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Nella Capanna N.3

Buongiornissimo

Rieccomi qui dopo un mesetto e mezzo di assenza!

Non aggiorno più così spesso perché, ahimè, con tutto ciò che ho scritto di Percabeth, non ho più idee che mi convincano. Perciò preferisco aggiornare più raramente con one shot che realmente mi soddisfano

Per la one shot di oggi vi avviso che ha contenuti un po' maturi (niente di sporco o spinto) trattati alla mia solita -romantica- maniera

Spero vi piaccia :)

BUONA LETTURA

Annabeth assaporò la sensazione delle labbra di Percy sulle sue, le sue braccia che le circondavano il busto e quel brivido di adrenalina che le scorreva lungo la schiena.

Non aveva assolutamente idea di come tutto fosse iniziato, non sapeva nemmeno perché sentiva il suo corpo bollente e tremante allo stesso tempo.
Erano in piedi nella capanna 3 dei figli di Poseidone, nel bel mezzo di un pomeriggio invernale. Passavamo molto tempo al campo mezzosangue visti i suoi progetti architettonici per onorare ogni dio.

E Percy, chiaramente, l'accompagnava.
Agli altri dicevano che l'aiutava con le varie mappe, carte e progetti. Era abbastanza certa che nessuno credesse loro, però nessuna battutina si era mai levata dalla folla di Semidei al campo. Annabeth amava solo passare del tempo con il suo ragazzo -da ormai quattro mesi- e accolarsi al suo fianco chiacchierando a voce bassa. Annabeth si sentiva semplicemente a casa con lui. 

Senti la sua schiena aderire bruscamente al muro, ma non avvertí nessuna scarica di dolore. Le sue mani correvano lungo la schiena di Percy allacciandosi poi intorno al collo. Poteva dire dal tremore delle sue spalle che anche Percy provasse le sue stesse emozioni.

Il bacio diventava sempre più umido e intimo e le loro lingue presero a giocare insieme creando un'armonia nuova. Le mani di Percy, vagavano febbrili lungo il suo corpo infiammandolo di desiderio. Sentiva il cuore batterle a mille.

Una vocina nella mente le rimproverava dicendole che questo non era certo l'atteggiamento di una figlia della dea Atena, né di una salvatrice dell'Olimpo.
Ma Annabeth sentiva la necessità, quasi vitale, di legarsi a lui, di togliere i molteplici strati di vestiti e colmare ogni vuota. Aveva bisogno di sentire il tocco di Percy sulla sua pelle e di rabbrividire contro di esso.

Deglutí spaventata da quei pensieri che l'attraversavano ultimamente la mente. Sentí Percy sollevare leggermente il lembo della maglietta e le sue dita venire a contatto con la sua nuda vita. Annabeth rabbrividí beandosi di quel contatto. Lo attirò ancora più stretto a sé baciandolo con più intensità mentre le sue labbra gli puntellavano la mandibola. Percy sospirò bruscamente e le sue mani alzavano sempre di più l'orlo della maglietta.

Era cauto ma allo stesso tempo ansioso e tremante di desiderio. Annabeth lasciò scivolare le mani sotto la maglia arancione del campo mezzosangue, percependo anche la più piccola cicatrice. Improvvisamente Percy si scostò e, rosso in viso, si levò la maglia lanciandola da qualche parte della cabina.

Annabeth si lasciò sfuggire un sorriso. Poteva dire che era incerto, molto incerto e si aspettava un ceffone in viso. Invece lei lo attirò a sé con foga ed entrambi caddero nel letto, liberandosi dei pantaloni.

Percy, delicato, fece scorrere una mano lungo le sue gambe abbronzate e atletiche. Annabeth si sistemò meglio e i loro corpi avvinghiati e intrecciati, formavano un quadro vivace e disordinato.

Le braccia di Percy le avvolsero il busto e poteva sentirlo gemere per la presenza di quel lembo di stoffa. Un rossore colorò le guance di Annabeth e soffocò l'imbarazzo baciandolo con foga.

Sentí le mani di Percy scendere sotto la sua maglietta soffermandosi sul petto. Poteva sentirlo percorrere tremante le curve dei seni. Un brivido la scosse da capo a piedi per poi essere rimpiazzato da quell'ondata di adrenalina e piacere.
Il bacio era più lento e sciatto e il tempo sembrava essere rallentato.

Sentí le sue mani premersi vicino alla coppa del reggiseno carezzando quel lembo di pelle. Annabeth si sentiva infiammata e bollente, oltre che quel bisogno di mostrargli se stessa e di lasciarsi cullare da lui. Si beò della sensazione di sollievo quando lui la liberò del reggiseno. Le sue mani le carezzavano i seni con dolcezza e desiderio e Annabeth sentí l'impulso di urlare.

Lo tirò verso di sé e la sua schiena si scontrò, nuovamente, con il muro. Entrambi erano seduti sul letto e Annabeth avvolse le gambe intorno al bacino di Percy, accorciando la distanza tra due.
Percy prese a baciarle il collo mentre le sue mani le pizzicavano i capezzoli facendola sospirare di piacere. Sentiva il corpo bollire di calore.

Improvvisamente si staccò da lui e con un unico e fluido movimento si tolse la maglietta. Vide Percy sgranare gli occhi mentre un rossore gli dipingeva le gote. Annabeth, trasalí e, rossa in viso, si sdraiò sul letto con il cuore a mille. Percy le sorrise, quel sorriso dolce e imbarazzato che le ricordava così tanto i tempi passati. Si curvò verso di lei appoggiandosi ai gomiti. Le baciò con lentezza estenuante la bocca mordicchiandole il labbro inferiore.

Le sue mani l'avvolsero intorno alla sua schiena e, senza nessuna distanza trai due corpi, Percy si ritrovò sopra di lei. Annabeth sentí una fitta di dolore al petto e si lasciò sfuggire un gemito.

"Scusami" farfugliò Percy scostandosi da lei mentre Annabeth tornava a respirare. Erano fianco a fianco sopra le coperte dello stretto e angusto letto di Percy. Annabeth sentiva il cuore tamburellarle nel petto.
Ma non passò un istante che Percy non l'avvolse la schiena nuda portandola sopra il suo corpo interamente nudo. Annabeth si scrollò di dosso anche l'ultimo lembo di stoffa -le mutande di cotone nero- e finalmente sentí quell'appagante sensazione di corpi perfettamente incastrati.

Non riusciva più a capire dove finisse il suo corpo e dove inziava quello di Percy. In testa aveva un groviglio di emozioni.
I riccioli biondi ricadevano sulle spalle. Percy le prese il viso tra le mani e i loro occhi si incontrarono.
"Ti amo" gli sfuggì come fosse un flebile gemito. Aveva gli occhi lucidi, come Annabeth. "Anche io ti amo, Testa d'alghe" mormorò Annabeth con voce rotta.


Posso spiegare.

Vedete, ho scritto questa one shot ieri sera tra le 22 e le 23😂

Avevo riletto la parte iniziale del Marchio di Atena in inglese e la mia mente si era convinta  
-grazie ad alcune frasi particolarmente esplicite- che quei due, prima che Percy sparisse, ci sono andati giù pesante.

Quindi avevo la necessità vitale di scrivere (di nuovo) la prima volta di Percabeth😂😂

Mi auguro che ciò non giunga mai ai miei compagni di classe a cui ho avuto la malaugurata idea di rivelare il mio account su wattpad :))

A presto.

CIAUUUU

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