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Capitolo 27 - Schiuma e bolle

Ren si alzò dall'altalena sorridendo a Yui e ringraziandola ancora una volta, mentre Shiori arrivava con le mani in tasca. Quando li raggiunse, Ren lo salutò, per poi salutare anche Yui ed andare via dicendo:

<<Vado a dare fastidio ad Akira, così vi lascio soli.>>

Ren andò verso il forno nel quale lavorava con Akira e, arrivatovi, entrò. Non trovando Akira alla cassa, andò in cucina e lo trovò che faceva il pane. Lo salutò con un bacio sulla guancia e si mise a guardarlo sedendosi accanto a lui.

<<Sembra divertente...>> commentò il moro, sorridendo.

<<Vuoi provare?>> chiese Akira, togliendosi dalle mani dell'impasto che gli era rimasto appiccicato alle dita. Ren annuì e, lavatosi le mani, andò vicino ad Akira e iniziò ad impastare anche lui. Dopo un po', le braccia iniziarono a fargli male ma continuò comunque finché Akira non gli disse che andava bene. Solo allora si lamentò, dicendo:

<<Mi fanno male le bracciaa!>>

<<Pooooovero lui.>> rispose Akira sarcastico abbracciando Ren e ridendo. Seppur inizialmente infastidito, dopo poco anche il moro iniziò a ridere, abbracciando Akira. Dopo poco, la nonna di Akira entrò con il telefono di Akira e glielo tirò, dicendo:

<<Qualcuno ti ha chiamato poco fa, Akira. Richiama poi.>>

Detto ciò, l'anziana uscì e Akira si staccò da Ren.

<<Vado a togliermi questo grembiule e torno. Dammi un attimo.>> disse, poaando il telefono sul tavolo e andando in un'altra stanza. Ren annuì e, seppur sapeva di non doverlo fare, prese il telefono di Akira e richiamò il numero che non era memorizzato sul telefono.

<<Buonasera signor Akira... l'ho chiamata per sapere se voleva rinnovare il suo abbonamento alla nostra sexy disco.>> disse una voce femminile rispondendo.

<<No, non voglio rinnovarlo.>> rispose secco Ren, riattaccando di colpo e posando il telefono sul tavolo. Quando Akira rientrò, lo guardò male e disse:

<<Cos'è questo discorso della sexy disco?!>>

Akira lo guardò per un attimo attonito, come a non capire, poi rispose:

<<È una discoteca alla quale andavo un po' di tempo fa, non ci vado più da tre mesi più o meno.>>

Ren lo guardò come se non si fidasse, ma alla fine sospirò e poi lo abbracciò bofonchiando "scusa". In risposta, Akira disse calmo:

<<Tranquillo Ren, non fa niente.>>

Allora i due uscirono insieme dal forno e Ren accompagnò Akira a casa, per poi entrarvi con lui. La casa era vuota e tutte le luci erano spente, quindi i raggi del sole che tramontava erano l'unica illuminazione. Akira chiuse la porta della casa e andò verso il bagno dicendo:

<<Mi faccio un bagno, vuoi venire con me?>>

Ren, a quelle parole, arrossì. Da una parte voleva farsi il bagno con Akira, ma dall'altra si vergognava e credeva di disturbare. Alla fine, però, rispose timido e titubante:

<<Si, vengo con te.>>

Akira allora andò in bagno e aprì l'acqua della vasca e mettendovi del bagno schiuma una volta chiusone il tappo, per poi andare in camera e prendere un cambio per sé e Ren.

<<P-perché hai delle mutande della mia taglia?>> chiese il moro, perplesso e leggermente nervoso.

<<Beh, non si sa mai no? Potevi voler venire a dormire da me e magari ti dimenticavi il cambio quindi mi sono premunito.>> rispose tranquillo Akira, chiudendo la porta del bagno e iniziando a spogliarsi. Ren girò lo sguardo, tentando di distrarsi ma trovandosi davanti uno specchio che rifletteva l'immagine di Akira. Chiuse allora gli occhi, per poi riaprirli solo quando sentì Akira entrare nella vasca piena di acqua e schiuma e chiuderne il rubinetto.

<<Spogliati su Ren, non vorrai mica farti il bagno vestito?>> chiese Akira.

<<V-va be-bene... ma girati.>> rispose il moro. Akira fece come gli era stato detto e Ren si spogliò di fretta, per poi entrare nella vasca e sedersi tra le gambe di Akira accoccolandosi a lui, che lo cinse con le braccia e gli sussurrò all'orecchio:

<<Attento agli attacchi subacquei.>>

A quelle parole Ren divenne rosso come un peperone, accorgendosi di essere molto vicino al membro di Akira, quasi a sfiorarlo. Akira cominciò a ridere come un pazzo vedendolo in quello stato per poi dire dolcemente al moro:

<<Tranquillo, scherzavo...>>

E, dette queste parole, lo strinse a sé sorridendo.

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