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AMORI SUL CAMPO - Parte 2

Benvenute, piccole anime trepidanti! Non vedevate l'ora di scoprire cosa fosse successo dopo che Francesco avesse mandato quel messaggio bollente alla nostra piccola sprovveduta, vero? Birbantelli!

Dopo tanti mesi di latitanza e consapevole di non avere nessuna intenzione di regalarvi gioie nelle mie storie in corso, ho pensato che fosse giusto premiarvi con aggiornamenti a raffica di questo sano trash quotidiano.

Per cui, ciancio alle bande: immergiamoci nella lettura.

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L'indomani, all'entrata della scuola, Sara lo vide, con tutta la sua bellezza. Non ci aveva pensato prima al fatto che ogni giorno della sua vita, Sara lo avrebbe incontrato la mattina. (Sounds like a minaccia.) Bellissimo, sulla sua vespa blu metallizzato, che parlava con degli amici. Se prima semplicemente non gli era indifferente, adesso le piaceva da impazzire.

Ammazza, che velocità. Nemmeno il tempo di dirgli ciao e sciorinargli quattro dati sensibili sulla tua persona che già gliela lanceresti con la mazzafionda.

Questa c'ha l'innamoramento più facile della mia capacità di perdere puntualmente un calzino in lavatrice. Eppure ci erano entrati in due nell'oblò, lo giuro.

Non avrebbe voluto vederlo, salutarlo, incrociarlo, voleva ignorarlo,

(Sì scusate, oggi vado di Bonolis)

ma non poteva, essendo fermo proprio al cancello.

Sara si fece coraggio, deglutì e con il cuore in gola si avvicinò al cancello e lo attraversò. (Nel senso che è passata attraverso le sbarre come se fosse fatta della stessa sostanza dei sogni e di Mirtilla Malcontenta?) Era fatta, non l'aveva vista.

- Cosa sono questi modi? Non si saluta?

Forse, invece, l'aveva proprio vista.

Ma non mi dire.

Sara si gelò, arrossì e cercò di calmarsi.

Si voltò con aria disinvolta, come se non fosse niente, ma quando lo vide, girato dalla sua parte, con gli occhiali da sole, sorridente, il cuore le balzò in petto.

Restò, o almeno, cercò di restare, tutto sommato disinvolta (con questa ripetizione selvaggia posso solo immaginare la stessa disinvoltura di un elefante in cristalleria) e si avvicinò.

- Non ti avevo visto.

- La prossima volta cerca di vedermi, che ci tengo.

E non azzardarti a rivolgere lo sguardo altrove mai più. MAI PIÙ!

- Sara! Ehi Sara, ciao!

La voce di Elena la salvò. (Il laghetto di pipì attorno a Francesco anche.) La ragazza si avvicinò al gruppo. Sembrava conoscesse tutti e li saluto uno per uno con aria familiare.

- Allora? Come stai?

- Bene, non c'è che dire...tu?

- Oggi le quinte fanno compito di greco, no? Beh, io sono un po' preoccupata, ma per il resto va tutto bene. Tu? Hai ripetuto?

- Un po', ma non più di tanto...

In quel momento suonò la campanella. Francesco si precipitò a parcheggiare la moto e poi raggiunse le due ragazze che nel frattempo si erano incamminate verso l'entrata.

- Oggi offro io. Ci vediamo al solito posto?

Stessa storia, stesso posto, stesso bar. #that883feelings. Ma poi non stanno a scuola? Ma stesso posto de che?

- Sì, certo. Sai che io non mi perdo mai le brioche comprate con i soldi tuoi.

- Ah, ah, ah, spiritosa. Beh, allora buona giornata.

Tutto andò bene, forse persino il compito.

Le brioche di Francesco era buonissime, lui un po' di più.

Non l'ha detto davvero. Ditemi che non l'ha detto davvero.

Ma poi che l'ha assaggiato? Ha assaporato la sua pelle di crema, divorato i suoi occhi di burro, gustato il suo gelato al cioccolato dolce un po' salato?

Una volta usciti da scuola, Sara andò a mangiare a casa di Elena. Studiarono insieme e il pomeriggio, si ritrovarono tutti a casa di Dalila, un'altra amica di Elena. Il gruppo di Elena (Elena, nel dubbio, casomai fossimo affetti da deficit di memoria a breve termine) era formato da 10 ragazze, tutte abbastanza ricche, alcune belle e altre non troppo (ma per fortuna grazie al politically correct in questa allegra compagnia ci carichiamo un po' tutti, belli e brutti) , ma tutte simpatiche. Griffate e un po' snob Sara pensò di aver trovato in quel piccolo club le amiche che gli (scusate, mi vergogno, ma questo è il bello della diretta!) mancavano tanto.

D'altronde chi non cerca l'amicizia in fondo a una borsa Vuitton e in mezzo all'odore di puzza sotto al naso? Prerogative imprescindibili per un'amicizia duratura. Garantito. Roba che lealtà e compagnia bella sono cose sopravvalutate, alla Libro Cuore.

Facevano tutte parte della squadra di pallavolo, tranne una, che, praticando ginnastica artistica a livello agonistico, era troppo impegnata per praticare anche pallavolo, anche se, tutto sommato, le sarebbe piaciuto. Questo piccolo club aveva anche un diario, del quale Sara, sotto una specie di giuramento, entrò a far parte. La accolsero anche nel club. Due sole regole: la subordinata, la quale diceva che tutte dovevano aiutare tutte a fidanzarsi con qualcuno che piaceva alla persona in questione, l'altra, la principale, che tutte avrebbero dovuto aiutare Elena a fidanzarsi con Francesco, dato che era da due anni che Elena gli andava dietro, e le sembrava giusto che dopo tutto questo sforzo, almeno si fidanzasse.

L'olezzo di drama lo sento da qui.
Scommetto che state riuscendo anche voi a delineare abilmente le tematiche guida di questa storia.

Genoveffa, tronfia bitch d'alto borgo che gode di una popolarità tale che QUEEN B scansate ed è più ricca di Trump (forse però è altrettanto arancione, ce la vedo a passare il tempo in camera sua a spalmarsi di autoabbronzanteh), e il suo gruppo esclusivo di ape operaie accolgono tra le loro griffatissime braccia da faciline laureate al classico con la borsa Livorno la nostra Hope. Ella, con la sua dolcezza e ingenuità, ma soprattutto essendo pura e semplice, non come quella brutta figlia di papà più cattiva di Jafar e con più stucco in faccia che schiavetti che le fanno i compiti, sarà capace di conquistare Gianfrancioschio, il bed boi poco bed ma molto boi della scuola, sogno irrealizzabile dell'arpia di cui sopra, fino a ora brutalmente friendzonata.

Intanto i giorni passavano. Sara si trovava molto bene con tutte le sue nuove amiche, e, finalmente faceva parte del piccolo club che aveva sempre sognato. Le dieci amiche si vedevano ogni giorno e insieme, si divertivano da morire. Sara aveva cambiato completamente modo di vedere la vita. Adesso le sembrava bella e allegra, ma soprattutto valeva la pena viverla. Però si rendeva anche conto che Francesco era la persona più squisita che avesse mai conosciuto. Era dolce e premuroso, gentile e poi era un vero gentiluomo.

Sempre con la battuta sulla bocca, sempre pronto a scherzare e a rendere felici anche le giornate più tristi. Avrebbe voluto gridare al mondo intero quanto le piaceva quel ragazzo, ma non poteva. Se voleva far parte del club, Francesco spettava ad Elena. Era una piccola cosa che la faceva soffrire questa faccenda, ma non era niente in confronto alla contentezza che provava adesso che nella sua vita c'erano così tante amiche.

Aveva sottovalutato il problema, ma non avrebbe dovuto.

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E chiudiamo questo capitolo così, con questa dose di puro pathos DOP, che ci lascia tremanti di aspettativa.

Riuscirà la nostra Sara a tenere serbato nel suo morbido cuore l'amore selvatico per Gianfrancioschio? O la forza degli eventi ci travolgerà tutti, uniti al grido comune di #maicontrocuore, in barba alla cattivona che pretende il cioccolatino romantico solo per sé?

Lo scopriremo nella prossima puntata!

Baci trash,

Giulia

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