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gelosia

This story belongs to @Winter0_6, don't steal

Ciao a tutti, sono Percy Jackson, ho 16 anni e la mia vita fa schifo.

Sapete perché fa schifo? Perché sono un semidio, ma non un qualunque mezzosangue, no, sono figlio di Poseidone, dio del mare, nonché uno dei tre pezzi grossi insieme a Zeus e Ade.

Il problema è che i figli dei tre fratelli sono incredibilmente potenti e perciò hanno giurato di non dare vita a nuovi semidei.

Ora vi starete chiedendo come mai io sia qui, questo perché mio padre non è riuscito a tenere gli occhi lontano da mia madre.

Anche Zeus ci è ricascato e infatti Talia Grace, cacciatrice di Artemide e una delle mie più grandi amiche, ne è risultato.

Poi c'è anche Nico di Angelo, figlio di Ade, lui in realtà è nato negli anni quaranta ma con la sorella Bianca sono vissuti in un albergo dove il tempo scorreva più velocemente.

Quando avevo dodici anni, Crono, un titano simpaticissimo con un leggero problema di megalomania, ha iniziato a risorgere dal Tartaro, dopo tre anni ha preso possesso del corpo di Luke, figlio di Hermes e traditore.

Pochi giorni fa Crono ha invaso New York ed ha cercato di distruggere l'Olimpo ma noi semidei siamo riusciti a fermarlo, anche se è stato possibile grazie all'eroismo di Luke che, spinto da Annabeth, si è pentito impedendo che Crono prendesse il potere.

Avete notato che ho accennato ad Annabeth... lei è la mia... migliore amica... anche se non ne sono più tanto convinto.

Quando la vedo arrossisco e sento le farfalle nello stomaco, lei è forte, intelligente, determinata, sensibile, piena di risorse, bellissima.. potrei continuare all'infinito.

Credo di essermi preso una piccola cotta per lei.

Dopo la battaglia a New York sono stato acclamato come salvatore dell'Olimpo, avendo governato i semidei e combattuto contro Crono.

Erano passati alcuni giorni dal 18 agosto, il mio compleanno, quando lo avevo festeggiato con Annabeth e i ragazzi del campo, era stato bellissimo.

A volte mi perdevo ad osservare Annabeth, quanto era carina con quei riccioli biondi e gli occhi grigi che sembravano contenere una tempesta, io continuavo a pensare a lei, quando mi aveva baciato sul monte sant'Elena convinta che sarei morto.

Mi chiedevo se fosse significato qualcosa per lei, per me molto, avevo pensato che avremmo potuto, come dire, stare insieme.

Le mie certezze si erano frantumate vedendo il modo in cui lei si comportava con me, sembrava volesse strangolarmi, poi un momento dopo era dolce e comprensiva.

Mi ha spezzato il cuore vedere come Annabeth parlava di Luke, si vedeva che lo amava ancora, o meglio ero convinto di ciò prima di vederlo morire e sentire Annabeth confessargli che per lei era solo un fratello.

Da quel momento sono convinto di avere qualche possibilità con lei.

"Percy, Percy, che hai? A cosa stai pensando?" sussultai sentendo una voce che mi richiamava alla realtà, Annabeth era seduta di fianco a me e osservava il mare stagliarsi davanti a noi.

Arrossii, non potevo dirle che pensavo a lei.

"Ah niente in particolare" balbettai distogliendo lo sguardo, lei aggrottò le sopracciglia ma non disse niente

"Percy, stavo pensando a quando hai fatto il bagno nello Stige, come hai fatto a sopravvivere?" quando nominò il bagno nello Stige sentii dei brividi corrermi sulla schiena all'altezza dell'ombelico.

Il mio tallone d'Achille, l'unico punto che mi faceva rimanere mortale.

Ricordai come avevo visto Annabeth afferrarmi e tirarmi su, arrossii nuovamente, non potevo dirglielo

"Io, ecco, non potevo respirare e ho visto i miei momenti migliori, sentivo la mia anima separarsi dal mio corpo, quando ho sentito una voce che mi chiamava e mi tirava su, non ricordo di chi fosse" ammisi sperando di risultare credibile, lei si accigliò e mi guardò sbalordita.

"Testa d'Alghe mi stai nascondendo qualcosa, sei il mio migliore amico, puoi fidarti di me" mi sussurrò lei, io sentì il mio cuore sbriciolarsi in mille pezzi alla parola migliore amico.

Sentii dentro di me una morsa allo stomaco e un grande nervosismo, il laghetto delle canoe iniziò a sollevare grandi onde d'acqua, sentii la terra tremare leggermente.

Annabeth mi guardò preoccupata.

"Percy, stai tranquillo, non agitarti, non volevo invadere la tua privacy" mi consolò lei, questo servì a placare il mio nervosismo e tutto tornò alla normalità

"Scusami, non riesco a controllarmi, odio avere tutto questo potere" sbuffai perché avrei voluto essere come una persona normale.

Feci un respiro e mi rivolsi a lei.

"Annabeth, lo sai che sei un po' strana ultimamente, un momento sembra che tu mi odi e voglia strangolarmi, il momento dopo sei gentile e dolce" lei mi guardò con tristezza mista a rabbia

"Testa d'Alghe.. voi maschi non capite niente" sbuffò e io la guardai negli occhi, mi venne un'idea, considerato che era un'adolescente di sedici anni poteva avere due problemi.

Mi schiarii la voce arrossendo come un pomodoro

"Ehm, hai il ciclo?" chiesi imbarazzatissimo, lei mi fissò e scoppiò a ridere

"Maschi" sospirò, ma io non mi diedi per vinto, avevo la mia seconda idea, molto più plausibile della prima

"Ti piace qualcuno?" le chiesi, lei mi fissò con la bocca aperta e gli occhi strabuzzati, avevo fatto centro!

"Quindi è vero, chi è?" domandai curioso mentre lei mi scoccava un'occhiataccia

"Non ti interessa" sbottò lei lasciandomi perplesso e sbalordito, si alzò e andò via, io non feci niente per evitarlo e la vidi allontanarsi.

Per tutto il giorno mi evitò e non mi parlò, io cercavo in tutti i modi di avvicinarmi a lei ma era inutile.

Decisi di lasciare perdere, capii che avevo perso in partenza e decisi di lasciarla sola.

Era la mattina del 21 agosto, mi diressi verso la capanna numero 6 quando vidi due persone che si baciavano, la ragazza aveva le braccia lungo i fianchi, sui quali il ragazzo poggiava le sue mani.

Erano Annabeth e Thomas.

Sentii un vuoto dentro di me, le gambe non mi reggevano e corsi come un razzo verso la spiaggia tuffandomi immediatamente in mare.

Sentii le lacrime prendere il sopravvento, mi rintanai in una grotta sottomarina rannicchiandomi esausto in un angolo.

Non feci niente per impedire alle mie lacrime di scendere, cadevano giù sempre più impetuose e incontenibili..

Rividi dentro di me quelle immagini, sentii la disperazione prendere il sopravvento, mi sentivo a pezzi.

Capii che io amavo Annabeth, la potenza di quel sentimento mi sconvolse, non avrei mai pensato di soffrire così tanto.

Rimasi lì a lungo e ringraziai gli dei di essere figlio di Poseidone e di saper respirare sott'acqua così che nessuno mi avrebbe importunato.

Mi sentivo esausto, sapevo di non poter rimanere lì sotto per sempre, dovevo ritornare al campo, fare colazione, allenarmi.

Decisi di alzarmi e di tornare in superficie, ero però assolutamente certo di una cosa: avrei dovuto allontanarmi da Annabeth, non avrei sopportato di vederla felice accanto a Thomas

Mi diressi verso la mensa per mangiare e quello che vidi fu scioccante.

C'erano crepe sul terreno, le panche della mensa erano rovesciate, oggetti per terra, vidi poi l'acqua allagare dovunque, come se ci fosse stata un'inondazione, vidi semidei fradici e bagnati.

Quando mi passarono accanto mi fissavano con sbalordimento e compassione, vidi Clarisse venirmi incontro, come gli altri era fradicia, era completamente sconvolta

"Che cos'è successo" chiesi e lei per tutta risposta mi trascinò verso la casa grande

"Abbiamo sentito una forte scossa di terremoto e i rubinetti, i water, le docce sono eruttati allagando tutti"

Io la fissai sconvolto con gli occhi sbarrati

"Clarisse, mio padre?" chiesi titubante pregando che fosse realmente lui

"Non lo sappiamo, Chirone lo sta contattando" mi rispose e mi scoccò un'occhiata triste scrutandomi a fondo

"Odio dovertelo chiedere ma.. stai bene?" mi domandò sinceramente preoccupata, abbassai lo sguardo e una tristezza si impossessò di me mentre la mia mente riviveva il bacio di Annabeth

"Ho avuto momenti migliori" ammisi e fortunatamente non fece domande

Arrivammo alla casa grande dove si erano riuniti tutti i capi della capanne, mio malgrado vidi Annabeth, incrociammo lo sguardo per un attimo e percepii quanto fosse sorpresa

"Ecco, Chirone, ho trovato il pivello" esordì Clarisse con voce dura indicandomi, Chirone mi guardò serio in volto e lessi in lui molta preoccupazione

"Grazie Clarisse, potete sedervi"

Ci accomodammo e tutti mi fissarono tanto da farmi arrossire, abbassai lo sguardo e il centauro parlò

"Ho contattato Poseidone, per via di questo fenomeno improvviso, e mi ha detto di non aver nulla a che fare" fece una pausa e proseguì "Mi ha però dato un suggerimento prezioso, ha riconosciuto l'intensità di quel potere e ha capito che solo una persona oltre a lui era in grado di farlo" tutti ammutolirono e io al posto del cuore sentii un masso pesantissimo, capii che ero stato io a provocarlo, probabilmente a causa di ciò che era successo stamattina

Chirone rivolse un'occhiata verso di me seguito dagli altri

"Poseidone, ha riconosciuto il tuo potere, Percy, sei l'unica persona in grado." Sentì un groppo in gola e inconfutabile certezza che ero proprio io.

Abbassai lo sguardo desolato

"Chirone, le chiedo scusa, non me ne sono neanche reso conto, le altre volte sentivo una morsa allo stomaco ma questa mattina non ho sentito nulla" ammisi tristemente consapevole di aver fatto un casino

"Percy, non ho mai avuto a che fare con semidio potente come te, ma so che gli dei perdono il controllo dei propri poteri quando qualcosa li sconvolge" mi raccontò il centauro con tono comprensivo mentre io arrossivo, non riuscii a sostenere tutti quegli sguardi e abbassai il capo giocando distrattamente con Vortice

"Ho capito" disse semplicemente il mio mentore

"Le prometto che non perderò più il controllo" giurai alzando il capo e guardando dritto negli occhi tutti i presenti.

La più sconvolta era Annabeth che mi guardava tristemente, gli Stoll erano sorpresi e Clarisse aveva quell'espressione di compassione.

Mi sentii soffocare e tornai nella mia capanna senza dire nulla, dietro di me dei passi e quasi correndo mi chiusi a chiave

Mi sentivo svuotato da ogni emozione, triste e solo

"Percy, apri, ti prego, voglio aiutarti" la voce di Annabeth mi fece rabbrividire e mi abbandonai alle lacrime

"Percy aprimi per favore" sentivo che insisteva e sapevo che non si sarebbe arresa

"Annabeth, ti prego lasciami solo" implorai con la voce rotta, la sentii ammutolire e correre via.

Ero certo che avesse un piano ma non me ne importava volevo solamente rimanere lì da solo.

Mi stesi sul letto, guardando il soffitto, spostai uno sguardo verso la foto sul mio comodino, eravamo io e Annabeth l'anno scorso.

Si trattava di uno scatto a sorpresa di mia mamma, lei stava ridendo e io la stavo guardando ammirato o meglio totalmente innamorato.

Sentii nuovamente un'ondata di tristezza, i ricordi mi travolsero come un fiume in piena, quel bacio sul monte sant'Elena, non smettevo di pensarci.

Per la seconda volta le lacrime mi travolsero e non feci niente per fermarle.

Improvvisamente sentii uno scatto della serratura e la porta si aprì rivelando una figura dai capelli biondi e gli occhi grigi.

Mi fissò a bocca spalancata, era la prima volta che piangevo così, cercai di asciugarmi velocemente le lacrime.

La vidi avvicinarsi a appoggiarsi sul mio letto davanti a me, mi continuava a guardare e poi fece qualcosa che mi stupì.

Si avvicinò a mi abbracciò forte.

Non fui in grado di resistere e mi abbandonai a lei totalmente, la mia testa sulla sua spalla, i singhiozzi mi travolsero e sentii un fremito.

La sua presenza era confortante ma non mi aiutò a contenere la mia tristezza, anzi sapevo che come stava abbracciando me avrebbe abbracciato così anche Thomas.

Mi staccai velocemente da lei alzandomi in piedi, lei mi guardava incredula

"Percy, che ti sta succedendo?" mi chiese dolcemente avvicinandosi a me, io indietreggiai verso la porta

"Annabeth, per favore va via" la supplicai stancamente, lei non battè ciglio e rimase ferma dov'era

"Annabeth, esci dalla mia capanna" ordinai con voce più alta ma lei ancora non si mosse, anzi si avvicinò di più verso di me, allungo un mano e mi sfiorò la guancia asciugandomi le lacrime

"Qualsiasi cosa sia successa, tu sei forte e puoi affrontarla" mi sussurrò dolcemente con un sorriso, io però sentii un impeto di rabbia soffocarmi e sbottai

"No Annabeth, sono stufo di lottare" le lacrime sgorgarono nuovamente e mi maledissi per essere un ragazzo così sensibile, proseguii ancora e la mia voce si alzò sempre di più

"Non hai idea del dolore che provo, non riesco a contenerlo, ho sentito ogni certezza infrangersi" queste ultime parole le gridai e la fontanella dei messaggi Iride esplose, immediatamente mi concentrai e questa si fermò.

Annabeth mi guardava in modo così addolorato, mi resi conto le sue mani erano ancora sul mio viso e mio malgrado arrossii leggermente

"Percy, so cos'hai provato, ho visto Luke tradirci e farmi rapire eppure lo consideravo come un fratello" rimasi per un attimo scioccato pensando a quanto anche lei avesse sofferto.

Feci un sospiro e mi decisi a parlare

"Tu però non amavi Luke" borbottai mentre lei mi fissava stralunata poi vidi formarsi sulle sue labbra una smorfia triste

"Una ragazza ti ha spezzato il cuore" sentenziò lei, io abbassai lo sguardo dandole la prova di quanto veritiera fosse la sua affermazione, mi sentii debole e senza forze, non riuscivo neanche più a piangere talmente ero triste

Lei mi guardò e abbozzò un timido sorriso e fece una cosa che non mi sarei mai, mai aspettato.

Annabeth mi presi il volto tra le mani, si alzò sulle punte e mi baciò.

Non era un bacio rapido come quello sul monte sant'Elena, era incredibilmente vero questo, io la trattenni per impedire che si allontanasse.

Il bacio dapprima dolce e leggero divenne passionale, sentii dei brividi lunghi la schiena in prossimità del mio tallone d'Achille, le misi le mani sui fianchi unendo il suo corpo al mio, lei allacciò le braccia intorno al mio collo affondando le mani nei miei capelli.

Le nostre labbra si schiusero e l'innocenza dei baci a stampo si perse, erano anni che volevo baciare Annabeth e tutto il mio desiderio lo riversai in quel bacio.

Dopo lunghi attimi ci staccammo, i suoi capelli erano arruffati, le labbra rosse e le gote paonazze, sorridemmo come due ebeti.

Improvvisamente mi venne in mente il bacio con Thomas, figlio di Apollo e il mio viso si scurì

"Annabeth perché mi hai baciato se sei fidanzata con Thomas" vidi la figlia di Atena ammutolire sbalordita e senza parole poi scoppio a ridere

"Percy, era un obbligo che mi hanno fatto gli Stoll" aggrottai la fronte e sentii un macigno scivolarmi via dal cuore, sorrisi con timidezza

"Percy, eri sconvolto per questo?" mi chiese lei dolcemente, abbassai lo sguardo rosso come un peperone.

Con una mano Annabeth sollevò il mio mento e mi guardò negli occhi

"Ti amo Testa d'Alghe" confessò con un sorriso incerto in quel momento capii che ero la persona più felice del mondo mi sentivo vivo e sprizzare di energia

Senza neanche pensare abbracciai forte Annabeth facendola staccare da terra per poi farla girare, mi sentivo un bambino ma non me ne importava, la misi giù e la baciai con passione.

La vidi scioccata ma rispose subito, quando ci staccammo mi accostai a lei e le sussurrai qualcosa

"Ti amo Ragazza Saggia"

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