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Quando L'amore Arriva

Buongiornissimo ragazzi!!
Sono così contenta di pubblicare ancora!
In questi giorni mi è venuta un'incredibile voglia di scrivere. Sarà che ho letto Fangirl di Rainbow Rowell che parlava di una ragazza che ama scrivere fanfiction!

Comunque rieccoci qui... Spero tanto che vi piaccia.... Mi sono un po' affidata alle mie emozioni e prego che sia coerente con il personaggio.

BUONA LETTURA.

Dopo giorni e giorni Annabeth si svegliò con il sorriso. Lei, la figlia di Atena di sedici anni, capogruppo della cabina, eroe dell'Olimpo e conosciuta come ragazza guerriera e intimidatoria, sorrideva come una bambina che vede un aereo sfrecciare nel cielo.

Probabilmente non sorrideva solo con le labbra, poteva giurare che se si fosse vista allo specchio avrebbe notato occhi scintillanti e luminosi che non sapeva di avere.

I muscoli facciali le stavano per esplodere eppure non riusciva proprio a smettere di sorridere.
Piccoli brividi salivano e scendevano lungo il suo corpo ancora assonnato. Si sentiva avvolta da un caldo tepore e quella sensazione di smarrimento che, per una volta, non sembrava dispiacerle.

Chiuse gli occhi e solo per un momento lo sentí accanto a lei mentre la stringeva in un abbraccio, le sue labbra salata sulle sue, le gambe che si intrecciavano e l'odore del mare che la ammaliava.

Annabeth Chase non avrebbe mai pensato che fidanzarsi con il suo migliore amico le desse un effetto così bello. Tutto il campo poteva andare in malora, i titani avrebbero potuto tornare e le catastrofi peggiori sarebbero potute avvenire eppure niente, ma proprio niente, le avrebbe tolto quel sorriso.

Ispirò profondamente e con un balzo si ritrovò fuori dalle coperte. Rapidamente indossò vestiti più consoni e l'immancabile maglia del campo oltre che la sua collana di perle di terracotta.

Guardò l'orologio sul suo polso e sbuffò. Erano solo le sei e probabilmente quella Testa d'Alghe del suo migliore ami- No. Del suo ragazzo si sarebbe svegliato intorno alle nove e mezza, sicuramente con il cuscino sporco di bava, i capelli spettinati fino all'inverosimile e... Basta Annabeth! Si impose! Dopotutto era solo un ragazzo, non c'era bisogno di perdere la testa così tanto, dopotutto...
Sbuffò. Ancora.

Peccato che il suo corpo la pensasse diversamente, eccome, dalla sua mente: il suo cuore batteva così forte che Annabeth aveva seriamente paura che tutti se ne potessero accorgere, le gambe le tremavano leggermente, nello stomaco la situazione era anche peggiore e sentiva che tutti peggiori cicloni/uragani/tempeste/tornadi della storia si erano raccolti con il solo gusto di tormentarla.

"Eccome se ci stavano riuscendo!" si disse. Quel giorno si sentiva anche particolarmente ADHD, come se avesse ingerito tutti gli zuccheri peggiori dell'industria alimentare, come se litri e litri di caffeina le fossero state iniettati nel corpo.

Era veramente questo l'effetto che faceva l'amore... Certo, le lacrime le aveva avute anche lei. Quella sensazione di blocco alla gola e la morsa che le stringeva il cuore spesso le aveva fatto venire voglia di rintanarsi in un angolino con la sola presenza dell'amato portatile di Dedalo.

Quando si immergeva in tutti quei dati di architettura che avrebbero fatto girare al suo Testa d'Alghe, (perché compariva sempre nei suoi pensieri!!!????!!?!!) si sentiva veramente bene. Ogni cosa scompariva. Lì c'era solo il suo cervello e per l'amore non c'era assolutamente posto.
Ora era diverso. Eccome.

Era come una molla in continua tensione. Non aveva altra voglia che quella di farsi stringere in un abbraccio, sentire le sue labbra sulle sue. Aveva voglia di ridere per le stupidità che a volte diceva, che sembravano inventate apposta per farla innervosire. Aveva voglia di stringersi al suo fianco e lavorare seneramente al suo portatile con la certezza della sua presenta confortante al suo fianco.

Annabeth si prese la testa fra le mani. Che diavolo stava pensando!? Era stato solo ieri quando lui finalmente le aveva confessato di provare dei sentimenti per lei. Solo ieri non riusciva a non arrossire (ovviamente il pomodoro per eccellenza era solo Percy) vedendo le mani che, la sera per una passeggiata, si sfioravano mettendole i brividi.

Annabeth aveva sempre saputo di avere una fervida immaginazione, tutti i figli di Atena l'avevano, loro erano destinati a progettare, a pensare a nuove strategie... La fantasia era assolutamente indispensabile anche per l'architettura che tanto amava, ma... DEI! non avrebbe mai immaginato che in pochi minuti avrebbe avuto stampata in testa la relazione sentimentale con Percy.

Si immaginava con lui per il loro primo mesiversario (le avrebbe per caso portato dei fiori?), in un appuntamento al cinema dove avrebbe liquidato con sguardi assassini ragazzi che le avrebbero lanciato occhiate sgradite e si immaginava anche di ridere sotto i baffi facendo finta di niente.

Emise un lieve mugugnio e, cercando di scacciare quei penseri, si rintanò a letto con il portatile pronta a buttare giù le idee che le perseguitavano la mente per tutto il giorno precedentemente... O meglio fino a quando una certa Testa d'Alghe non avesse finalmente deciso di dichiarsi, da quel momento aveva avuta l'esclusiva nei suoi pensieri.

E questo non le piaceva affatto.
Dopo pochi sforzi (in realtà molti, anzi troppi) riuscì a scacciarlo dalla sua mente ed a concentrarsi solo sulla progettazione dell'Olimpo.

Non si accorse che, ore dopo, un figlio di Poseidone che conosceva bene (eccome!) aveva bussato alla loro porta per poi essere accolto da un Malcom completamente rosso. Per momenti interminabili era stato sua una piccola sedia osservandola studiare, senza distogliere lo sguardo (ora che finalmente poteva!).

Quando Annabeth aveva incrociato i suoi occhi, in contemporanea il suo volto si era tinto di una particolare sfumatura intensa di rosso (Era così adorabile!!!), un po' malfermo sulle lunghe gambe, si era alzato e le aveva sorriso. Un timido e dolcissimo sorriso che l'aveva fatta rabbrividire così tanto che si sarebbe vergognata a dire in giro che era solamente l'effetto di un ragazzo.

Eppure... Si era alzata di scatto -sorridente e luminosa come una stella- aveva pensato Percy ed era corsa da lui.
Finalmente poteva tirare un sospiro. Si sentiva così bene tra le sue braccia che non avrebbe mai voluto andarsene.

Si chiese da quando tempo non riceveva un abbraccio del genere, da una persona a cui importava sul serio, tanto da declinare anche l'immortalità.

E si maledisse quando la sua vista si rese meno nitida a causa di un velo di lacrime che nemmeno lui vide.
Improvvisamente ogni malessere era scomparso. Niente gambe traballanti, niente tornadi e tragedie climatiche nel suo corpo, niente caffeina in circolo.

In quel momento Annabeth Chase pensò che -cavolo- l'amore era proprio strano!

Ehhh l'amore è arrivato anche ad Annabeth! Mi sono sempre chiesta come si sia sentita il giorno dopo il famoso bacio subaqueo e quali emozioni abbia provato.

Spero tanto che vi sia piaciuto!

A presto (forse...)

Ciaoooooooooooooooooooo

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