sì... io, Piper e... Jason...>>
<<Jason Grace, era figlio di Giove, giusto?>> chiese Thomas, sperando in maggiori dettagli. Fu Reyna stavolta a tagliare corto rispondendo secca <<Sì, esatto.>>. Non avrebbe più fornito alcun dettaglio a quella comitiva di intrusi.
Tornò il silenzio, e stavolta fu Desdemona a lanciare una frecciatina <<E Lei, Console Ramirez-Arellano, non era coinvolta in nessuna profezia? Non ha partecipato a qualcuna di queste avventure?>>
Reyna mantenne tutto il contegno e la pazienza possibile, e sorrise <<Non direi. Mi sono limitata a trasportare l'Athena Parthenos fino al Campo Mezzosangue in segno di pace tra romani e greci, tanto poco era di mio interesse la collaborazione tra semidei.>> e sorrise con un sopracciglio inarcato dal sarcasmo.
Anche i suoi amici sorrisero sotto i baffi, nascondendo il compiacimento dietro un boccone o un sorso di vino.
Se anche Desdemona avesse trovato quella risposta sfacciata, non lo diede a vedere, e sorrise. Tornò poi a discorsi più leggeri, intuendo di doverci andare piano e di avere di fronte qualcuno che le avrebbe tenuto testa se avesse invaso troppo il suo territorio.
Anche gli altri si dedicarono a discorsi meno impegnativi. Renée si mostrò interessata a Leo e alle sue storie riguardo la Profezia dei 7, mentre Thomas e Metthew dedicarono le proprie attenzioni in particolare ad Annabeth e ai suoi progetti.
Il dolce fu servito nel patio, e il non dover essere seduti e costretti a guardarsi in faccia rese il clima più disteso. Reyna e Percy si scambiarono qualche sguardo d'intesa e qualche veloce commento mentre nessuno poteva sentirli:
<<Sei agguerrita.>> le disse lui muovendo appena le labbra dietro ad un calice di champagne.
<<Non puoi capire quanto. Se solo la sento ancora fare uno dei suoi discorsi idilliaci... potrei vomitare...>> mormorò sprezzante dando le spalle a tutti gli ospiti.
Percy sorrise appena <<Non sono brutti discorsi, tuttavia.>>
<<Ti prego, non farti abbindolare! Non sarai serio!>>
<<Sì, invece. E non credo di essere il solo a pensarlo.>>
Reyna si guardò intorno, e notò come anche Leo e Annabeth si fossero lasciati ammansire dal resto dei commensali, con cui stavano tuttora chiacchierando amabilmente. Si corrucciò.
<<Arrenditi. Qui sei l'unica prevenuta, a quanto pare. O sei invidiosa perché non sono interessati a te?>> la rimproverò in tono dolce.
Lei lo guardò negli occhi, ed era talmente preoccupata da ignorare totalmente quella frecciatina <<DI loro non mi interessa, e se davvero vogliono avere te, dovranno passare sul mio cadavere!>>
Detto ciò, Reyna non lo mollò un solo secondo, nonostante sia Matthew che Thomas, e infine Piper, provarono a distrarla e allontanarla: stavolta non ci sarebbe cascata e non avrebbe lasciato che Desdemona puntasse al suo trofeo tanto ambito. E Percy la lasciò fare, consapevole che, nonostante tutto, la ragazza agisse per proteggerlo.
Renée invece continuava a dedicarsi a Leo, e sembrava sinceramente entusiasta e rapita, tant'è che il ragazzo si sentiva a disagio per tutte quelle attenzioni femminili. Ma la sua attenzione invece cadeva spesso su Piper: la osservava, notandola irrequieta, e non poteva fare a meno di chiedersi se lei sapesse la verità.
Quando la serata si avviava alla conclusione e gli ospiti iniziavano a congedarsi per raggiungere le proprie stanze nell'ala ovest del palazzo, Leo approfittò della disattenzione di tutti per avvicinarsi alla figlia di Afrodite <<Ehi, Pip... come stai? Non ci siamo praticamente parlati stasera...>>
La ragazza lo guardò strizzando le labbra, come se lo trovasse fastidioso <<Perdonami, era una cena importante per me, ero molto concentrata.>> spiegò sorridendo.
<<Oh, capisco... e pensi sia andata bene?>> chiese solo per poter prolungare la conversazione con la ragazza.
Lei fece una smorfia <<Tu che ne pensi? Comunque... ora vado a letto anche io...>>
<<Ma... vorrei tanto parlarti, possiamo? Magari andiamo in uno dei salottini...>> chiese quasi in una supplica. Ma lei lo liquidò senza troppi giri di parole <<Non stasera, ora vado. Notte.>>
La guardò allontanarsi, in coda a quella comitiva che ancora ben non si riusciva ad identificare, e la sentì più distante che mai.
Reyna invitò Annabeth nel proprio appartamento per parlare, quindi Percy decise ritirarsi nel proprio da solo <<Vieni?>> chiese a Leo.
Lui però declinò l'invito, e decise di tornare verso il patio per gustarsi un po' di aria fresca in solitudine, rimuginando ancora una volta su quel che aveva scoperto. Voleva parlarne con lei, ma a quale pro? Cosa sarebbe accaduto poi? Già Piper si era allontanata, col tempo, e scoprire che anni addietro erano stati quasi fidanzati, o comunque la prima storia d'amore l'uno dell'altra, come poteva trasformare il loro rapporto attuale?
<<Leo, scusami, mi aiuteresti?>>
Leo si voltò di scatto, totalmente stupito da quella comparsa <<Renée? Non eri andata nella tua camera?>>
<<Oh, sì, ma vedi, ho un problema con la finestra, è bloccata e vorrei far girare un po' d'aria... ma con le tue doti potresti sicuramente sistemarla, no!?>> ipotizzò con quel candore che per tutta la sera l'aveva contraddistinta.
Leo si accigliò <<Credo che possa aiutarti uno dei domestici per questo.>> rispose ritenendo che si trattasse di un problema piuttosto banale che non richiedesse l'intervento di un ingegnere.
La ragazza sembrò rabbuiarsi come avesse ricevuto una notizia terribile, e Leo si sentì immediatamente in colpa tanto da dover rimediare <<Ma-ma sicuramente avranno molto da fare, posso dare un'occhiata io, certo...>>
Renée si aprì in un gran sorriso, e con entusiasmo prese Leo a braccetto per accompagnarlo, lasciandolo ancora più esterrefatto.
Arrivati in stanza dopo qualche chiacchiera, Leo si avviò subito alla finestra e iniziò ad armeggiarci. Gli bastarono meno di 30 secondi per aprire quella che sembrava una finestra semplicemente un po' rigida, ma non bloccata come descritto.
La aprì e richiuse almeno 3 volte, per vedere come funzionavano le cerniere <<Uhm, forse serve un po' di olio, ma non sembra così gra...>> si voltò per rivolgersi alla ragazza che era rimasta alle sue spalle, e rimase a bocca aperta.
La semidea era totalmente nuda, in posa come fosse la Venere di Milo. Lo guardava con desiderio, e sul suo volto era sparito ogni accenno di innocenza. Camminò con passo felpato verso il ragazzo, fissandolo negli occhi, mentre lui era ancora paralizzato contro la finestra e con la mandibola a mezzaria.
<<Sei davvero un ingegnere formidabile.>> commentò con un sorrisetto furbo.
Lui deglutì e si sforzò di trovare qualcosa da dire <<N-non era poi così... complicato...>>
Lei l'aveva già raggiunto, e gli stava accarezzando il petto, aprendogli la toga indossata per la cena, per raggiungere i pantaloni e poterli sbottonare <<Devo proprio sdebitarmi.>> sussurrò lussuriosa.
Per quanto sconvolto, Leo non poté ignorare l'impulso sessuale che quella ragazza gli stava suscitando. Ma provò a resistervi <<Beh, non è necessa...>> ma lei lo ammutolì con un bacio appassionato, gettandogli le braccia intorno al collo.
Per la prima volta dopo Calypso, Leo non pensò a nessun tipo di impedimento, né si sentiva inferiore o inadeguato. Non si preoccupò nemmeno che la ragazza potesse trovare le sue mani fredde e impersonali, e la alzò di peso per portarla sul letto.
<<Quindi, che ne pensi?>> chiese Reyna impaziente.
Annabeth fece spallucce mentre si sedeva comoda su un divanetto <<Meglio di quanto temessi, devo ammettere. Non hanno detto nulla di sbagliato od osceno, dopotutto.>>
<<Non hanno nemmeno detto nulla che già non sapessimo, e ci hanno mostrato solo il lato positivo! Continuiamo a non saperne nulla di concreto.>> commentò la figlia di Bellona preparando un paio di drink.
<<Beh, era ovvio che sarebbero venuti solo per una specie di primo sopralluogo, avranno voluto capire che aria tira e se c'è qualcun altro di interessante oltre a Percy, ma non avrai davvero pensato che avrebbero raccontato i loro metodi a tutti noi così apertamente!>> le fece notare Annabeth disillusa.
<<Ma no, certo che non mi aspettavo chissà quali dettagli... Ma sai... anche io in fondo ero curiosa di capirne qualcosa di più... Ma è ovvio che avranno molto da nascondere! Chissà che razza di gesta immonde compiono... E quella Desdemona... insopportabile e falsa!>> rispose frustrata completando i cocktail con due olive e avviandosi coi bicchieri verso l'amica.
Annabeth prese il proprio e tacque per qualche istante, come pensierosa. Reyna lo notò, e la guardò curiosa <<Non sei d'accordo con me?>>
L'altra distolse lo sguardo strizzando le labbra, temendo di ferire l'amica <<Non saprei. Desdemona ha sicuramente qualcosa da nascondere, ma sembra una tosta. Ha detto cose interessanti, e giuste...>>
<<Una tosta!? Io sono una tosta! Tu sei una tosta!>> sbottò ridacchiando.
La figlia di Athena scosse la testa <<E noi, non abbiamo nulla da nascondere!?>>
Reyna inarcò un sopracciglio mentre iniziava a sorseggiare. Annabeth proseguì il proprio pensiero ad alta voce <<Quel che dico, è che sicuramente non è arrivata dov'è senza sporcarsi le mani, okay. Ma sembra avere dei buoni propositi e dei progetti ambiziosi. Se tutto andasse come auspica, sarebbe un cambiamento epocale, in meglio. Forse sarebbe un peccato... non farne parte...>>
Reyna si accigliò <<Davvero sei interessata a questa cosa?>>
Annabeth si strinse nelle spalle <<Forse sei l'unica ad aver avuto una sensazione negativa, sai? Anche Leo e Percy sembravano persuasi da Desdemona...>>
Reyna era incredula. Anche lei, per un istante, si era lasciata affascinare; ma si era subito distaccata da quelle utopie appena aveva provato repulsione per chi le professava, Desdemona.
<<Non puoi essere seria, Annabeth! Sei venuta qui per darci manforte, e ti schieri dalla loro parte!?>>
<<Non c'è una parte dalla quale schierarsi! Siamo tutti semidei, e tutti noi vogliamo il meglio per la nostra specie, e per l'umanità!>> spiegò la figlia di Athena con razionalità.
<<No, Annie! Ragiona!>>
<<Ma io ragiono, Reyna! Forse a te danno fastidio perché vogliono Percy e non hanno dimostrato grande interesse nei tuoi confronti, e questo ti porta ad avere pregiudizi!>>
<<No!>> ribadì la figlia di Bellona un po' stizzita da quelle parole; posò il proprio bicchiere, e si voltò verso l'amica per cercare di riconquistarla <<Ascolta. Prova ad essere totalmente distaccata per un secondo. Questi qui spuntano dal nulla, una specie di setta che esiste da centinaia di anni o più a quanto pare, e che solo ora inizia a palesarsi per reclutare adepti. Se hanno così a cuore il benessere dei semidei, dove sono stati finora!? Mentre noi combattevamo e difendevamo il mondo da ogni sorta di minaccia, loro che stavano facendo!?>>
Annabeth sbuffò scuotendo la testa <<Non saprei... ma se sono una società segreta, è normale che siano rimasti nell'ombra finora. E forse non potevano esporsi durante le profezie... O non ne avevano la forza... Non so... davvero...>> concluse confusa più di quanto non fosse mai stata.
Reyna approfittò di quella confusione e incalzò il discorso <<Analizziamo i fatti. Si sono presentati in 5, ora sappiamo i loro nomi, ma non ci hanno nemmeno detto le loro origini. Non ti è sembrato sospetto?>>
<<Non hai fatto lo stesso con me e Leo, finché Desdemona non ti ha stuzzicata!?>>
Reyna la guardò con un gli occhi a fessura e rispose scocciata <<Vero, ma era per difendervi. Erano loro in attacco. Sono venuti qui, come hai detto anche tu, per indagare e tastare il terreno. Non volevo dargli in pasto altre prede!>>
Annabeth annuì, concedendo quel round all'amica. Restarono qualche secondo in silenzio a sorseggiare i propri drink, poi la figlia di Bellona riprese il proprio ragionamento <<Ad ogni modo, questi 5 che sono venuti devono avere una qualche importanza. Saranno semidei o legati con un qualche potere, no?>>
<<Non è detto... magari sono semplici funzionari...>>
<<No no. Desdemona non è una semplice segretaria, questo è ben chiaro. No, per Percy, devono essersi smossi dei tipi non da poco, non potevano lasciare la questione in mano a funzionari di basso rango...>> ipotizzò in tono meditabondo.
<<Credo tu abbia ragione. Ma se non sappiamo nemmeno di chi siano figli...>> iniziò Annabeth.
<<... Non possiamo capire che potere abbiano... o se ne hanno... Molti semidei sono semplicemente più forti e veloci, ma nulla più...>> concluse Reyna, più cupa che mai. Oltre a tutto ciò che già era in ballo, ora doveva preoccuparsi pure di questa setta che voleva reclutare Percy.
Annabeth la osservò per qualche istante, e percepì tutta la sua angoscia, che condivideva. Nonostante tutto, proteggere Percy era anche per lei la cosa più importante, specialmente in quella situazione così delicata. Cosa avrebbe fatto quella setta conoscendo la verità sul semidio più famoso al mondo?
<<Senti.>> esordì la figlia di Athena risoluta, decisa ad aiutare l'amica, <<Analizziamo i fatti, come hai detto tu. E partiamo dalla parte opposta: questa delegazione è venuta per un'ispezione, per conoscere Percy. Parlarci e... invogliarlo ad unirsi a loro, giusto?>>
Reyna annuì. Annabeth annuì ancora più vigorosamente, gesticolando <<Ecco! Questi sono i fatti! E se il loro scopo ci dicesse anche qual è il loro potere? Dopotutto, hanno con sé una figlia di Afrodite con la lingua ammaliatrice, questo è il nostro più grande indizio... E un altro dato di fatto è che tutti noi, anche tu per un istante, e non negarlo, siamo stati persuasi dalle parole di Desdemona... giusto? Forse non ci hanno detto di chi sono figli perché, sapendolo, saremmo stati tutti all'erta, magari hanno poteri simili a Piper...>>
La figlia di Bellona fissò l'amica per qualche istante, intensamente. Poi, si aprì in un sorriso soddisfatto <<Annabeth Chase, tu sei un cazzo di genio.>>
La cena era finita ormai da due ore buone, quando qualcuno bussò ad una porta...
Toc toc toc.
<<Avanti.>>
<<Sei sveglio? È permesso?>>
<<Piper! Certo... vieni pure...>> la invitò Percy alzandosi dalla poltroncina sulla quale si era svaccato e indicandole di raggiungerlo nel salottino.
Lui si era tolto la toga e ora indossava dei comodi pantaloni di un pigiama porpora, e una t-shirt bianca. Lei invece si era messa comoda con una specie di vestaglia, elegante ma non troppo sensuale.
Lei sorrise e gli andò incontro squadrandolo per un istante, e prendendo poi posto sul divano e accavallando le gambe con grazia.
Nonostante la sua ingenuità, a Percy non sfuggì quel gesto, né il fatto che lei avesse atteso notte fonda per andare a parlargli, e si mise all'erta <<Dunque, questo è il secondo round?>> chiese ironico offrendo un bicchiere di vino alla ragazza, che lei accettò sempre con un gran sorriso e fingendo di non capire cosa lui intendesse <<Secondo che?>>
Lui inarcò un sopracciglio, e si sedette vicino a lei <<Dai, sei venuta qui con quei tuoi amici per lusingarmi e invogliarmi ad unirvi a voi... Lo sai tu, e lo so io...>> disse pacato indirizzando il proprio calice verso di lei per un brindisi e strizzandole l'occhiolino mentre il vetro tintinnava.
La semidea abbandonò la propria espressione innocente, e fece una smorfia furba tornando per un attimo la vecchia Piper <<Lo diceva Annabeth che non sei ingenuo quanto sembri.>>
<<Lo prendo come un complimento.>> disse lui poggiando le labbra al bicchiere.
<<Beh, che mi dici? Ti abbiamo almeno incuriosito?>> chiese provando a nascondere quanto fosse interessata a quella risposta.
Il ragazzo fece spallucce, dandovi invece poco peso <<Incuriosito di sicuro, ma non so se nel modo che speri... E tante cose restano piuttosto oscure... Insomma, praticamente non ci avete spiegato un bel niente di quel che fate!>>
<<Ma certo, non possiamo mica sbandierare in giro i nostri affari più delicati alla prima cena che capita!>> rispose lei ridacchiando con grazia, <<Ma possiamo approfondire, se ti va...>> propose poi in tono più suadente e misterioso.
E contro ogni propria aspettativa, Percy trovò quell'idea molto allettante e si rivolse alla ragazza dedicandole completa attenzione <<Approfondire, dici? Perché no... Dimmi, in quanti siete, nel mondo? Dove avete la vostra sede, se ne avete una? O più di una? E di cosa vi occupate, davvero? E quali sono i vostri obiettivi e come intendete raggiungerli?>> snocciolò tutto d'un fiato.
Lei sorrise, e approfittò di quella buona disposizione <<Oh mamma mia, che curioso! Con calma, Percy, ogni cosa a tempo debito! È presto per tutti questi dettagli, prima dobbiamo iniziare dalle basi, dalle nostre motivazioni... che sono semplici...>> disse sempre più criptica, tenendolo all'amo.
Poi chiese <<Quante volte abbiamo osservato la società, vedendone il marcio e sentendoci turbati? Quante ingiustizie vediamo ogni giorno nel mondo? E perché non abbiamo mai fatto niente, Percy?>> gli chiese facendo leva sul lato da giustiziere del ragazzo, che conosceva bene.
Percy fece spallucce <<Non so... perché non possiamo? Insomma... è qualcosa di troppo grande...>> pigolò lui sentendosi in colpa.
<<Non possiamo? E chi lo dice? Siamo figli di divinità! Chi meglio di noi, per cambiare le cose? Noi possiamo e dobbiamo! Ne abbiamo il potere, il dovere... e il diritto!>> dichiarò con fervore avvicinandosi al ragazzo col corpo man mano che aumentava l'intensità nella sua voce.
Percy la ascoltava, rapito da quella passione e da quei discorsi. Potevano sembrare banali, ma perché in effetti non si era mai preoccupato di migliorare davvero il mondo? Certo, aveva combattuto per difenderlo, senza tuttavia cambiarne il funzionamento alla radice... e si stava impegnando per migliorare Nuova Roma... ma se solo avessero voluto, coi loro poteri uniti, avrebbero potuto fare molto di più.
<<... invece, ce ne stiamo nascosti nell'ombra, a vivere egoisticamente le nostre esistenze sulla difensiva, sperando di non essere trovati dai mostri. Ma noi non siamo prede! E non dovremmo nemmeno vergognarci della nostra natura! Dovremmo andarne fieri, camminare a testa alta e prendere il posto che ci spetta nel mondo! Rivendicare i nostri diritti di nascita!>>
<<Addirittura!?>> ridacchiò con ironia, ma non del tutto in disaccordo.
<<Nell'antichità ci riconoscevano per ciò che eravamo... e ci rispettavano. Ci idolatravano. Ci innalzavano a paladini. Re e regine. Eroi di cui scrivevano poemi che ancora riecheggiano ai nostri tempi... Nonostante l'arretratezza, l'apertura mentale era tale da permetterci di coesistere con i comuni mortali, e di prosperare... Non sarebbe bello poterlo fare di nuovo?>>
<<Mmmh...>> mugugnò il ragazzo pensieroso e sempre più trasportato in quelle fantasie di supremazia, nonostante Reyna lo avesse messo in guardia.
<<Meriteremmo molto di più, Percy. Se solo fossimo davvero liberi...>>
<<Vero...>> confermò lui, totalmente assorto.
La ragazza nel frattempo si era accostata sempre di più, iniziando a toccarlo. Aveva iniziato da una semplice carezza d'incoraggiamento, sul braccio e la spalla, per passare poi alla schiena, e infine ad una coscia, con l'obiettivo di risalire poi con delicatezza verso l'inguine, mentre continuava a proporgli tutti quei bei scenari in cui perdersi. Lui neanche se n'era accorto, troppo rapito dalle sue parole ammaliatrici.
<<Potremmo migliorare il mondo, e governarlo. Ne abbiamo il diritto.>> insistette avvicinandosi sempre di più con tutto il corpo, in modo da potersi appoggiare totalmente a lui.
<<Tu dici sul serio?>> chiese il ragazzo trasognato, sperando in una conferma. Quanto sarebbe stato bello usare i propri poteri in quel modo... non era forse quello il miglior utilizzo della loro natura divina?
<<Certo. Però... proprio per questo ci serve il tuo aiuto... saresti il nostro alfiere nel mondo. Il frontman che cerchiamo da tanto. Tutti ti seguirebbero, altri semidei si unirebbero a noi. E i comuni mortali ti amerebbero. Sei un leader nato. Tu, Percy, ci porteresti in una nuova era.>> gli sussurrò all'orecchio infilando con delicatezza la mano nei pantaloni del ragazzo, già eccitato. Da che mondo e mondo, non c'è miglior modo per irretire un uomo, se non con promesse di potere, e sesso.
Percy se ne stava ad occhi chiusi, seduto comodo mentre Piper iniziava ad approfittare di lui.
Che bella sensazione. Che beatitudine. Sembrava tutto così realizzabile e appagante, tutte quelle promesse, quelle utopie. Aveva provato ancora una sensazione simile... certo, altre donne avevano usato un tale potere su di lui. Euribia. Nadia, di recente... e Piper stessa, in passato.
<<E poi, io e te, insieme. Che coppia saremmo...>> gli sussurrò sempre più vicina al suo viso, con le labbra che gli sfioravano il collo, mentre lui la ascoltava in estasi e coi brividi sulla pelle.
D'un tratto, come spesso era accaduto, una saggia vocina, che somigliava terribilmente a quella di Annabeth, lo riportò bruscamente alla realtà.
Percy spalancò gli occhi, guardando la ragazza che stava per baciarlo <<Se Jason potesse vederti si rivolterebbe nella tomba.>> dichiarò lapidario.
La ragazza sembrò pietrificarsi. La sua espressione prima seducente divenne d'un tratto cupa e sofferente, <<Perché l'hai detto?>> pigolò esterrefatta.
<<Perché è la verità.>> rincarò lui ora vigile e serio.
Piper si ritrasse, orripilata e adirata, incapace di guardare Percy negli occhi un secondo in più, mentre lui si sistemava i pantaloni e si alzava per prendere un altro sorso di vino e snebbiare del tutto la mente.
<<Questo è stato sleale!>> lo rimproverò con rabbia.
Lui rise sarcastico <<Sleale io? E tu, che hai provato ad ammaliarmi e portarmi a letto per convincermi ad unirmi a quella tua setta? E dimmi, fino a dove ti saresti spinta, se avessi accettato!? Per quanto mi avresti preso in giro fingendoti la mia compagna o amante o che so io!?>>
La figlia di Afrodite si risentì per quell'accusa <<Non fingevo, sei un ragazzo attraente!>>
<<Oh ma piantala, Piper! Non hai mai mostrato il minimo interesse, che strano che proprio ora io ti piaccia!>>
La ragazza non riuscì a ribattere, troppo stupita da quella svolta. Come aveva potuto fallire? Nessuno resisteva alla sua lingua ammaliatrice! Ma, si era impegnata davvero?
<<Quindi, questo era il tuo compito? Soggiogarmi e reclutarmi?>> chiese Percy interrompendole i pensieri. Lei lo guardò con un'occhiata truce <<Non biasimarmi! Se fossi al mio posto, capiresti! I nostri progetti, i nostri ideali, ci renderanno liberi e miglioreranno il mondo!>> si giustificò lei.
<<E questo giustifica che i tuoi cosiddetti "amici" ti sfruttino come puttana?!>> la rimbeccò lui più schietto e crudo di quanto avrebbe voluto.
Lei si indignò e si alzò di scatto dal divanetto, diretta all'uscita come una furia in fuga.
Percy, dispiaciuto, scosse la testa maledicendosi e le corse dietro per bloccarla, a fatica, prendendola da un braccio <<Aspetta, Piper, dai! Perdonami...>>
Lei cercò di divincolarsi, troppo arrabbiata per rendersi conto della debolezza fisica dell'amico <<No, lasciami, se è questo ciò che pensi di me! Ma chiediti cosa stai davvero facendo tu per i tuoi fratelli semidei, mentre noi siamo disposti a sacrificare tutto per i nostri fini!>> gli disse quasi urlando con un pizzico di isteria.
<<Sei davvero così devota alla causa?>> gli chiese lui guardandola negli occhi, bloccandola sul posto con quello sguardo penetrante. Piper, a disagio, confermò <<Sì, certo!>>
Ma lui la guardò di sbiecò <<No.>> le disse mostrando più perspicacia di quanto gli altri gliene attribuissero, <<Tu hai paura! Che cosa... cosa ti hanno fatto, Piper?>> le chiese preoccupato.
La ragazza si sforzò di sostenere quello sguardo indagatore, ma deglutì <<Lasciami andare!>> lo supplicò, senza tuttavia impegnarsi davvero più per liberarsi dalla sua presa.
<<Piper, ascolta! Siamo noi i tuoi amici! Siamo qui! Non quei fanatici! Se ti stanno costringendo o minacciando, noi possiamo...>>
<<Shhh... stai zitto!>>
<<No! Ascolta...>>
<<TU ASCOLTA, PERCY! SEI COSÌ STUPIDO!?>> lo interruppe lei premendogli una mano sulla bocca e con il panico nella voce.
I due si guardarono per qualche istante, mentre lei respirava pesantemente per calmarsi. Gli tolse la mano dalle labbra, e a bassa voce, continuando a fissarlo, mormorò <<Qui, a Nuova Roma, siete in una bolla felice. Ma loro, là fuori, sono ovunque, nell'ombra, da centinaia di anni, nemmeno ti immagini fin dove arrivino. Hanno aspettato, e aspettato... E ora sono pronti al grande passo. E vogliono farlo con te.>>
Il ragazzo l'aveva ascoltata con attenzione. Lei si guardò un attimo intorno, come per assicurarsi di non essere spiata.
<<E qual è questo grande passo?>> chiese lui a bassa voce.
Piper scosse la testa, dispiaciuta <<Di preciso non so. Non si fidano ancora così tanto di me. Ma se Desdemona è qui, è qualcosa di grosso... E non le piacerà sapere che hai rifiutato la mia proposta.>> ammise preoccupata.
<<Non mi lascerò convincere, non con questi trucchi. Se questi sono i loro metodi, non accetterò mai il vostro invito.>> dichiarò risoluto e orgoglioso.
Piper ridacchiò amaramente <<Percy... stavolta era un invito. La prossima volta non lo sarà.>> gli lanciò un'ultima occhiata ammonitrice, mentre lui la lasciava scivolare via e uscire dall'appartamento, lasciandolo con ancora più quesiti di quando era arrivata.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro