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l'isola delle sirene nel mare dei mostri. (rivisitata)

Pov Annabeth

Stavamo navigando tranquillamente nel mare, Percy era si era addormentato nella sua cabina perciò mi trovavo in coperta scrutando l'orizzonte quando vidi un'Isola lontana.

Un brivido di eccitazione mi percosse la schiena e capii che quella era l'isola delle sirene, nelle leggende di Odisseo chi ascoltava il loro canto diventava incredibilmente saggio ed essendo figlia della dea della saggezza, era un occasione che non potevo perdere

Mi diressi verso la cabina del figlio di Poseidone e lo contemplai un attimo prima di svegliarlo, sentii le farfalle nello stomaco e il battito del mio cuore accelerare notevolmente.

Avevo iniziato a sentirmi nervosa quando ero accanto a lui da quando avevamo restituito la folgore di Zeus, non avevo ancora ben capito che cosa provavo per lui ma mi ero accorta che quando stavo con lui mi sentivo bene, a casa, una sensazione che non avevo mai provato con Luke. Luke.

Per anni ero stata convinta di amare Luke ma ora non ero più tanto convinto, lo sentivo vicino come un fratello.

Guardai Percy e mi resi conto di quanto fosse diverso dal figlio di Hermes fisicamente e caratterialmente, mentre quest'ultimo era l'immagine perfetta di principe azzurro, il figlio di Poseidone sembrava più un ribelle con i capelli neri spettinati e quegli intensi occhi verde mare

Poi anche come carattere erano diversi, Percy era un po' timido e impacciato ma molto dolce e leale, Luke era spavaldo e più ironico e scherzoso.

Mi accostai vicino a Percy e lo svegliai in un sussurro.

"Testa d'Alghe, ci stiamo avvicinando all'isola delle sirene" lo avvisai e lui aprì gli occhi un po' debolmente, mi fissò un attimo e arrossì vista la vicinanza

"ah, ehm, ok" balbettò alzandosi e dirigendosi verso il ponte "Abbiamo abbastanza cera per le orecchie nella stiva" mi informò lui.

Io trassi un profondo respiro e calamitai i miei occhi nei suoi "Percy, io vorrei ascoltare il loro canto, si dice che predichi il futuro e faccia diventare più saggi" esordii.

Lui mi fissò con una punta di preoccupazione ma si limitò ad annuire

"Qualsiasi cosa ti dica non slegarmi" lo avvertii e lui annuì nuovamente poi mi lego all'albero maestro con delle corde, si mise poi a cera nelle orecchie e si diresse verso l'isola delle sirene

Per un po' non accadde niente ma improvvisamente sentii un canto dolcissimo e delle voci che mi parlavano

"Sono orgogliosa di te Annabeth" sentii la voce di mia madre mescolata a quella di mio padre "Sei la mia figlia adorata"

Continuavo a sentire voci che si complimentavano con me, potevo sentire Grover, Clarisse e tutti i semidei

"Annabeth, figliola, sei una guerriera così forte e abile" la voce di Chirone che si complimentava con me

E poi venne una voce che mi colpì al cuore, sentivo Luke che mi parlava dolcemente e con calore

"Grazie Annabeth per avermi salvato da Crono, sei la mia famiglia, ti voglio bene"

Le lacrime presero il sopravvento e piansi come non avevo mai fatto, ero vagamente consapevole di Percy che mi scrutava preoccupato.

Le voci si affievolirono per fare spazio a una molto più chiara. Le emozioni che mi provocò furono indescrivibili, la voce mi parlava dolcemente più di quella di Luke

"Ti amo Ragazza Saggia"la voce di Percy mi rimbombò nelle orecchie e le mie lacrime continuavano a cadere, potevo sentirlo accanto a me che mi teneva tra le braccia

"Non te ne andrai più via da me, mai più"

"Finchè stiamo insieme"

La voce di Percy era così confortante e capii che dovevo assolutamente andare, mi dimenai nelle corde e vidi il figlio di Poseidone girarsi.

Lo implorai di liberarmi ma lui scosse la testa sebbene i suoi splendidi occhi fossero ricchi di preoccupazione

"Credevo che fossi mio amico" urlai con tutte le mie forze mentre sentivo un groppo in gola e le lacrime continuare a sgorgare indomabili.

Guardai verso il basso e vidi attaccato alla mia vita il mio pugnale, con un grande sforzò riuscii a prenderlo e tagliai la corda.

Mi precipitai in acqua seguendo quelle voci melodiose che mi guidavano verso la terra ferma, l'impatto nel mare mi stordì un po' e i suoni persero d'intensità.

Ma il ricordo di quelle voci era dentro di me, buttai fuori la testa dalla'acqua e vidi Central Park, sullo sfondò c'era New York ricostruita come avevo sempre voluto: più bella e meravigliosa.

Vidi Percy venirmi incontro e mi sentii invasa da una sensazione di calore, era bellissimo con i capelli spettinati dal vento e gli occhi verdi brillanti, io gli sorrisi

"Ragazza saggia!" mi chiamò e si mise di fianco a me mentre il mio sguardo si posava sulle figure davanti a me.

C'erano i miei genitori che si tenevano per mano e mi invitavano a unirmi a loro sorridendomi teneramente, di fianco a loro c'era Luke, il vecchio e bravo Luke, allargò le braccia come a invitarmi a venire verso di lui.

Sorrisi ancora e mi voltai verso Percy che mi guardava con gli occhi luminosi e innamorati, improvvisamente sentii una mano stringermi la caviglia e tirarmi giù verso il mare.

I miei occhi si riempirono di lacrime perché non riuscivo più a vedere la mia famiglia, Luke e Percy, d'istinto scalciai e mi dimenai ma la presa si faceva sempre più salda

Mi sentii mancare l'aria e mi accascia leggermente vedendo dei puntini neri danzare intorno a me, capii che non c'è l'avrei fatta.

Mi sentivo stordita e il canto era sparito, una mano si poggiò sulla mia vita mi sollevò dall'acqua permettendomi di respirare.

Mi girai e vidi Percy, gli occhi verdi colmi di preoccupazione mi scrutavano, mi teneva stretta a lui, lo vidi concentrarsi e in un attimo mi ritrovavo sott'acqua in una bolla d'aria.

Non riuscii a trattenermi e scoppiai in lacrime, quelle visioni mi avevano lasciato scioccata e con il cuore traboccante di tristezza e amarezza.

Mi appoggiai sulla spalla del mio migliore amico e piansi senza sosta mentre sentivo il mio corpo scosso dai tremiti, lui avvolse in un abbraccio caldo e rassicurante.

In quelle lacrime versai tutta la mia disperazione e la consapevolezza che quella era solo un'illusione: mio padre non mi avrebbe mai accettato completamente, mia madre non sarebbe mai stata orgogliosa di me, Luke non sarebbe tornato a essere la mia famiglia e infine Percy non mi avrebbe mia amata.

Ero vagamente consapevole delle braccia del mio migliore amico che mi cingevano e mi portavano in braccio verso la nave.

Mi mise una coperta intorno a me e mi strinse a lui, cercai di domare le lacrime ma queste non volevano saperne di smettere.

Dopo un po' uscimmo dalla zona d'influenza delle sirene e il figlio di Poseidone si tolse la cera

"Non avrei mai pensato che potesse essere così sconvolgente" constatai con voce rotta, vidi Percy di fianco a me innervosirsi e arrossire, si schiarì la voce e abbassò gli occhi

"Io, quando ti ho afferrata ho visto quello che stavi vedendo" arrossii come un peperone.

Dei! Percy aveva visto la mia visione perciò avrebbe capito che io lo amavo, deglutii e impallidii, lui intanto proseguì

"Ho visto New York riprogettata da te, i tuoi genitori insieme e.. Luke" a quell'ultimo nome vidi un'ombra scura passare sul suo viso, non incrociò il mio sguardo ma vidi il suo labbro tremare impercettibilmente

"Ehm, tu hai visto solo questo?" chiesi in imbarazzo, forse c'era la remota possibilità che avendo guardato davanti e non di fianco, non si fosse visto.

Lui si girò e aggrottò le sopracciglia

"Perché, tu vedevi qualcos'altro?" chiese e io mi limitai a scuotere la testa cercando di contenere il rossore

"Ti senti più saggia?" Io inspirai profondamente e lo guardai negli occhi

"Non ne sono certa, vedi, io sentivo delle voci, tutte le persone a me più care si complimentarono con me, mi facevano sentire come una famiglia" esordii in un sussurro, potevo vedere le rotelle della sua testa d'Alghe girare, poi mi fissò e parlò

"Hai sentito anche me?" chiese con voce un po' incerta, io abbassai lo sguardo con le gote in fiamme: ricordai chiaramente le dolci parole che mi sussurrava, diceva di amarmi e di non lasciarmi mai.

"Io, ecco, non ricordo" mentii senza alzare lo sguardo ma potevo percepire la sua delusione.

Mi sentii pizzicare gli occhi, il mio cuore batteva a mille e la mia testa riviveva quelle voci dolci che dicevano di amarmi e di essere orgogliosi di me

Mi alzai di scatto precipitandomi nella mia cabina, non volevo che mi vedesse distrutta e nuovamente in lacrime.

Sentii dei passi dietro di me, perciò accelerai sempre di più, stavo per aprire la porta della mia stanza quando sentii una stretta al polso che mi trattenne.

Poi Percy mi abbracciò forte, con calore, sentii le sue mani giocherellare con i miei capelli; le lacrime caddero nuovamente e affondai la testa nel suo petto.

"Ragazza Saggia, io ci sono, sei la mia migliore amica" mi sussurrò all'orecchio con voce dolce e confortante.

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